Premio Racconti per Corti 2014 “Basta poco” di Marco Ciaramella
Categoria: Premio Racconti per Corti 2014In una splendida giornata di giugno, due giovani donne si trovano dietro una rete metallica che delimita l’area di un campo di calcio, dove dei bambini dell’età di dieci anni stanno disputando un’avvincente partita. In palio c’è l’assegnazione del campionato di categoria. L’incontro è parecchio sentito, non solo dai giocatori, ma anche dai genitori che stanno assistendo alla gara. Una delle due donne fa un tifo sfrenato, sostenendo, con voce concitata, il figlio Marco, uno dei migliori talenti della squadra di casa. L’altra, pur non gradendo quei continui urli della donna al suo fianco, non si lamenta ma si limita semplicemente a lanciarle delle occhiate. L’accanita tifosa, sentendosi osservata, per togliersi dall’imbarazzo decide di presentarsi: «Salve, io sono Silvia, forse le sembrerò un po’esagitata, ma, quando vedo mio figlio giocare così bene, non riesco proprio a trattenermi!» «Non si preoccupi, io al suo posto farei altrettanto!» «Non l’ho mai vista prima di oggi, quindi presumo che suo figlio giochi nella squadra avversaria! Inoltre, dal modo in cui non partecipa, deduco anche che sia ancora in panchina!» «Sì.» «Vedrà che nel secondo tempo ci sarà spazio anche per lui!». A quell’affermazione, tuttavia, Silvia non riceve alcuna replica dalla sua interlocutrice che si volta invece a guardare dalla parte opposta. Silvia, però, aggiunge: «Non mi ha ancora detto il suo nome!» «Io mi chiamo Chiara.» «E suo figlio?» «Maurizio.» In quello stesso istante Silvia esplode in un urlo portentoso perché suo figlio Marco ha segnato il gol del vantaggio. Però subito dopo si accorge che Chiara sta piangendo. «Non la prenda così, vedrà che avrete modo di pareggiare, magari lo farà proprio suo figlio appena lo metteranno in campo!» «Questo purtroppo non accadrà mai! Lo vede il bambino su quella panchina vicino allo scivolo, accanto a quell’uomo? Quello è mio figlio. Il mio Maurizio è cieco dalla nascita e suo padre lo porta sempre qui perché al bimbo piace sentire le voci gioiose dei suoi coetanei.» «Mi scusi tanto, non pensavo che alludesse a quella panchina là, sono davvero mortificata.» «Non si preoccupi, se sto piangendo, è solo perché alcune volte non riesco a farmi una ragione che mio figlio non potrà mai togliersi la soddisfazione di sentirsi un bambino come tutti gli altri.» Il silenzio cala tra le due donne. La partita termina con la vittoria della squadra di Marco, che riesce così a conquistare lo scudetto. A quel punto le due donne si salutano con un semplice ciao, andando ognuna per la propria strada. Chiara raggiunge la famiglia, ma, dopo pochi minuti, Silvia torna da lei porgendole un completo da giocatore: «La partita non è ancora finita, i giocatori stanno aspettando Maurizio. Che ne dice di sbrigarsi a vestirlo?» Chiara accompagna di corsa Maurizio, prima nello spogliatoio e dopo in campo. Inizia il nuovo incontro; tutti i ragazzi passano la palla a Maurizio dandogli indicazioni vocali su dove dirigersi e avvertendolo dell’arrivo della palla, in modo da poterla calciare. Il volto del bimbo è radioso, perché si sta divertendo come mai prima d’ora. A fine gara Chiara va da Silvia e le chiede: «Come ha fatto a convincerli?» «Semplice ho detto loro: oggi è una bella giornata ma qualcuno non la può vedere, fate che diventi tale anche per lui.» «Grazie di cuore, lei ha reso felice mio figlio e ha fatto capire a tutti i presenti che basta veramente poco per superare qualsiasi ostacolo all’apparenza insormontabile.»
Commovente e molto adatto ad un corto. Bravo!
Solo chi ha un cuore sensibile e pieno di amore può riuscire in poche righe a far capire come è importante rendere felici quelli meno fortunati di noi e che c’è più gioia nel dare che nel ricevere , e l’amore per il prossimo; tu Marco ci sei riuscito in pieno mi hai trasmesso molta emozione mentre lo leggevo sei un grandeeeeeeeeeeeee!!!!!!
Bello e toccante ma soprattutto fa riflettere. Troppo spesso l’egoismo e l’insoddisfazione ci spingono a non vedere al di là del nostro naso e a chiudere gli occhi di fronte a alle reali difficoltà della vita. Come dici tu Marco, nel tuo racconto, basterebbe poco per far sì che le cose cambiassero. E cosa più importante non bisogna mai perdere di vista l’obiettivo primario della nostra stessa esistenza: aiutare gli altri. Solo così potremo evitare che il nostro cuore si inaridisca. Complimenti!, mi è piaciuto moltissimo!!! Un corto ideale!!!
Belle parole dettate dal cuore, BRAVO !!!! da Giulia e Enzo
Struggente. Mi piacciono i racconti che hanno una morale educativa.
