Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “Il lampo negli occhi” di Gennaro Tello

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

Napoli – Tre anni prima.

Vincenzo Barrese è un insegnante di scuola elementare. E’ sposato con Anna, casalinga, di qualche anno più giovane di lui. Hanno un figlio di quasi 11 anni, Giuseppe. La famiglia vive nel quartiere Stella, in un appartamento modesto, ma dignitoso. Vincenzo coltiva la passione per gli scacchi e spesso gioca con i suoi amici in un circolo ricreativo. Da tempo, Vincenzo sta istruendo suo figlio al gioco che lui tanto ama. Giuseppe appare intuitivo, capace di apprendere rapidamente ed a volte sorprende il genitore per i progressi nel complesso gioco. Nelle domeniche assolate, Vincenzo porta Anna e Giuseppe al Parco di Capodimonte per un picnic all’aperto e si diverte a giocare con il figlio su una grande scacchiera di legno. Il ragazzino è sempre più capace di tenere testa al padre.

Una sera, Vincenzo rientra a casa affaticato e va a letto senza cenare. Anna non si preoccupa perché gli era già accaduto altre volte. All’alba, Anna ritrova Vincenzo senza vita, colpito da un malore durante la notte, del quale lei non si era accorta e probabilmente neanche lui.

Anna non ha parenti stretti ai quali chiedere un sostegno e va avanti come può, dedicandosi a lavori umili ed occasionali. Giuseppe è travolto dalla tragedia e si richiude sempre più in sé stesso. Sulla caratteristica scacchiera del padre, Giuseppe è imperterrito nel giocare e rigiocare le partite da solo, contro un avversario invisibile, alternandosi ai pezzi bianchi e neri. Durante la notte, il ragazzo legge avidamente i manuali di scacchi di Vincenzo.

Passa un anno. Anna è sempre più in difficoltà economica e deve accettare la corte di Salvatore, cugino di Vincenzo, invaghito di lei da tempo. Salvatore è un operaio comunale, supporta economicamente Anna e la convince ad una convivenza. A differenza di Vincenzo, Salvatore è manesco, irritabile e conduce una vita torbida in compagnia di soggetti poco raccomandabili.

E’ domenica ed è una mattina splendente. Salvatore conduce Giuseppe al Parco della Villa Comunale, vicino al mare. Il ragazzo porta con sé la grande scacchiera del padre perché spesso lì si radunano appassionati di scacchi pronti a sfidarsi in combattute partite. Giuseppe sta giocando. Bernardo Cascavilla, attempato ma ancora capace scacchista, osserva l’azione del ragazzino. L’uomo è un Maestro di scacchi e nel passato ha concorso per il titolo italiano. Bernardo guarda con attenzione l’evolversi della partita di Giuseppe, che vince senza fatica. L’uomo chiede al ragazzo il suo nome e lo prega di giocare con lui.

Mentre Salvatore è indaffarato a discutere con alcuni suoi compari, Giuseppe sfida Bernardo, senza sapere che il suo avversario è un grande giocatore. Bernardo non lesina le oneste riflessioni, ma Giuseppe riesce a reggere. Dopo poco, con una mossa di Regina, Giuseppe lascia perplesso ma compiaciuto Bernardo, che risponde con un arrocco. Giuseppe effettua subito la sua mossa, un sacrificio di un Cavallo, tanto imprevedibile quanto azzardato. Poi, alza il capo e fissa il proprio avversario. Il Maestro è colpito dallo sguardo di Giuseppe ma soprattutto dalla sua mossa. Si alza in piedi per guardare meglio la scacchiera. Compresa la trappola, il maestro rifiuta la furba offerta e si difende con un Alfiere. Tocca di nuovo a Giuseppe, ma il ragazzo interrompe improvvisamente la partita, corre da Salvatore e gli chiede di andare subito via. Nonostante le lamentele di Cascavilla, Salvatore recupera la scacchiera e si allontana con Giuseppe.

