Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “La signora DeBarolis” di Silvano Bertaina

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

-Uffa!

Non ha idea di che fatica ho fatto per parcheggiare il mio Suv qua fuori!

Non capisco perché facciano i parcheggi tanto piccoli, cosa costerebbe allungarli e allargarli un po’ ? Due mani di vernice, cosa vuole che sia … E non capisco perché mio marito continui a mandarmi in giro con bestioni simili, che non son nemmeno tanto brava a guidare … Lui sostiene che noi ricchi borghesi dobbiamo far vedere che siamo ricchi borghesi, anche nei dettagli.

Ad esempio ha la fissa di farmi fare la spesa da Magna Slow Paga Fast, una bottega molto chic, naturalmente bio- alimentare, con prodotti del territorio a prezzi folli. Pensi che ierlaltro avevano le rape (dico le rape, non gli asparagi!) in offerta a 8 euro il chilo. Non le sembra esagerato?

Comunque guardi, anche noi ricchi borghesi abbiamo bisogno come gli altri del dentista.

Io venivo già dal padre di questo qui. Proprio lui mi ha fatto questo impianto, ho speso 100 milioni in lire di quei tempi, si figuri : adesso si sta sgretolando. Noi ricchi borghesi diamo da mangiare a generazioni di dentisti e aspettiamo, qui in anticamera, come tutti gli altri. Guardi come cambiano i tempi!

Non c’è nemmeno una rivista da leggere, solo sta schifezza di “ La Corrida Odontopsicotecnica”, sarà una rivista per dentisti veterinari, non so. D’altronde ormai fanno tutti come lei: sfogliano quegli affari lì … com’è che si chiamano? Ai pad? E non leggono, nessuno legge più.

Io invece leggo molto.

D’altronde mio figlio fa lo scrittore, diventa naturale. A dire il vero non leggo i”suoi” libri, leggo quelli che piacciono a me. Lui scrive gialli. Il suo maggior successo fu “Ti ammazzo, poi ti sotterro”, lo ricorda? Una storia complicata, io perdetti il filo dopo poche pagine, non è il mio genere. Comunque fu un successo sa? 800.000 copie e vinse diversi premi. Lo aiutò molto mio marito; con le sue conoscenze lo fece stampare subito dalla casa editrice Feltridori e poi è inutile star lì, il cognome aiuta e il cognome che portiamo è De Barolis. E abbiamo la tavernetta piena zeppa di copie, forse noi ne abbiamo comprate un bel quantitativo …

Ha già sentito parlare dei De Barolis, no? No? Strano, davvero strano.

Siamo la famiglia più conosciuta della città, anche se abitiamo in collina, in quella villa … ha presente uscendo in direzione Tufarello su quel poggio dove anni fa c’era un castagno millenario … Quante storie per una pianta rinsecchita! Non volevano lasciarcela abbattere. Per fortuna  mio marito ha gli agganci giusti ; parlò all’Assessore dell’Agricoltura, con il libretto degli assegni in mano, è chiaro … e poi venne un tizio con la motosega e in quattro e quattr’otto sbloccammo l’iter per la costruzione della casa.

Buffo non l’abbia mai notata. E’ quella con la grande vetrata, il porticato in marmo di Carrara, la piscina, il maneggio sulla destra … Beh! Le stavo dicendo del fatto che mio figlio è uno scrittore famoso, ne avrà sentito parlare, di sicuro lo ha visto in televisione, ci va spesso ed è così bello e tenebroso e parla così bene… Ma io sono un’appassionata di Giangiacomo Tardi, il nostro autore più rappresentativo, quello del nostro territorio, almeno di Giangiacomo Tardi avrà sentito parlare! No? Ma che razza di uomo è lei? Sa che esiste la Fondazione Studi “Non è mai Troppo Tardi” dedicata a lui?

Io ne faccio parte come molte amiche mie, non tutte ricche borghesi, ma quasi.

Sa … ci troviamo meglio fra noi, siamo più libere; ormai un po’ avanti con gli anni, possiamo dedicarci alle nostre passioni, perché non abbiamo le incombenze delle altre donne, lavoro, figli, genitori anziani … io poi son fortunata … i miei suoceri vivono chissà dove in America e spero ci restino e crepino là.

 I miei se ne sono andati anni fa, lasciandomi un bel patrimonio, di tutta sicurezza: mio padre era notaio. Non ho mai pensato di proseguirne l’opera, a che mi serviva in fondo? Io non sono una che ha paura dei comunisti, mi fanno un baffo a me! Dovrei preoccuparmi per le case e i terreni e i capitali che ho? Figuriamoci. Sono una ricca borghese, cosa vuole che me ne importi della crisi e di cosa fa Berlusconi con le ragazzine. Io voto chi mi pare, chi mi ispira il momento.

Ma lei sfoglia e sfiora continuamente quell’affare! Si può scrivere lì sopra?

Le stavo dicendo … davvero non ha mai letto nulla di Giangiacomo Tardi e di mio figlio Giorgino DeBarolis? Mi sorprende, mi sembra impossibile … e … come spiegarle … il mio mantra è: si vive una volta sola, tanto vale vivere da ricchi borghesi.

Non è un delitto. In città sono benvoluta, anche se lascio il Suv sul marciapiede quando entro da Magna Slow Paga Fast, in pieno centro, a comprare il burro di alpaca. Ho scoperto che fa bene alla cellulite e purtroppo se le facessi vedere il culo, si accorgerebbe che è un buon culo sessantenne, però con troppa cellulite, nonostante le Terme, i trattamenti nel Centro Benessere Vecchia Collina Liscia e gli sforzi di Albino il massaggiatore sopraffino, che mi … cerca di ringiovanirmi insomma, con tutti i metodi che sa. E’ bravo, glielo consiglio. Non è gay, stia sicuro.

