Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Racconti nella Rete 2009″Ricordando Giuliana” di Cesare del Bosco

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009

I raggi tiepidi, delle prime ore del sole nascente, mi avevano raggiunto scaldandomi sulla battigia, dopo che avevo attraversato la spiaggia spianata e ripulita e vi avevo lasciato, volutamente ed attentamente, le mie impronte.

Camminavo là dove le piccole e rilassate onde della bassa marea si vestono di bianco, finché lentamente si frangono spegnendosi nella sabbia, mentre pensavo che era tempo che ci fossimo presi una vacanza al mare.

 

Ben presto mi assalì un pensiero, fisso, che non mi dava tregua e che mi spingeva ad andare a Mondavio.

Così un pomeriggio finalmente rivedevo le colline marchigiane da cui ero passato tante volte, in macchina, da ragazzo.

La guida, lenta e distaccata, non mi distoglieva dal piacere che provavo, alimentato dal mio sguardo che catturava i colori e la bellezze della campagna.

Dopo l’ultima salita e l’ultima curva ecco avvicinarsi la sagoma amata di Mondavio, accompagnata immediatamente dal mio sorriso.

Lasciata la macchina nel primo spazio utile incontrato in paese salimmo verso la piazza, passando sotto l’arco della Rocca, per poi proseguire accanto alle sue mura che girano verso destra.

Dopo la prima curva sentimmo alcune voci femminili, subito riconosciute.

Erano Domenica, Giuliana, Luciana ed una figlia di Giuliana che giocavano a carte, in un angolo fresco della parte alta del vicolo.

Sorrisi, abbracci ed esclamazioni varie per la sorpresa, seguite ben presto da battute sui cambiamenti fisici causati dai molti anni trascorsi

Il tempo ci aveva cambiati, ma non ci aveva tolto il piacere di riconoscerci subito e sentirci a nostro agio come se tutto fosse rimasto fermo ad anni prima, all’ultima volta che ci eravamo visti.

Non sapevo ancora che la mia visita lampo era il preludio ad un’altra, a breve, più lunga e motivata.

La settimana agostana in cui tenni la mostra di pittura, del pittore amico S. Caldara, dedicata a mia madre Gioacchina Priori.

Molti mi vennero a trovare, riconoscendomi e facendosi riconoscere.

Anche Giuliana passò a trovarmi varie volte, benché non fosse un’intenditrice, ma credo che la spingesse il piacere di ricordare … la gioventù.

Raccontava della sua vita, di suo marito, delle sue figlie ed a me piaceva ascoltare.

Nel tempo libero ero impegnato a parlare con i “ragazzi” e le “ragazze” di via Bramante, compagni di gioco dei tempi della gioventù, quando tutto aveva un sapore diverso e tutto ci sembrava più ingenuo e genuino, dei genitori, degli amici e dei giochi che facevamo.

Per molti anni, con i miei genitori e mio fratello, vi trascorremmo le ferie estive.

A quei tempi il vicolo era abitato da parecchi ragazzi e ragazze e frequentato da altri dei vicoli vicini.

Quando all’arrivo rivedevo per la prima volta quelle ragazze, la loro bellezza volti e figure, puntualmente ogni anno, vedevo rispecchiate in loro le bellezze e la fertilità della campagna mondaviese e questo le rendeva speciali ai miei occhi.

Questa visione non l’ho mai dimenticata né credo che la potrò mai dimenticare.

Da “cittadino” timido ed educato (ed anche un poco “bloccato”) a volte ero in imbarazzo per la loro carica di simpatia, entusiasmo e vitalità, a volte un poco aggressiva, che mettevano nello svolgere dei giochi, anche se era sicuramente piacevole stare in loro compagnia.

Di Giuliana ricordo il suo carattere un poco scontroso e sempre sulla difensiva, anche se vivace e partecipativa.

Sempre pronta a non ammettere confidenze e gesti od anche una sola parola, se pensava fosse in qualche modo fuori luogo.

Mi metteva in difficoltà quel suo particolare guardare con la testa un poco a lato, come se non volesse far percepire dove e cosa guardava.

Così, di tanto in tanto, mi scoprivo ad osservarla perché la mia curiosità non era appagata fino a che non capivo dove si stesse posando il suo sguardo.

A volte, pur essendo la sorella minore, si comportava come fosse la maggiore ed, a seconda dei casi, vestiva i panni del papà o della mamma.

Ciò creava imbarazzo a sua sorella che, ovviamente, non gradiva queste interferenze nelle proprie decisioni o comportamenti e reagiva brontolando e lamentandosi.

Il penultimo pomeriggio della mia permanenza, nelle ore più calde, mentre tornavo dalla piazza la vidi seduta con la testa leggermente reclinata davanti a casa sua.

Mi colpì la poesia di quell’ora, del vicolo ed il silenzio, della figura femminile immobile sulla sedia, dell’azzurro del cielo, dei giochi di sole ed ombre disegnati sul selciato o sulle case, dei vasi dai fiori multicolori appoggiati sui muri.

Avrei voluto essere il pittore dei quadri presentati nella mostra ma non lo ero; corsi allora a prendere la macchina fotografica e scattai varie foto.

Ancora oggi quando le riguardo rivivo le sensazioni che provai in quegli attimi.

Il giorno della mia partenza le raccontai delle foto fatte e le promisi che le avrei mandato quella che mi piaceva di più.

Ci salutammo ed in quei momenti mi sorprese dicendomi:” Torna presto a Mondavio. Vieni a passare l’estate con noi”

“Se mi sarà possibile lo farò”.

Ci abbracciammo, salutai gli altri amici ed amiche del vicolo e Peppino Del Vecchio in piazza, poi mi avviai iniziando la strada del ritorno.

Quella fu l’ultima volta che ci vedemmo e parlammo.

Quando mi venne data telefonicamente la notizia del suo ultimo viaggio rimasi interdetto.

Davanti agli occhi m’ apparve il vicolo con la figura femminile seduta davanti alla propria casa, poi sentii il suo abbraccio e la sua voce che mi invitava a tornare a Mondavio per l’estate.

Una lacrima scese sul volto lasciandomi ricordi indelebili, la asciugai lentamente col dorso della mano perché rimanesse ancora un poco con me.

 

 

 

 

 

 

(Mondavio, un paese a circa 20 km dal mare, all’interno di Marotta – PesaroUrbino).

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1 commento »

  1. Uno scorcio di paesaggio dipinto con una nota di nostalgia per il tempo passato che piu` non ritorna e riporta alla mente persone, fatti e luoghi che hanno avuto un significato nella vita e lasciato un’ impronta indelebile. La narrazione e` tutta permeata con questo sentimento di sottile rimpianto per la gioventu` e la vita trascorse troppo in fretta.

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