Bernardo va a cercare Antonio, suo amico e gestore del Circolo degli Scacchisti di Chiaia insieme a Filippo ed Anselmo, suoi amici. Bernardo gli racconta di aver conosciuto un ragazzino di nome Giuseppe giocare come un veterano e che occorreva rintracciarlo per reclutarlo al circolo. Le ricerche di Antonio e Bernardo saranno vane. Salvatore non porterà più Giuseppe alla Villa Comunale.

Passano altri mesi ed Anna è sempre più amareggiata dai comportamenti violenti di Salvatore, il quale la maltratta e la lascia indigente. Giuseppe è ormai tredicenne ed a volte prova a ribellarsi a Salvatore, ma l’uomo lo minaccia e lo zittisce sfidandolo a sostenere fino in fondo le proprie ragioni. Il ragazzo non ha la forza di affrontarlo e sfugge dall’impari confronto. Giuseppe inizia a marinare la scuola con frequenza, ma continua ad apprendere sempre più profondamente il gioco degli scacchi confrontandosi furiosamente con immaginari, ancorché famosi avversari.

Anna è molto infelice e si confida con Gina, una vicina di casa. Gina le consiglia di interessare un boss del quartiere Stella, Costantino Stabile, al fine di far allontanare da lei lo sgradito Salvatore e magari ottenere un aiuto per trovare un lavoro. La donna è perplessa ma decide di tentare, si acconcia a dovere e va da Stabile. Dopo aver pensato lungamente ed aver scrutato la donna da capo a piedi, il boss le propone un patto. Lui avrebbe pagato il suo convivente con 10.000 euro, come rimborso di quanto lui aveva investito su di lei. In cambio, la donna avrebbe dovuto iniziare a prostituirsi in un lussuoso bordello del Vomero, così da potergli restituire in breve tempo i soldi spesi per liquidare Salvatore. Inoltre, con la nuova professione, Anna avrebbe potuto guadagnare tutto ciò che le serviva per sostenere sé stessa ed il giovanissimo Giuseppe. Anna si volta e scappa via terrorizzata.

Il giorno dopo, però, dopo l’ennesimo pestaggio subito da Salvatore, con conseguenze anche per Giuseppe, la donna decide di tornare da Costantino per accettare il patto. Sapendo dell’onestà di Anna, il boss affida la donna ad un luogotenente, Pasquale. Il delinquente la porta in una stanza con un letto e le dice che è necessario testare la sua capacità di fare quel mestiere: deve fare sesso con lui, più volte. Mosso da apparente compassione, l’uomo aggiunge che poi garantirà per lei, evitandole più disgustose prove con altri uomini del clan. Egli ricorda ad Anna che suo marito Vincenzo era stato un buon insegnante per le sue figlie e che avrebbe mostrato grande rispetto verso di lei, ma il boss andava tranquillizzato. Suo malgrado, Anna cede.

Invece di andare a scuola, Giuseppe si reca al Parco di Capodimonte. Ricorda quando giocava con suo padre e resta spesso immobile, con lo sguardo fisso al cielo o verso l’orizzonte.

Bernardo sta giocando le qualificazioni per il titolo italiano di scacchi, Antonio è con lui. Bernardo è battuto ed anche stavolta non riuscirà ad arrivare alle finali per il titolo. Bernardo è sempre più debilitato da una malattia incurabile, che si aggrava. Poco prima di spirare, il Maestro chiede ad Antonio l’impegno di ritrovare quel ragazzino, Giuseppe, l’imberbe scacchista che due anni prima gli aveva mostrato una grande abilità e che, poco prima di interrompere inspiegabilmente la partita, aveva prodotto una dietro l’altra due mosse geniali, verosimile inizio di una combinazione vincente. Due mosse con “il lampo negli occhi”, dice Cascavilla. Secondo il Maestro, quel ragazzino ha talento ed un giorno potrà competere per il titolo italiano. L’amico promette al morente Bernardo di ritrovare il giovane scacchista.

