Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “L’ultima sigaretta” di Valerio Morfino

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

Fumava da quando aveva quindici anni.
– Le ho prese dalla borsa di mia madre – aveva detto Luca, il suo compagno di banco, tirando fuori dalla tasca un pacchetto bianco con una scritta rossa.
– Dai proviamo – disse allungandogli una sigaretta.
Stringendola tra le dita, avvertì una strana sensazione. Sentì che per lui la sigaretta era qualcosa di veramente speciale.
Luca tossì forte aspirando profondamente il fumo del suo primo tiro. Lui invece tirò con prudenza, senza aspirare. Voleva prima essere pronto.
Così, per qualche mese, si limitò a trattenere il fumo in bocca, ad assaporarlo e poi a soffiarlo via. Quasi una forma di rispetto.
Dopo qualche mese, decise che era pronto. Così respirò la sua prima boccata di fumo. Aveva pensato a lungo alla giusta quantità di fumo da aspirare e a quale sensazione avrebbe provato. Sentì la testa girare un po’, ma rimase composto, come in una cerimonia. Mentre ancora stava soffiando via il fumo, fissando quel pacchetto bianco con la scritta rossa, capì che aveva trovato una parte della sua vita, una parte di sé.
Era felice. Era iniziato un rapporto speciale. Un rapporto con le sue sigarette, le prime ed uniche che avrebbe fumato. Un rapporto che, ne era certo, sarebbe durato tutta la vita.

Una volta rimase bloccato nel traffico. Aveva finito le sigarette.
– Prendine una delle mie – Aveva proposto il collega in auto con lui.
Quasi si sentì male e dovette buttarla via.
Ma ora si era organizzato. Aveva una scorta di tre stecche a casa, un’altra stecca era in auto, tre pacchetti nella borsa del lavoro.

Fumava esattamente sette sigarette ogni giorno.
– Non sono tante – diceva con orgoglio – Sono un numero giusto!
Aveva la consapevolezza che quelle sigarette lo facevano vivere bene. Ed in effetti la sua vita andava come lui voleva.
A trentasei anni viveva in una bella casa. Era in affitto da quasi 8 anni e, ormai, considerava quella casa sua. Prima o poi l’avrebbe comprata. Ed era fiducioso che sarebbe successo presto perché aveva cambiato da poco lavoro. Ora aveva un lavoro prestigioso e ben pagato in una solida multinazionale. Presto avrebbe potuto chiedere un mutuo. Magari avrebbe anche chiesto a Mary di sposarlo. Ormai vivevano insieme da due anni.

– Buongiorno Nicola, mi dai due stecche?
– Buongiorno. Te le prendo. – Si allontanò in una porta dietro al bancone.
Tornò dopo un paio di minuti.
– Mi dispiace ma ne ho solo una – disse porgendogli la stecca.
Lo guardò con aria interrogativa.
– Questa mattina non le hanno consegnate. Magari le consegnano nel pomeriggio. Ripassa domani.
Ma né il pomeriggio né il giorno successivo le consegnarono. Ed il problema sembrava non essere limitato al negozio di Nicola. Non avevano consegnato nemmeno al tabaccaio vicino all’ufficio e nemmeno al bar tabacchi in piazza vicino al giornalaio.
Ben presto fu chiaro che c’era qualcosa che non andava.
– Mi dispiace. Sembra che abbiano interrotto la produzione. – venne a sapere dopo qualche giorno.
– Ma come è possibile? Possono mica smettere di produrle così da un giorno all’altro!
Era letteralmente fuori di sé.
– Prova queste. Sono buone. Hanno un sapore molto simile. Dario mi ha detto che le ha trovate anche migliori!
Ma nessuna sigaretta era come quella.
Iniziò a fare scorta di quelle che trovava. Una domenica accompagnò Mary da una cugina fuori città e trovò una stecca in un bar. Anche amici e conoscenti iniziarono a dargli una mano. Luca gliene portò due stecche di ritorno da un viaggio. Un altro amico ne aveva trovati alcuni pacchetti in un bar tabacchi in periferia. In questo modo riuscì a metterne da parte diversi pacchetti.
Non riusciva a rassegnarsi a stare senza. Era diventata un’ossessione.

