Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2014 “Rose d’amore, rose di morte” di Michele Righini

Categoria: Premio Racconti per Corti 2014

Sono circa le sei di sera. Sulla città di Lucca cade una lieve pioggia. Tre giovani uomini, di circa 30 anni, sono all’interno di un piccolo appartamento, ascoltano musica punk a tutto volume e sniffano cocaina.

Ci viene poi mostrato un’ uomo bengalese (di circa 35 anni). L’uomo è dentro una cabina telefonica e sta parlando con la moglie, dicendole che le manderà presto i soldi del suo lavoro, per mantenere lei e i due figli piccoli; infine attacca la cornetta del telefono e si incammina per la strada. Entra in un ristorante, saluta il titolare e inizia a mettere a posto la cucina.

Adesso è notte. I tre uomini, all’interno del piccolo appartamento, continuano a drogarsi.

Ci viene mostrato poi un ragazzo di circa 17-18 anni, che percorre le strade di Lucca con la sua bicicletta; ad un tratto la sua attenzione è completamente rapita da una ragazza, bionda e molto bella, che fà la cameriera in un ristorante.

Il ragazzo ferma la bicicletta e la guarda, attraverso i vetri del ristorante, mentre lei serve i clienti ai tavoli. Ad un tratto anche lei si accorge del ragazzo e gli fà un sorriso dolce e romantico, poi riprende il suo lavoro.

Il gruppo di 3 uomini esce dall’appartamento e scende in strada. Sono piuttosto su di giri: svelgono un cartello stradale, rompono un cestino della spazzatura, poi urlano e saltano come forsennati.

Ci viene ora mostrato l’uomo bengalese che stà lavando i piatti all’interno della cucina del ristorante; parla con il padrone della sua famiglia e che sogna che prima o poi sua moglie e i suoi figli possano venire via dal Bangladesh per congiungersi a lui, in Italia, dove spera di riuscire a farli studiare.

Adesso ci viene di nuovo mostrato il giovane ragazzo che guarda ancora la bella e giovane cameriera attraverso il vetro del ristorante; lei, di nuovo, gli sorride lievemente. Il ragazzo, felice, riparte con la sua bicicletta e arriva davanti ad un negozio di fiori, che però è chiuso, così riprende a percorrere le strade della città.

I tre uomini intanto continuano a camminare, urlando e dando spintoni ad alcuni passanti che si trovano sulla loro strada e prendendoli in giro in modo pesante.

Il lavapiatti bengalese prende la sua paga giornaliera e saluta il padrone del ristorante; esce in strada, cammina e arriva presso il suo appartamento. Apre la porta ed entra dentro, posa i soldi in un cassetto e guarda le foto dei figli e della moglie, poi prende un mazzo di rose che sono sopra il letto ed esce di nuovo dall’appartamento. Arrivato di nuovo in strada si incammina col suo mazzo di rose, mostrandole ad una coppia di giovani fidanzati che passano lì vicino.

Nel frattempo il ragazzo continua a percorrere le strade della città con la sua bicicletta; ad un tratto vede l’uomo bengalese che sta vendendo le rose, si avvicina a lui e si ferma, comprando un piccolo mazzetto di 6 rose.

L’uomo bengalese ringrazia e sorride gentilmente.

Il ragazzo riprende la sua corsa in bicicletta attraverso la città.

L’uomo bengalese resta a guardarsi attorno per alcuni secondi, poi sente le grida dei tre uomini, drogati e fuori di se, che si stanno avvicinando a lui; si trovano a qualche centinaio di metri; lui li guarda da lontano, piuttosto preoccupato.

Il ragazzo ferma la sua bicicletta ad una cinquantina di metri dal ristorante; vede il padrone che stà chiudendo la saracinesca e la giovane cameriera che lo saluta e si incammina per la strada. Il ragazzo appoggia la bicicletta al muro, prende con se le rose comprate dal bengalese e si avvicina a lei, porgendole il mazzo che le ha comprato; la ragazza sorride dolcemente verso di lui, felice.

Adesso ci viene mostrato di nuovo il gruppo di teppisti che sono ormai vicinissimi all’uomo bengalese; lui, gentilmente, porge verso di loro le rose, ma all’improvviso uno dei tre uomini lo colpisce violentemente con un cazzotto sul volto e l’uomo cade a terra, picchiando la testa sopra uno spigolo del marciapiede e rimanendo privo di sensi.

L’uomo che ha sferrato il cazzotto guarda il corpo del bengalese, privo di vita; spaventato, si china su di lui, ma gli altri lo portano via a forza e dopo poco si rimettono a ridere tutti assieme.

Dalla testa del bengalese esce un rivolo di sangue che va a finire sopra il mazzo di rose, caduto a pochi centimetri dal suo volto.

L’ultima scena parte mostrandoci il mazzo di rose, che si trova adesso nella borsa di lei; la ragazza è seduta sopra la canna della bicicletta, mentre il ragazzo guida attraverso le strade della città e i due si parlano e si sorridono dolcemente.

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2 commenti »

  1. Si dà al racconto un finale felice perché così dovremmo orientare la nostra esistenza. La violenza invece origina violenza. Complimenti trovo ben espresse tutte le situazioni.
    Emanuele

  2. Ti dico soltanto che mi è piaciuto e che purtroppo questi casi accadano spesso.Bravo!!!

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