Antonio è un impiegato delle Poste, è vedovo da tempo ed ha una figlia, la quattordicenne Lucia, che vive con la nonna materna, Carmela. Non avendo vita sentimentale, Antonio sfoga le sue pulsioni frequentando a volte il bordello del Vomero in cui si prostituisce Anna. La prima volta che vede la donna, Antonio è colpito dalla sua bellezza ma anche dalla sensazione di imbarazzo che lei gli suscita.

Antonio va altre volte al bordello per cercare Anna, ma lei è sempre assente. Quando riesce finalmente a trovarla, la donna gli rivela che lei si prostituisce lo stretto necessario per il proprio fabbisogno economico. Antonio le confessa che vorrebbe conoscerla meglio, fuori da quell’ambiente. Anna accetta l’invito perché l’uomo le appare simile a Vincenzo, sia per l’età che per i modi. Antonio insiste per accompagnarla a casa, Anna è d’accordo e va via con lui. Giunti al quartiere Stella, la donna lo invita a salire nel piccolo appartamento, per offrirgli del caffè in segno di ringraziamento. Sotto casa, aspetta seduto Giuseppe. La madre lo presenta ad Antonio affermando che il figlio pensa più agli scacchi che a studiare. A sentirne il nome, Antonio ha un’illuminazione e sussurra, tra sé e sé, che forse quel ragazzo poteva essere il talentuoso Giuseppe che Bernardo gli aveva chiesto di cercare. Mentre sorseggia la bevanda, Antonio chiede a Giuseppe di giocare una partita con lui, ma il ragazzo rifiuta. L’uomo lo interroga sull’incontro con Bernardo, ma Giuseppe abbassa gli occhi e va via.

Anna non vede più Salvatore da tempo. L’uomo è diventato una falange di un boss dei Quartieri Spagnoli, Carmine Fiorino, e si reca per conto del clan usuraio a minacciare gli insolventi ed a riscuotere i crediti.

Antonio incontra ancora Anna alla casa d’appuntamenti. Una volta appartati, l’uomo le rivela di essersi innamorato e di volerla portare via da quella brutta situazione. Tra le lacrime, Anna si sfoga con Antonio e gli confessa che non può svincolarsi dall’umiliazione della prostituzione perché deve ancora restituire i 10.000 euro al boss Stabile. E poi, lasciato il lupanare, non saprebbe più cosa fare. Dato che esercita raramente, Anna rivela che a malapena riesce a sopravvivere. La donna si mostra però orgogliosa di essere riuscita a regalare un computer a Giuseppe, per fargli coltivare meglio la sua esagerata passione per gli scacchi. Con il viso improvvisamente illuminato di gioia, Anna aggiunge che il figlio è un vero fenomeno e che il padre Vincenzo lo affermava in ogni momento. Ad Antonio brillano gli occhi dall’amore per Anna e dalla rinnovata convinzione che Giuseppe poteva davvero essere il genio segnalatogli da Cascavilla. Antonio propone alla donna di risolvere lui quel debito, così lei avrebbe potuto uscire dal giro e sarebbe stata libera di accasarsi con lui, a Chiaia, diventandone la compagna. Anna dice che ci penserà. Antonio la paga il doppio.

Il giorno successivo, vedendo il disagio in cui versa Giuseppe, che ha ormai lasciato la scuola e che appare sempre più solitario nello sfidare al computer giocatori di scacchi virtuali, Anna telefona ad Antonio e lo invita a casa sua. L’uomo corre da lei. Senza proferire parola, sull’uscio di casa di Anna, i due si baciano disperatamente.

Antonio torna a Chiaia e chiede a Filippo ed Anselmo di prestargli dei soldi, utili per svincolare l’amata Anna. Insieme ai propri risparmi, Antonio riesce a mettere insieme la somma ed il giorno dopo va con la donna dal boss Stabile. Il malvivente dice ai due che la cifra è lievitata del 100% per la sua intercessione verso Salvatore che, ricorda alla stupita Anna, è diventato anch’egli un malavitoso. Stabile dice ai due che egli dovrà anche risarcire la proprietaria del bordello, dato che essa non potrà più contare sulle prestazioni della donna. Antonio si infuria e protesta avvicinandosi al boss, ma Stabile reagisce con violenza e lo spinge via gettandolo al suolo. Poi, inflessibile, lo minaccia di morte e gli urla che servono altri 10.000 euro, subito.

