Premio Racconti nella Rete 2014 “La mia Stella” di Lucia Lorenzon
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014“Dove sei?”
“Al mare, da sola, in fuga da una tempesta…”
“Non so che tempesta ti travolga, so che io, se ti guardo, vedo il Paradiso”
Primo scambio di sms tra me e F., lo conosco da sempre, sia pur come si può conoscere uno che vedi da quando sei piccola, perché, coi genitori, gestisce un’importante attivita’ commerciale del tuo paesetto e, quindi, non puoi non vederlo, non sapere di chi è figlio, quali sono i suoi fratelli, le sommarie vicende della sua vita. Era settembre del 2005 quel giorno, al mare, in cui rispondevo a quell’sms, avrei compiuto 37 anni a dicembre, lui ne aveva 9 più di me.
Bello, amatissimo da tutte le clienti, prevalentemente donne, del suo negozio, corteggiatissimo, gran lavoratore, si era sposato con una coetanea a soli vent’anni, matrimonio “riparatore” dal quale sarebbero nati due figli, ora ultraventenni.Da quanto sapevo io, separato in casa, come si usa dire, lui e la moglie si facevano la propria vita e lui era considerato, diciamolo in modo soft, un “Dongiovanni”. Perché, dunque, rivolgere le sue attenzioni, ormai da alcuni mesi a me? Insicura, ex anoressica,sempre talmente inconsapevole della mia bellezza e del mio stesso corpo da non provare nemmeno a valorizzarli con trucco, capelli,abiti…
Lui aveva visto qualcosa che gli piaceva e aveva manifestato una forte, palese, attrazione fisica.
Io uscivo da un vero casino sentimentale, non una novità, incapace come ero di scegliermi una relazione tranquilla, alla ricerca, perenne, di riempire un vuoto d’amore non riempibile…
E arriva lui…ne percepisco fortemente i rischi, ma mi sommerge di carinerie, di complimenti, di sms che mi rileggevo e servivano da balsamo sulle mie ferite…Alla fine definiamo un incontro, anche io ho , da poco, un lavoro in proprio e la cosa non è difficile da organizzare. Ci metto poco a capire che il suo matrimonio è ancora in piedi, una pura facciata, ma in piedi, nessuna reale separazione. Provo una attrazione fortissima per lui, una specie di risposta chimica, al solo vederlo, che non avevo mai provato prima.
A dicembre il primo bacio…e, dopo poco tempo ,facciamo l’amore.
Ecco, ero diventata “l’amante” di un uomo sposato… ancora nella fase del “rimbambimento” in cui lui, inizialmente davvero infatuato, parla di andarsene di casa, di lasciare la moglie…e io…via via sempre più innamorata, comincio a credergli.
Un castello di sogni che precipiterà prestissimo ma che io, cotta, ammaliata, sempre più dipendente, manterrò in piedi con tutte le mie forze, anche quando lui, l’estate successiva, dopo che i nostri incontri, bisettimanali e clandestini, lo stavano, evidentemente annoiando,e, già passata la fase dell’infatuazione, mi dice di voler interrompere la nostra relazione.
Mi adatterò a tutto pur di farlo restare, alle briciole del suo tempo, allo scarso rispetto che dimostra, alla consapevolezza che, ad un certo punto, non ero nemmeno la sua unica relazione extraconiugale.
I miei genitori capiscono e mi fanno la guerra, mio padre parla anche con lui per dissuaderlo dal vedermi,io mi allontano e creo tra me e loro un abisso.
Capisco che cio’ che lo lega a me sono le mie mille attenzioni, le continue trovate, originali e fantasiose ,per interessarlo e farlo ridere, la mia bellezza, appunto, che imparo, alla soglia dei 40 anni, a valorizzare, prendendo consapevolezza del potere del mio corpo, esile ma ben fatto, con un volto dai lineamenti regolari e delicati, un Angelo, come lui mi chiama dall’inizio e continuerà a fare…
Basta poco, in fondo, un po’ di matita per evidenziare gli occhi verdi, i vestiti più attillati a valorizzare le forme armoniche, i tacchi, ecc…
Non se ne accorge solo lui, avrei potuto davvero scegliere fra molti, ad un certo punto, ma io volevo solo lui.
