Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “La Cicala Longeva” di Nikimena Ciarleglio (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

Cera una volta, non tanto tempo fa, una Cicala molto longeva, ella aveva una bella età, le cicale si sa che da adulte vivono una sola stagione ma questa cicala era speciale tanti anni aveva vissuto da adulta e aveva imparato tantissime cose, nessuno sapeva esattamente la sua età, ma lei continuava anno dopo anno a esistere e anche se sentiva a mala pena, i suoi occhi vivaci, li usava per leggere il labiale di chi andava a trovarla per un consiglio. La cicala viveva in un tronco cavo, di un enorme albero da frutta, con una porticina rotonda e stretta, chi avesse fatto una tana nel cuore di quell’enorme albero era un mistero ma grazie al calore la cicala non moriva, finché l’albero la proteggeva, era al sicuro e così si era guadagnata la fama di essere una buona consigliera, e moltissimi insetti e persino qualche uccello andavano dalla longeva Cicala a chiedere consigli, tutti dicevano che era magica, ella indovinava sempre ciò che accadeva e seppur terrorizzati da tali doti, gli insetti e gli amici alati volevano sapere quale fosse il loro futuro. Un giorno, una giovane mamma disperata per suo figlio, che era spericolato, lo portò dalla cicala per insegnargli i segreti della vita, la cosa più strana era che il giovane era una Cavalletta, che si sa di Cicale ne va Ghiotta, eppure né la mamma, né il pargoletto avevano pensato di mangiare la Cicala. Essa era troppo importante per la vita degli insetti e tutti sapevano che dovevano proteggere quel vecchio insetto perché poteva salvarli tutti, se ci fosse stato un pericolo. La Cicala accettò di buon grado di accogliere la cavalletta ribelle e la tenne con sé, così che poteva insegnargli che la vita è bella e va assolutamente vissuta e mai sprecata. La cicala si chiamava Rugiada, ma tutti la chiamavano Ruda, la Cavalletta si chiamava Jumpy, ed era da poco nato. Jumpy era sfacciato spesso anche maleducato ma Ruda sapeva come trattarlo e non gli imponeva nulla, non lo rimproverava, e Jumpy si sentiva strano, la sua mamma non era mai così tranquilla e si scocciava se lo vedeva saltare continuamente, rompere tutto e mangiare senza sosta fino a scoppiare. Ruda gli parlava soltanto, una volta gli chiese Jumpy, ” come mai, se sei così vecchia e inutile tutti ti portano dei regali e ti cercano nonostante per me, non sai far niente, neppure rimproverarmi?” Ruda tranquilla e sorridente gli disse ” hai ragione nel lavoro non servo a niente, perché son vecchia e non so più neanche cantare, mi resta solo una cosa per la quale tutti mi portano regali, vediamo se la sai indovinare?” il piccolo Jumpy penso e ripensò, ma non gli venne in mente niente, allora chiese di dirglielo apertamente che cosa fosse questa unica cosa che aveva, ma Ruda gli ripose ” lo devi capire da solo se osservi lo capisci e poi sarai libero di andare, inoltre magari questa cosa la potrai utilizzare per avere tanti regali come me.” Jumpy era curioso e cominciò a pensare e osservare, si ripromise di capire e imparare a chi non fa piacere ricevere un regalo? Allora si sforzava di osservare, quando la mamma venne per portare un regalo e salutare, vide il figlio tranquillo a pensare, si stupì e non capiva come mai era tranquillo. Si rallegrò con Ruda e la pregò di continuare, poi salutò e se ne andò.  Jumpy cominciava a interessarsi a quello che faceva Ruda, vedeva ogni giorno arrivare tanti insetti diversi e Ruda gli diceva cose che non erano ancora successe, ma come faceva a sapere tutte quelle cose, forse era quello il segreto che doveva scoprire, quindi oltre ad osservare, cominciò piano piano ad ascoltare e capire quello che succedeva. Un giorno andarono da Ruda due insetti nello stesso momento, uno era un ragno spaventoso, grosso e nero con le zampe forti e pelose. L’altro insetto era una formica, un operaio, entrambi arrivarono nello stesso istante e stavano litigando per chi doveva parlare prima con Ruda, lei tranquilla e sorridente gli disse di entrare entrambi insieme perché il loro destino era in comune, entrambi facevano sogni strani nei sogni c’era da un lato terreno vuoto, invernale, freddo e arido e dall’altro abbondanza di cibo, ma quando provavano a mangiare il cibo, il cibo si trasformava e li inseguiva per mangiarli, avvolte riuscivano a scappare solo se nel sogno arrivavano dove non c’era nulla nel terreno arido, e ad un tratto arrivava la primavera bellissima mentre il cibo nel terreno fertile si trasformava in liquido giallo e rosso. Il sogno era sempre uguale, se scappavano, si salvavano entrambi, se venivano mangiati, venivano mangiati entrambi, a giorni alterni.  