E dunque siamo qui ad aspettare il dentista e lei sfoglia quel  Ai Pad e io non so cosa leggere, perché quell’ignorante non compra nemmeno una rivista o un quotidiano: me l’han detto che è tirchio. Suo padre non era così, altra generazione: questi qui credono di aver ereditato un mondo in sfacelo e si dannano l’anima per salvarlo, come quelli di Grinpis? Ha presente? Quelli che non vogliono la pesca dei merluzzi o dei tonni, che ne so … il punto è un altro … siamo mai stati meglio di così? No! E allora perché cambiare? La comprende lei, tutta questa smania di cambiare, manco fossimo nel ’68! Lì certo c’erano da fare dei cambiamenti: quegli eskimi verde pisello, col cappuccio erano orrendi, occorreva svoltare, introdurre la minigonna, la pillola, il divorzio.

Tornando al padre di questo cavadenti, le dicevo … detesto i tirchi, quelli che non vogliono spendere.

Non li capisco. Se una cosa costa di più, una ragione ci sarà, è un ragionamento elementare. E gliene faccio un altro, così la introduco nel mondo dei libri: per diventare scrittori, non occorre saper scrivere! Sorpreso? Pensi che mio figlio Giorgino, detto fra noi, è un imbecille. Lo è sempre stato. Pensi , me ne sono accorta già quando aveva tre anni e inciampava continuamente nell’unico gradino che si aveva in casa : uno un po’ intelligente, ci casca una volta e poi più. Lui ci è volato per anni. E certi botti!

 L’abbiamo mandato a ripetizione sempre, fin dalle elementari: non capiva un accidente di niente.

Nel periodo delle medie ha cominciato a drogarsi e sapesse cos’abbiamo passato! Per carità, potrei raccontargliene tante … scenate, litigi, urla, pianti … pur tuttavia, continuo a dire:” essere ricchi borghesi ci ha facilitato le cose”.

Nelle superiori lo abbiamo mandato al Liceo Classico ( dove altro possono andare i figli dei ricchi borghesi?) e lui -drogandosi  – come faceva a studiare quelle cose tipo il latino, scienze naturali,matematica ?

Per farla breve,volevano bocciarlo. Ma mio marito ha le conoscenze giuste ed è andato dall’Assessore della Sanità e da quello dell’Istruzione, con il solito libretto degli assegni e ha risolto ogni cosa. Lo abbiamo mandato a studiare in Crimea … sa dov’è la Crimea? Io non l’ho mai capito … 10 anni ha studiato là!

Quando è tornato non si drogava più, aveva una laurea in lettere antiche ed era più rincoglionito di prima. Non sapendo che fare si è messo a scrivere, ma non ci riusciva, non aveva il dono della sintassi, mi segue? Faceva dei lunghi giri di parole, illeggibili, sgrammaticati … Così l’abbiamo mandato in America, un anno a Nuovaiorche, a formarsi l’ossatura scrittoria, sa con Steinbeck, Faulkner, Roth … e quando è tornato, tirava di coca e filava come una Lettera 82.

Ed è diventato famoso, ha l’agente adesso …

Senta, secondo lei … ci sarà ancora tanto da aspettare?-

-Direi di no signora, la seduta è finita. Torni mercoledì prossimo, alla stessa ora, proseguiremo il percorso conoscitivo primario. Ah, dimenticavo … dica a suo marito di passare, con il solito libretto degli assegni, per aggiornare la parcella. Abbiamo già un po’ di arretrati, direi sette, otto sedute, meglio non lasciare accumular troppo … la saluto signora.”

Senz’altro, senz’altro … la saluto anch’io, grazie. Le porterò un bel libro di Giangiacomo Tardi, ne leggeremo insieme alcune parti, le va? Così smetterà di sfogliare quel coso … e magari eviti di indossare quel camice bianco, non le sta bene, sembra un dottore”

“ Va bene signora DeBarolis, va bene …”.

 

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4 commenti »

  1. Bel monologo o quasi della signora De Barolis. Crede di trovarsi nella sala d’attesa del dentista mentre si trova a una seduta del “percorso conoscitivo primario”. E’ la messa alla berlina del sistema di vita di una “borghese” e belle sono le storpiature dei nomi stranieri (Grinpis e Nuovaiorche) e l’immancabile marito che risolve tutto con il blocchetto degli assegni. Interessante testo per una divertente borghese, alla “Franca Valeri” o “Angela Finocchiaro”. Un testo adatto per il teatro. Bravo.
    Emanuele.

  2. Divertente, dissacrante, espone bene i tic della borghesia poco illuminata che fa il classico senza studiare greco e latino perché deve drogarsi.
    Che trova facilmente la via del successo con le nuove odierne possibilità.
    Ma… non è un racconto. Lungo monologo con dialogo finale in cui manca la narrazione in prosa per essere definito racconto.
    Con questo puoi agevolmente proporti come commediografa!

  3. Scusami: commediografo!!!

  4. Mi ha fatto ridere tanto. Sembra la storia del ” trota”.Davvero indovinata la scelta del linguaggio che sa tanto di ” cafone arricchito” che si dà arie da snob. Il finale, poi, è esilarante.
    Angela

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