Premio Racconti per corti 2014 “Vite da canC.E.L.lare ” di Catia Mugnani
Categoria: Premio Racconti per Corti 2014I parte
È seduto goffamente sui suoi 58 anni. È felice, anche se le pareti gli premono addosso. La stanza è angusta, quasi buia, odora di sudore, di paura e di cane. Eppure è felice, ce l’ha quasi fatta, ha sciorinato uno dopo l’altro 999 nomi e cognomi, li ha ricordati tutti, ne manca solo uno. Uno. La sua espressione cambia. Il viso si fa pallido. Il sorriso lascia il posto a una smorfia. Ha la testa vuota. È panico. Non si ricorda, proprio non se lo ricorda il nome del millesimo garibaldino. Alza lo sguardo, scruta la commissione. Un po’ di solidarietà: dopo tutto ne ha già detti 999… Dall’altra parte della scrivania, due uomini e una donna, impassibili, arcigni, stizziti e spazientiti. Irremovibili, negano ogni indulgenza. Erano mille, lo sanno tutti. I secondi passano, la donna stringe a sé un cagnolino che coccola fra le braccia, le sue labbra si atteggiano a ghigno di soddisfazione crescente nel pronunciare la frase: “Niente da fare. Lei è bocciato!” Fuori dell’aula, un cartello appeso alla porta avvisa che è in corso una selezione per Collaboratori Esperti Linguistici di italiano, per un contratto di insegnamento a studenti stranieri di 2 settimane. La porta si apre, il candidato esce lentamente, curvo sulle spalle, affranto. Dalla stanza, un richiamo stridulo gli intima di far presto a chiudere la porta che altrimenti esce il cane. Certo. Chiede umilmente scusa. Chiude la porta. Mentre si avvia verso l’uscita, sfiora gruppetti di insegnanti e sente i loro discorsi, condivisi per anni, che a un tratto gli sembrano assurdi. “Ragazzi! Ho spiattellato alla commissione tutta la genealogia di Qui, Quo, Qua”. “Ho speso 3500 Euro per un master in comprensione degli alfabeti futuri e ancora non lavoro”. “E io? Ho partecipato a un concorso per andare a insegnare sulla luna, ma sicuramente non mi prendono, visto che non ho i tre anni di esperienza richiesta… “
II parte
Al cimitero, due giovani donne leggono commosse l’epitaffio di una lapide: “Stroncato dal dolore per non avere ricordato il nome del millesimo garibaldino durante il colloquio del suo 94mo concorso”. Le due donne si guardano ed esternano il proprio dolore per la scomparsa del collega. “Che razza di domanda!” “Ma chi era poi questo millesimo garibaldino? Guarda un po’ su internet, magari ce lo chiedono…” Velocemente l’amica digita sul cellulare la richiesta. “Eccolo! Ma… Incredibile” Leggono, si guardano e all’unisono esclamano: “E N R I C O Z U Z Z I!!!!!”Poi, scosse dall’agitazione, scappano via. A ripassare l’elenco completo delle fobie dei linguisti DE-generativisti del ‘900…
Sullo sfondo, la lapide si mostra intera:
Enrico Zuzzi
15. 03. 1956 – 28. 02. 2014
Ironico e amaro, lucida e disincantata rappresentazione dell’odierno inferno della disoccupazione.
Molto arguta e divertente la trovata finale.
Brava. 🙂
Grazie, Mara. Estendo i tuoi complimenti a Cristina Montilli e a Cecilia Cassetta, coautrici.
amaramente e tristemente geniale!!!!!! complimenti a tutte voi
idea divertente, bel guizzo finale. Curioso: questa faccenda dei nomi dei garibaldini mi ha ricordato un episodio di tanti anni fa. Ero con amici e ci capitò sottomano per caso l’elenco dei garibaldini con tutti i nomi e cognomi. Parecchi erano così strani che improvvisammo “il gioco dei mille”. Veniva data una lista di tre nomi e cognomi, tutti molto strani, e si doveva indovinare quale era inventato e non apparteneva alla lista. Quasi impossibile indovinare, e sì che inventavamo nomi tipo “Ubbies Malagraspolis”.
Chi erano i miei amici? Me li ricordo tutti tranne… tranne… mannaggia!
un modo davvero originale e acuto di parlare della piaga della disoccupazione, con un finale “amarognolo” che però, ruba un sorriso!. Brave! 🙂
Erano mille, lo sanno tutti! Troppo simpatico questo corto, con l’assurdità dei concorsi per posti di lavoro talmente assurdi da sembrare veri… Brava
Grazie Laura e grazie Roberto. In realtà, visto l’argomento, avremmo materiale anche per un “lungometraggio” 😉
Ironico e tagliente……merita un corto.
che assurdità certi concorsi, hai proprio ragione Catia. Un racconto tagliente, mi piace il colpo di scena finale.
Ironico e realista, talmente realista che tocco ferro e spero non mi succeda mai di ritrovarmi davanti ad una commissione del genere.
Leggere questo racconto durante la preparazione del test d’ingresso al tfa mi ha strappato una risata, amara certo, ma liberatoria!
Brillante e ironico, è un quadro perfettamente realistico e il colpo di scena finale è geniale.
Brava Catia! Racconto geniale! Perfetta sintesi della situazione surreale di noi Cel universitari: siamo precari permanenti.
Pirandello ai giorni nostri!
Cucito nel paradosso con ironia, complimenti.
Ironico e divertente.
Ogni vostra parola ci ha emozionato. Grazie a tutti.
Bello e delicato
frizzante e veritiero
ironico al punto giusto…tutto sommato,
si…siamo in Italia….