Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “Una mamma invadente” di Carla Abenante

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

Dalla finestra della camera da letto filtra un sole accecante, Giovanni sente il suono del campanello della porta d’ingresso, si guarda intorno, sbircia la sveglia e vede che sono già le ore 13.00, si alza va ad aprire la porta e trafelata entra la madre, Ginevra, professoressa di italiano in un istituto tecnico :
” Giovanni eri ancora a letto? ma sei sempre il solito pigrone, a quest’ora io ho già insegnato per 4 ore, che giornataccia, ho interrogato e solo 5 ragazzi avevano studiato, e tu sei ancora così, in pigiama!”
Giovanni guarda stupito la madre, non era previsto il suo arrivo e:
“Mamma, cosa farfugli senza sapere, uffà, ho la febbre a 38°! cavolo non fare la prof. anche con me, e… come mai sei qui?”.
Ginevra, a sentire che il suo bel figliolo sta male, s’intenerisce e cuore di mamma prevalgono, in fondo è il suo bambino che sta male, si ha trent’anni ma per lei è sempre il suo piccolo e pensa che lui ora ha bisogno di lei, lo abbraccia, gli da un bacio e inizia ad accarezzargli il viso:
“Piccolo mio, la febbre! meno male che sono passata qui da te, ma come mai non mi hai chiamato subito sarei corsa a curarti, sarei venuta prima di andare a scuola, hai preso il medicinale?, hai chiamato il dottore?, adesso ci pensa la tua mamma”…sembra morsa da una tarantola per quanto si è agitata, va avanti e indietro dalla cucina alla camera da letto.
Giovanni seccato la segue:
“Mamma smettila, non ho 10 anni, non ti ho detto niente, non volevo che piombassi qui, e invece caso ha voluto che ora tu sia qui, ed ecco che devo sentire sciocchezze, che domande! certo che ho chiamato il dottore, ho trent’anni, non sono mica un bambino, lavoro e mi mantengo da solo, e, ti vorrei ricordare che sono andato via di casa perchè tutti i parenti e gli amici mi chiamavano bamboccione, grazie a te che mi hai sempre descritto come un pigrone!e hai fatto sempre capire agli altri che tutte le mie azioni me le suggerivi tu” e seccato ancora di più: “ecco io non sono ne pigro e tantomeno bamboccione, so quello che faccio, adesso mi stai trattando da vero bamboccione!!! oh! forza mamma fattene una ragione sono cresciuto e so autogestirmi ok!”
Giovanni è un trentenne, architetto di grande fama, che fino a qualche mese fa abitava con i genitori, poi stufo delle continue litigate con la madre che lo riteneva e lo trattava come un bambino piccolo, aveva deciso di andare a vivere da solo, così aveva trovato un bilocale carino nel centro della città, lo aveva arredato con gusto da architetto, e aveva cominciato la sua vita da solo, oddio, proprio da solo no, con lui convive la sua ragazza Gloria, architetto , anzi lei per lo più è arredatrice e vetrinista quotata, la richiedono da tutte le parti d’Italia e degli Stati Uniti, infatti spesso è a New York e lascia Giovanni da solo, proprio come adesso.
“Giovanni, amore della mamma, scusami, ma per me tu sei il mio bambino, tu e tua sorella siete i miei tesori. Ho capito hai chiamato il medico, hai preso le medicine, ma adesso tu te ne vai a letto e la tua mamma ti prepara un bel pranzetto, tutte quelle pietanze che ti piacciono tanto, chiamo papà, gli dico che rimango da te così lui provvede al suo pranzo!”
“Mammaaaa! dai, ma lasci solo papà, anche lui è stanco, sicuramente avrà avuto un bel da fare in tribunale, quante cause aveva oggi?!”
“Non lo so, sai come è tuo padre rispetta il segreto professionale, lui da giudice mica può sbandierare tutte le cause….e poi…lo sai non mi interessa sapere i fatti della gente che non conosco!. Tuo padre sta bene e può arrangiarsi per un giorno, magari non torna neanche per il pranzo, lo sai no?! molte volte è trattenuto in tribunale oltre le 15.00 e allora di cosa ti preoccupi, mi vuoi mandare via?!”
“Ma no mamma, non voglio discutere, già sto male di mio, ho un gran mal di testa!, ho capito fai come vuoi, io vado a letto”
Giovanni si arrende alla presenza della madre, sa come è cocciuta e poi sa che ora per lei lui è il suo bambino malato e niente le farebbe cambiare idea, deve prendersi cura del suo piccolo!
“Ok io vado in cucina”
Giovanni, seccato ma nello stesso tempo compiaciuto dell’amore materno, va nella camera da letto, si infila sotto le lenzuola, chiude gli occhi, si addormenta.
Ginevra comincia a cucinare, poi pensa:
“Chiamo il dottore, voglio sapere di che malattia si tratta, e come curare Giovanni, se lo chiedo a Giovanni mi risponde male!”
va nella stanza adibita a studio e cerca il telefono, lo vede appoggiato sulla scrivania, prende la cornetta e telefona…..dopo pochi squilli il dottore risponde:
“Pronto chi è”
“Pronto dottore Nabe? sono la mamma di Giovanni che ha visitato qualche ora fa, mi può dire che malattia ha mio figlio e come devo curarlo?”
