Premio Racconti nella Rete 2014 “Il Re” di Mariangela Casulli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014” Corridoio o finestrino?” chiesi, e l’uomo abbozzò un sorriso.
Era alto, brizzolato, ben sbarbato. Pensai fosse affascinante. “Corridoio, così esco subito”, mi rispose.Aprii la sua carta d’identità e accanto alla fototessera, a coprire i suoi dati personali, c’era una carta francese, ingiallita dal tempo, raffigurante un jack di quadri.
La cosa mi sorprese un po’,così senza pensarci troppo, esordii:” Che strana coincidenza: è la seconda carta da gioco che mi capita tra le mani! Lo sa che proprio ieri ho trovato un otto di cuori piazzato lì, sul banco del check-in, in bella mostra. Un’amica mi ha detto che porta bene: secondo la numerologia pitagorica, l’otto rappresenta l’archetipo del Sovrano… chissà che non arrivi un bel re!”
Mi interruppi improvvisamente. Notai che l’uomo aveva incominciato a tamburellare le dita, in segno di impazienza. Provai un leggero imbarazzo, e così, allungandogli la carta d’imbarco, aggiunsi:” Volo 1829,Bologna/Parigi, uscita dodici. Arrivederci”.
“Grazie e arrivederci” mi rispose, e per un attimo ci guardammo diritto negli occhi. Poi si voltò, e io lo seguii con lo sguardo, finchè fu sparito.
Era un giorno ordinario come tanti altri, ma dal momento in cui lo vidi, mi portai dentro il suo viso finchè non tornai a casa. In quel periodo della mia vita mi sentivo molto sola, e fantasticavo su quanto mi accadeva, immaginando gli eventi ineluttabilmente legati tra di loro. Fu proprio così per questo incontro. Sa, per il mio lavoro devo visionare ogni giorno centinaia di documenti di identità e trovare in uno di questi una carta da gioco, mi sembrò al tempo stesso bizzarro e fatale. Un segno del destino. Mi convinsi perciò, che la mia vita e quella dell’uomo fossero unite in maniera inesorabile.
Così, il giorno dopo, una volta a lavoro, recuperai la lista passeggeri del volo 1829 per Parigi del giorno precedente, passai in rassegna centinaia di nomi, e alla fine, eccolo, il suo nome! Ho da sempre una buonissima memoria per i cognomi, e non ebbi difficoltà ad individuare quello che mi interessava.
Luigi Fabbri. Accanto trovai scritto solo in numero di cellulare, nessun altro recapito, né il nome di qualcuno da
contattare in caso di emergenza. Solo il numero di telefono e nient’altro.
Se allora avessi colto tanti piccoli segnali, a partire da questo, oggi sicuramente, non mi troverei qui. Ma allora, sa, ero davvero troppo ingenua, troppo coinvolta nelle mia fantasie per accorgermene, e così, senza pensarci più di tanto, appena ebbi la mia pausa pranzo, lo chiamai.
Dall’altro capo del telefono, sentii:” Pronto, chi parla?” .Il tono era severo e mi imbarazzai un po’.
“E’ il signor Fabbri?” chiesi timidamente, “Si, chi parla?” rispose lui con voce ansiosa, e poiché le parole mi vennero a mancare, per non trovarmi in quelle odiose pause di silenzio, dissi tutto d’un fiato,” Buongiorno, signor Fabbri. Sono l’impiegata del check-in. Ieri, si ricorda? Com’è andato il volo? “.
Non fu risposta, fui letteralmente sommersa da una valanga di parole.” Ma cosa vuole da me? Chi le ha dato questo numero? Come si è permessa a chiamarmi? Non c’è una legge sulla privacy, eh?? Questo numero lei lo deve cancellare subito, ha capito, subito!!!!”.
