Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Proprio un bel numero fortunato…” di Brunella Monti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Emma cammina frettolosa lungo il marciapiede evitando con cura le feci dei cani che punteggiano l’asfalto, è carica di borse della spesa ed è stanca dopo una giornata di lavoro. Attraversa la strada passando sulle strisce pedonali, mentre arranca frettolosa percepisce un verso soffocato che sembra provenire da molto lontano, alza lo sguardo e per un attimo intravede contro il cielo coperto di nuvole grigie lo sbattere vigoroso delle  ali di un corvo e un raggio di luce che sbuca improvviso la illumina tutta…

Quando arriva al portone, suona per prima cosa il campanello: “Ho bisogno di una mano” grida nel citofono. Il figlio non risponde ma si scaraventa per le scale, arraffa tutte le borse e le trasporta su come se fossero leggerissime. “O ma’ sai che ho da fare…” brontola. Ma si inerpica con facilità e sparisce su.

Emma sospira e lo segue. E’ stata una brava figlia. E’ stata una brava moglie. E’ stata una brava madre. Ha tirato un carro che è diventato sempre più pesante man mano che il tempo passava. Ora è stanca. 

Mentre sale le scale Emma si ferma “Non ce la faccio più” pensa. Poi va avanti ancora un po’, sale gli ultimi gradini, entra in casa e si chiude la porta alle spalle.

Matteo le ha lasciato la spesa sul tavolo ed è tornato in camera sua. Studia per un esame. Emma comincia a sistemare la spesa, prima i surgelati nel freezer, poi il resto. Mentre lavora, accende la televisione. Nemmeno la guarda, ma è per riempire il silenzio che ha dentro e il vuoto che la accompagna.

Poi la sua vita cambia in un millesimo di secondo.  Mentre sta spingendo con forza la lattuga nel cassetto delle verdure, sopra le carote e davanti al sedano, le arriva la voce dell’annunciatrice che legge i numeri dell’estrazione del lotto. Già, ormai si sono fatte le otto.

“Ventiquattro” Dice la voce. Ventiquattro è uno dei numeri che ha giocato. Era il ventiquattro marzo quando ha conosciuto Enzo, suo marito. Emma si raddrizza e ruota su se stessa. Ora la televisione la sta calamitando. Emma colma la distanza tra lei e l’apparecchio. Sullo schermo appare il cesto colmo di palline che gira. Si ferma un attimo… “Ottantotto” è il nuovo verdetto.

“Ottantotto, ottantotto…. Si forse c’era l’ ottantotto…” Emma corre a prendere la borsa. La svuota con le mani che tremano, ne estrae il biglietto che ha giocato: eccolo lì il diciassette e c’è anche l’ottantotto.

“Cinque” decreta ancora la televisione. Emma si sente svenire: Il cinque lo gioca tutte le settimane; allora si appoggia al tavolo e frana sulla seggiola più vicina.  “…Vinco, vinco” pensa. Non riesce a parlare però, l’aria le gonfia i polmoni e resta lì trattenuta. 

Emma ora non respira nemmeno più, è sospesa sul crinale di una vertigine… Il “Nove” esplode dal televisore e le arriva diritto al cuore.  Emma farfuglia stringendo il foglietto che contiene il suo futuro nuovo di zecca.

Ora manca solo un numero ma Emma sa già che uscirà… è il suo numero fortunato, il numero del giorno in cui è nata, il numero della sua vita e se lo ripete nella testa : diciannove, diciannove, diciannove… è un sogno… 

 “Mamma, mamma?….”

“Che c’è? S’è mossa?” Chiede Enzo, pallido e affranto.

Matteo la scruta ancora un attimo prima di rispondere: “Non so mi pareva un movimento…”.

Ma Emma è immobile e silenziosa, stesa sulla barella bianca alta e irraggiungibile del Pronto Soccorso.

“Dove ti sei nascosta Emma?” Pensa Enzo mentre si passa le mani tra gli ispidi capelli grigi. “Dove vengo a prenderti stavolta?” Ma sa già che non c’è riposta.

Matteo invece è ancora stupefatto: nel pomeriggio, mentre studiava ha sentito uno schianto, è corso alla finestra e ha guardato giù. Non sapeva che potesse succedere: nel bel mezzo di un giorno qualunque, senza nessun preavviso, puoi perdere una parte importante della tua vita…

La strada era piena di gente e sua madre era stesa per terra, attorniata dalle verdure uscita dalle borse della spesa. Era stata investita sulle strisce pedonali.

“Non fare scherzi, ma’…”

Troppo tardi… il tempo di Emma finisce.

“Ora del decesso 19.19”

“Ma guarda…” pensa Enzo “diceva sempre che il diciannove era il suo numero fortunato… “

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