Premio Racconti nella Rete 2014 “Il Lanoso” di Stefania Pierettori (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014Da un po’ di tempo nel paese di Collegioioso si sentivano strani rumori che provenivano dal bosco ai piedi della montagna.
Erano mugolii che mettevano spavento, grida che a volte duravano per ore o per una notte intera, ma molto spesso lunghi e tristi lamenti che davano i brividi.
La polizia, l’esercito, i carabinieri e perfino i vigili del fuoco avevano organizzato ricerche, ma niente! Nessuno riusciva a scoprire casa fosse.
Appena si avvicinavano al bosco… ogni rumore cessava e regnava il silenzio più assoluto, solo gli uccellini cinguettavano e le foglie frusciavano leggere.
I genitori terrorizzati proibivano ai bambini di uscire da soli o di giocare all’aperto.
Diana una bambina assai curiosa e vivace non ne poteva proprio più di stare sempre chiusa in casa, ma soprattutto era arcistufa di sentire quei lamenti che le impedivano di dormire.
Così decise di passare all’azione, perché Diana era anche coraggiosa; sì insomma aveva paura come tutti, ma la curiosità e la voglia di risolvere quel mistero era più forte della paura!
Prese una torcia, mise un’arma nel suo zainetto e di mattina presto mentre tutti ancora dormivano, si avviò verso il bosco.
Si sentivano lamenti penosi che mettevano i brividi, ma Diana era decisa a continuare.
Seguì quei rumori e si inoltrò tra gli alberi.
Attenta a non farsi sentire, si avvicinò alla grotta da cui provenivano quei suoni così paurosi.Entrò.
La caverna era buia, la bambina accese la torcia: un urlo terrificante e poi…silenzio!!
Diana illuminò il fondo della grotta.
Steso a terra c’era uno strano ammasso peloso. Era enorme: sembrava un tappeto, un materasso arrotolato o una montagna di lana.
Aveva un aspetto spaventoso: un grande testone con due occhi sporgenti, buchi al posto del naso e una bocca smisurata con due denti gialli in fuori.
Le zampe lunghissime spuntavano fuori dell’ammasso lanoso.
Era proprio un orco!Anzi un…Lanoso!
Ma la cosa strana era che …l’orco era colorato!
Sì, il suo pelo era tutto verdino e anche un po’ giallino sul testone.
L’orco si mosse lamentandosi e coprendosi gli occhi con le zampe, poi si raggomitolò sul fondo della grotta, mentre Diana si appiattiva contro la parete .
L’orco cacciò un urlo fortissimo, anche Diana per la paura cominciò a urlare.
Poi accadde un cosa straordinaria: l’orco cambiò colore, diventò tutto viola, dai peli sulla testa alla punta delle zampe.
La bambina non credeva ai suoi occhi!
Più l’orco gridava più il colore diventava intenso: alla fine era blu scuro scuro!
Diana aveva smesso di urlare e guardava la strana creatura a bocca aperta.
“ Ma, ma… che ti succede?
Prima eri verdino, poi viola, ora sei tutto blu?!!”
Allora l’orco smise di urlare, la guardò con un’espressione sconsolata:
“ Anche tu mi prendi in giro! Come tutti!!
Sì, lo so cambio colore ! Mi succede di continuo! Non posso farci niente!
Tutti gli orchi che conosco sono grigi o marroni, a volte neri, ma mai verdi o gialli e neppure blu!”
Così dicendo cominciò di nuovo a piangere e lamentarsi in modo penoso facendo tremare tutte le pareti della tana.
Diana ora non aveva più paura: l’orco non le aveva fatto niente, anzi sembrava triste e disperato.
Si avvicinò e vide che stava cambiando di nuovo colore: il suo pelo diventava lentamente rosso.
L’orco si vergognava!!
“ Non ti preoccupare” disse Diana
“ Io lo so che cosa hai!”
L’orco la guardò ansioso.
“ Tu lo sai ? Ma che vuoi sapere tu! Sei umana, piccola e pure femmina! Che vuoi sapere!! Gli orchi dottori più famosi hanno studiato il mio problema…ma niente! Non c’è rimedio! Il mio colore cambia a seconda delle emozioni!!
Figurati che posso diventare perfino rosa! Rosa! Un orco rosa! Mi è successo quando mi sono innamorato! Non potevo più stare con gli altri orchi, così sono fuggito e mi sono rifugiato qui in questa grotta!”
Così dicendo l’orco singhiozzò così forte che tremò perfino il pavimento della caverna!
Diana provò compassione per quell’enorme ammasso lanoso!
Lei lo sapeva come ci si sente ad essere presi in giro.
Una volta ,quando aveva dovuto mettere gli occhiali, i compagni la chiamavano “Faccia a culo di bottiglia “! E lei voleva scappare per la rabbia!
Si avvicinò ancora di più all’orco e tirandolo un po’ per i peli della pancia disse:
“ Senti ho un’idea! Forse ti posso aiutare ! “
“Davvero? “ chiese l’orco tirando su con il nasone
“ Possiamo provare. Quale è il colore normale, diciamo così, per uno come te?”
“ Grigio scuro, quasi nero !”rispose il Lanoso
“E quand’è che tu diventi scuro?” domandò Diana
“ Ehm, quando mi arrabbio o sono preoccupato, a volte anche se sono triste! Dipende…”
“ Come sei complicato! Insomma cerca di diventare un po’ scuro, grigetto! Adesso sei tutto rosso, non va bene!”
“ Non lo so se ci riesco! “ fece lui
“ Dai spicciati, non ho tanto tempo, tra un po’ la mamma si sveglia e se si accorge che sono uscita, sono guai!
