Premio Racconti per Corti 2013 “Finchè non vedo il sole” di Angelica Morelli
Categoria: Premio Racconti per Corti 2013La sensazione iniziale, è quella di trovarsi in un sogno. Un ragazzo[A] sta dormendo, apre gli occhi e guarda in giro incredulo, poi di colpo si siede ma una forte vertigine lo fa cadere dall’alto su un grande materasso. Buio. Come prima cosa, il corpo si rilassa, ogni arto è in perfetta armonia. Sul corpo nudo del ragazzo scivolano morbide le mani di una ragazza[B], massaggiando ogni punto con intensità e trascinando sulla pelle una sostanza densa e cremosa. Completa estasi corporea; il ragazzo comincia a spalmarsi la sostanza sul viso che però gli appiccica la mano alla faccia; mentre tenta di allontanarla si concentra intensamente. Ora, a corpo rilassato, la mente si lascia andare. Il ragazzo si trova in un corridoio con molte porte. Da una di queste esce un ragazzo[C]. I due si guardano e proseguono assieme, poi si fermano, aprono una porta, e ci guardano dentro come se stesse succedendo qualcosa di divertente e incredibile. Ora i due ragazzi sono incastrati, semidistesi, in un corridoio strettissimo e bassissimo foderato di cuscini. Alla fine del corridoio si intravede una stanza dalle piastrelle bianche. “Finchè non vedo il sole” sussurra una voce fuori campo. La stanza è quasi completamente vuota, una ragazza[B] di spalle, si sta specchiando in qualcosa di sferico e riflettente. Nel riflesso si intravede un’altra figura di spalle. La stessa ragazza è seduta per terra e fissa immobile il muro di piastrelle. Il suo viso è concentrato e incuriosito, non è il muro che sta guardando. Appaiono flebili delle figure sulle piastrelle, sembrano fiori disegnati; ma le linee si muovono e si sovrappongono, indefinibili. Così la mente si perde e i fiori diventano veri, colorati, mossi dal vento sulla chioma di un albero. Sotto l’albero c’è un altra ragazza[D] che con lo sguardo segue qualcosa che rende la sua espressione sempre più confusa: un ragazzo[C] e una ragazza[B] camminano all’indietro; spariscono dietro a un cespuglio e poi riappaiono dall’atra parte. La scena si ripete e i due ragazzi compiono apparentemente gli stessi gesti. La terza volta però, i due camminano in avanti, e la ragazza trascina delle corde a cui sono legati degli oggetti. I due si scambiano frasi che sembrano incomprensibili. Spariscono per l’ultima volta dopo aver guardato negli occhi la ragazza. Il suo viso ora è disorientato e i suoi occhi risplendono di una luce strana, caleidoscopica (*). Ecco il punto di “non ritorno”, la mente arrivata all’apice è sommersa nell’oblio e il corpo non risponde più ad azioni precise. La stessa ragazza si trova ora con gli altri tre personaggi, l’atmosfera è intima e sembra che si conoscano. Sembra tutto normale ma la ragazza[D] ha una benda sulla bocca e non riesce a parlare in nessun modo. Le scene cambiano in fretta: in una stanza buia sono illuminati solo un tavolo e una sedia, un ragazzo[A] è legato alla sedia con delle corde. Il suo corpo, nervoso, cerca di liberarsi e la sua mente, ancora più nervosamente, cerca di risolvere un rompicapo appoggiato sul tavolo. Il disagio fisico glielo impedisce, si sta perdendo. La mente sente il bisogno di aggrapparsi a qualcosa ma scivola sempre più in basso. Nella stessa stanza e allo stesso tavolo, l’altro ragazzo sta leggendo un libro messo al contrario e cerca di ricopiare in fretta su un foglio quello che legge. La penna però non funziona e lui non riesce a lasciare alcun segno. Il nervosismo lo fa quasi impazzire, calca forte sul foglio, gira di fretta le pagine ma niente, non capisce e non riesce a trascrivere. Poi all’improvviso, di nuovo buio e calma. Quando lo stress e il non-senso raggiungono il limite, la mente distaccata osserva. Una ragazza[D] è distesa su una superficie morbida, sembra quasi volteggiare. La sua espressione è pacifica, guarda lontano. Lentamente, una cascata d’acqua le cade addosso, senza alcun rumore. Ora la mente sa, è tutto chiaro. Il ragazzo[A] che stava dormendo apre gli occhi luminosi. Al loro interno risplende una caleidoscopica luce(*).