Premio Racconti nella Rete 2013 “Il grillo e la luna” di Elisa Rongo
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013Una notte, un grillo camminava nella radura. Nel suo incedere alzò gli occhi e rimase affascinato da una grande luce d’argento il cui bagliore con la sua purezza lo inebriava d’amore e di felicità.
Stette ore ed ore incantato ad osservarla finché prese una decisione
“Voglio carpire la tua bellezza e dissetarmi della tua luce. Ti raggiungerò!”
Il suo viso era raggiante persino nel buio.
Tentò tutta la notte di aggrapparsi a fili d’erba, fiori, alberi, ma niente, non riusciva a raggiungere il suo scopo. Ormai allo stremo delle forze, si fermò un attimo, riposandosi sotto una rosa nei pressi di un grande albero.
Un gufo che stava guardando divertito la scena da ore su di un ramo, gli chiese:
” O tu grillo! Cosa stai combinando da ore qui sotto? Cosa cerchi di fare?”
” Voglio abbracciare il cielo, voglio abbracciare la mia amata splendente lassù!”
“Ahahaah!!! Questa è proprio bella!”- rise compiaciuto l’animale- “…e sentiamo….come vorresti raggiungerla???”
“Non ne ho idea. Ho provato a saltare, a camminar su fili d’erba, ad arrampicarmi ovunque ma non sono riuscito. Vorrei riuscire a volare.. Tu….tu puoi insegnarmi!”
“Insegnarti a volare?! Forse non ti rendi conto che quelle piccole ali che hai, non son fatte per volare!!”
Il grillo era sconsolato. Il gufo fece per andare ma prima consigliò:
:” Comincia a farsi giorno, la tua amata sparirà per ricomparire nella notte..
Ti illudi di poter bearti della sua luce, ma non la afferrerai mai!
Potrai solo ammirarla, da lontano, senza poterla stringere.. Forse proprio perché è così bella e luminosa, non è dato averla solo per sé. Rassegnati e va avanti!”
Detto ciò prese e andò via.
L’insetto rimase solo, stanco e perplesso. Vide che la luce argentea si nascondeva di fronte alla sfrontatezza e all’arroganza del Sole…ma era troppo stanco…seguì con gli occhi la sua dolce Luna scivolare dietro l’orizzonte e si addormentò.
Si svegliò al tramonto, cominciò a pensare e ripensare come fare e quando fu sera riprovò di nuovo, ma nulla cambiò. Andò a cercare il gufo e quando, dopo alcune ore di ricerca lo trovò, disperato gli chiese:
” Saggio guardiano della notte, mi rimetto a te e alla tua clemenza… Tu che sai com’è fatto il cielo, portami tu dalla mia amata, ti prego, ti scongiuro!”
Il gufo non consentii ma l’insetto fu davvero insistente e alla fine gli svelò che conosceva un’animale che era in grado di volare ancora più alto di lui:
“Cerca l’Aquila reale, io non posso espormi perché sono una sua preda, vai verso le montagne rocciose a est…”
Forse non aveva ancora realizzato la fatica che doveva fare per raggiungere quei luoghi ma si sentiva al settimo cielo sentendosi sempre più vicino alla sua agognata meta.
Cammina cammina, dopo diversi giorni giunse finalmente alle Montagne rocciose, era da poco passato mezzogiorno, il sole era alto già vicino alla vetta era in trepidazione, si sentiva a un passo dal cielo. Dopo alcuni minuti di osservazione, vide finalmente la maestosa Aquila. Lui era così piccolo e non sarebbe mai stato visto, pensò che se avesse trovato qualche nido, si sarebbe nascosto li e al momento opportuno avrebbe avanzato la sua richiesta.
Lo trovò e rimane fermo e invisibile per diverse ore, finché finalmente l’animale reale arrivò. Intimidito, prese coraggio e disse:
“…. Mi scusi animal sublime, Re dei cieli…”
L’Aquila sentì la voce ma non ne vide il proprietario.
” Chi sei? Esci fuori! Mostrati!!”
Con le gambettine tremanti, il picoletto saltò fuori e si presentò:
” …ecc…eccomiii……”
L’uccello abbassò la testa per guardarlo bene, dopodiché esplose in una sonora risata:
” Ah ah ah ah ah! Quindi…un insetto!!! Che follia è mai questa di presentarsi in questo luogo impervio e per giunta davanti al cospetto di un Aquila!?”
“Si…lo ammetto, la follia imperversa nella mia mente…. ma ho bisogno del tuo aiuto e spero vorrai essere così gentile da concedermelo…”
“..mmh…non solgo parlare con grilli che saltano fuori improvvisamente e fanno richieste..ma dato che per venir fin qui hai fatto un viaggio incredibile, mi hai incuriosito ascolterò la tua richiesta. Sentiamo…”
“Devo raggiungere l’irrangiungibile, voglio prendere la mia amata Luna, portarla sulla terra e vivere con lei ogni giorno della mia esistenza.”
L’Aquila fece un’espressione tra il divertito e lo sbigottito.