E così sono passati 4 anni, una “schiava”, che non gli faceva vedere di sentirsi tale e un uomo che continua a frequentarmi, nonostante le tante , disponibilissime “alternative” a venire a letto con me, a chiamarmi, comunque, quasi quotidianamente, seppur per poco, al telefono.
Il massimo della mia “follia” si esplica nel fare l’amore con lui senza alcuna protezione.
Da anni mi hanno detto che problemi di ormonali non mi avrebbero permesso di aver figli se non con cure e stimolazioni, da alcuni mesi, nel 2009, prendo anche la pillola per attenuare disturbi legati al ciclo, ma “risolto” il rischio procreazione indesiderata, restava il rischio di avere rapporti non protetti, con un uomo sposato e, per quanto volessi raccontarmela, con una vita sessuale tanto promiscua, quanto io gli ero completamente fedele.
Nell’estate del 2009 ci vediamo pochissimo, due volte in due mesi, il non vederlo mi fa credere che , forse, mi sto mettendo in salvo, l’interesse di un altro uomo un poco mi intriga, ma non se ne fara’ nulla.
Lo rivedo quando riapre il negozio dopo le vacanze, 22 settembre 2009, una sera, nel mio appartamento.
Rimane lì più del solito, facciamo l’amore, “facciamo sesso” , come lui mi ripete ad oltranza e poi rimaniamo lì, sul divano, una partita dell’Inter, per la quale entrambi tifiamo, alla tv, uno strano comportamento dolce, mi da un bacio sulla pancia, ancora abbronzata dall’estate appena trascorsa e se ne va…
Lo rivedo dopo una settimana,ma, quella sera, seppur lo avrei scoperto alla metà di ottobre, ero rimata incinta…quasi che quello strano, inconsueto, bacio sulla pancia, avesse innescato l’avvio, nel mio grembo, della vita.
Alla sospensione della pillola, in ottobre,non si presenta il ciclo,ma la cosa non mi impensierisce subito…poi i giorni passano e la cosa si fa strana, una stitichezza ostinata, niente mestruazioni, penso alla dissenteria di alcune settimane prima, penso ad un malassorbimento della pillola…il sospetto…ancora vago…”è impossibile”, ma prendo un test di gravidanza, quelli che contengono due stick. Prima prova: non appare nessuna striscetta,proprio nessuna ,né per il sì né per il no…seconda prova, il giorno dopo: INCINTA!!!
Mio Dio, ma come? Ho quasi 41 anni, cicli anovulatori, prendevo la pillola da alcuni mesi, ho avuto due rapporti sessuali in due mesi…come è possibile?
E’ possibile…panico totale…che faccio adesso?
E’ sposato,io ho una salute precaria,un lavoro che non sta rendendo e che, peraltro sarebbe impossibile da portare avanti incinta, sto assumendo ansiolitici, non è possibile, non è possibile…me lo ripeto come un mantra quasi che ripeterlo cancellasse la cosa.
Penso a quante volte ho riflettuto , con tristezza, sul fatto che non sarei diventata mai madre e a una frase letta da qualche parte”: non desiderare troppo qualcosa, potresti essere accontentato”.
Ne parlo al mio migliore amico, L. alla mia migliore amica, R.…ai miei genitori nulla, a lui ancora nulla…l’idea che si fa strada, comunque, è: “NON POSSO, NON CE LA FARO’ MAI, lui non ne vorra’ sapere nulla, io sto poco bene, non ho un lavoro sicuro,sto prendendo farmaci, sono una persona inquieta che ha vissuto molti tormenti, dall’anoressia alla bulimia, all’alcolismo di mio padre, sono una persona problematica, che può creare solo infelicità”.
Prendo appuntamento da una ginecologa, mi accompagna la mia amica.La dottoressa, quando le dico che credo di essere incinta, mi dice “ bene!”, poi mi guarda e, vedendo la mia espressione, dice”Non è una buona notizia?”. Dico che no, non lo è, e spiego, sommariamente la situazione.