Antonio ed Anna tornano a casa della donna, parlano tra loro della richiesta di Stabile e sprofondano nella disperazione. Nascosto, Giuseppe ascolta la conversazione. Prima di congedarsi, Antonio cerca il ragazzo e gli chiede di mostrargli la sua bravura nel gioco degli scacchi. Giuseppe acconsente, cogliendo di sorpresa l’uomo, che si aspettava l’ennesimo rifiuto. Mentre Anna li guarda, Antonio e Giuseppe giocano una partita. Giuseppe vince agilmente, prima dello scadere del tempo. Invece di rammaricarsi, Antonio esulta perché ha ritrovato il ragazzo che, insieme a Bernardo, aveva tanto cercato. L’uomo chiede a Giuseppe di poter giocare ancora con lui l’indomani. Il ragazzo guarda sua madre e poi accetta.

Antonio va subito da un suo conoscente, Osvaldo lo“spiccia facente”. Gli chiede come possa trovare 10.000 euro sull’unghia, senza burocrazia e subito. Osvaldo lo indirizza dagli usurai di Carmine Fiorino, sui Quartieri Spagnoli. Lì, avrebbe trovato i soldi, ma doveva stare attento a restituire il denaro per tempo perché sennò la somma sarebbe lievitata di molto. Antonio ottiene il prestito dagli uomini di Fiorino e corre da Costantino Stabile per riscattare Anna. Consegnato il denaro e ricevuti anche i sarcastici “auguri” del boss del quartiere Stella, l’uomo corre felice verso casa. Anna accoglie Antonio abbracciandolo. Il bacio tra i due è appassionato e liberatorio.

Insieme a Giuseppe, la donna si trasferisce nell’abitazione di Antonio, nel quartiere di Chiaia. L’improvviso trasloco dei due in casa del proprio genitore lascia sorpresa Lucia. Giuseppe è subito colpito dalla presenza della ragazzina e l’interesse pare simpaticamente ricambiato.

Antonio gioca spesso con Giuseppe, con l’obiettivo di allenarlo per farlo partecipare alle sfide del campionato nazionale giovanile di scacchi.  Quando però Antonio stressa l’allenamento, il ragazzo interrompe il gioco e fugge. Antonio parla di questo problema con Anna e la donna gli spiega che la fuga è una conseguenza delle violenze subite da Salvatore. Secondo la donna, Giuseppe non riesce a mantenere la tensione emotiva nella competizione perché è stato costretto tante volte a fuggire da Salvatore, che lo sfidava a viso aperto cercando il duro confronto, anche fisico.

Lucia ascolta i discorsi tra Anna ed Antonio, poi va in camera di Giuseppe. La ragazzina stimola il coetaneo a reagire ed a tentare di raggiungere i risultati che si propone, senza timore. Lucia si è diplomata con ottimi voti e presto frequenterà un liceo classico molto impegnativo. Spiega a Giuseppe che anche lei è cresciuta fin da piccola senza la madre e che questo l’ha rafforzata invece di indebolirla. Giuseppe ascolta e annuisce. Confessa alla coetanea, diventata ormai amica, che vorrebbe diventare un campione di scacchi ma che non riuscirà mai ad esserlo veramente perché lui si è sempre scontrato con giocatori immaginari o virtuali. La presenza di un avversario in carne ed ossa lo angoscia e spesso non gli consente di portare a termine la partita.