Il dottore con voce seccata:
“Buongiorno signora professoressa, suo figlio sa bene come curarsi glielo ho spiegato stamani”
“Si lo so, ma mio figlio non mi dice niente, dottore non è che si è ammalato perchè non porta la maglietta della salute”
il dottore ride fragorosamente alle insistenze della madre e alle sue fisime:
” AH AH! ma signora prof. suo figlio ha trent’anni saprà se ha freddo o caldo, siamo ad aprile, comunque non si preoccupi è una banale influenza e con un poco di riposo a letto e l’antipiretico dovrebbe passare in fretta, arrivederci signora prof.”
Ginevra si tranquillizza, anche se si innervosisce per l’ironia del medico,
“Grazie dottore buongiorno” pensa: “Questo medico è antipatico, insomma si mio figlio è grande, ma io sono sempre la sua mamma!”
Innervosita Ginevra va a vedere come sta il figlio, lo guarda e vede che si è addormentato, ritorna in cucina e comincia a tagliare le verdure per il brodo.
Squilla il telefono, Giovanni si sveglia, il mal di testa non gli è ancora passato, sta per prendere la cornetta del telefono quando non sente più gli squilli, ma inizia a sentire la voce della mamma che ha alzato e indurito il tono della voce:
“Pronto, ah brava sei tu! finalmente ti sei degnata di telefonare! ma che fidanzata sei?! Giovanni sta male e lo lasci da solo, in fondo la tua è una libera professione e quando vuoi puoi anche non andare al lavoro!! oggi ti potevi occupare del tuo amore o devo dubitare che non lo ami?”
Giovanni come una saetta si precipita giù dal letto, aveva dimenticato la presenza della mamma in casa, corre nello studio, ha capito che sua madre sta litigando con Gloria :
“Mamma, non ti intromettere, sono stato io a dire a Gloria di andare al lavoro, insomma! non sai niente e parli?! queste sono questioni mie e di Gloria, capito? stanne fuoriiii!”
e afferra la cornetta del telefono:
“Gloria, scusa per l’invadenza di mia mamma, sto bene la febbre sta scendendo, quando sei andata via stamane avevo 40°, ora 38°, non ti preoccupare, stai lì a New York io me la cavo…e poi hai sentito per oggi c’è mia mamma”
Gloria, conoscendo la suocera, non aveva dato peso alle sue parole ma le aveva risposto per le rime:
“Giovanni, non ti preoccupare conosco tua madre, poi sai che so difendermi dai suoi attacchi. Sicuro di stare bene, devo ritornare a casa? per fare un dispetto a tua madre tornerei stasera così sarebbe costretta ad andarsene a casa!”
“No Gloria finisci il tuo lavoro, vuole curarmi e lasciamola fare altrimenti si urta ancora di più”
” Va bene! Riposati amore, allora io farò il possibile per finire in fretta e così potrò ritornare per domani sera. Un bacio ciao amore mio!”
“Ciao amore un bacio anche a te!”
Giovanni, livido di rabbia si gira verso la madre e:
“Mamma, ma devi sempre fare storie con Gloria? devi accettare il suo lavoro, e soprattutto devi volerle bene è la mia ragazza ok?
“Certo che le voglio bene, ma quando vedo che ti lascia solo ci rimango male! io con tuo padre non l’ho fatto mai quando stava male! e poi Giovanni se avrete dei bambini……non oso pensare!”
“Ecco! brava mamma fai sempre i paragoni con te, tu non sei Gloria e viceversa, e ti faccio presente che alcune decisioni le prendiamo insieme e poi non pensare, ci vuole tempo prima che arrivino dei bambini e quando sarà ci regoleremo di conseguenza!”
“Va bene, va bene ma io sono tua madre e certe cose devo dirle…..! pace dai! ”
“Pace! anzi tregua, non sto bene e …non ho voglia di discutere!”
Giovanni poi ricorda che sua madre non gli ha detto più il motivo per cui era arrivata trafelata a casa sua e così glielo chiede:
“Mamma ora mi dici per quale motivo sei passata qui da me? non me lo hai più detto! sei venuta a controllarmi?”
“Ma certo che no, io ero passata per dirti che una mia collega vuole un progetto per la sua casa al mare e volevo parlartene”
“Mamma!!! la verità su!”
“E va bene stamani ho litigato con tuo padre e non voglio tornare a casa, lui mi lascia sempre sola, tu sei andato via di casa, tua sorella studia a Londra e io dopo il lavoro mi sento sola e visto che un marito ancora ce l’ho voglio che sia più presente, voglio andare a teatro, al cinema insieme da coppia, invece è sempre stanco, ha sempre la testa fra le nuvole, penso proprio che abbia un’amante! ecco ora te l’ho detto”
“Ma chi? papà un’amante, ma ti sei bevuta il cervello? sei gelosa a 55 anni? Ma dai, mamma, papà non ha mai amato la vita mondana e la sera preferisce stare in casa!”
