Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2013 “Requiem per un amore” di Roberto Galatro

Categoria: Premio Racconti per Corti 2013

Siamo in un parco silenzioso e solitario, il verde degli alberi si amalgama all’oro nel cielo crepuscolare. La voce di un anziano chiede chi fossero loro. Sono due amanti uniti, risponde una più giovane. Nel parco non vediamo nessuno, la brezza estiva porta con sé il suono dell’erba calpestata. Il suono continua come un metronomo. Un colpo sordo, due passi, e poi ancora due passi ma questi, molto lievi, sembrano lambire i fili d’erba. Dietro un albero compare un bastone, batte oscillando sul terreno. È di un uomo che tiene gli occhi chiusi, cammina lento e inciampando. Sul dorso della mano mostra un tatuaggio e sul suo polso è legata una corda rossa. L’altro capo della fune si perde sul polso di una donna, muove le mani come orchestrasse il vento.

Altro luogo, altro tempo. I due innamorati sono sopra un letto in una stanza buia. Il nostro sguardo è catturato da loro soltanto, ci attirano assorbendoci completamente. Lui osserva attentamente gli occhi di lei; si perde lì dentro e rattristandosi le sussurra che non l’avrebbe mai lasciata. Lei gli sorride bagnando il suo sguardo, poi tosse e di nuovo tosse. Lui le sussurra ma lei fa cenno di no con la mano, lo abbraccia teneramente. Piange mentre lo fa. Sul muro si muove torcendosi l’ombra dei due amanti dando la sensazione che sia un unico corpo a muoversi.

Lungo un sentiero i due, stanno camminando ancora legati. La giovane voce spiega che la donna si prendeva cura dell’uomo, era lui che non sopportava più il dolore. Il forte vento muove le foglie, cadono dinnanzi al loro passaggio. Il cielo plumbeo è un velo.

L’uomo è seduto nell’angolo della stanza sul pavimento. Poggia il suo volto fra le braccia incrociate e le ginocchia rialzate, la osserva senza battere ciglio. Lei tenta di alzarsi ma il corpo cede, le corre incontro e l’aiuta a rimettersi supina nel letto, poi prende da un cassetto una corda rossa e un foglio.

Il viale è praticamente finito, in fondo s’intravede una casa. I due si sono fermati sotto una quercia nascosti da una lieve pioggia, la corda attorcigliata al tronco. Lui osserva la casa, ma lei sorride al cielo e si lascia accarezzare le mani dalla pioggia. La giovane voce svela che  l’uomo della coppia si è tolto il dono della vista con le proprie mani poiché non sopportava più di sentire quel dolore. Il vecchio credendo sia una battuta risponde con tono leggero. Chi mai potrebbe arrivare fino a tanto solo per questo? Già, i due ridono, eppure so che in qualche modo è andata davvero così. L’uomo inizia a tirare la fune, lei invece si volta indietro e osserva un’ultima volta il sentiero, sorride.

Nuovamente nella stanza, la donna sdraiata nel letto ha attorno al collo la corda rossa, è voltata e non vediamo il suo viso. La mano sul seno tiene un foglio, copre gran parte dello scritto, parole intime dell’amante. Seguendo la fune vediamo che va verso il bagno. L’uomo, sguardo basso e braccia contro il lavabo getta un’occhiata su un coltello lì di fianco, lo prende. Grida, non già di dolore ma colmi d’ira. Sul lavabo corrono verso lo scarico piccoli fiumi cremisi che si perdono nell’oscurità.

Il vecchio chiede perché sono venuti fino a qui? Voleva solo riportarla a casa, li risponde. Siamo dentro una casa familiare. La stanza già vista, il bagno e i cassetti aperti dove l’uomo ha preso la corda. Non c’è nessuno, silenzio. Il cinguettio degli uccelli lo interrompe e i raggi del sole spezzano il buio che ospitava prima. Fuori dalla finestra s’intravede la quercia dove i due hanno sostato, due sagome ferme la osservano lì davanti. Una volta ho amato una donna, interviene la voce del vecchio. Accanto alla quercia vi è una croce di legno, una corda rossa gli si attorciglia accuratamente. Una sagoma si volta verso l’altra, la sua voce è quella del giovane sentito poco fa, sappi una cosa, puoi sentirti libero di andare da lei non appena sarai pronto. Sono pronto da tempo, ribatte l’altra figura, un anziano che voltato verso la casa inizia a camminare. Una mano tiene un bastone ma solo d’appoggio, sul dorso però mostra un tatuaggio già visto, solo più rughe e un colore oramai sbiadito dal tempo.

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