Ruda ascoltò entrambi e con sommo stupore di Jumpy e degli stessi ragno e formica, era proprio lo stesso sogno ma Jumpy era stupito, perché prima di loro altri insetti erano andati con sogni simili, c’erano stati cavallette, mosche, moscerini, tutti avevano in comune abbondanza e povertà, tutti avevano in comune il liquido giallo e rosso. Cosa significavano quei sogni? Ma Ruda non era stupita, anzi era tranquilla e si vedeva che sapeva cosa voleva dire quel sogno. Quando i due ebbero finito Ruda gli disse, ” Tra poco ci sarà un periodo di grande abbondanza, è un periodo che ricorre tutti gli anni, gli umani lo chiamano vendemmia. Il vostro sogno vi avverte che vedrete molta abbondanza tu”, disse al Ragno “di Insetti da succhiare”, e “tu” disse alla formica “d’insetti morti e frutta, acini d’uva, ma anche di cose buone che non conosci, ecco, vi troverete nello stesso momento a decidere per l’abbondanza o per restare in disparte a lavorare. Se sceglierete l’abbondanza, morirete entrambi, se starete attenti e vi accontenterete correndo via da quest’abbondanza apparente, vivrete felici e troverete la compagnia di chi renderà per sempre la vostra vita una primavera. Ricordate però, il vostro destino è unito dal sogno e se sarete coraggiosi, riceverete il premio entrambi, se invece non lo sarete il destino vi farà comunque perire”. Jumpy pensava che fossero stupidaggini, ma i due insetti se ne andarono ringraziando e lasciando come al solito un regalo per Ruda. Dopo che se ne furono andati, Ruda disse a Jumpy di guardare in una strana ampolla che stava sul buco della tana, se la girava chiudeva la tana, d’Inverno faceva da porta, ma d’estate era sempre aperta e nessuno la notava. Ruda gli disse chiudila e guardaci dentro, Jumpy fece fatica a chiuderla perché era ancora piccolo, ma quando l’ebbe chiusa si spaventò moltissimo, sembrava tutto vicinissimo, Jumpy vedeva lontanissimo come se stava giù dall’albero in mezzo al vigneto che circondava l’albero. Jumpy chiese cosa fosse quella magia e Ruda gli rispose che non era magia era un sistema umano per guardare lontano e che lei l’aveva trovata e usata come porta e anche come riscaldamento in Inverno, poteva ruotarla a suo piacere per direzionarla e vedere tutto o usarla per avere calore dai raggi solari era potentissima. Jumpy cominciò ad ammirare Ruda dentro di se e cominciava ad essere sempre più gentile e affettuoso, Ruda gli insegnò ad usare la lente e egli le chiese perché era stata così gentile da fargliela usare, ella gli spiegò che doveva osservare il ragno e la formica che erano arrivati insieme e vedere da lì a breve cosa sarebbe successo a entrambi, gli mostrò dove guardare per vederli e lui li osservava ogni giorno. La formica era sempre a lavoro, era noiosa, trasportava cose, avanti e indietro, avvolte, dovevano sgombrare passaggi ostruiti, o smembrare insetti e cibo, ma niente d’interessante per il piccolo Jumpy. Il ragno invece faceva paura, intesseva reti e intrappolava insetti, poi li arrotolava nella tela e li succhiava con comodo, a Jumpy venivano i brividi con tutti quegli occhi di quell’enorme ragno nero, avvolte, aveva paura di guardarlo, pensando che magari lo vedeva anche da lontano. Tutto andò così per giorni, senza niente che riguardasse i sogni. Mentre Jumpy dormiva un giorno però, un terribile rumore lo svegliò. Jumpy chiese a Ruda “che succede?” E lei gli disse “guarda nella porta e segui il ragno e la formica”. Jumpy ubbidì, era diventato molto educato, non faceva più danni ed era gentile e garbato, andò alla porta e vide una cosa incredibile, c’erano esseri enormi, tutti colorati con occhi grandi e una bocca che poteva contenere anche 10 Grilli grandi. Jumpy urlò e scappo da Ruda, ma lei lo tranquillizzo, gli disse “tranquillo Grillo, non hai mai visto un uomo?” Il Grillo non ne aveva mai visto uno, la mamma gli aveva detto che esistevano, ma che erano cattivi e che se ne vedeva uno poteva