Molto spesso diamo per scontate tante cose che per noi sono all’ordine del giorno e non ci rendiamo conto che ci sono persone per cui quelle piccole cose sono mere chimere.
A volte, come nel racconto dell’ottimo Marco, ci vuole davvero poco a rendere felice qualcuno.
E non solo non costa niente, ma ripaga: come diceva una vecchia canzone “per gli altri, gli altri siamo noi”…
solo una persona ricca di valori pu’ scrivere questi racconti, sono orgoglioso di conoscerti!!!
Un bel quadro del settore calcio giovanile inteso come apertura sentimentale verso il mondo esterno al rettangolo verde. La partita descritta in questo cortometraggio diventa un inno a vivere il calcio giovanile come una palestra di vita per formare un carattere aperto a condividere tangibilmente i momenti gioiosi della propria vita, pure con le persone che, pur non vedendo con gli occhi, vedono tantissimo con il proprio animo.
Grazie a tutti delle splendide parole con le quali dimostrate di apprezzare il mio corto. Sono contento che in qualche modo vi abbia fatto riflettere, questo vuol dire che ho centrato l’obiettivo per il quale l’ho scritto.
Bellissimo corto! Se ognuno di noi capisse, che con un piccolo gesto si possono fare grandi cose, quante persone felici potrebbero esserci? Un giorno felice, per una persona che non può permetterselo, può valere come una vita intera. Per questo è importante essere aperti e disponibili verso gli altri, per dare a un altro Maurizio un giorno che possa valere una vita e che possa dare a noi la gioia di averla vissuta perché, la vita non è solo divertimento, ma anche e soprattutto gratuità dei gesti nella disponibilità verso gli altri. Bravo Marco, sei riuscito a commuovere con poche parole.
Quando in poche righe si riesce a far commuovere le persone, non si puo’ che dare atto a chi ha scritto questo breve racconto, di una sensibilità davvero notevole……In un mondo dove ormai , esistono solo gli interessi personali, sapere che ancora ci sono degli scrittori cosi attenti ai valori della vita e che riescono con le loro scritture, pur brevi,anche a far riflettere chi legge il tutto è cosa non da poco……Speriamo che chi ha letto questo breve racconto, ne tragga utile insegnamento, perche’ e’questo il fine di questo racconto……Non guardiamo mai, chi sta meglio di noi, ma solo chi sta peggio……solo allora capiremo quanto siamo fortunati, in confronto ad altre persone……..Grazie Marco!
Grazie, “troppo 57” chiunque tu sia, le tue parole mi inorgogliscono. Vorrei dirti che hai centrato in pieno il messaggio che volevo lanciare e per questo ti dico grazie. Con il tuo commento dimostri che anche tu hai una spiccata sensibilità verso le persone più sfortunate. Se tutti fossero come te ci sarebbe meno indifferenza e le cose pottrebbero andare diversamente. Come dico nel corto, “basta poco”, solo guardarsi bene attorno .
Che dire, bellissimo! Caro Marco, servendomi del titolo del tuo corto, voglio dirti che a volte basta anche un breve racconto come il tuo a scuotere gli animi delle persone. Complimenti perchè tu ci sei riuscito in pieno!
Basta veramente poco per superare qualsiasi ostacolo apparentemente insormontabile…”e rendere felice qualcuno,questo il senso del corto di Marco…bravissimo e tu Marco hai reso felici i tuoi lettori con questo racconto allo stesso tempo breve ma profondo.In poche parole sei riuscito ad affrontare argomenti delicati come l’handicap di un ragazzo, il ruolo del genitore,ma soprattutto la generosità e l’altruismo con sapienza e coscienza.
Caro Marco, rileggendo sul cellulare il tuo corto di cui ho salvato il collegamento sullo schermo del cellulare per trovarlo quando mi va di rileggerlo, mi sono venuti in mente dei ricordi di quando facevo la catechista e spesso dicevo ai ragazzi : ” c’è più gioia nel dare che nel ricevere”, e dal tuo anche se breve racconto esce proprio questo grande insegnamento !!! All’inizio si parla di questa avvincente partita e avendo fatto anche la baby sitter , il bimbo che guardavo praticava proprio il calcio e vedevo questi genitori scalmanati che incitavano i figli a fare goal anche a costo di dare calci agli avversari , che imprecavano contro gli arbitri ecc, questa smania di protagonismo il voler arrivare a qualsiasi costo, il pensare mio figlio è meglio degli altri!!!
Questo tuo corto Marco mi ha rievocato questi ricordi, però poi andando avanti nel racconto la bellissima svolta l’amore per il prossimo, per il meno fortunato, l’attenzione al meno fortunato , a ciò che veramente è importante e rende felici fare qualcosa una piccola cosa ” BASTA POCO” come dici tu, e il paesaggio cambia non c’è più gara, competizione ma sano amore , Gesù ci ha dato dei talenti , ma non per metterli sotto terra per paura che ce li rubino, ma per usarli anche per chi non li ha.