Riagganciò. Ne fui talmente mortificata, che ci mancò poco che scoppiassi in lacrime. Mi rimproveravo di avere agito in maniera così avventata e giustificavo completamente l’atteggiamento di Luigi Fabbri. Da donna insicura qual ero, in cuor mio, mi attribuivo la colpa dell’ennesimo fallimento con l’altro sesso, e non riuscivo a vedere oltre questo. Per questo motivo, sa, quando inaspettatamente mi inviò un sms di scuse, mi sentii al settimo cielo.
“Mi scuso per averla trattata così male, sono stato incredibilmente maleducato. Mi dica quando posso richiamarla, ci tengo tanto. Luigi”.
Fu come vedere un arcobaleno. Dalle nubi nere che si erano create tra di noi, finalmente filtrava un po’ di luce, e il mio umore cambiò di colpo. Ci sentimmo subito dopo, mi apparve gentile, simpatico, si scusò con me mille volte. Poi la proposta.” Ma perché non viene a trovarmi a Parigi? Non sarà un problema per lei trovare biglietti a poco prezzo. Che ne dice? Le piace l’idea?”.
Cosa potevo rispondergli, secondo Lei? Vede, Parigi è la mia città preferita. Un uomo affascinante mi chiedeva di condividere un week-end in una città magica, cosa potevo dirgli? Mio Dio se ci ripenso….Se solo avessi razionalizzato su quanto mi stava accadendo, se solo avessi riflettuto un po’….
Il mio “Siii!” fu elettrizzante. Il giorno dopo, lui era lì, agli arrivi dell’aereoporto Charles de Gaulle, e mi aspettava. Guardi, la cosa che notai subito, è che aveva un’aria trasandata, anche se era vestito molto bene. Aveva un aspetto stanco, come chi ha trascorso parecchie notti in bianco. Nascosi la mia delusione con un sorriso.
Luigi Fabbri mi salutò con due baci sulla guancia e per mezza giornata fu l’uomo più romantico, brillante e divertente che avessi mai incontrato. A cena mi lasciai andare e bevvi svariati bicchieri di vino. Anche Luigi Fabbri bevve parecchio, e ricordo che premuroso, continuava a riempire il mio calice tutte le volte che era vuoto.
Mi creda, ero talmente coinvolta da questo sconosciuto, da non desiderare altro che cedergli una volta fossimo stati soli.
Quando però arrivammo a casa,rimasi molto sorpresa. Era un monolocale, un’unica stanza, piccola, spoglia, con il letto ancora sfatto dalla mattina. Non era in disordine, ma aveva qualcosa di strano, un non so che di squallido, e al tempo stesso, di brutalmente essenziale. Una cosa mi colpì: sul comodino, a testata del letto, c’era un unico oggetto, una sorta di soprammobile o fermacarte, direi, raffigurante il re, sa, come quello degli scacchi, solo in scala un po’ più grande. Premeva su diverse ricevute di giocate al casinò, intravidi la scritta colorata del Casino Royale, e ad occhio e croce, credo fossero una decina. Lo fissai un po’,perché era l’unico oggetto della stanza, oltre alla sua valigia, che era ancora chiusa. Ebbi l’impressione che Luigi Fabbri si trovasse lì di passaggio, e questo mio pensiero divenne una convinzione quando, ad interrompere il flusso dei miei pensieri lo sentii dire: “Ti piace il mio nascondiglio?”. Sorrisi, sentendo queste parole, ma mi accorsi che sul suo volto si era dipinto un ghigno che non mi piacque affatto.” Da qui non uscirai più.” aggiunse.