Lucia inventa uno stratagemma. Si metterà lei davanti a Giuseppe e risponderà alle mosse del ragazzo con quelle suggerite dal computer. L’idea funziona ed Antonio non può che compiacersi dei grandi progressi che Giuseppe compie, giorno dopo giorno, anche nel reggere il confronto “fisico” con lui nei duri allenamenti. Sempre più frequentemente, il ragazzo mostra all’uomo quegli spunti di genio che avevano tanto colpito il maestro Cascavilla. Le strategie messe in opera da Giuseppe appaiono spesso azzardate ma il più delle volte conducono a brillanti e sorprendenti situazioni di superiorità, quindi alla vittoria.

Antonio confessa ad Anna che deve trovare il modo di restituire i soldi agli uomini di Fiorino. Attraverso alcune vendite di beni mobili, regalatigli dai suoi amici Filippo ed Anselmo, è riuscito a racimolare 3.000 euro ma non sa come recuperare il resto. Anna gli dice che cercherà un lavoro onesto. Anche Antonio le giura che proverà a trovare un’attività aggiuntiva per incrementare i risparmi.

Giuseppe frequenta il Circolo degli Scacchisti a Chiaia e sbaraglia tutti. Battendo anche gli adulti, sotto gli occhi entusiasti di Anselmo, Filippo ed Antonio, il giovane Giuseppe diventa campione sociale dell’associazione.

Antonio si interessa con la Federazione Scacchistica Italiana per proporre Giuseppe al torneo che incoronerà il campione nazionale della categoria giovanile under 14. Dopo un’attenta analisi del caso, la segretaria della Federazione dice all’uomo che Giuseppe non può partecipare al torneo perché non è in regola con l’iscrizione. Solo chi ha aderito alla Federazione Scacchistica da oltre un anno, conseguendo un punteggio valutativo di almeno 1000 punti, può accedere alle selezioni.

Antonio è avvilito. Torna mestamente a casa ed avverte Giuseppe, Lucia ed Anna che per la sfida al titolo italiano di categoria il ragazzo dovrà attendere il prossimo anno. Lucia non si rassegna e su Internet rinviene un’importante notizia: per partecipare al Campionato Europeo giovanile di Scacchi non è necessario assolvere ad alcun obbligo. Basta iscriversi e superare la selezione nazionale, ma bisogna far presto perché il termine per le candidature sta per scadere. La ragazzina informa gli altri della sua scoperta ma si scontra subito con le perplessità di Antonio. Per l’uomo, gli Europei sono un ostacolo troppo alto per un esordiente come Giuseppe. Anna guarda il figlio e gli chiede se se la sente. Giuseppe si volge verso la compiaciuta Lucia e poi le dice di sì.

Il giorno dopo, Antonio ed Anna si precipitano in Federazione per sottoscrivere l’iscrizione di Giuseppe al torneo continentale. Nonostante le perplessità della segretaria della Federazione, Giuseppe è ammesso d’ufficio alla selezione nazionale di Roma, in cui saranno scelti i dodici partecipanti che l’Italia potrà iscrivere alla competizione europea under 14 di Scacchi.

La famiglia allargata di Antonio ed Anna va nella capitale per le gare. Giuseppe passa brillantemente i primi due turni, ma alla terza gara trova molte difficoltà. Il perugino Roggi è in vantaggio ma la risposta di Giuseppe, con la Regina, fa alzare un brusio in sala. E’ una mossa imprevista ed alcuni presenti si guardano meravigliati. Anche l’avversario di Giuseppe è sorpreso e pensa 18 minuti prima di rispondere. L’attacco geniale di Giuseppe è però inesorabile, Roggi perde una Torre ed è costretto ad abbandonare per inferiorità manifesta.

Manca ancora un ostacolo: il quotato triestino Collina. Giuseppe trova subito il bandolo della matassa ed è in vantaggio tattico, ma l’avversario è solido e preparato. Durante il centro partita, il vantaggio degli spazi passa nelle mani del giocatore friulano. All’improvviso, Giuseppe si alza e si allontana dalla scacchiera. Collina non capisce e lo guarda esterrefatto. Antonio e Lucia notano subito l’anomalia ed invitano con le braccia Giuseppe a tornare al suo posto. Il ragazzo pare vincere la propria paura, torna alla sedia e detta le sue mosse con furiosa decisione fino a far crollare l’avversario. Giuseppe Barrese è ammesso ai Campionati Europei giovanili di Scacchi per la categoria under 14.

