Premio Racconti per Corti 2014 “Ricomincio da 40” di Luca Colangelo
Categoria: Premio Racconti per Corti 2014Vittorio è un quarantenne che lavora da anni in una filiale assicurativa come addetto alle risorse umane, lavoro scelto per l’opportunità d’un contratto rispetto al posto precario rifiutato dopo gli studi in comunicazione dell’arte. Arriva al lavoro, saluta i colleghi e la giovane stagista che lo aiuta da un mese, Elena, prima di effettuare i colloqui per gli aspiranti che hanno inviato il curriculum. Quando l’ultimo aspirante termina il colloquio, compare il direttore con una lettera per metterlo al corrente che, a causa di alcuni tagli imprevisti sulla filiale, entro una settimana il suo posto cesserà di esistere, dato che non verranno più effettuate assunzioni. Sconvolto, Vittorio resta ammutolito, poi prova a chiedere al direttore se non sia possibile far altro, ma non sembra esserci soluzione da parte del direttore che se ne va. Il povero Vittorio rimane seduto qualche istante con lo sguardo nel vuoto, prima d’uscire avvilito dall’ufficio senza dire una parola, anche alla sua stagista, la quale tenta invano di richiamare la sua attenzione.
Va alla palestra della zona, dove è solito fare esercizi per tenersi in forma con il suo istruttore, Ercole. Neanche con lui parla subito: solo dopo qualche minuto di corsa comunica all’amico il triste fatto. Ercole gli suggerisce di scaricare la rabbia che ha in corpo, che dal giorno seguente riuscirà ad affrontare la situazione e cercare un nuovo lavoro: Vittorio non è sollevato da questo aiuto e ritorna a casa dalla moglie Sara, con cui è sposato da un anno. La comunicazione della notizia si ripete con una reazione dura da parte della moglie, la quale lo accusa come al solito di non fare mai abbastanza, di non essersi fatto valere nel cercare una soluzione. Vittorio si ritira nel suo studio e continua un disegno, dato che disegnare è una tra le sue grandi passioni.
La mattina dopo Vittorio prende con sé un paio dei suoi disegni e torna alla filiale, dove racconta tutto alla stagista Elena. Comincia ad inviare i curriculum, ma senza ottenere risposta: è la premurosa Elena che lo aiuta a controllare gli annunci e più volte gli fa i complimenti per i suoi disegni, gli lancia sguardi teneri, ma a cui Vittorio sembra rifuggire. Si reca il giorno seguente all’ufficio di collocamento e l’impiegato gli riesce solo a proporre lavori saltuari, è in anticipo per la pensione e un po’ in là per cominciare in un nuovo ambito.
Quando cerca di effettuare un pagamento in banca, scopre che l’operazione non va a buon fine e che il conto è praticamente ai minimi storici: decide di andare a far chiarezza con l’unica cointestataria del conto, Sara. Stavolta è Vittorio a fare una scenata colossale alla moglie, la quale confessa di aver investito gradualmente gran parte del denaro in un’azienda di prodotti di bellezza andata recentemente in fallimento. Vittorio le dice che non ha più intenzione di sopportare i suoi modi, le sue accuse, i suoi inganni, e che si vuole separare con addebito: raduna le sue cose, prima di chiuderle la porta in faccia. Solo quando è fuori dal portone di casa realizza e non sa a chi altro rivolgersi se non ad Ercole, chiedendogli ospitalità. Ercole lo ospita, anche se la sera successiva è lo stesso Ercole a trascinarlo fuori per farlo distrarre in un pub e conoscere nuove persone interessanti: il quarantenne disoccupato si ritrova a fare da tappezzeria rispetto al gran viveur Ercole. Così l’invio del curriculum, il recarsi personalmente ai colloqui nei giorni seguenti portano sempre a: “le faremo sapere”.
Purtroppo giunge l’ultimo giorno utile per sgombrare l’ufficio e ritirare la sua liquidazione. Elena è insolitamente in ufficio dal direttore, mentre Vittorio torna nel suo, quando suona il telefono. È l’addetta alle risorse umane dell’ufficio di collocamento che gli comunica che si è liberato un posto… il suo! Avendo avuto la conferma del test di gravidanza il giorno prima e che Vittorio si era precedentemente presentato per cercare lavoro, ha pensato di contattarlo per quella mansione nel periodo di maternità. È ancora al telefono, ma la sua testa va altrove e ripensa se voglia ricominciare quello stesso lavoro, sacrificando ancora i suoi studi, le sue aspirazioni. Chiude velocemente la telefonata, rispondendo all’addetta di aver già trovato una soluzione. Sopraggiunge Elena e Vittorio le comunica della telefonata, di voler percorrere la sua strada nelle mostre d’arte, anche precaria, ma la sua. La ringrazia per quello che ha fatto, va ad abbracciarla e finalmente cercarne lo sguardo. Elena è sorpresa: incrocia quello sguardo e lo va a baciare, per dirgli di aver deciso di lasciare la filiale, dato che non ci sono prospettive e vuole puntare dove le sue capacità siano apprezzate, stipendiate. Vittorio saluta i suoi ex-colleghi, esce per l’ultima volta da quel posto al fianco di Elena, carico di nuove energie, pronto a riscattare la sua vita lavorativa e sentimentale.
Bravo, ci voleva un racconto di speranza in questa società chiusa nell’egoismo nonostante la presenza di molte figure positive. L’amore e il lavoro rimangono gli scopi e le gioie della vita.
In bocca al lupo.
Emanuele
Grazie, Emanuele! Crepi il lupo! Luca
L’inizio di una nuova vita. A volte le grandi delusioni danno una spinta inaspettata.
Angela Lonardo