morire anche solo col suo respiro. Ruda invece gli spiegò, l’uomo è un animale strano, pieno di inventiva e non di cattiveria, era così grande e spesso aveva paura di piccoli insetti, per quello, non col respiro, ma con veleno che spargon in giro uccidono ogni insetto che sta al loro cospetto. Ruda li conosceva bene, era come se di loro sapesse tutto. Ruda disse pure di non aver paura l’albero dove vivevano era alto e solo una volta all’anno ci salivano per il frutto, non era quello il periodo giusto e quindi gli umani non erano pericolosi per loro. Jumpy allora si fece coraggio e guardò incuriosito per vedere cosa accadeva, gli umani avevano grandi oggetti strani che camminavano su ruote per trasportare loro e le loro cose, gli umani erano diversi, alcuni più carini e delicati, altri più grossi emettevano suoni più forti e facevano lavori più pesanti. Ruda gli disse che erano donne e uomini, e gli insegnò a riconoscerli, Jumpy si era dimenticato di guardare dove fosse il ragno e la formica, e continuava a guardare gli umani che erano così strani, cominciò a capire che non uccidevano sempre per paura, vide insetti morire solo perché l’uomo stava camminando, non avevano tanti sensi sviluppati, erano goffi neppure saltavano, sembravano parecchio sconclusionati, ma avevano grandi zampe che senza volere potevano calpestare un insetto, avevano altre zampe per poter prendere cose comodamente, e in tutto avevano solo quattro zampe, ma solo due per camminare. Jumpy imparava a capire perché un insetto deve stare lontano da un umano, ma lasciavano cibo ovunque andavano, ogni tanto mangiavano e bevevano un liquido giallo e uno rosso, ma anche tantissima acqua. Jumpy allora pensando al liquido giallo e rosso, ricordò che doveva guardare cosa faceva il ragno e la formica, e li cercò con la lente. Intanto gli umani avevano raccolto tantissima uva, e orde d’insetti si tuffavano, attirati da tutto quel cibo, anche i ragni erano pronti, a catturare gli insetti, e tra loro c’era anche il ragno andato da Ruda con la formica, che invece stava in disparte a guardare. La formica non voleva andare a mangiare, ricordava il consiglio che Ruda gli aveva dato, gli uomini avevano finito dopo una giornata di prendere quasi tutta l’uva del campo e i ragni e gli insetti erano nei contenitori dell’uva senza accorgersi che li stavano portando via, il ragno era fregato, dei consigli di Ruda si era dimenticato? Invece ad un tratto guardò verso l’alto, e vide la formica su un rametto e si ricordò della profezia di Ruda, Jumpy prese paura pensò “mi guarda” poi capì che guardava la formica e mentre l’umano aveva messo il contenitore sul macchinario con le ruote, il Ragno spaventato cominciò a cercare di scappare, intanto la formica sopra un rametto dell’albero vide il ragno che chiedeva aiuto, ma la formica nulla poteva fare, pensò sono salva e scese dal ramo, vide un enorme pezzo di pane abbandonato e pensò questo è il compenso meritato per essermi salvato il pane era invitante e profumato, lei non lo aveva mai assaggiato, ma quando arrivò al pane e stava staccando un pezzo da portar via, un umano lo prese e lo mise in una busta di plastica portandosi via anche la formica. Jumpy era confuso, pensò ma come, aveva rinunciato eppure l’hanno catturato, allora tornò a guardare il Ragno che invece era sull’uva che stavano portando via insieme a tanti insetti, lo vide passare vicino al ramo di un grande albero, e vide che lui produsse un filo di tela che arrivò al ramo e riuscì a scappare saltando e arrampicandosi sul filo per arrivare sul ramo. La confusione era tanta, la formica che aveva rinunciato ora era imprigionata, il ragno che invece aveva dimenticato ed era andato a cercare insetti, era scampato. Chiese a Ruda di spiegare come mai era andata così, Ruda tranquilla gli disse di ricordare cosa ella avesse detto e lo pregò di ragionare, lei aveva detto che tutto quel periodo era pericoloso, aveva detto che dovevano capire e scappare se avessero trovato un’abbondanza legata alla vendemmia, questo la formica lo sapeva, ma pensando di essere al sicuro aveva dimenticato di star lontano dalle tentazioni di cose gustose e nuove, mentre il Ragno che aveva dimenticato, poi vedendo l’abbondanza si è pentito ed è scappato, questo lo ha salvato. Disse poi al piccolo Grillo, guarda il ramo e dimmi