Premio Racconti per Corti 2013 “Confusione” di Sara Mittiga
Categoria: Premio Racconti per Corti 2013I posacenere sul tavolino erano pieni di mozziconi di sigarette, bicchieri vuoti, cartacce e bottiglie erano sparse ovunque, nell’aria c’era un fortissimo odore di fumo. Il sole filtrava dalle persiane semichiuse e Valerio dormiva immerso in un sonno senza sogni e pesantissimo. Alla fine della serata per dormire aveva dovuto prendere uno xanax e in realtà si era addormentato alle sei del mattino. Il telefono squillò e lo svegliò bruscamente e lui fu costretto ad alzarsi a rispondere per non sentire l’odioso rumore. Era Viola, che chiamava per avvertire che sarebbe passata a riprendersi gli ultimi vestiti. Attaccò mestamente e cercò di ricordarsi cosa avesse fatto la sera precedente.. ah, si, la serata si era conclusa con una tristissima scopata con Alicia, una modella americana senza tette e vuota come una liceale viziata. Aveva trascorso così le ultime due settimane, in modo veramente squallido e desolante: quasi ogni sera una donna diversa di cui non ricordava neanche il nome, tutto per dimenticare Viola, che l’aveva lasciato per un altro.
In venti minuti arrivò lei, in forma magnifica e vestita completamente di nero, senza neanche guardarlo in faccia entrò dirigendosi verso la stanza che avevano condiviso fino a due settimane prima.
– Devi ancora spiegarmi con chi ti sei messa, lo scoprirei comunque prima o poi..
Lei non lo lasciò finire e serissima gli chiese dove avesse messo le sue cose.
– Prima di ridarti tutto volevo sapere almeno il perché, se non vuoi dirmi chi è lui.
– Perché mi sono trovata qualcuno che sa quello che vuole, che non mi tradisce, che non è tormentato come te e perché mi adora. Non importa chi sia.
– Pensaci bene, hai perso la testa… ne sei sicura? Vuoi buttare tre anni così? ma dove vai senza di me?
– Zitto! Sempre presuntuoso, fino alla fine, e dici sempre le cose sbagliate… Tu non sai di cosa stai parlando ed io non ho nessuna intenzione di tornare indietro, perché, lo vuoi davvero sapere? senza di te sto molto meglio. Ed ora ridammi i miei vestiti.
– Sono nell’armadio della stanza degli ospiti.
Valerio non sopportava di vedere ogni mattina gli abiti di Viola e li aveva spostati nella stanza accanto. La sua insoddisfazione profonda di sempre si era trasformata in depressione cronica da quando Viola se n’era andata.
– Hai passato una serata distruttiva ieri sera, vero? Hai un aspetto davvero orribile, credimi. E la casa è un disastro. Ti consiglio di darti una ripulita o i tuoi provini andranno malissimo; un attore sfatto e che non si cura non lo vuole nessuno. Ah, voglio riprendermi anche le tazze da caffè, erano un regalo di mia madre.
– Sono nella credenza in cucina.
Valerio si guardò allo specchio: effettivamente aveva occhiaie profonde, il viso smagrito e il colorito giallastro. Osservava Viola dirigersi verso la cucina e avrebbe voluto gridarle di non andarsene, di ripensarci, di tornare indietro, che erano fatti l’uno per l’altra, ma era troppo rintronato per fare o dire qualsiasi cosa, così rimase inebetito a guardarla mentre lei, determinata, infilava tutto nella valigia che aveva portato con sé.
– I nostri tre anni di convivenza sono andati in fumo senza nessuna possibilità di ripensamento da parte tua?
Fu l’unica cosa che riuscì a dire, mentre immagini della loro vita insieme gli tornavano dolorosamente in mente. E Viola in quel momento era più bella e più forte che mai, quasi non la riconosceva.
– Esattamente, e ne sono veramente molto felice. Mai stata così decisa. Tre anni sprecati, e ricordati che per seguire uno dei tuoi tanti capricci e le tue aspirazioni da artista da quattro soldi sono venuta a vivere con te qui a Londra mollando tutta la mia vita. Ora me la riprendo e ti saluto.
Non riuscì a ribattere nulla. L’alcool e il fumo della sera precedente lo avevano stordito e si sentiva debole e affaticato. Gli tremavano le gambe.
– Aspetta un momento, non te ne andare, pensaci ancora un po’..
– Ti saluto Valerio.
Guardò ancora una volta il caschetto biondo di Viola che lo faceva impazzire e la seguì fino alla porta, scoprendo che fuori c’era una macchina ad aspettarla.
E con grandissimo stupore scoprì che alla guida dell’auto c’era una donna, che baciò Viola sulle labbra non appena entrò in macchina.
Il dialogo è serrato e avvincente. L’uomo deve soccombere per le sue colpe. La conclusione non deve stupire,è importante che vinca l’Amore.
Un’atmosfera ben descritta e un dialogo con buon ritmo.
la lucidità della descrizione dei gesti e dei comportamenti di lei urta lo stato mentale di lui. Per fare una buona omogeinizzazione delle situazioni, bisognava confondere e rendere offuscate le descrizioni di lei.
forse una giustificazione agli errori di lui, è data dal fatto che il tradimento è di natura omosessuale. pobabilemnte l’autrice giustifica così tutti i comportamenti distruttivi del protagonista maschile.
troppo vicino e simile a trame cinematografiche di film di terzo livello
Da un punto di vista “sonoro”, potremmo dire “lirico”, gli avverbi e gli aggettivi sono utilizzati in modo ridondante, sia per quanto riguarda la scelta degli stessi che per l’uso esagerato del superlativo assoluto (“fortissimo”, “pesantissimo”, “tristissima”, “grandissimo”, e poi “bruscamente”, “odioso rumore”, “mestamente”, “dolorosamente”). Si rileva poi un uso irregolare della maiuscola (forse per licenza “artistica”): “xanax” e “americana”, ad esempio; ma anche dopo i punti interrogativi. Infine, dal punto di vista semantico, emotivo, teleologico, tutta la scena sembra ripetere un cliché cinematografico dal finale “folkloristico”, senza riuscire a cogliere il dramma di chi vive realmente queste situazioni (il tradimento, l’abbandono, la bisessualità). La descrizione del momento non riesce a trasmettere l’autenticità dei sentimenti. Il lettore è come escluso dal racconto, non è corteggiato. Anche i personaggi non esistono, sono solo gli strumenti inconsapevoli di un disegno vendicativo, in cui vengono raccontati con superficialità, privati della loro intima sofferenza, colpevolizzati nelle proprie debolezze ed inverosimilmente descritti (“quasi ogni sera una donna diversa”..”una modella (A)americana senza tette e vuota come una liceale viziata”.. “una donna, che baciò Viola sulle labbra non appena entrò in macchina”..). Il ritmo tuttavia è serrato, suscita interesse fino alla fine.