Sui Quartieri Spagnoli, Salvatore ascolta gli altri malavitosi vicini a lui. Parlano di Antonio e del suo ritardo nel restituire il prestito. Uno di loro, rivolgendosi a Salvatore, gli chiede perché non ci pensa lui ad avvisare “come si deve” l’insolvente impiegato delle Poste, dato che gli ha anche rubato la donna. Salvatore si infuria con il provocatore ma viene trattenuto dagli altri compari. Urla che se non fosse stato per il rispetto dovuto a Costantino Stabile, mai e poi mai avrebbe lasciato la casa di Anna ed il suo rapporto con lei.

Salvatore, comunque, accetta la sfida e la sera stessa si apposta in un vicolo di Chiaia per intercettare Antonio. Appena l’uomo è vicino a lui, il delinquente esce allo scoperto e lo trascina al buio. Dopo avergli intimato di darsi da fare per restituire rapidamente i soldi, Salvatore colpisce duramente Antonio allo stomaco. L’impiegato, però, non era solo. Dietro di lui seguono a pochi metri anche Lucia e Giuseppe. I due ragazzi assistono alla scena e sentono tutto.

Giuseppe esclama il nome dello zio e fa per scagliarsi contro di lui quando quest’ultimo lo ferma brutalmente e gli urla con tutte le sue forze che, se non si difenderà, lo schiaccerà come uno scarafaggio. Davanti all’impietrita Lucia, Giuseppe fa alcuni passi indietro, si schiena al muro e si accovaccia impaurito. Data la distrazione di Salvatore, avendo anche compreso che era lui il carnefice di Anna, Antonio si lancia sul malvivente e lo colpisce ripetutamente al viso. Da poco lontano, due complici di Salvatore vedono il compare in difficoltà ed intervengono punendo Antonio con una scarica di colpi. Dopo il pestaggio, Lucia corre al Circolo Scacchistico e chiede l’aiuto di Anselmo e Filippo per riportare il padre a casa. Sull’uscio di casa, li accoglie Anna. La donna è sconvolta ma presta subito le prime cure ad Antonio, maledicendo il giorno in cui permise a Salvatore di entrare nella sua vita.

Il torneo europeo è alle porte. Antonio deve trovare il denaro per pagare la trasferta di Giuseppe e degli altri componenti della famiglia. Date le oggettive difficoltà economiche, di nascosto, Anna torna nel suo quartiere d’origine e si reca nuovamente da Costantino Stabile. La donna supplica il boss di concederle un altro prestito, ma stavolta senza compromessi. Stabile la scaccia dicendo che ha perso già molto del suo tempo con lei. In strada, Anna è raggiunta da Pasquale, il luogotenente del boss. L’uomo le consegna un mazzo di banconote arrotolate e le sussurra che non doveva preoccuparsi di restituirle perché quello era il prezzo che lui doveva ancora pagare per le prestazioni ottenute da lei tempo addietro. Anna è commossa, comprende la scusa inventata da Pasquale, non riesce a ringraziarlo ma annuisce e prova a sorridere, seppur amaramente. La sera stessa, Anna rivela all’ancora tumefatto Antonio di aver da tempo messo da parte circa 1.000 euro, con l’idea di usarli solo per eventuali emergenze. Li mette a disposizione per la trasferta in Austria, dove il figlio parteciperà al torneo europeo giovanile di scacchi.

