Premio Racconti per Corti 2014 “Soluzione estrema” di Clara Taffarello
Categoria: Premio Racconti per Corti 2014A giugno Lorenza si era appena diplomata e la fine degli studi le aveva lasciato, oltre che parecchio tempo libero, un senso di vuoto e di noia. Avrebbe potuto iscriversi all’università, ma un insieme di fattori le aveva suggerito un periodo di riflessione e quindi, come succedeva da sempre, aiutava i suoi genitori in tabaccheria.
Non le dispiaceva stare in negozio. Era un impegno, ma anche un piacevole passatempo dato che la “bottega” si trovava in centro del paese, proprio nella piazza principale e quindi era un punto di osservazione privilegiato sullo scorrere della vita quotidiana. Perciò quando i genitori le proposero di sostituirli per una settimana nella conduzione del negozio, affiancata dal cugino Oscar, si rese subito disponibile.
La tabaccheria era in grado di gestirla senza difficoltà. Oscar di certo non le avrebbe dato un grande aiuto, ma senz’altro sarebbe stata una divertente compagnia. Era un ragazzino di 15 anni che aveva finito la scuola dell’obbligo e i genitori, data la sua immaturità e lo scarso impegno, avevano pensato di proporgli una pausa prima di affrontare gli studi superiori. Era brillante, pieno di immaginazione, di humor e con Lorenza condivideva la passione per “I racconti di Zio Tibia”, pubblicati nella collana economica “Gli Oscar Mondadori”.
Zio Tibia era un malefico vecchietto, narratore di brevi episodi a fumetti del genere giallo, noir e horror, originali o ispirati a classici letterari e cinematografici, tutti caratterizzati dalla brevità, dalla suspense e soprattutto da un finale imprevedibile e a sorpresa. E durante quella settimana un episodio, che sarebbe ben figurato nella raccolta di Zio Tibia, scombussolò l’equilibrio di Lorenza e ruppe la grigia monotonia di quelle prime giornate di novembre.
– Ormai sono al limite della sopportazione…. E’ una situazione insostenibile e non c’è alcuna speranza di cambiamento. Penso sia la soluzione migliore….. Dovrò farla finita. Prima di sera ti richiamo.
Un brivido corse lungo la schiena di Lorenza che stava sistemando le sigarette nello scaffale.
La signora dai capelli rossi era tornata in tabaccheria per servirsi del telefono e così faceva da qualche giorno, da quando era venuta ad abitare nella vecchia casa sotto l’archivolto. Le case in quel tratto di via,che sbocca direttamente sulla piazza della Chiesa, son vecchie ed umide e vedono l’alternarsi frequente di inquilini che appena possono si trasferiscono in un’abitazione migliore.
Ogni giorno, anzi più volte al giorno quella signora telefonava. Le sue telefonate, forse alla madre, forse ad una sorella, avevano sempre come argomento una difficile e drammatica situazione famigliare. Erano telefonate cariche di ansia, di sconforto e di preoccupazione , anche di irritazione per un congiunto forse ammalato, in grave difficoltà e disagio, ma certamente violento e aggressivo.
Lorenza non poteva evitare di ascoltare: la cabina telefonica della piazza era spesso fuori servizio e il telefono a contatore della tabaccheria era molto comodo. E così Lorenza, curiosa e discreta, ascoltava e superava la monotonia delle giornate, ascoltava e immaginava situazioni comiche o drammatiche, ascoltava e rabbrividiva per l’ultima tragica telefonata.
Durante tutta la grigia giornata Lorenza continuò a provare un insieme di sensazioni inquietanti: pena, paura, angoscia, ma soprattutto complicità, una complicità casuale e forzata per un atto estremo… forse un reato.
Pochi minuti alla chiusura. La saracinesca del vicino negozio di verdura si abbassa rumorosamente, il Parroco chiude il pesante portone della chiesa e dal buio vicolo la signora dai capelli rossi corre per fare l’ultima telefonata.
– Pronto…. Sì, una semplice puntura e tutto si è risolto.
Lorenza rabbrividisce, scolora e, barcollando, si accascia sul bancone.
– No…. non ha sofferto. Sì….l’ha confermato anche il veterinario che sono casi rari, ma può succedere che un gatto siamese impazzisca per un trasloco.
Bella e divertente, brava nell’usare le parole come una matita per disegnare vignette.
Emanuele
Finale a sorpresa.
Angela Lonardo