Mi fa l’ecografia, guardo il monitor, non si sente ancora il battito del cuore ma lo si vede pulsare…5 settimane, sono incinta da 5 settimane. Non provo nulla…quello è mio figlio/figlia e io mi sento anestetizzata.
Chiedo informazioni su come e dove poter abortire ma, nel contempo, anche se serve che prenda qualcosa, nel caso decidessi di portare avanti la gravidanza e cosa poter fare per sapere se ,e quali danni ,potevano fare gli ansiolitici che stavo assumendo. Mi fornisce il nome di due ospedali dove abortire, il più vicino a me ha solo medici obiettori, mi precrive dell’acido folico, che serve se vado avanti con la gravidanza e richiede una consulenza teratologica all ‘ospedale di Padova per sapere i possibili danni , malformazioni o rischi cui puo’ andare incontro il feto a causa delle benzodiazepine assunte.
Frastornata, mi appresto ad uscire, mi dice:” ne parli col padre, non si sa mai…”
La mia amica mi riaccompagna a casa…silenziosa…lei, scoprirò in seguito, ha abortito due volte, ma quel giorno mi dice:”io ti vedo mamma”.
Sì..ne parlerò al padre, sì, aspetto l’esito della consulenza teratologica…ma vado al consultorio a chiedere l’IVG…non posso, non posso…
Parlo con F. al telefono, la prima risposta mi gela:” di chi è, mio?”. Gli dico di sì, nemmeno mi incazzo per la domanda, io che da 4 anni nemmeno considero un altro uomo,gli spiego che la più probabile delle spiegazioni è che la dissenteria non abbia fatto assorbire la pillola e che i cicli tanto anovulatori, evidentemente, non erano.
Mi dice, con calma, che ha bisogno di una settimana per pensarci, per non dire qualcosa che non pensa, che dopo una settimana ci saremo visti e parlati.
Ci vediamo dopo una settimana, io sto male fisicamente,sono angosciatissima, lui si siede sul divano accanto a me, sullo stesso divano sul quale era stata concepita quella vita che avevo in grembo, e mi dice “l’unica cosa da fare è abortire, per me sarebbe un disastro, dovrei divorziare,cambiare lavoro e tu…tu che ti matti a fare? Un figlio a 40 anni,da sola,con poca salute, io mon lo riconosco sai…non vengo qui ad accudirti, ad aiutarti…è dura allevare un figlio”, chissà perche’ rispondo “Sarebbe un bel bambino…”E lui replica con un, altrettanto strano, visto il momento “Se somigliasse a te…sì…”.
Poi continua, dicendo che , se lo tengo, il nostro rapporto finiva lì, io rispondo”direi che finisce qui anche se abortisco”, mi dice solo che mi lascia dei soldi,se non mi offendo, li prendo,a patto, dico” tu non intenda darmeli necessariamente per interrompere la gravidanza”.
Continua “Non ragioni, sei una pazza!”, però mi promette che se lo tengo mi aiuta economicamente (atto non di responsabilita’ o di generosita’, ma un semplice acquisto del mio silenzio).
Sarebbe stato il nostro ultimo incontro in quel mio appartamento che ci aveva visti insieme, non l’ultima delle sue pressioni psicologiche in direzione “aborto”.
“Sei stata solo sesso” ”non hai alcuna forza d’animo, nessun altra lo terrebbe in queste condizioni,sei una debole!”, “fai tanti piagnistei, vent’anni fa mi era successo con un ‘altra, in un’ora, privatamente, era tutto finito”.
A lui rispondo a tono, faccio sempre credere che lo terrò,in realtà,annaspo…Ho l’appuntamento per la richiesta dell’ IVG, ma, nel contempo assumo l’acido folico e faccio richiesta di consulenza TERATOLOGICA,per sapere a quali rischi di malformazione andrebbe incontro il feto a causa delle benzodiazepine
Non parlo che con R. e L.,nessuno lo sa: propendo per l’aborto,almeno penso sia così, non sono in grado di affrontare tale rivoluzione di vita, non voglio che mia madre, il rapporto con la quale mi ha fatto tanto soffrire, possa influire sulla vita di mio figlio o figlia.