L’orco si sforzò, chiuse forte gli occhi, strinse la bocca, serrò i pugni… ma continuava ad essere rosso, scuro, ma rosso.
“ Dai sbrigati!”
L’orco ce la mise tutta: pensò all’orchetta di cui era innamorato e che non vedeva da tanto tempo, così si sentì triste e piano piano cambiò colore. Era grigio scuro!
“Finalmente!” gridò Diana
Velocemente tirò fuori dallo zainetto l’arma segreta: la lacca per capelli della mamma e la spruzzò sulla pelliccia dell’orco.
“ Stai fermo! Devo spruzzarti da per tutto! Devo fissare il colore, così rimarrai scuro!”
Quando ebbe finito tutta la lacca, l’orco era davvero carino: era scuro, quasi nero e il pelo dritto e rigido”
“Evviva !” gridò Diana “sei bellissimo!”
“ Ora puoi tornare dai tuoi compagni orchi!”
Il Lanoso si guardava incredulo.
“ Ricordati però che ogni tanto dovrai spruzzarti con la lacca per fissare il colore scuro!”
“ Grazie! Grazie ! “ disse l’orco
“ Ma non diventerò mai più colorato? In fondo mi piaceva essere un po’ diverso da tutti gli altri! Mi faceva sentire… speciale!”
“ Ma certo! “ esclamò la bambina
“ Tu continuerai a cambiare colore secondo i tuoi sentimenti e gli stati d’animo! Ma gli altri non potranno vederlo…se tu non vuoi! Devi ricordarti solo di spruzzare la lacca!
“ Io sono sicura che alla tua orchetta innamorata piacerà moltissimo il colore rosa della tuo pelo!”
L’orco per la prima volta sorrise.. anzi allargò la bocca facendo vedere i denti enormi giallini e storti, ma Diana non ebbe paura, anzi cominciava a trovarlo davvero carino e tenero!
“ Non so come ringraziarti, piccola umana femmina! Sei davvero forte! Non ti dimenticherò mai !”
“ Ciao ! E ricordati che solo chi ti ama e ti apprezza davvero potrà vedere come sei con tutti i tuoi veri colori!
“ Gli altri continueranno a vedere solo un normale orco nero! E non dimenticare la lacca..una spruzzatina e via!!”
Diana si allontanò di corsa dalla tana : era molto tardi e la mamma l’avrebbe svegliata per andare a scuola.
Davvero simpatico. Mi piace molto una delle frasi finali “solo chi ti ama e ti apprezza davvero potrà vedere come sei con tutti i tuoi veri colori”. In bocca al lupo, Stefania.
Racconto che allarga il cuore, perché nella storia non vince la paura, la solitudine o l’insicurezza, ma trionfa la comprensione e la solidarietà, grazie all’aiuto di una bambina saggia e audace.
Il “colore” dell’anima, la fiducia nella solarità della vita aiutano a viverla nel modo migliore.
Complimenti Stefania
Grazie per l’incoraggiamento.Auguri anche a te di tutti i colori!
Scelta oculata dell’argomento e agili idee fanno di questo racconto un buon insegnamento per i più piccoli. Brava Stefania!
Dolce e simpatico racconto. La mia frase preferita : “In fondo mi piaceva essere un po’ diverso da tutti gli altri! Mi faceva sentire… speciale!”
Grazie,grazie! Il mio orco Lanoso non credeva di avere tanti ammiratori e ringrazia colorato di un bel verde “speranza”!
La storia, da come la leggo io, vuole insegnare ai più piccoli e non solo l’importanza della diversità. La capacità di capire e accettare i colori dei nostri simili in definitiva è il nostro grado di empatia, che è strettamente collegata alla capacità di vincere la paura di quello che non si conosce. Il racconto parla anche di questo: il modo di affrontare la paura. Si può essere tristi, sconsolati, demotivati, ma in definitiva non si prova vera paura se non di quello che non si conosce. E la bambina invece di alimentare paura su paura, tenendosi lontana dal bosco, decide di andare a vedere e, con la conoscenza, vince. Molto istruttivo!
Racconto semplice e agile nell’espressione è in grado di far presa nell’immaginario del lettore a cui si riferisce pur essendo profondo nei contenuti .Complimenti!
Veramente simpatico il tuo Lanoso. La fiaba scorre con eleganza e delicatezza.
Grazie anche per il commento al mio racconto. Hai ragione, la sua morale è semplice, ma forse oggi abbiamo tutti, non solo i bimbi, bisogno di un po’ di semplicità in un mondo così complicato!
In bocca al lupo!
Enzo
Una sorta di Grinch
con umore cangiante.
Carino!
🙂
Una fiaba moderna che, con umorismo e leggerezza, affronta il delicato tema della diversità.
Ci sono tutti gli elementi giusti per rendere la lettura scorrevole ed avvincente: la bambina coraggiosa, il mostro “da salvare”, l’arma segreta (complimenti per l’idea della lacca per capelli!) ed il finale che lascia al lettore l’immancabile spunto di riflessione.
Adatta sia ad una lettura ad alta voce, con l’utilizzo di voci e toni diversi a seconda dei personaggi, sia ad un laboratorio…i bambini potrebbero costruire un lanoso innamorato! <3
Grazie a tutti per l’incoraggiamento,sono felice di vedere che oltre a divertire sia arrivato forte il messaggio sulla diversità e sulla impossibilità per ciascuno di essere apprezzato e compreso da tutti. E che comunque l’amore,accettazione,coraggio,diversità sono valori che anche i più piccoli possono apprezzare.Grazie!!