“Questo è vero ma da qualche tempo dice di rimanere in tribunale fino alle 18.00, a che fare se le udienze sono fino alle 15.00? poi si profuma, si veste sempre elegante, il sospetto, che è quasi una certezza”, ….fa una pausa come se la mente la stesse portando altrove e…continua…” allora posso rimanere a dormire da te stanotte?”
“Non se ne parla nemmeno, tu vai a casa e ti chiarisci con papà, non serve a nulla fuggire, che fai mi hai insegnato che i problemi si affrontano e poi…..scappi tu e no…mia cara prof…..vai e parli con papà, prime hai detto a Gloria che tu non hai mai lasciato papà solo e vuoi cominciare adesso suvvia mamma è proprio una sciocchezza”
“Va bene, stasera ritorno a casa, ma ora sto un poco qui con te!”
Mangiano, chiacchierano e intanto il tempo passa, si fanno le 20.00 , squilla il telefono driin drinnnn corre a rispondere Giovanni:
“Pronto chi è”
“Pronto, eih ragazzo sono papà, come stai figliolo? io sono a casa ma stranamente tua madre non c’è, sai qualcosa tu? non è mai fuori a quest’ora! sono preoccupato!”
“Ciao papà, sono influenzato, mamma è passata da me stamane ha visto che avevo la febbre ed è rimasta qui con me, ma tu sei rientrato ora?”
“Si ragazzo mio, sto seguendo una brutta vicenda e rimango un poco di tempo in più al lavoro e poi sto dirigendo delle indagini che seguo di persona, non volevo far preoccupare la mamma, ma sono questioni di persone molto pericolose”
“Papà non ci crederai ma la mamma era preoccupata per un’altra cosa! ah ah sai si era messa in testa che tu avessi un’amante”
“Ah ah che sciocca a quest’età, però la sua gelosia mi inorgoglisce vuol dire che mi ama ancora come il primo giorno, passamela voglio che ritorni subito a casa, lei sa che io non voglio trovare la casa vuota”
“Te la passo subito” “Mamma vieni è papà al telefono, vuole dirti una cosa”
“Arrivo” Ginevra raggiunge Giovanni e risponde al telefono:
“Pronto, maritino mio cosa vuoi? sei tornato adesso?”(con voce ironica)
“Pronto Ginevra, non essere ironica Giovanni mi ha detto del tuo sospetto, io non potrei mai fare una cosa del genere lo sai che ti amo tanto, dopo 33 anni di matrimonio e di vita insieme non posso più fare a meno di te, e questa casa vuota mi intristisce, dai torna subito a casa”
“Va bene, anch’io non posso stare senza di te, mi devi promettere di essere più presente e di non trattenerti più tanto al lavoro, ho paura per te e ti voglio vicino!?”
“Te lo prometto, vieni subito e per rassicurarti stasera ti porto a cena fuori in quel locale in centro che a te piace tanto”
“Torno subito, il tempo di salutare nostro figlio, e di rassicurarmi che stia un poco meglio!”
Ginevra chiude il telefono, guarda suo figlio, gli sente la fronte per veder se è ancora molto calda, lo abbraccia e torna a casa.
Giovanni appena la mamma esce di casa fa un sospiro di sollievo, pensando che si la mamma è invadente ma gli vuole un sacco di bene e che la sua famiglia è proprio bella e unita.
“Speriamo che con Gloria riuscirò a formare una famiglia affiatata, amorevole e unita come la mia”
ritorna a letto, poi proprio pensando alla sua famiglia, e alla sua vita trascorsa con loro, ai momenti tristi e felici caratterizzate sempre dall’amore dei genitori, si alza di nuovo va nello studio e telefona.
“Pronto Gloria”
“Amore dimmi è successo qualche cosa?”
“Amore volevo solo sentire la tua voce, e dirti quanto mi manchi!”
e Gloria quasi stupita: ” Giovanni anche tu mi manchi, ho pensato di ritornare subito, non voglio lasciarti solo quando stai male, in fondo tua madre aveva ragione se ci amiamo dobbiamo sacrificarci l’uno per l’altro, tra qualche ora sarò a casa”
Giovanni emozionato, pensava “Mia mamma ha proprio ragione, anche se mi urta doverlo ammettere,
l’amore non conosce scuse!”
“Gloria amore ti amo tanto, e ti aspetto …e nonostante la febbre ….ho un’idea fantastica per il tuo rientro…mi ritorneranno le forze e….hai capito verooo???”
“Dai amore!….corro e ti farò raggiungere le stelle! Ciao un bacio a tra poco”
“Ciao e un bacio anche a te corri a prendere l’aereo!”
e chiude la conversazione, Giovanni ritorna a letto, e felice fantasticando sulla notte che lo aspetta si addormenta con un sorriso dolce e amorevole che scintilla sulla sua bocca!.

 

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