Mi presento al consultorio, visita ginecologica,colloquio con l’assistente sociale. Il ginecologo nemmeno mi visita, si basa sull’eco fatta dalla dottoressa due settimane prima, mi dice che l’ospedale a me più vicino non pratica aborti, tutti obiettori, mi parlano di altri due ospedali.
Parlo con l’assistente sociale,sbaglia completamente approccio ed argomentazioni, la domanda finale”ma questo bambino/a, avrebbe una stanza per sé o dormirebbe con lei?”,per quanto superficiale, mi atterra. Me ne vado con l’idea che altro non sarei che una madre inadeguata…che non potrei offrire nulla a questa creatura.
Ogni tanto mi metto le mano sul ventre e , ad alta voce dico:”Bambinooooo mi dispiaceeee!”.
Prendo appuntamento per la visita pre-IVG.
F. continua col suo terrorismo psicologico, sono stravolta dalla nausea, vomito,vomito e perdo peso…
Arriva il responso teratologico, i rischi di malformazioni, dalle più lievi (labbro leporino), ai più gravi (problemi cardiaci ed intestinali) ci sono, consigliano, vista la mia età, l’amniocentesi ed un’accurata e precisa, con attenzione particolare agli organi a rischio, morfologica, al quinto mese.
Rischi ce ne sono, se continuo la terapia, anche al momento della nascita(ipotermia, difficoltà respiratorie) ma io non posso smettere l’ansiolitico, me lo sconsigliano sia la ginecologa che lo psichiatra che me l’ha prescritto.
Ho un atteggiamento schizofrenico, la mia testa procede in entrambe le direzioni…IVG…GRAVIDANZA…
Vado, sola,alla visita pre-IVG, esami del sangue, elettrocardiogramma,ecografia(il monitor lo girano,perche’ vedere, lo voglio eliminare,no? )E tolgono l’audio, perche‘ non si senta il cuore.
Il medico esce…nei pochi minuti che rimane fuori giro il monitor e guardo, con la mente vuota, quella piccola creatura, con già l’abbozzo degli occhi,della testa,un progetto di essere umano.
Mi spiegano come andranno le cose la settimana successiva,venerdì 13 novembre, data dell’”intervento”:”Le mettiamo un gel che dilati l’utero,dopo un po’ sentira’ del dolore,come delle contrazioni, come una mestruazione molto dolorosa,sara’ poi portata in sala operatoria, l’intervento si fa in anestesia totale, 5-10 minuti, quando si sveglia la riportiamo in srtanza e la teniamo sotto controllo fino a sera, può dormire, leggere, parlare con chi l’accompagna, si porti degli assorbenti, una camicia da notte, non un pigiama, la camicia in questi casi e’ piu pratica, dovra’ prendere un antibiotico e poi delle gocce che serviranno a “pulire “ l’utero nei giorni successivi.
Esco, ci sono altre donne, giovani, venute per la visita pre aborto, ci sono donne lì a fare il monitoraggio perche’ oltre la 40 esima sttimana di gravidanza…a pochi giorni dal parto.
Da una parte una scelta di morte, dall’altra la Vita.
Compro la camicia da notte…e penso e ripenso al gel che mi dilata l’utero, a quel “rifugio” che verrà costretto ad aprirsi per estirparvi la vita che si sta formando,penso agli assorbenti, alla medicina che dovra’ pulire l’utero…ma da cosa?dalle prove di un omicidio?”Guardo quella data”13 novembre” sul calendario e penso che sarà per sempre una tragica ferita nel mio cuore…e piango…piango…piango…
A raccogliere le mie lacrime sempre e solo L.,l’amico di una vita, che quel giorno mi accompagnerà…mia madre non sa ancora nulla(così credevo), non dovrà saperlo mai,mi dicevo.