Quel bambino,Maurizio, è riuscito a vedere attraverso gli occhi degli altri bambini, quello è lo schudetto più bello che quei ragazzi hanno vinto vedere il volto radioso di Maurizio !!!!
E non ci sono ostacoli che non possiamo superare se siamo uniti per amore !!!
Caro Marco bravo davvero con tutto il cuore te lo dico, perchè basta veramente poco per poter costruire un mondo migliore se tutti avessimo attenzione e amore senza pretendere nulla in cambio, ci sarebbero meno ingiustizie, meno cattiverie, meno soprusi !!!! Non ti dico altro, altrimenti diventa un corto il mio commento!!! buone Pasqua Marco a te e alla tua famiglia con un cuore così meriti il meglio !!!
Non ho veramente più parole per ringraziare tutti quelli che commentano il mio corto, quindi dico solo che sono felice di aver scosso, nel mio piccolo, qualche coscienza. Comunque un grazie particolare vorrei farlo alla disamina accurata che ha fatto Gina ed a keti per le sue profonde riflessioni.
Bello leggere storie come la tua. Ti fa sentire in pace con il mondo. Bravo!
Nulla è impossibile per chi si fa trascinare dall’amore e dall’umana comprensione. Bravo Marco!
Caro Marco attraverso il tuo bellissimo racconto desidero augurare buona e santa pasqua a tutte le persone meno fortunate , e dire invece a quelli che hanno tutto che BASTA POCO un piccolo gesto di attenzione, un sorriso ecc. e forse sentirete nel cuore qualcosa che nemmeno i soldi possono comprare !!! stellina 63
Purtroppo per esperienza la realtà nei campi di pallone è ben diversa… Bravo Marco, come al solito 😉
il commento di enricoc mi stimola a dire a tutti quelli che vanno in campo giocatori e non imparate dal racconto di Marco “Basta Poco” per capire che è più bello ciò che succede alla fine del racconto di ciò che invece accade molte volte nei campi !!! però con l’impegno da parte di tutti Basta poco per cambiare le cose !!!!
sono molti anni che sono istruttore di scuola calcio e finalmente ho trovato un testo breve ma intenso da far leggere a tutti i genitori dei piccoli atleti affinchè riflettano sui reali valori che dovrebbero trasmettere ai propri figli e non solo in ambito sportivo: DIVERTIMENTO,AMICIZIA,SOLIDARIETA’,RISPETTO….. complimenti all’autore Marco e spero di farti cosa gradita nel distribuire il tuo racconto.
Un racconto toccante. Complimenti Marco.
Bravo Marco, ci fai capire il significato di “importante è partecipare”, uno slogan molte volte usato a vuoto. Di questi tempi l’idea del “successo a qualsiasi costo” serpeggia tra i giovani atleti perché è voluto dai genitori. La tua radiocronaca è indirizzata ai “grandi” mentre i nostri “pulcini” del calcio dimostrano di essere più maturi dei genitori che sono nella maggioranza dei casi tifosi astiosi. I piccoli sanno cogliere il vero senso dello sport.
Emanuele
Un po’ in ritardo…bel racconto,
bravo lo stesso, Marco.
😉
Marco, ho fatto il “tifo” per il tuo racconto. Mi dispiace che non abbia vinto, ma rinnovo i complimenti per un soggetto ben scritto e davvero toccante. Un abbraccio, Liliana
carissimo Marco, mi dispiace vedere che non sei fra i vincitori dei corti !!! è stata una vera ingiustizia perchè il tuo racconto lanciava un messaggio molto importante e meritavi di essere premiato !!!!
Vorrei ringraziare sia Liliana che Maurizio per i loro apprezzamenti sul mio corto. Anch’io vi faccio i complimenti sul vostro lavoro e voglio dire pubblicamente che sono stati tra i racconti che mi sono piaciuti di più, quindi, giustamente meritevoli di vittoria. Liliana, il fatto che tu tifassi per me mi inorgoglisce e per me è una piccola vittoria. Vorrei dire grazie anche a tutti quelli (e sono tanti) che non conosco e che hanno apprezzato il messaggio che ho voluto lanciare. Faccio anche un applauso a tutti i vincitori, di qualsiasi sezione essi siano. Mando un saluto a tutti i partecipanti di racconti nella rete, perché siete stati davvero molto bravi. Fortunatamente non scrivo solo corti, ma anche libri e commedie teatrali, se qualcuno mi vuol lasciare un commento o semplicemente salutarmi, può farlo direttamente sul mio sito http://www.marcociaramella.it Un abbraccio caloroso a voi tutti, Marco.
Che bel racconto Marco, e che bel tema hai scelto! E dire che alla lettura delle prime righe credevo avrebbe preso una piega molto diversa. Invece mi hai spiazzata, per una volta vincono la positività e l’altruismo della madre di un bambino “perfetto” nei confronti di un’altra madre di un bambino un po’ meno “perfetto”, ma non per questo meno meritevole di felicità. Anch’io ho un bambino di quella età e vorrei che tanti messaggi come questo arrivassero a lui! Complimenti. Francesca