Mary provò a parlargliene diverse volte.
– Non puoi capire, non puoi capire!
Dopo un po’ Mary iniziò ad essere stanca. Doveva fare qualcosa.
– Forse stare un po’ da solo ti farà bene. Stiamo separati per qualche settimana.
Qualche settimana… Due settimane! Tanto sarebbero durate le sigarette rimaste. Questa gli sembrava l’unica cosa che contava.
Poi, fumando la quinta sigaretta della giornata, si rese conto che trascorse due settimane sarebbe anche finito il periodo di prova a lavoro. E tra due settimane avrebbe anche dovuto rinnovare il contratto di affitto. E poi avrebbe dovuto ritirare l’esito di quelle analisi.
– Si tratta solo di una scrupolo, ma meglio che ci togliamo ogni pensiero! – Aveva detto il medico.
Nei giorni seguenti scoprì che molte altre cose sarebbero scadute nelle prossime due settimane. L’assicurazione della macchina, la bolletta della luce, la rata del televisore.
Iniziò a farsi strada nella mente un pensiero. Con il passare dei giorni il pensiero divenne un dubbio. Con il sopraggiungere della fine della scorta di sigarette una certezza.
Le sigarette erano il tempo che gli restava da vivere!
Provò a limitarle. Provò ad alternarle con altre. Era tutto inutile. Alla fine della giornata c’è n’erano sempre sette di meno.
E così arrivò il giorno delle ultime sette. Era un sabato.
Passò la giornata da solo a casa. Si preparava al grande viaggio. Con il passare delle ore e delle sigarette ripercorse la sua vita, quello che aveva fatto, quello che avrebbe voluto fare.
Accese l’ultima sigaretta a letto. Assaporò ogni tiro, come la prima volta. Ogni tiro come fosse l’ultimo.
E poi arrivò. L’ultimo tiro dell’ultima sigaretta. L’ultimo istante della sua vita. Trattenne il fumo mentre spegneva la cicca. Poi abbassò la testa sul cuscino e soffiò via il fumo.
Un raggio di sole lo svegliò. Le tapparelle erano alzate per metà. Mary era accanto a lui. Forse aveva sognato? Si alzò di scatto per cercare le sigarette. Ma non le trovò!
Come mai era ancora vivo? E che ci faceva Mary a casa?
– Buongiorno amore. – Le disse Mary svegliandosi
Lui non disse nulla e la guardò stupito.
– Sono tornata stanotte. Dormivi… Voglio stare con te!
Era vivo! Era vivo anche senza sigarette.
– Mary io sono vivo!
– Ma che dici? – Disse lei ridendo
– A proposito – Disse indicando alcune carta sul comodino – Ieri ho ritirato le tue analisi. Non hai niente!
Ma lui non la ascoltava. Era vivo. Era vivo anche se le sigarette erano finite!
Finalmente vide Mary. Non era mai stata così bella.

—————–

L’ufficio era pieno di luce. Le tende della vetrata completamente aperte. L’uomo più anziano alzò gli occhi dal rapporto trimestrale sulle vendite. Tolse gli occhiali e fissò l’uomo più giovane.
– Mi sembra tutto molto chiaro
– Sì. Si è trattato di un errore. E’ evidente che il prodotto andrà bene per altri vent’anni. Forse anche di più.
L’uomo anziano annuì con la testa.
– Riprendiamo la produzione – Disse con voce ferma alzandosi dalla sedia.

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23 commenti »

  1. Mi è piaciut. Surreale, ben scritto e con un finale spiazzante.

  2. Descrizione di una dipendenza,
    con complotto finale.
    Ben scritto.
    Le mie prime sigarette verso i 10-12 anni,
    una dietro l’altra, così per provare.
    Le prime e ultime.
    😉

  3. Bella invenzione e buon ritmo. Si legge velocemente e con interesse! Molto piacevole.

  4. Non ho mai fumato ma in compenso ci pensano i miei alunni. Sono dei veri dipendenti. Narrazione incalzante e finale a sorpresa. Bravo.

  5. Grazie Mara, Maurizio, Luca e Liliana.
    Molto graditi i vostri commenti.
    Sono lieto che abbiate avvertito il ritmo della narrazione che volevo trasmettere.

  6. Ogni volta che dobbiamo rinunciare ad un vizio sembra che moriamo… Da questa semplice constatazione ne nasce un racconto spigliato e lineare che ci porta a credere, come il protagonista, che sia giunta la fine di tutto. Poi invece la vita, dopo questa rinascita, riserva inaspettate bellezze. Sarà servito al protagonista per resistere alla nuova produzione finale?

  7. Si legge veloce come una tirata di sigaretta… il ritmo è incalzante e lascia senza fiato!

    Molto bello

  8. @Roberto Grazie Roberto, chissà se il protagonista sarebbe davvero morto se avessero terminato la produzione?

    @Tpanetti Grazie Tpanetti. Lieto che tu abbia colto il ritmo.