Quella settimana tra il 6 e il 13 novembre 2009 decido che voglio rifare un’ecografia, lo voglio vedere questo bambino,lo voglio sentire quel cuore, e non provare nulla…
Vado…e, forse per la prima volta vedo MIO FIGLIO/MIA FIGLIA, lo vedo col cuore,con l’anima…penso che non poso ucciderlo…ma dura poco…sono sola…ho paura…sto male…non posso…
L’11 novembre L. dorme a casa mia, non so stare sola, non faccio che pensare che, dopodomani LUI/LEI, non ci sarà più, ci sarà solo sangue.
Mi invento una storia per mia madre, per sparire tutto il giorno 13.
Il pomeriggio del 12, a casa dei miei, improvvisamente, mia madre mi chiede “ma tu sei incinta,vero?”Ed io, con una freddezza allucinante dico:”Sì,ma non ti dico chi è il padre e, tanto , domani abortisco”.
Mia madre, chiaramente, che ero incinta lo aveva capito da settimane,che l’IVG fosse il giorno dopo,no,che avessi deciso per l’aborto non lo sapeva.
Le dico cose pesanti, che non voglio che mio figlio cresca un infelice come lo sono stata io, perche una madre inadeguata fa solo soffrire, che non voglio che cresca senza padre e con la sua, sicuramente pesante, influenza di nonna, che io ho il corpo provato da anni di anoressia, bulimia, che ho sopportato tanto, che non posso affrontare ancora sacrifici.
Risponde solo”Io e tuo padre ti aiuteremo in ogni mode se lo fai nascere, se interrompi la gravidanza ti starò vicina comunque, lascia che ti accompagni io domani…”
Le dico di no, colpita comunque dalla risposta e dalla calma.
Il pomeriggio esco, mi compre il “pulitore dell’utero”, vado a ritirare l’ecografia di pochi giorni prima, che quando fatta non si era potuta stampare. Guardo quella vita,mia, leggo i cm di lunghezza, richiudo.
Preparo il borsone per l’ospedale a casa dei miei, assorbenti…camicia da notte…ciabattine…un thermos di tè…del miele ( se dovessi sentirmi tanto debole). Parto per il mio appartamento.
L. deve venire da me alle 4,30 del mattino, all6,30 devo essere in ospedale e c’è un’ora di strada. Gli telefono e gli dico che, se mi succede qualcosa di grave,se muoio, sappia che è stato l’amico più prezioso della mia vita.
Alle 22 scatta qualcosa…NO…NO…NO…NON POSSO!
Chiamo mia madre…mi dice :”ma tu…che soffri anche se muore un gattino appena nato…tu non lo puoi fare…”
Improvvisamente…o,forse, l’ho sempre saputo…decido :TU CI SARAI,IL MIO VENTRE NON PUO’ DIVENTARE LA TUA BARA,NON POSSO UCCIDERTI E CONTINUARE A VIVERE, LA MIA VITA FINIREBBE CON LA TUA.
Mi metto un pigiama, apro il thermos del tè e sto sveglia ad aspettare l’arrivo di L.
Sono le quattro del mattino…mi guarda e sorride…è felice per me.
Chiamo l’ospedale, dico “non vengo ad abortire”, mi risponde un’infermiera, brutalmente:”non poteva avvisare prima?” Dico :”No, non sapevo che non sarei venuta” e chiudo.
Sarà una gravidanza difficile, fisicamente e psicologicamente…sarà un post gravidanza ancor più duro, il mio organismo ha retto male e ne ho avuto conseguenze che ancora mi procurano problemi ad un anno e mezzo dalla nascita di MIA FIGLIA.
MA…Lei è qui, lei è bionda, ha gli occhi azzurri ed è bella come i bimbi delle pubblicità. Lei ha un sorriso che irradia luce, è buffa, simpatica, tostissima, sana, intelligente…
Ha il mio cognome, il padre non l’ha riconosciuta.
Io la guardo e penso “era Lei, era Lei che avrei ucciso, non crederò mai piu’ all’”ammasso di cellule”.