A Vienna, il campionato è iniziato ed a Giuseppe è subito toccato un avversario ostico, il bielorusso Kondratjev. Per Giuseppe è dura, ma il ragazzo dell’est soccombe per il tempo, scaduto perché non riesce a trovare soluzioni efficaci alle complesse strategie dell’italiano. Nei turni seguenti, Giuseppe batte anche lo spagnolo Rodriguez ed il tedesco Bossel. Nella quarta partita, tra l’entusiasmo di Lucia, Anna ed Antonio, con una geniale combinazione Giuseppe sbaraglia il norvegese Torgesson. Gli addetti ai lavori, italiani ed esteri, iniziano ad interessarsi sempre di più allo sconosciuto giovane scacchista, ormai giunto agli ottavi di finale e quindi già consacrato tra i 16 migliori tredicenni d’Europa. Antonio viene informato da alcuni presenti che, oltre alla coppa, per i primi quattro classificati sono previsti anche premi in denaro. L’uomo è piacevolmente sorpreso e dice ad Anna che forse si potrà rientrare dalle spese sostenute per la trasferta a Vienna.

E’ il giorno conclusivo del torneo. Tocca al croato Dragicevic ostacolare la corsa al titolo di Giuseppe. Il giovane slavo è freddo e sa giocare. All’inizio, Giuseppe è in difficoltà ma reagisce. Riesce a portare le Torri in settima traversa e coglie una difficilissima vittoria nel finale di partita, dopo una gara molto equilibrata e tattica. Nel vedere i continui successi di suo figlio, Anna ha un flashback e ricorda quel che le diceva spesso Vincenzo: loro figlio sarebbe diventato un grande giocatore di scacchi.

Mancano tre partite al titolo. A sbarrare la strada a Giuseppe, arriva un altro italiano, il bolognese Roversi. Il ragazzo napoletano sbaraglia il coetaneo con una fulminante combinazione di mosse già in apertura di partita. La perdita ineluttabile dell’Alfiere costringe Roversi a cedere anzitempo le armi. Anna non sta più nella pelle ed Antonio ha un flashback di Cascavilla, il quale gli dice che quel ragazzo ha “il lampo negli occhi” e non può fallire.

Giuseppe sta per sfidare Voronin, il fenomeno russo. La partita si mette subito male per il giovanissimo italiano. L’apertura dell’avversario stringe al collo la struttura dei pezzi bianchi di Giuseppe. Nel centro partita, però, il funambolico Voronin commette un clamoroso ed imprevisto errore mettendo a repentaglio una Torre. Giuseppe ne approfitta con sagacia portando a casa un’ormai insperata vittoria. Ci vuole anche fortuna, a volte, dice Antonio a Lucia.

E’ finale. Dall’altra parte, con i bianchi c’è il serbo Pesic. Giuseppe risponde alla prima mossa del biondo slavo con un’apertura “siciliana” e la partita resta equilibrata per un po’. Durante il centro partita, grazie ad una combinazione con gli Alfieri protagonisti, Pesic prende il vantaggio di un Pedone. Giuseppe è in difficoltà. Dopo aver pensato ben 22 minuti prima di rispondere all’ennesimo attacco del serbo, lo scacchista italiano si alza e si dirige verso l’uscita della sala. I giudici pensano ad un malessere e fanno inseguire Giuseppe da un commesso. Il ragazzo viene raggiunto, tranquillizzato e convinto a ritornare verso la propria sedia. Giuseppe si accomoda ma resta immobile, senza produrre la propria mossa. Al preoccupato Antonio non resta che agitare ancora una volta le braccia per smuovere il ragazzo, ma lui rimane a fissare la scacchiera mentre il tempo scorre. Il mostro gli è tornato dentro.

Sono state effettuate solo 24 mosse ed a Giuseppe restano solo 8 minuti per ideare e realizzare le altre 16 prima del rinnovo del tempo. Senza convinzione, Giuseppe muove un Cavallo ma Pesic reagisce subito con uno scacco al Re Nero. Per il serbo, è l’inizio della combinazione vincente. Smarrito, Giuseppe è inerme. Capisce che per lui è finita e lascia cadere la bandierina dell’orologio perdendo la partita senza più muovere alcun altro pezzo. Il clan serbo esulta. Anna, Antonio e Lucia sono invece costernati.