” Non ti rendi conto bestiolina impazzita che è impossibile, vero? Non perderò altro tempo per simili sciocchezze!”
” Bene…Mi rivolgerò a un’animale che sappia davvero volare alto, più in alto di tutti da toccare il cielo!” disse con tono risoluto andandosene tutto impettito.
L’Aquila si risentì e lo fermò ” Come osi sfidarmi!? Il cielo non ha segreti per me, è mio territorio!”
“Allora stanotte portami dalla Lei! ”
” Va bene, stupido scriccioletto, proverò a portarti dalla Luna ma non dovrai proferire a nessuno del nostro incontro, tantomeno dell’impresa, non dovrai volare mai più in tutta la tua vita!”
Accettato il patto, il grillo salì sulla groppa del volatile e volarono in alto,molto in alto, i paesi le case, gli alberi, i fiumi, sembravano tutti dei punti e delle linee piuttosto indistinguibili nella nera notte.
Il cielo era pieno di stelle e la Luna nel pieno del suo splendore appariva sempre più vicina.
L’argenteo astro se ne accorse e si andò a nascondere dietro le nuvole che la avvolsero subito.
:”… Vola….vola, più su!” urlò disperato all’Aquila che eseguì l’ordine, nel frattempo le nuvole avevano quasi totalmente ricoperto la Luna e la notte diventò più profonda e oscura.
:” C’è sempre più buio…e ci sono le nuvole, non possiamo attraversarle, ci perderemo!! – ammonì l’aquila.
:” Dobbiamo invece, andiamo!!! – urlò il grillo.
Entrarono nella nuvola, il buio era ormai completo, non si più vedeva nulla, l’aria era irrespirabile, l’ aquila perse i sensi e si lasciò andare in picchiata verso il basso, il grillo si staccò e cadde sulla foglia di un albero.
Svegliato dalla rugiada, diverso tempo dopo riaprì gli occhi. Si guardò intorno, nessuna traccia dell’ aquila e la Luna si era lievemente affacciata dalla coltre scura, quasi fosse preoccupata per il piccolo.
Lui la guardò ancora. Cominciò a cantare il suo amore, il suo dolore. Gli altri suoi simili lo udirono e si unirono alla sua straziante voce. Il coro arrivò alla Luna che commossa uscì dal nascondiglio e si mostrò in tutto il suo splendore, piena, immensa e pianse polvere di stelle che, cadendo su alcuni insettini degli alberi, li rese luminescenti.
Lo spettacolo era meraviglioso, la luce lambiva ogni cosa, gli alberi si accesero magicamente di piccole luci pulsanti. Il tutto si rifletteva nel piccolo fiume che sembrò prender vita sotto l’arbusto.
Il grillo era emozionato ma nulla poteva colmare la mancanza della sua amata, che non era riuscito nemmeno a sfiorare.
Guardò l’immagine della sua amata ondeggiare sull’acqua e venne illuminato al suo riflesso. Con folle guizzo, non ci pensò due volte, saltò più in alto che poteva…il suo corpo sembrava una piuma che piano piano volteggiava nell’aria in una vorticosa danza che inesorabilmente lo trascinava giù, ma lui era felice, finalmente si sarebbe immerso nei suoi raggi, avrebbe finalmente potuto essere tutt’uno con Lei… Non oppose resistenza quando le piccole ninfe-onde lo cullarono portandolo a riposare sul letto del fiume..un’ultima occhiata amorosa e serena prima di fondersi con l’acqua…con la terra…col vento…con la natura e con l’universo..
Da quella notte, ogni estate i grilli cantano per ricordare la sua triste e commuovente storia, così dolce che è diventata un canto d’amore. Nacquero le piccole lucciole che da allora vestirono la natura di allegre pulsanti luci e quando c’è la luna piena,ogni specchio d’acqua, fiume, lago, mare, oceano, risplende un po’ di più, in un mutuo scambio di bagliori carezzevoli e chiunque passi per tali paesaggi, riceve quella magia…
Teneramente commuovente. Mi ricorda un po’ una canzone dello zecchino d’oro di cui non ricordo il nome. E ricorda una gran bella storia d’amore, così intensa da essere ormai rara. Ricorda il mito di Narciso, sebbene sia diverso il senso della morte. Melodico e malinconico. Bello.
Inseguire un sogno, allontanarsi da terra per cercare di raggiungerlo, non ascoltare niente e nessuno se non il proprio desiderio, e soprattutto non pensare ma fantasticare….e allora la luna ci nota , vestiti di quel bagliore, che solo si possiede se stiamo così tuffati in tutta quella magia …. ed è proprio lì ,che ci sembra, che davvero, potremmo anche toccarla…
…. la luna si fa toccare con i sogni….
però…..
Idea davvero simpatica quella di utilizzare un insetto come protagonista. Ci fa sentire ancora più piccoli agli occhi dell’universo che ci circonda, le cui immagini che ci riguardano più da vicino sono sicuramente il sole e soprattutto la luna. Il pensiero ricorda molto il racconto che ho scritto io. Se ti va leggilo, è uno degli ultimi pubblicati sul sito.