Racconti nella Rete 2009 “Blind Test” di Letizia Pezzali
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009Ore 12:46
Ma se la città, mettiamo, è delle scarpe che la calpestano, e se la scarpa – si dimostra empiricamente – non cammina sponte sua, ecco allora spiegato l’Uomo e il suo Piede, e la conseguente necessità di appartamenti, e di case.
Ecco spiegato l’agente immobiliare.
– E l’accesso al giardino?
Voce punteggiata di roselline.
– Signora Karpeles…
– Rosie, Rosie. Mi chiami Rosie. Posso chiamarla Martin?
– Martin? E sia! L’accesso, vuol sapere? O le tasse comunali?
Alla base degli alberi, timidi fari eguali piangono il tepore versato la notte prima: Martha amò Martin.
– E le spese condominiali?
Erba lucida come in quelle foto: “I cervi, la quiete apparente di questa scena boschiva a pochi metri dal traffico cittadino”. Le piacquero: lo disse ad alta voce con le sue proprie corde vocali e tutto quanto. Martha amò Martin. O forse erano altre: quali foto gradi’, e lo disse?
Fiori, erano fiori.
Pensare a “Martha amò Martin” e farlo in maniera inopportuna, nel mezzo di “Karpeles Rosie – dodici e trenta – Cleveland Square”.
Eppure, che fare? Improvvisamente abbandonati dalla persona amata, restar soli ad arrangiar motivi come fossero mobili montati in fretta, le gambe al posto delle braccia, braccia e gambe di candelabri e tavoli questo s’intende, e tutto quel che ne consegue.
– E la flessibilità sul prezzo?
“Karpeles Rosie – dodici e trenta – Cleveland Square” passeggia eppur non presta attenzione a quanto ricopre il suo corpo altrimenti nudo, e lo circonda, come ad esempio l’aria e i vestiti leggeri ma anche gli oggetti che rimangono a debita distanza, cartacce e automobili, balconi e piante.
Memento, Martin: fare il test “Quale personaggio di Jane Austen sei” – ma e’ un test da femmina – e allora piuttosto fai “Quale animale ti rappresenta veramente”. Danny l’ha fatto, sarà stato sei, sette giorni fa. “Danny ha completato il test quale animale ti rappresenta veramente e il risultato è…”.
– Una volpe! grida la signora Karpeles.
– Dove?
– Mio marito lottò per anni contro le volpi.
Giallo chiaro, bianco e blu sugli abiti di Rosie; un sentore di fatine; un fetore di sentina; l’insidia degli anagrammi.
– Lottò contro volpi e marmotte. Poi morì. Sa, gli esplose il cuore. Era molto sportivo, mio marito. Andava a correre eccetera. Eppure. Gradisce una sigaretta, Martin?
– Grazie signora ma non fumo.
– E perché?
– Sono molto sportivo. Vado a correre eccetera.
– Ma e’ sposato? Sa, glielo chiedo perché i giovani.
E invece no, non erano le foto. Martha amò Martin. Fu il pomeriggio alla Courtauld, a piacerle, e lo disse ad alta voce con le sue proprie corde vocali e tutto quanto: Martha: disse: sono felice perché tu sei felice, ti porterò dove vorrai, avremo una figlia Gauguin col fiore giallo in testa.
Abbandonati improvvisamente dalla persona amata, i mobili montati in fretta arrangiano motivi, e restan soli con le braccia e le gambe e i candelabri e tutto quel che ne consegue, questo s’intende.
Ore 19:44
Gli Asburgo si estinsero per via dei matrimoni fra parenti.
Gli ultimi rampolli della dinastia avevano volti triangolari, anzi, piccole piramidi issate sul collo.
E’ sera, e Martin potrebbe, ad esempio, trasferire sull’immagine della signora Karpeles le sagome piramidali, per vedere come sta. Molto utilmente.
Posa il giornale, invece, dopodichè svuota il cranio e il cuore, il contenuto scivola come acqua stanca per le troppe ore trascorse nella brocca, feccia paradossale, acqua gettata nel lavandino con pazienza quasi fosse un pensiero troppo lungo di cui si siano perse le radici e alcune virgole nel frattempo.
