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24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2014 “L’ombra di Vaka” di Matteo Cillario

Categoria: Premio Racconti per Corti 2014

X e Vaka vivono all’ultimo piano di un alto palazzo in una città senza nome.

Il giorno in cui si sono incontrati è nascosto fra le infinite pagine di un passato fatto di luce e ombra, passione e dolore. Hanno viaggiato a lungo per fuggire dai labirinti delle loro incertezze, guidati dalla paura, per poi fermarsi in questo luogo senza nome. E ora sono qui, insieme. Vaka vive nel silenzio per giorni, poi, senza alcun preavviso, torna a parlare. E racconta con fiumi di parole cio’ che l’appassiona, come quella città senza nome. Passa ore a guardare fuori dalla finestra come se aspettasse un segno, una risposta. X ricorda poco del suo passato e una notte d’inverno è fuggito dalla sua vita e ha iniziato a viaggiare, incontrando Vaka, un’anima persa e sola come lui. L’ha seguita verso le porte di una nuova realtà. Ora è sceso l’ inverno sulla città senza nome e ogni cosa è divenuta bianca. Vaka per la prima volta sembra essere felice. Cammina per la casa a piedi nudi, piena di parole. Insieme a X corrono sul lago ghiacciato, sotto alti ponti bianchi che sembrano essere stati costruiti dalla nebbia, perché X è sicuro di non averli mai visti e che non erano lì, pochi mesi prima. Prima di quell’inverno non aveva visto neanche quei fiumi, quei grandi palazzi di vetro, quelle piccole strade intricate e quelle mura verdi di muschio bagnato. E quelle stelle? E quella finestra? Erano lì anche la notte prima? Vaka non è turbata e quando X cerca di coinvolgerla nel suo stupore per i cambiamenti della città, Vaka lo fissa negli occhi, poi guarda fuori dalla finestra e non risponde. Torna silenziosa. X è quasi certo che la metamorfosi della città e l’arrivo di quell’inverno “bianco” siano legati alle emozioni di Vaka. Un’opera spontanea e inconscia della sua energia. E ora la primavera porta con sé un timido sole. X nota che la città si va lentamente svuotando. Quasi nessuno per le strade , poche luci accese nelle finestre dei palazzi. Una notte qualcosa sveglia X, cerca con la mano Vaka nel letto, ma non c’è! Scatta in piedi. Fuori il vento infuria. E’ terrorizzato. Ad un tratto l’urlo di Vaka spezza la notte come un fulmine e X vede del sangue a terra. Il vento soffia con una voce distorta e cupa e la terra trema con una rabbia crescente. Poi improvvisamente tutto si placa. Sulla città e nella casa scende un silenzio mortale. La città è completamente deserta, non è rimasto più nessuno. Buio, freddo. Vakaaa, urla X. Una voce nell’ombra:“E’ inutile cercare, lei non è più qui. Se ne è andata stanotte, mentre dormivi. E’ scesa verso il centro della città, il luogo più oscuro dove c’è ogni cosa, dolore, felicità, ricordi. Molti anni fa Vaka e sua madre fuggirono da una vita violenta. Si fermarono in una stazione ferroviaria. Di fronte ai grandi treni, la mamma si chinò su Vaka, le chiese perdono e le disse di aspettarla vicino ai binari. Vaka vide sua madre allontanarsi e sparire per sempre nella nebbia della stazione. Questa è l’ombra di Vaka. Il buio che poi seguì, ha infettato la sua anima. Il suo viaggio non avrebbe potuto portarla che qui, in questa città, nella sua anima, dove rivivere il dolore. Ma tu devi andare via da qui. Seguimi, conosco la strada.” Ma X non ha scelta, Vaka è tutto ciò che ha e decide di andare a cercarla. Le strade tortuose sono sparite, più si avvicina al centro, più i palazzi si fanno alti e la città claustrofobica. Nel cielo lampi senza tuoni. Nel buio una melodia macabra e stonata. Occhi rossi affacciati alle finestre. Figure nude e grigie si stringono intorno a lui. Un muro di corpi grigi e volti vuoti non lo fanno respirare. Sta morendo, lo sente. La terrà trema. X cade a terra, alza la testa e vede un gigantesco muro d’acqua di fronte a lui. L’onda lo travolge. Precipita in una stazione ferroviaria che sembra abbandonata. Vaka è seduta a gambe incrociate, lo guarda negli occhi.“Io sono morta. Non posso tornare indietro.” X la stringe forte ma la sente svanire fra le sue braccia. Si rialza. Cammina nell’ombra per giorni. Piange ancora, grida.

X diventerà lo spirito più tormentato e triste dell’ombra di Vaka, cercherà disperatamente l’uscita dalla città senza nome. Uscita che non troverà mai.

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