cosa vedi, Jumpy guardò e vide il ragno, anche la formica nella busta trasparente lo vide mentre veniva portata via, stava per passare proprio sotto il ramo dove il ragno si era salvato, era con un altro ragno e insieme tessevano una tela, molti insetti volanti ci finivano seguendo l’uomo che portava l’uva, e loro lavoravano, ma non mangiavano. La formica capì di aver sbagliato, e lo salutò disperata, ma il ragno voleva salvare la formica sfortunata e così si lanciò davanti all’umano che passava, era una donna e spaventata dalla vista improvvisa del grande ragno, lasciò cadere la busta aperta e la formica scappò in fretta. Poi il ragno tornò sul ramo a lavoro, con un compagno che lo aiutava e Jumpy non capiva, “ma come” disse a Ruda”, hai visto che è successo? Un ragno che salva una formica non si è mai visto”, e Ruda disse a Jumpy, “non hai ascoltato il sogno? Non hai visto che il ragno ha capito grazie alla formica che per lui era finita? Lei per prima l’ha salvato senza volere, senza coraggio e per questo la formica era stata punita, e nessun compagno ha trovato, poi ancora il ragno ha ricordato, che io ho detto che il loro destino era segnato e doveva essere coraggioso, ciò stava a significare che se il ragno non avesse salvato la formica, anche lui sarebbe finito male, il sogno era lo stesso come poteva finire in modo diverso?” Jumpy era davvero stupito, era andata davvero come lei aveva raccontato e lui se fosse stato il ragno non lo avrebbe capito, probabilmente se ne sarebbe fregato della formica e chissà cosa sarebbe accaduto. Jumpy andò da Ruda e gli disse “ho capito quello che fai, tu aiuti tutti, e lo fai, facendo capire solo a chi è interessato la cosa giusta da fare! Tu dici quello che è necessario per imparare ad ascoltare e a fare la cosa giusta, ma io non riesco a capire come fai!” tutto triste Jumpy abbassò le antenne, Ruda allora gli sorrise e gli disse il suo segreto, ” io Jumpy non sono nata così, io ero destinata ad essere una semplice Cicala, che tu avresti sicuramente voluto assaggiare, la mia fortuna o sfortuna è stata che qualcuno mi ha donato la facoltà di vivere e sviluppare le mie capacità naturali permettendomi di diventare quello che sono, in cambio non posso avere prole, perché le cicale muoiono dopo aver deposto le uova, ora la cosa importante nella vita è aiutare il tuo prossimo anche quando è cibo, se a chiedertelo è un essere superiore. Tu Jumpy hai molte qualità e se hai imparato la lezione invece di fare disastri saprai aiutare la mamma e tutti quelli che ami, e riceverai in cambio molti doni diversi da quelli che ricevo io, ma ugualmente belli e speciali. Ricorda però, il segreto è ascoltare e imparare a ragionare, questo tutti lo potrebbero fare, ma spesso dimentichiamo di farlo e preferiamo ignorare, essere egoisti e questo ci porta male. Jumpy tu sei pronto ad andare e ricorda sempre di ascoltare e capire ogni cosa”. Ruda mandò a chiamare la mamma di Jumpy e gli disse che suo figlio aveva imparato tutto, Jumpy pianse e abbracciò forte Ruda, prima di andare, dicendogli “ti voglio bene mamma Ruda” la mamma di Jumpy non era offesa, era contenta, perché anche lei era stata ad imparare da Ruda, e anche sua Madre e suo Padre, Ruda pur non avendo prole era la mamma di tanti insetti che avevano bisogno di quella vecchia cicala sorda e speciale che poteva aiutare col suo dono tanti altri. Gli anziani ci possono stupire per quello che sanno dire e fare, anche quando sembra che non siano utili per lavorare. Questa è la storia della cicala longeva che ancora vive nel tronco dell’albero in mezzo alla vigna d’uva! 

 

 

Loading

3 commenti »

  1. Questo è un racconto come quelli di una volta, utile ad insegnare piccole cose ai bambini divertendoli e facendoli sognare!

  2. bella l’idea, un racconto di certo educativo, ma permettimi di farti due critiche: essa, ella, prole…suonano veramente male secondo me e il carattere, artistico, ma manda insieme la vista!
    per il resto, complimenti!

  3. Grazie Silvia per il commento, ho inserito termini in disuso perchè volevo un racconto che rappresentasse uno stile classico, non moderno, so che questi termini nel nuovo vocabolario sono poco usati. Mi fa piacere che ti è piaciuto comunque. Grazie di nuovo.
    Nikimena

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.