Martha avrebbe desiderato comprare la brocca che filtra l’acqua dalle impurità.
Martin si oppose fieramente all’acquisto.
– Non serve a niente. Ma cosa vuoi.
La comprò poi, da solo, proprio il giorno di cui su questa pagina si scrive.
Ore 20:01
Martin illustra le meraviglie del Brita al fratello Danny.
– Ho comprato il Brita, dice.
– Non capisco come si usa il cavatappi–astronave, risponde Danny, come sempre a cena in casa altrui, a far di sé una seccatura.
– Non si è mai spezzato un tappo in mesi, che dico mesi.
Il colpevole manifesta sconforto allargando delle braccia, poi manifesta movimento rotatorio di chi perda l’equilibrio, per gioco.
– Ho comprato il Brita, ripete Martin.
Nel frattempo, Danny ha ripreso a lavorare sulla bottiglia di vino, senza fare ironia. Potrebbe benissimo farla, sul cavatappi: anni prima l’avrebbe certo fatta, ma adesso no: Martin sa perfettamente il perché e trova la cosa del tutto spiacevole: il fatto che Danny sia suo fratello non costituisce un fattore attenuante.
– La fine di un amore e’ un lutto, dice E. F., psicologa dentro la tivu’.
– Hai comprato che roba? chiede Danny.
– Il Brita. La brocca che filtra l’acqua del rubinetto dalle impurità.
– Ah. E a cosa serve?
– Per filtrare l’acqua del rubinetto dalle impurità.
– E una volta filtrata l’acqua del rubinetto dalle impurità?
Ore 22:20
“Forza fisica e come ottenerla”. Martin sfiora il dorso del libro, la lettera F di forza. Architectual Digest, un numero a caso, questo: bovindo, tinello, giardino d’inverno.
Martha avrebbe desiderato:
– brocca che filtra l’acqua dalle impurità, ma anche
– le casse per lo stereo Grande Enigma del valore di centinaia di trilioni di sterline, ma anche
– un cuscino di piume magiche per il suo cranio gentile, ma anche
– varie.
La lista dei suoi desideri come un inserto gratuito dimenticato sul sedile posteriore delle vite altrui.
Ore 22.26
Ma ecco che sotto lo sterno di Martin si forma una piccola noce al posto del cuore.
Decide, allora, di minacciarla periodicamente e per il resto dei suoi giorni, immaginando di spaccarla con lo schiaccianoci a forma di coniglio – candide e pur vaste zanne che si abbassano alla pressione delle dita –, un oggetto di pregio che Danny gli aveva portato in dono, senza aggiungere commenti, ai tempi della liquidazione dei magazzini Woolworths.
Ore 23:55
Nel programma serale del venerdì leggono le lamentele degli utenti al telegiornale. Una signora di York, ossia esposta al sole di York, sostiene che le musiche di sottofondo alle notizie sono inutili e anzi affaticano le orecchie delle persone anziane.
– Io adoro questo programma, dice Danny.
– Non pensi che il Brita rilasci un sapore cattivo?
– È un segno di civiltà. Che esista.
– Secondo te dovrei riportare il coso al negozio?
– Eh?
– Il Brita. L’acqua del Brita alla fine non è buona. Io pensavo fosse meglio. Me lo avevano detto. E invece non mantiene le promesse. È suggestione? Intendo dire, magari sembra acqua cattiva perché so che è il Brita.
(Perche’ so che e’ Martha.)
Gli occhi di Danny solo allora si dilatano urgenti e si accendono di luce fioca ma propria come i primi piani dei film a indicare subitanea comprensione del tutto.
– Facciamo il blind test?
Ore 01:32
Numero due bicchieri cactus nel deserto, al centro del tavolo.
Etichettati: acqua non filtrata, filtrata.
Numero un fratello osserva, mentre l’altro assaggia a piccoli sorsi pensosi e ritmati indossando numero due occhi sotto la benda.
Il blind test è parte del metodo scientifico.
mi piacciono molto le immagini che scorrono via via in rapida successione. poetico. cinematografico, anche.