Premio Racconti per Corti 2014 “Emozioni in cabina” di Sara Maria Mastronicola
Categoria: Premio Racconti per Corti 2014L’orologio in strada indica che sono quasi le venti. Anche un poliziotto lo sottolinea all’entrata della scuola. I seggi stanno chiudendo.
Lei vota in quella che è stata per cinque anni la sua classe alle elementari: dalle finestre ci sono ancora le stesse piante che le sembravano infinite.
Ricorda sua nonna all’entrata della scuola mentre alzava la mano e diceva: “Non disfarti le trecce oggi”.
Per arrivare in classe attraversa un lunghissimo corridoio e supera la mensa con un groppo in gola notevole e occhi lucidi: immagina le voci e i volti cari, il maestro gigante, i disegni sul muro, la bidella con il mazzo di chiavi enorme e penzolante dalla tasca.
Mentre cammina cerca i documenti.
Sulla porta l’attende il Presidente di seggio con lo sguardo fisso sull’orologio da polso.
Svuota la borsa sul tavolo dello scrutatore: una mela, un pezzo di costruzione, un pupazzo di pezza, una molletta dei panni, una macchinina, la scheda elettorale e il documento d’identita’.
I tre scrutatori si guardano e la guardano perplessi.
Lei ride: ha le mani sporche di pennarello, anche la scheda elettorale e’ sporca.
Dalla cabina ride e dice che suo figlio non tappa mai i pennarelli.
Rivede sua madre mentre l’accompagna fino all’ascensore di casa e ricorda la sua frase: “votare e’ un dovere, poi un diritto”. Per un attimo scambia il volto di sua nonna con quello di sua mamma, per un attimo immagina di avere le trecce incastrate sotto la cartella.
Vota, ripercorre il corridoio, ripassa davanti alla mensa e si ferma a pensare a cosa ci fanno quei tre adulti nella sua classe, i tavoli non sono messi nella giusta posizione.
Ricorda ancora tutti i bambini, ricorda la classe ad occhi chiusi.
Ci sono i poliziotti fuori dalla scuola per le elezioni; lei immagina sua nonna che l’ aspetta in ciabatte appoggiata al muro.
Quanto è verde quel pezzo di città…
Sale le scale, rumore di cene, suoni di posate e piatti. Tutti sono a tavola, con telegiornali in onda.
I seggi sono chiusi.
I suoi genitori hanno già vestito i suoi figli. Si deve andare a casa. Un saluto veloce, uno sguardo rapido alla foto della nonna sulla credenza tra le foto di altri morti. L’anziana non c’è più da quando un uomo l’ha investita sulle strisce pedonali mentre andava a prenderla a scuola: che solitaria attesa nella sala professori quel giorno maledetto, che discorsi e sguardi strani tra la bidella e i vigili.
Ha dimenticato la borsa nella cabina elettorale, nella sua classe, nella sua scuola.
Guarda i suoi bambini e dice: “Stasera si dorme dalla nonna”.
Bello, ben riuscito l’intreccio tra il passato e il presente della vita. I ricordi permettono di rileggere la nostra esistenza e darle senso e qualche volta ci distraggono.
Ciao Emanuele.
Mi è piaciuto. Evocativo, onirico, delicato.
Nostalgico e attuale.
Strappa un sorriso.
Brava
🙂
Grazie, sono felice dei vostri commenti. Questa storia e’ nata domenica scorsa in metropolitana ed e’ stata scritta a penna in treno. Un grande in bocca a lupo a tutte e tutti voi.
Un soggetto che trasforma la piacevole nostalgia iniziale in tragica malinconia finale, sottolineando forse la sottile linea di confine fra tali sentimenti. Molto bello. A livello squisitamente tecnico penso ci dovrà essere un buon lavoro di regia per mettere in scena al meglio le sfumature e l’intreccio fra passato e presente. Ma questo è un altro discorso. In bocca al lupo! Un saluto.