  9. La vita che da nuvola di fumo, eterea e innafferabile, diviene concreta e reale…
    Otimo racconto, fumoso quel tanto che basta per far comprendere il senso stesso della vita.
    Complimenti

  10. Bello stile, scrittura sciolta e ben concatenata. Ci dai l’immagine di certe persone che si sentono vive solo se seguono le loro abitudini, manie, il caffè, la sigaretta, la caramella ecc. Per fortuna l’amore delle persone vicine basta per riempire i vuoti e le cadute d’umore per la delusione. Bella presa in giro e, alla fine, una realtà: siamo vittime delle scelte di chi ci organizza la nostra vita in materia di salute e di passatempo (leggi, dieta, cibo nei supermercati e trasmissioni tv).
    Complimenti Valerio.
    Emanuele.

  11. Bella e calzante trovata la metafora delle sigarette
    Molto scorrevole e ben scritto: un racconto breve che ti spinge ad arrivare sino alla fine.
    Forse io avrei omesso le ultime sei righe che fanno riferimento alla ripresa della produzione.
    Complimenti Valerio.

    marco

  12. Emanuele, molto gradito il tuo commento. Ho molto apprezzato come hai messo in luce il lato ironico. Grazie!
    Marco, grazie del tuo commento. Non ti nascondo che anche io ho trovato quasi fastidioso il finale che rovina l’idillio. Però rappresenta, nel mio intento, la materializzazione del dubbio del protagonista che la sigaretta fosse in qualche modo legata alla vita.

  13. Bel finale! Mette in discussione il titolo e allo stesso tempo conferma il luogo comune su “l’ultima” sigaretta che molto spesso non è tale..

  14. Grazie Francesco.
    Il finale quasi doppio ha proprio l’intento di lasciare il dubbio.

  15. Sette sigarette al giorno sono un esercizio di auto limitazione estremo
    Un fumatore incallito ne fuma molte di più ma, soprattutto, non riesce a mantenere un limite fisso.
    Il protagonista tiene tutto sotto controllo e trae la sua sicurezza dalla ripetitività: la perdita di un elemento lo scaraventa nel baratro del terrore e allora la mania diventa ossessione.
    Aderente metafora dell’uomo moderno così legato alle sovrastrutture da chiedersi se in caso di disastro epocale sia in grado di sopravvivere.
    Si racconta che sopravvive soltanto chi possiede una spiccata capacità di adattamento…
    Per fortuna il problema non si pone nel momento che la legge del mercato spinge alla ripresa della produzione del pacchetto bianco con striscia rossa.
    Ma… nel frattempo… il nostro sarà rinsavito?

  16. Anche a me è piaciuto molto il ritmo ma soprattutto il finale che ci si aspetta “tragico” e invece non lo è!. Bravo!.

  17. Grazie Maria Cristina del tuo accurato e, trovo, molto attento commento.
    Grazie Laura, sono davvero contento che tu abbia apprezzato il finale e soprattutto il ritmo.

  18. Bellissimo! Me lo sono letto tutto di un fiato.
    Surreale fino al risveglio della domenica, illusorio ritorno alla realtà…
    Ma poi arriva il “secondo finale” che rimette in dubbio il reale e da credito alle presunte paranoie del protagonista!
    Ci sarei rimasto male senza.

    PS: 7 sigarette al giorno è veramente il numero perfetto… a riuscirci!

  19. Bella descrizione di una dipendenza fin troppo effimera! il finale è veramente spiazzante.

  20. Buongiorno Valerio mi ha molto colpito questo racconto perché secondo me rappresenta benissimo le ossessioni moderne qualsiasi esse siano. Credo ci sia assoluta rispondenza tra la “cecità” di molte persone rispetto a quanto accade loro nel bene e nel male e le piccole e grandi ossessioni sul fisico e sulla mente.
    Non ho letto i commenti precedenti mi scuso se ho ripetuto qualcosa di gia detto..Complimenti.

  21. Bravo!! scrittura lineare, minimale di cose minime come il fumo, il sogno, la vita anche se l’accostamento sigarette-tempo mi è sembrato un pò forzato, ma forse mi è sfuggito qualcosa, bello il finale

  22. Grazie a tutti dei complimenti. Sono contento che vi sia piaciuto il finale.
    Riguardo all’accostamento sigaretta-tempo devo dire che è nato fa lunghe riflessioni… L’idea che due cose non correlate da un rapporto causa effetto possano essere in relazione mi ha sempre molto affascinato. L’accoppiata è un po’ dall’osservazione della realtà.

  23. Lieto di vedere che il racconto che partecipava l’anno scorso ancora piace e si legge!
    Se questo vi è piaciuto suggerisco la lettura di Selfie che ho presentato quest’anno nella sezione Racconti per Corti.
    Grazie ancora a tutti
    Valerio

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