Premio Racconti nella Rete “La strada dei vigliacchi” di Emanuela Scovazzo
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014“Bisogna festeggiare!”.
“Per te ogni giorno è buono”.
“Ogni giorno? Quasi” rispose Vale sghignazzando.
“Allora, cosa si festeggia?”.
“Non lo so, l’importante è farlo”.
“D’accordo festeggiamo” concesse Francesca.
“Sali in auto, dai!”.
“Quanti soldi abbiamo? Ci bastano?”.
“Ma sì, possiamo andare ai giardini che ce l’hanno buona; e poi, se ci viene la “scimmia”, andiamo a scroccare da Mimmo”.
“Ok, ma scendi tu”.
“Perché?”.
“Perché conoscono mio fratello. Attenta è rosso!” urlò Francesca “Ho sbattuto la testa! Vale ma che cazzo ridi?”.
“Io non rido di te, io rido con te!”.
“Dove l’hai sentita ‘sta stronzata?”.
“Proprio una stronzata: Cri, il mio ex. Coglione!”.
“Sai che tra una settimana parto? Vado a Londra, c’è una che conosco, mi ha invitata. Voglio iniziare una nuova vita, lasciarmi alle spalle ‘sta merda”.
“Ma dai, che figata! Io invece sto bene qui, mi sentirei una straniera e poi non parlo inglese. Sono felice per te… allora vedi che un motivo per festeggiare c’è?”.
“Comunque io ho cinquanta, e tu?”.
“Anch’io, possiamo prendere due buste”.
“E il cannino come lo facciamo?”.
“Ma che cazzo di problemi… prendiamo un foglio e lo arrotoliamo”.
“La scheda e il cd ci sono?”.
“Ho la patente, e il cd è là, nel cruscotto”.
“Questo è tutto rovinato, se la mangia”.
“Prendi l’altro, quello di Marracash”.
“Trovato”.
“Dai scendi con me, mi prende male”.
“Che palle…va bene”.
“Questo tipo non lo conosco”.
“Sarà nuovo”.
“Oppure è appena uscito” ipotizzò Vale.
“Forse, carino però”.
“Ciao! Due…”.
“Dammi la mano e i soldi”
“Andiamo”.
“Come sono?”.
“In macchina controlliamo”.
“Dai, apri”.
“Un attimo, non t’agitare”.
“Mi scappa già la cacca”.
“Non ci credo, neanche il tempo di prenderla che ti caghi addosso”.
“Mi fa quest’effetto”.
“Ce la fai a farti una botta o andiamo prima a cagare?”.
“Ce la faccio”.
“Fermiamoci nel parcheggio vicino alla metro, a quest’ora sarà vuoto”.
“Intanto prendo il cd di Marra”.
“Ma schiaccio io, tu fai volare sassi per tutta la macchina”.
“Prendi, muoviti o mi cago addosso”.
“Due botte enormi o quattro medie?”.
“Quattro dai!”.
“Ma poi non la sentiamo!”.
“E allora perché me lo chiedi?”.
“Così… fai il cannino intanto che schiaccio”.
“Non lasciare sassi. Ah! ho cinque euro, che culo!”.
“Vai tu”.
“No, vai prima tu”.
“… Snnnsnnmm. Ahahha che botta cazzo!”.
“Passa dai”.
“Tò”.
“snnnnsnnnnm…..ahhahhha!”.
“Vuoi il puccino?”.
“Si”.
“Passami due Marlboro”.
“Voglio una Becks”.
“Ma non dovevi cagare?”.
“Se non bevo divento di legno”.
“Hai l’accendino?”.
“Tieni. Abbassa il finestrino, cazzo, non si respira”.
“Questa possiamo tenerla per dopo, ora possiamo andare da Mimmo e fermarci strada facendo a comprare la birra”.
“Ok”.
“E’ buona”.
“Sì”.
“Tu l’hai mai fumata?”.
“La coca?”.
“Hai mai basato?”.
“Mai”.
“Neanch’io, però, forse… vorrei provare”.
“A me fa schifo, sembra da tossici; l’ammoniaca, il cucchiaio, è una merda”.
“Nella vita bisogna fare tutto, non voglio arrivare a cinquant’anni e non poterlo più fare! Prima di morire un tiro di base me lo faccio, anzi, già stasera”.
“Non fare la cogliona”.
“Mimmo non me lo rifiuta, vuole scoparmi”.
“Io non lo faccio”.
“Come vuoi”.
“La Becks!”.
“Ce l’avrà lui”.
“Che palle quando fai così”.
“Parcheggio qui?”.
“Ma sì”.
“Eccolo, è lì, fuori dal portone”.
“Dai scendiamo”.
“Miiimmooooooo!”.
“Ciao bella, come sta?”.
“Lei è Francesca, ti ricordi?”.
“Piascere”.
“Mimmo ti devo chiedere una cosa, però mi vergogno un po’…sai, vorrei fumarla”.
“Tu sicur? Se tu vole fumar io ce l’hai bona, veni”.
“Grande!”.
“Mimmo hai una birra?”.
“Si ce l’hai, aspetta io apro porta…sedete, teni birra. Questa coca bona, esce tutta”.
“Io non lo so, non l’ho mai fatto… adesso come la prepari?”.
“Io pronta, veni sediti viscina”.
“Come si fa?”.
“Bottilla pronta con scenere adesso io mettere tiro sopra e tu tirare fort”.
“Non farlo, Vale”.
“Non preoccuparti”.
“Tira, tira…adesso fori fumo”.
“Stai bene?”.
“…”.
“Vale! Stai bene?”.
“Cazzo lei cade, sta tranquill non gridar adesso lei calma”.
“Calma un cazzo, ha gli occhi rivoltati coglione!”.
“Lei non fatti mai, forse tiro grosso troppo, merda!”.
“E’ in overdose! Oh mio Dio, oh cazzo, e adesso…picchiala, picchiala, falla svegliare, buttala a terra, fa qualcosa!”.
“Io picchio lei no sveglia, cazzo io no volio andare carscere, io butto fori. Lei non more qui”.
“Cosa? Aiutala, chiama qualcuno!”.
“Fori subito tu! Disci una cosa a persona io ti mazzo giuro su mia familia! Io portare fori lei, tu andare via”
“Che cazzo dici? Aiutala ti prego”.
“Tu vole carscere? Casino? Problema?”.
“Io…non posso”.
“Allora fori! Io lasciare strada”.
“…e se muore?”.
“Ormai casi morta, vedi, lei deventata blù!”.
“Non prenderla a calci! Sei un animale!”.
“Animale tu! Tu che droghi con amica e poi lei male e tu scappi, ah? Perché tu scappi, non chiamare mbulansa? No. Io animale?”.
“Tutti e due”.
aggiacciante, veramernte agghiacciante.
complimenti
Molto cinematografico. Diretto e cattivo. Si legge tutto di un fiato.
Oltre al dialogo, qualche strofa di accompagnamento avrebbe aiutato perché non ha funzionato il mio traduttore simultaneo. Brava per la scelta dell’argomento, non facile da affrontare senza scadere nella retorica.
Emanuele.