Racconti nella Rete®

Un giovane contadino lavora in campagna, con un badile scava buche per poi piantarci alberi da frutta. Il tempo sembra non passare più, si annoia, intorno a lui tutto è grigio, privo di colore, triste. Ogni due badilate di terra rimossa si ferma, sbuffa e si lamenta di quanto trova monotono e inutile tutto quello che lo circonda. Anche un treno che passa è una buona scusa per fermarsi e ricominciare a sbuffare, lamentarsi e maledire quella terra che tanto lo fa affaticare. Sputa a terra.
Si asciuga il sudore e ricomincia di malavoglia. Dopo due palate di terra il badile urta qualcosa di duro, il giovane si abbassa credendo sia un’altra stupida pietra da rimuovere, ma una volta chinatosi si accorge di aver trovato un forziere. Sorpreso, lo dissotterra a mani nude lasciando cadere il badile a terra, lo scuote per cercare di capirne il contenuto e alla fine, con un colpo ben assestato, riesce ad aprirlo. Il baule sembra non contenere proprio nulla, ma giusto un attimo prima di incominciare a inveire, il giovane si accorge che tutto ciò che lo circonda inizia a tingersi di scintillanti colori: gli alberi, il cielo e la stessa terra da lui tanto odiata adesso creano un meraviglioso quadro ricco di sfumature. Il ragazzo, con il cuore colmo di meraviglia, corre attraverso questo quadro osservando e toccando con allegro stupore tutte quelle cose diventate improvvisamente così immensamente belle. Il treno che sfreccia questa volta nei pressi del campo non scorge più un ragazzo svogliato, triste e lamentoso, bensì un giovane che finalmente possiede occhi in grado di osservare quello che lo circonda cogliendone e apprezzandone appieno la vera essenza e la vera bellezza.
Riprende presto a lavorare, senza provare fatica né noia, con il sorriso in volto e gli occhi lucidi dalla felicità.