Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2014 “Lunatico” di Diego Piva

Categoria: Premio Racconti per Corti 2014

Il 20 luglio del 1969 in tutto il mondo si assiste allo sbarco dell’uomo sulla luna; ed anche nel piccolo paese di Asciano tutti i cittadini sono riuniti nel bar del paese per assistere alla diretta RAI dello storico evento.

L’unico nel bar che non si interessa alla diretta, e guarda fuori la finestra, è Tonino, il matto del villaggio.

Marco, che segue la diretta seduto in prima fila, è un ragazzino di otto anni, molto sveglio e senza paura di nulla.

Nei giorni successivi a quella “visione”, Marco inizia ad osservare la luna sempre più spesso e sempre con maggior interesse. Tempo dopo, mentre gioca ai margini del paese, il filo del suo aquilone si spezza. L’aquilone va a finire sopra un albero che si trova a fianco di una vecchia casa un po’ isolata dalle altre. E’ la casa abitata dalla vedova del colonnello Sisinni, una anziana signora che nessuno conosce bene in paese, e sulla quale i bambini hanno creato strane e spaventose leggende. Marco decide di rischiare e riesce a recuperare l’aquilone dall’albero, ma in quel momento la Vedova Sisinni, trascinando i suoi abiti scuri, fa la sua apparizione sul balcone della casa. La vedova si guarda attorno ma non lo vede e rientra in casa.

Marco tira un sospiro di sollievo e mentre sta scendendo dall’albero, gli cade l’occhio su una finestra aperta. All’interno Marco scorge un elegante salone, che sembra quasi un museo militare. Tre la altre cose, nel salone c’è anche un telescopio, e Marco ne resta affascinato.

Nei giorni successivi cerca di costruirsi un telescopio per conto suo. Utilizza delle canne di bambù e dei cocci di vetro, ma ovviamente il suo esperimento non riesce, e Marco se la prende con se stesso. Decide allora di prendere in prestito il telescopio, usarlo per qualche ora, e poi restituirlo.

Esce di casa dopo mezzanotte e si dirige verso la casa della vedova; si infiltra agilmente, prende il telescopio e se ne va. Il tutto senza intoppi.

Poi si allontana sulle colline. Quando trova uno spazio aperto, monta il telescopio e si mette ad osservare il cielo, estasiato. Ma il tempo vola e Marco viene sorpreso dalle prime luci dell’alba. Decide quindi di tornare a casa e di restituire il telescopio il giorno seguente.

La mattina dopo però Marco vede due carabinieri che strattonano Tonino, il matto del villaggio, verso il Palazzo del comnune. Marco capisce che Tonino è stato accusato di aver rubato il telescopio. Preso dai sensi di colpa e dalla paura di essere scoperto dai carabinieri, Marco decide di tornare a casa Sisinni per restituirlo.

Ma quando entra per la seconda volta nella casa, Marco viene sorpreso dalla vedova in persona. Il ragazzino scopre che in realtà la signora Anna è una donna molto malata che si è ritirata in solitudine dopo aver vissuto una vita di patimenti. La vedova perdona Marco e lo copre, dicendo ai carabinieri che si era sbagliata, che il telescopio non era sparito.

Dopo un breve dialogo tra i due, nel quale la signora Anna spiega a Marco il pericolo di un progresso usato con fini militari, e le menzogne che racconta la televisione, Marco torna a casa sua, con la testa piena di pensieri contrastanti.

Qualche giorno dopo, mentre le campane annunciano un funerale, quello della signora Anna, a casa di Marco arriva un pacco.

Con grande sorpresa di tutta la famiglia, la signora Anna, prima di morire ha deciso di regalare a Marco il telescopio.

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9 commenti »

  1. Anch’io, nel ’43, fui accusato di aver rubato telescopio. Ero a Caen, prima che Rommel decidesse che dovevamo lasciare il posto alla gioventù in Normandia. Scusa per mio italiano, sto usando traduttore

  2. bello!!!

  3. Mi è piaciuto: chiaro e scorrevole e con un messaggio significativo

  4. mi piace

  5. Bravo, mi piace.

  6. Piace anche a me. Complimenti! Sarà che anch’io sono affascinata dalla luna. Spesso dico che farei volentieri un biglietto solo andata per quella…terra tutta bianca e vulcanica!

  7. daje!!!!

  8. mi piace, complimenti

  9. Bel testo. La lettura è piacevole; il verbo coniugato al presente rende il racconto senza tempo, pur sapendo che si era nel 1969. Era il tempo in cui i ragazzi sapevano meravigliarsi.
    Bravo Diego.

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