Premio Racconti nella Rete 2014 “La notte breve” di Luca Giuliano
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014L’angelo emerse all’improvviso dal cielo nero inchiostro di quella notte di fine estate. Per un istante restò immobile tra le stelle, come indeciso su cosa fare, poi prese a volare veloce e silenzioso in una certa direzione, muovendo energicamente le grandi ali come un esperto vogatore farebbe con i remi
di una barca.
Di tanto in tanto, certo della propria invisibilità, si abbassava di quota arrivando quasi a sfiorare la testa di qualcuno che ancora si trovava per le vie del centro. Poi tornava altissimo, riprendendo il proprio viaggio. Fece così diverse volte, tanto per rompere la monotonia del volo, finché gli parve
di essere giunto alla meta; un palazzo, quasi un grattacielo, che sorgeva in uno dei quartieri più esclusivi della città.
Messosi sulla verticale dell’edificio iniziò a girare in tondo, per essere sicuro di non sbagliare (in passato era successo che un angelo, suo amico, avesse fatto visita a persona diversa da quella che gli era stata indicata e quell’errore aveva creato problemi a non finire) ma una volta certo di essere
sul posto giusto si lanciò un’altra volta in picchiata atterrando, con un elegante balzo, sul terrazzo
dell’attico abitato da Nemo Alter, famosissimo attore.
Davanti a lui una porta finestra aperta gli permetteva di scorgere l’ampio soggiorno dove, addormentato sulla sua poltrona preferita, si trovava proprio Nemo Alter. L’attore, con gli occhi chiusi ed il capo reclinato all’indietro, sembrava come morto.
All’angelo non restava che rinunciare alla propria invisibilità, ben sapendo ciò che questo avrebbe comportato. Entrò nella casa, fermandosi proprio di fronte all’uomo che, un istante dopo, parve avvertirne la presenza tanto che spalancò improvvisamente gli occhi raddrizzando di scatto il capo.
A quel punto l’angelo, che poteva vantare una lunga esperienza in fatto di apparizioni, mise in atto un vecchio quanto efficace trucco: sorrise.
Nemo Alter dapprima si stropicciò gli occhi poi, con gesto lentissimo, si impossessò degli occhiali sul tavolino lì accanto; adesso tutto gli appariva più nitido. Non c’erano dubbi, un angelo gli stava sorridendo, proprio nel salotto di casa sua!
L’angelo fu indubbiamente sosrpreso dal comportamento dell’attore. Era abituato, ad ogni suo palesarsi, a reazioni che oscillavano dal più ebete stupore al panico più incontrollato ma questa volta, sul viso di chi gli stava di fronte, si poteva leggere soltanto sincera curiosità.
L’attore infatti si alzò in piedi squadrando da cima a fondo la creatura alata, ma appena fece per parlare questa subito lo tacitò: “Non domandarmi nulla. Sono qui per aiutarti”
“Aiutarmi?”
“Certo. Aiutarti nella confessione”
L’attore scrollò la testa: “Confessione? Io, in vita mia, non mi sono mai confessato. Mai, nemmeno
una volta”
“Sono stato informato. Ma quelle a cui ti riferisci non sono vere confessioni. Spesso sono soltanto una sorta di… piccole recite?” l’angelo ammiccò riferendosi alla professione del suo interlocutore “Le vere confessioni sono quelle che si fanno a se stessi, ma anche in questi casi, anche quando si
ha bisogno di verità, non sempre si riesce ad essere del tutto sinceri. Tu, da qualche tempo, hai preso una decisione difficile, difficile e terribile ma, prima di attuarla, senti il bisogno di essere sincero con te stesso senza tuttavia riuscirci. Ecco il perché della mia visita. A volte, una presenza come la
mia, aiuta…”
L’attore rimase in silenzio, poi non potè che ammettere: “Sì, è così. Da qualche tempo sto meditando di…”
L’angelo lo interruppe: “Se ci mettessimo comodi?”
Si sedettero uno di fronte all’altro.
Nemo Alter si tolse gli occhiali e respirò profondamente: “Avevo vent’anni, vent’anni esatti quando presi atto che niente, dico niente, che riguardasse la mia esistenza, avrebbe potuto mai rendermi felice per il semplice motivo che niente, di essa, mi piaceva.
Niente era come avrei desiderato che fosse.
L’esistenza mi sembrava soltanto un’imposizione e vivere nient’altro che l’accettazione di se stessi.
Non ci è data nessuna scelta; possiamo forse decidere il nostro aspetto fisico? Il nostro nome?
