Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Fausto, Teresa e la Luna” di Nicola Buoso

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Io non lo so se è possibile.

Me lo sono sempre chiesto però se lo sia.

D’estate, di notte, quando c’è la luna piena, che è lì che ti guarda, e sembra anche parlarti, solo che non capisci quello che ti sta dicendo, ed è lì, sdraiata pigramente sulla linea dell’orizzonte, che illumina a giorno il mondo, e anche tu la guardi, come un innamorato, e sembri perso in lei, e ti chiedi: è possibile poterla toccare?

Proprio come è adesso!

Ecco, se io iniziassi a correre verso di lei, che è lì, davanti a me, e la vedo proprio lì, come se fosse a pochi metri da me: sarebbe possibile raggiungerla, toccarla, abbracciarla?

Me lo sono sempre chiesto.

Però, non ci ho mai provato, nemmeno ho iniziato a correre, e non so il perché!

Forse la spiegazione è che mi rendo conto che non è possibile, la luna è troppo distante e non è così vicina come sembra, e poi … è così grande, come si fa ad abbracciarla – sospirò Fausto, abbassando lo sguardo e dondolando mestamente il capo -.

Era così sconsolato che avrebbe voluto sparire, non esistere e, soprattutto non essere più lì: si sentiva avvilito, e stava male al pensiero di non riuscire a nascondere a Teresa quel suo stato d’animo.

Cercava comunque di non farlo notare troppo, non voleva che Teresa pensasse che era un debole, un visionario.

Ma perché parli così, come fai a dirlo se non ci hai mai provato – gli disse Teresa, che era lì, vicino a lui, fingendo di non notare come si sentiva Fausto, sapendo che ci sarebbe rimasto male, e lei, non voleva succedesse -.

Come puoi pensare a un qualcosa che non è possibile, ma che tu vorresti invece lo fosse, e perciò ci rinunci, arrendendoti alla logica, alla razionalità – continuò Teresa quasi rimproverandolo -.

Teresa, Teresa, tu parli così bene, ma non capisco perché mi stai dicendo queste cose, sai, io, prima, dicevo così, solo per dire, perché non avevo altro di cui parlare – ma si capiva che non era completamente sincero, la voce un poco gli tremava, e sta ben attento, nel guardarla, a non incrociare il suo sguardo, e soprattutto, i suoi occhi -.

Quando mi trovo da solo con te – continuò – non so mai cosa dire, e pensa che, ogni volta, prima di incontrarti, mi faccio dei discorsi che non finiscono più su quello che potrei dirti: quando ti vedo, però, non me li ricordo più e sto zitto, non sai che rabbia mi faccio!

Tu per me è come se fossi la luna, ti vedo e mi chiedo: e se le vado vicino, potrei toccarla, abbracciarla, ma poi, mi accorgo di non avere coraggio e rimango qui, a guardarti, proprio come faccio con la luna!

Solo a guardarti – disse rassegnato-.

Tu e la luna, sembrate irraggiungibili, è come trovarsi in un sogno, sperando che al risveglio diventi realtà, ma è solo un illudersi, perché si sa già invece che non si realizzerà mai.

Fausto, Fausto, Faustino – sospirò Teresa, che fino a quel momento l’aveva ascoltato guardandolo con infinita tenerezza -, tu ti arrendi subito, non puoi rinunciare ai tuoi sogni, si fa peccato, non lo sai?

Fausto, mentre lei parlava, continuava a guardarla, ora anche negli occhi: era come incantato dalla sua presenza, dal suo sguardo, dalla sua voce.

Vuoi dire, che io…che tu…che noi…tu…io…noi – Fausto era arrossito e si trovò a balbettare, non riusciva a dire altro, solo monosillabi gli uscivano di bocca -.

…ma che vuoi dire, cosa hai capito! – l’ho rimproverò subito Teresa, interrompendolo, e fingendo imbarazzo -.

La luna, mi riferivo alla luna, non ci puoi rinunciare, dai, corrile incontro, toccala, abbracciala, non vedi come ti sta guardando, e lì che ti aspetta.

Fausto si voltò verso la luna, e rimase immobile a fissarla con meraviglia, così dimenticandosi che vicino a lui c’era Teresa: l’amore della sua vita.

Fu solo un attimo, i sentimenti lo riportarono alla realtà, a Teresa, e capì allora di aver trovato le parole, quelle giuste, che erano sempre state nel suo cuore, solo che non se ne era mai reso conto prima di quel momento.

Doveva dirgliele subito, cogliere l’attimo, ora sapeva cosa fare.

Si voltò pensando che Teresa fosse ancora lì, ma lei era sparita, non c’era più.

Si sentiva solo la sua risata: così spensierata e allegra.

Fausto capì che ai sogni non si poteva rinunciare.

Lui, peccato, non lo avrebbe fatto!

E così pensando, iniziò a correre, inseguendo quella risata che ormai sembrava sempre più lontana, quasi irraggiungibile.

In fin dei conti non era vero che la luna era poi così distante, e Teresa senz’altro era ancora più vicina!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Loading

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.