Era sempre stata Lei…la mia scelta più importante, il frutto del mi amore e del mio coraggio…
La creatura che mi ha scelto come tramite per il mondo.
Lei è STELLA.
Commento io,visto che nessuno commenta.
E’ la storia vera del concepimento e dello strazio della mia solitaria scelta.
La totale mancanza di commenti mi fa pensare ad un disinteresse per cui credo non sia il caso di procedere oltre in questa “avventura” di racconti nella rete.
Grazie a chi,comunque,mi ha letta.
Lucia
Ciao Lucia, è il dramma di una donna che per determinate situazioni sceglie di abortire. La scelta non è semplice e scontata come sembrerebbe all’inizio perché poi giungono le complicazioni e le indecisioni sopratutto a contatto con i sentimenti di chi sta attorno. Le donne sanno affrontare la maternità nel percorso pregno di fatica e di ansia che vivono nella certezza dell’amore del compagno e nel rispetto di sé. Hai scelto infine di diventare mamma e di cogliere la bellezza della maternità. Sta sopratutto a te apprezzare la scelta che tu hai fatto. Tante buone cose e complimenti per avere rappresentato l’incalzare delle situazioni. A margine voglio aggiungere che dovremmo comunque condividere anche la scelta diversa perché dietro c’è la sofferenza umana. Nessuna comprensione deve andare al mancato padre che rimedia la magra figura di protagonista negativo e egoista. Infine una raccomandazione, se permetti, non essere impaziente, “Per far conoscere il tuo racconto, leggi e commenta i racconti degli altri.”
Con affetto, Emanuele
Brava Lucia a farmi leggere il tuo racconto!
Non amo i racconti dello strazio e non mi sento di commentare il tuo.
Tu cosa diresti?
Dai Lucia, non farti prendere dall’ansia da prestazione! Qui dentro ci sono oltre 2.000 racconti, qualcuno può anche scappar via… Detto questo, il racconto è drammatico, scritto in modo diretto, non lineare. Il lettore non può non comprendere l’ansia e le difficoltà della protagonista. E anche la sua felicità. L’argomento è chiaramente delicato e può innescare diatribe, ma io mi fermo al racconto, non lo riporto alla realtà. Non è questo il luogo per discutere della vita degli autori, ma “solo” il posto dove leggere storie ed esprimersi su di esse.
Io invece, carissima autrice, lo trovo molto bello, proprio perché sofferto.
Se posso consolarti, anch’io sono ….”letta” abbastanza ma poco commentata.
Ti dirò…sono più contenta così perché i commenti mi danno ansia!
cara Lucia, commento anch’io! A volte si legge ma non si esternano le proprie sensazioni forse proprio per paura di renderle pubbliche, e renderci, così, un po’ vulnerabili…..Anche il mio racconto è stato parecchio “visitato” e poco commentato, ma non credo con cio’ di non aver suscitato nulla o, peggio ancora, del totale disinteresse….semplicemente chi l’ha letto ha tenuto per sè il suo giudizio e le sue conclusioni, ma questo non vuol dire che noi non si debba continuare a coltivare una piccola passione ( per ora ) come lo scrivere! Io invece voglio dirti che leggendoti ho pianto senza vergogna, che ho “sentito” il tuo racconto sulla mia pelle e che desidero dirti un “brava” per aver scelto sia di rendere pubblica la tua esperienza, sia di aver scelto di tenere la tua (sono certa!) bellissima Stella! Concludo dicendoti che anche il mio racconto è autobiografico, ed è frutto della gioia e del dolore immenso causati dall’incontro in esso descritto. Buona fortuna Lucia, a tutti noi…..
Cara Lucia,
Io ho letto con trasporto la tua storia, scritta con forza e purezza. E mi piace! Un abbraccio. Sara.
Grazie di cuore per i vostri commenti.
Quanto allo “strazio” Pietro,non mi pare sia straziante la fine.
Come commenterei io?
-“Spero che la vita ti premi per questa scelta,che tua figlia ami la vita che le hai dato”