Possiamo forse poter scegliere i nostri genitori? La nostra nazionalità?” A quel punto l’attore smise di parlare e, posati gli occhiali che ancora teneva in mano, si alzò. Poi prese a camminare per la stanza andando infine a fermarsi davanti alla porta finestra.
“… Non fraintendermi, non avrei voluto essere migliore di quel che ero; non più bello più ricco o
chissà cos’altro! No! Avrei voluto solamente essere diverso! Invece la sorte aveva scelto per me ed io, al pari del resto dell’umanità, non potevo far altro che convincermi che, tutto sommato, ero stato anche fortunato… Ma un giorno, quasi per caso, mi resi conto di una cosa incredibile e banale allo
stesso tempo. Mi accorsi di come chiunque, me compreso, recitasse. I miei genitori, i miei amici…
tutti recitavano, inconsapevolmente, ma recitavano. Io stesso non ero da meno! Non recitavo forse anch’io quotidianamente e continuamente? Certamente! Il mondo altro non era che un immenso
palcoscenico! Recitare recitare e recitare nessuno sfugge a quest’obbligo. Si recita quando si mente e quando si è sinceri. Si recita perfino quando si è soli con se stessi! Chi è dunque un attore? Un uomo in grado di recitare meglio degli altri? No! Dal momento che tutti recitiamo, un attore è
semplicemente chi sa essere più convincente degli altri! Il mondo, la nostra esistenza… soltanto apparenza!” Nemo Alter rise di gusto “Un attore! Ma quale altra professione avrebbe mai potuto darmi l’opportunità di essere oggi un re e domani un mendicante… Potevo diventare chiunque.
Avevo finalmente messo una maschera a me stesso. Ma che dico, mille maschere! E senza contare che tutto sarebbe stato perfetto; tutto predefinito, tutto concordato. Ogni volta la vita già scritta per
intero sul copione! La via di fuga da me stesso stava lì, attorno e dentro di me! Fu così che cominciai… Beh, fu tutt’ altro che facile ma io ero maledettamente convincente. Ero un bravo attore.
Divenni un grande attore. Cambiai il mio vero nome in Nemo Alter. Nessuno Altro. Avevo annullato me stesso per diventare, finalmente, qualcun altro”
L’angelo si alzò a sua volta.
“Ma mi accorgo adesso” confessò infine l’attore “che le cose non stanno esattamente così. Nemo Alter, nessun altro… in verità non si può essere nient’altro da ciò che si è…”
L’angelo gli fu accanto.
“Vuoi sempre porre in essere il tuo proposito?”
L’attore annuì in silenzio ed in silenzio uscirono sul terrazzo. Raggiunsero la balaustra.
“Forse la mia… confessione, come la chiami tu, ti sarà sembrata assurda, ma ti assicuro che corrisponde alla semplice verità”
“Niente affatto” rispose l’angelo “la verità è sempre semplice e assurda. Proprio per questo è inconfessabile.”
Si ritrovarono in piedi, sul cornicione.
“Da quassù si ha come l’impressione di stare a metà strada tra le luci della città e le stelle” disse
Nemo Alter “E’ un po’ come l’esistenza di un attore, a metà strada tra finzione e realtà”
“Hai cercato di fuggire da te stesso, ma interpretando mille personaggi ti sei smarrito”
“Sì, è così; ho creduto di vivere mille volte, ma la vita reale altro non è che una notte breve”
“Hai paura?” domandò l’angelo
“Certo” rispose l’attore “ma, in definitiva, è un po’ come entrare in scena. Ogni volta è come se fosse la prima volta. Ma è solo questione di un passo”
“Io sarò accanto a te” lo rassicurò l’angelo “Lo so. E’ curioso, non ho mai interpretato un angelo…” Poi chiuse gli occhi e, spalancate le braccia
a simulare due ali, si gettò.
Caddero insieme per un tempo che a Nemo Alter parve interminabile poi, giusto un attimo prima
di toccare il suolo, l’angelo lo afferrò prontamente per le spalle e, con vogorosi colpi d’ ala, si diresse verso le stelle finché scomparvero insieme nel cielo nero inchiostro di quella notte di fine estate.
All’alba una piccola folla di curiosi, praticamente un ultimo pubblico, si era radunata attorno a quel corpo senza vita coperto da un lenzuolo, tra l’andirivieni di comparse in divisa.
Nei giorni a seguire giornali e telegiornali non ebbero, come prima notizia, che la tragica fine di Nemo Alter. Personalità di spicco della cultura e dello spettacolo fecero a gara nell’esprimersi circa la grandezza dell’attore scomparso.
Qualcuno, curiosamente, parlò di angelo del palcoscenico.