Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “L’odore dei ricordi” di Graziella Ladu

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

Eccole lì: donne nere che d’estate si godevano il fresco del mattino e d’inverno sfidavano qualunque tempo per andare dal medico; non avevano fondamentalmente niente di grave se non la noia da poter ingannare in quelle poche ore della giornata aspettando il loro turno di vedere lo stesso medico giorno dopo giorno, anno dopo anno. Il guaio era che a scrutare sotto i loro scialli e fazzoletti, notavi che anche il medico giorno dopo giorno e anno dopo anno vedeva sempre le solite facce e i soliti corpi. E dentro quell’ambulatorio con venti sedie e quaranta, cinquanta persone era un tripudio dei sensi. La vista afferrava quei volti affilati dalla noia quotidiana; ogni volto si sforzava di apparire malato, più malato perlomeno della persona che aveva di fianco; afferrava la povertà delle vesti, decorose ma dimesse e delle scarpe, nascoste sotto le sedie perché non si vedesse quanto erano vecchie e spesso rotte; afferrava, sia pure nella penombra della fioca illuminazione, i corpi di donne invecchiate precocemente, rinchiusi anzi rannicchiati su se stessi con le mani aride e screpolate a tenere i  fazzoletti ben incollati ai visi..

Il tatto serviva a rendersi conto di quanto quell’ambulatorio non veniva sicuramente e non solo manutento ma neanche pulito per bene: le porte appiccicose, i vetri sicuramente sporchi se non pioveva una pioggia pulita e spesso filati o rotti e tenuti insieme da nastro adesivo; le sedie, che per fortuna non potevano rovinare chissà quali abiti, perché altrimenti l’avrebbero fatto: sedie di legno scheggiate e stanche di stare a quattro zampe; erano lì da quando era un giovane medico il padre di quello che adesso era un n medico non più giovane.

Anche il naso non restava inoperoso: odori di cucina della notte prima rimasti impregnati negli abiti e nella pelle; odori di sudore mal lavato e di contro di pelli lavate con la saponetta palmolive; odore di scarpe lucidate e di naftalina; odori di bambini appena usciti dal bagnetto, odore di febbre e su tutto odore di medicine.

In quella piccola stanza che fungeva da ambulatorio si sentivano i sussurri delle persone che sommati l’uno all’altro creavano un brusio sordo e fastidioso, tant’è che il dottore di quando in quando usciva e intimava il silenzio e ti saresti aspettata che potesse avere anche una bacchetta con cui punire i più chiacchieroni. E quei sussurri immediatamente cessavano..ma   per poco perché c’era l’urgenza di raccontarsi le piccole storie del piccolo paese: ma hai saputo? No proprio lei! Però… anche il marito.. poveri figli… Quanta voglia di raccontare le disgrazie degli altri e in questo modo scordare la proprie, almeno per poche ore. Piccole storie raccontate scialle dentro scialle alla vicina con scambi di battute e raffreddori. Le lingue più cattive prendevano di mira chiunque restava sola con il medico per più di quei dieci minuti considerati bastevoli a fare diagnosi e cura..altrimenti c era per forza qualcosa…non tentassero di fare le furbe!

E il gusto …era quello dello sciroppo preso prima di andare dal medico o quello dolce del marsala preso dopo il rosso d’uovo, che fa sangue… o era il sapore acre della febbre o quello della fame dopo le lunghe ore passate ad aspettare il proprio turno.

E io, bambina, a volte passavo la mattina in quel piccolo mondo, e tutto  mi ritorna in mente ancora vivido e chiaro: ascoltavo parole, odori, sapori, immagini mentre aspettavo appoggiata sulle gambe stanche di mamma di entrare anch’io dal medico con lo stesso timore che ancora provo; allora per paura delle punture che immancabilmente arrivavano,  adesso per il timore che ti possa svelare che non sono immortale.

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5 commenti »

  1. Vero e addolcito dal suo tenero se pur realista finale.
    Grazie.
    In bocca al lupo!
    Emanuela

  2. Bellissima descrizione, pare di immergersi nel tuo racconto. Bello!

  3. grazie Emanuela e Francesca <3 <3

  4. Una descrizione splendida, fatta con tutti i sensi e con poesia. Coinvolge e emoziona. Complimenti.
    Silvia

  5. grazie silvia….. felice di averti emozionato..
    Graziella

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