Quello che disse dopo fu tremendo. La sua confessione fu un’intricata storia di vizio per il gioco, frequentazioni di casinò e prestiti richiesti a tassi d’usura. La testa mi girava, facevo fatica a credere a quanto stava raccontando. Mi sembrò, per un attimo, di perdere la cognizione del tempo e dello spazio, ricordo che le parole mi raggiungevano in maniera distaccata, come se le sentissi pronunciate nella sceneggiatura di un film…
Vostro Onore, forse ero alticcia per il vino bevuto a cena, ma posso dire con certezza di aver sentito pronunciare la frase:” L’ho uccisa”. E’ ancora lì, sa, nella mia testa e rimbomba con un’eco malvagia. Mi sentii gelare il sangue. Mi mancava il terreno sotto i piedi, indietreggiai e mi trovai seduta sul letto.”Uccisa…ma chi.. ma per…perché??”balbettai. Mi spiegò che la moglie aveva un’assicurazione sulla vita e a lui servivano soldi, tanti soldi. Poi aggiunse:” Sono fuggito dall’Italia.. per fare perdere le mie tracce… questo posto me l’hanno procurato gli strozzini, come il biglietto aereo del resto…ho dovuto lasciare il numero di cellulare in agenzia per non creare troppi sospetti…ma sai, il telefono è controllato sempre, giorno e notte, da loro.. ieri sono stato obbligato a risponderti.. se non l’avessi fatto sarebbero venuti qui, capisci? Non dovevi chiamarmi, cherie..Il tuo cellulare ha agganciato una cella telefonica di qui, e potrebbero scoprire dove sono.. e sai io non posso permetterlo.. Se la polizia inizierà a fare indagini, potrebbero arrivare a te.. e da te a me… La serata è stata meravigliosa… Adieu,cherie..”.Avanzò minaccioso e improvvisamente mi trovai le sue mani intorno al collo.
Si lanciò su di me, eravamo entrambi sul letto e iniziammo una lotta corpo a corpo. Era più forte di me, e per quanto cercassi, non riuscivo a liberarmi dal peso del suo corpo.
Avevo la sensazione che la mia gola fosse stretta in una morsa infernale, sentivo la vita scivolarmi via silenziosamente. Credo di essere stata sul punto di perdere i sensi, quando in questo mio disperato tentativo di difesa, con la mano destra urtai un oggetto che istintivamente afferrai. Con tutta la forza che mi era rimasta, colpii in testa Luigi Fabbri che cadde a terra svenuto.
Riuscii a liberarmi finalmente, mi sedetti sul letto, non avevo neanche la forza di piangere. Ero pietrificata dalla paura, ciò che notai è che stringevo nella mano quella sorta di fermacarte che avevo visto entrando. Spalancai la mano tremante e lo guardai. Il re mi aveva salvato la vita.
Chiedo giustizia, Vostro Onore. Quell’uomo lì, davanti a me, è un assassino due volte. Non ha solo ucciso sua moglie,ma anche me. La persona che ero prima, Vostro Onore, non esiste più. E’ morta. Non ho più sogni, non ho più aspettative d’amore, sono persino diffidente con le persone cui voglio bene. Forse un giorno potrò dimenticare.
Un giorno, forse. Oggi no.
Un racconto davvero bello e scritto molto bene. Complimenti!
grazie Alessandra,grazie mille.
Racconto interessante e vario, sembra un genero romantico, poi si trasforma in noir. Bella la narrazione in terza persona. Scacco al re!
grazie per il bel commento! ciao francesca
Racconto costruito bene. Complimenti.
grazie! ciao enrico 27
Bello, intrigante e pieno di colpi di scena. Ben scritto.
…mai con uno sconosciuto!
Confesso che però mi farebbe piacere
ricevere una telefonata da un’addetta alla reception… 🙂
Racconto classico, un po’ compresso per questioni di spazio,
con doppio riferimento a trame hitchcockiane.
Brava. A presto. M
grazie maurizio! fai riferimento ad Hitchcock, uno dei miei registi preferiti, non potevi farmi un complimento più bello!!! grazie mille.
D’accordo con te,
in cima alla lista di tutti i mei film preferiti
“La finestra sul cortile” e “La donna che visse due volte”,
capolavori!
Brava! Veloce la scrittura e interessante la trama.
ti ringrazio, flaminia! grazie.
Mi è davvero davvero piaciuto molto! 😀 😀 😀
Grazie miluzzi,troppo buona!
Molto bello, avvincente, ben scritto e sicuramente intrigante
Un’opera davvero interessante, complimenti