Quando Giuseppe sta per uscire dal recinto, la delegazione italiana, con Roversi in testa, conquistata dalla bravura del ragazzo venuto dal nulla, gli va incontro e lo applaude con fragore. Insieme a molti altri, il clan italiano circonda l’eroico sconfitto e lo festeggia, rendendogli esplicito il riconoscimento del merito di essere arrivato da perfetto sconosciuto ad un risultato comunque straordinario. Giuseppe va ad abbracciare la madre, poi Lucia ed infine il soddisfatto Antonio. L’uomo sussurra al ragazzo che la visione di Bernardo Cascavilla poteva considerarsi comunque realizzata nel migliore dei modi. Anche non vincendo il torneo europeo, Giuseppe aveva dimostrato di essere diventato un vero scacchista ed il migliore dei suoi coetanei italiani. La bella coppa per il secondo posto è accompagnata dal premio in denaro di 10.000 euro. Antonio e Lucia restano a bocca aperta e poi esultano, Giuseppe è stremato ma sorride contento abbracciando la madre. Anna gli ricorda che parte del suo eccezionale risultato è da attribuire al padre, Vincenzo, che in lui aveva sempre creduto.

Al ritorno in Italia, Giuseppe guarda la voluminosa coppa conquistata agli Europei e la grande scacchiera di Vincenzo, ad essa appoggiata. Chiama a sé la madre e le chiede di consegnargli i soldi del premio guadagnato agli Europei. Anna non è d’accordo ma cede alle insistenze del figlio. Anna chiede ancora una volta a Giuseppe cosa egli abbia intenzione di fare. Il figlio non le risponde, mette i soldi in un piccolo zaino scolastico ed esce dall’abitazione.

Giuseppe si dirige ai Quartieri Spagnoli, verso l’appartamento di Salvatore, che aveva avuto modo di visitare tanto tempo fa, quando lui era il compagno di sua madre. Sale le scale e bussa alla porta. Salvatore apre e vedendo il nipote lo prende subito per il collo. Dopo averlo tirato all’interno dell’abitazione, l’uomo chiede urlando il motivo del suo arrivo. Il ragazzo si ricompone, si siede ed invita il malvivente a fare altrettanto. Salvatore è perplesso, ma si accomoda. Giuseppe prende dallo zainetto i 10.000 euro e li mette sul tavolo aggiungendo che era quanto Antonio doveva al suo clan. Salvatore ride ed irride il ragazzo affermando di non poter accettare soldi falsi. Giuseppe si alza infervorato e gli risponde che quei soldi sono buoni e che lui li deve prendere. Salvatore si fa serio e dice a Giuseppe che ne mancano altri 5.000, gli interessi. Giuseppe gli risponde ironicamente che quei 5.000 euro non li ha ma che dovrebbe aggiungerli proprio lo zio, come risarcimento delle ferite inferte a lui ed alla madre. Giuseppe aggiunge di aver scritto una denuncia che alcuni suoi amici porteranno poco dopo alla Polizia se non dovessero ricevere da lui ordini diversi. Nella dichiarazione, continua Giuseppe, sono descritte tutte le violenze che Salvatore aveva prodotto per tanti mesi alla sua famiglia.

L’uomo si scaglia contro il nipote colpendolo al viso ed esternando a muso duro la solita sfida di sempre. Stavolta, però, Giuseppe è deciso a vincere la sua angosciante paura ed allontana da sé Salvatore con tutta la propria forza di giovane uomo. Il delinquente è sorpreso dalla reazione del ragazzo, perde l’equilibrio e sbatte pesantemente contro un mobile restando stordito e ferito alla testa. Tra l’irato e l’impaurito, Salvatore urla al ragazzo di andare via e di non farsi vedere mai più, insieme a sua madre e ad Antonio.

Con il labbro insanguinato, Giuseppe scende le scale e trova in fondo ad esse Anna, che lo aveva seguito. In silenzio, i due si avvinghiano per lungo tempo e poi vanno via mano nella mano verso Antonio e Lucia, che li aspettano alla fine del vicolo.

 

(I nomi indicati sono tutti di fantasia)

 

 

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