Premio Racconti nella Rete 2013 “Le case dei puffi” di Lorenzo Marone
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013Le case dei puffi*
In ogni istante della vita abbiamo un piede in una favola e l’altro nell’abisso.
P. Coelho
Vi voglio raccontare una storia bizzarra. Potrebbe sembrare una favola, ma favola non è. È realtà. Desidero parlarvi dei puffi. Sì, proprio loro, quegli esserini strani che ammiravate da bambini. Ebbene, preparatevi a una notizia: i puffi esistono per davvero. E non sono poi così simpatici come pensavate.
Ma procediamo con ordine. Non so al mondo quanti puffi esistano. Non so quanti villaggi siano arroccati su di una collina, nascosti sotto una roccia, in una foresta fra muschi e licheni, o appollaiati sul ramo di una quercia secolare. Una cosa, però, la so. Ed è che un villaggio c’è anche dalle mie parti, proprio fuori la città. In realtà non ho grandi meriti, non ho fatto chissà quale scoperta. Qui tutti conoscono le Case dei puffi.
Certo, io parlo per sentito dire, non mi sono mai spinto fin laggiù, ai margini della metropoli. Ma vi posso assicurare che gli gnomi lì ci sono per davvero e sono anche tanti. Anche se vederli è molto difficile. I puffi non sono facili da individuare, sanno mimetizzarsi, e sono bravissimi a rintanarsi di corsa nel loro villaggio. E poi sono uniti, molto uniti. Nessun puffo si sognerebbe mai di smascherare un altro puffo, seppur rivale. Hanno un codice molto particolare, un regolamento per certi versi discutibile, ma funzionale, che si tramandano di famiglia in famiglia. I puffi, infatti, pur se a noi vicini, conducono una vita molto diversa dalla nostra, un’esistenza pericolosa, scandita dal rischio e dalla paura che il nemico li stani.
Ma parliamo delle loro case. Ogni abitazione è costituita da due piani. A piano terra c’è un foro, una specie di bocca di leone. Dal buco fa capolino in continuazione una mano. Mi hanno detto che appare solo un istante e poi si ritrae con velocità, come una lumaca nel proprio guscio. Tutte queste mani hanno il compito di trasportare all’esterno la rinomata specialità dei puffi, il segreto tanto ambito, il tesoro che li ha resi ricchi: la pozione della felicità. Una specie di polverina che rende allegre le persone. I puffi ne possiedono una riserva infinita, custodita all’interno del villaggio. Possono, pertanto, metterla a disposizione anche degli altri. Perciò intorno alle case c’è sempre un viavai di persone, perché tutti desiderano essere felici, seppur per un giorno. Gran parte dell’economia dei puffi si basa sulla vendita della pozione. I puffi hanno, infatti, un sistema produttivo molto sviluppato. Sono grandi commercianti e, perciò, molto facoltosi. Anche se non tutti, solo i puffi più importanti. E dietro i buchi ci sono proprio loro. Nessuno li vede mai, dopo il lavoro restano confinati nei loro appartamenti, serviti e riveriti da tutti gli altri puffi. Fuori dai buchi, invece, ci sono i puffi meno importanti, che hanno il compito materiale di afferrare la polverina e distribuirla ai visitatori. Già, i visitatori. Sono molti, ogni giorno. Si mettono in fila e aspettano pazienti il loro turno. Anche se, per la verità, non c’è molto da aspettare, i Puffi sono organizzati e veloci. Devono esserlo per forza, per sfuggire agli occhi dei nemici che da sempre cercano di porre fine al commercio. A tale scopo Puffo Inventore ha organizzato un distributore di pozioni telecomandato a distanza. Un’innovazione che la dice lunga sull’ingegnosità di questi esserini.
I clienti pagano, prendono la polverina e scompaiono. Si racconta che i campi circostanti siano pieni di gente che vaga spensierata e allegra. I Puffi, però, di ciò non sono molto contenti. Loro non amano gli sciatti, vorrebbero che tutti fossero organizzati e furbi come loro. Perciò guardano i clienti con un po’ di disprezzo. Si narra che Puffo Brontolone non faccia altro che ripetere che lui “odia” i clienti.
Da quel che so, però, da un po’ di tempo anche all’interno dei puffi sono sorti dei problemi, come in ogni famiglia. Prima andavano tutti d’accordo, soprattutto quando c’era Grande Puffo a comandare e coordinare l’azione dei singoli. Ognuno si sentiva utile alla comunità. Ora che Grande Puffo non c’è più (alcuni dicono che sia morto, altri che si nasconda in un vecchio tronco ai margini della foresta), le cose si sono complicate. Due ceppi di puffi, che sono sempre andati d’accordo, hanno cominciato a litigare. Ognuno dei due sostiene di essere più capace dell’altro a distribuire la polvere e pretende di essere l’unico a farlo. Da qui il litigio. Il problema è che a capo di una delle due famiglie c’è Puffissimo, uno con la passione per il potere e il desiderio di diventare il re dei puffi, dall’altro lato, invece, c’è Puffo Coraggioso, che ama fare la guerra ed essere un capo. Capirete che mettere d’accordo simili personaggi non è semplice. Persino Nonno Puffo, il più anziano e saggio della comunità, ha fallito. Un giorno ha riunito sotto la sua casa i due, con i loro compagni al seguito, e ha tentato una riappacificazione. Ma non c’è stato nulla da fare, le due compagini non ne hanno voluto sapere. Si sono guardate in cagnesco per tutto il tempo e poi se ne sono andate ripromettendosi di farla pagare cara al nemico.
Così adesso la situazione si è fatta molto delicata. Qualche sera fa una banda di puffi capeggiata da Puffo Litigone, il braccio destro di Puffo Coraggioso, ha assalito un gruppetto di rivali. Il giorno dopo Puffo Vanitoso, uno che se andava in giro sempre vestito di tutto punto e credeva di essere chissà chi, è stato freddato mentre camminava allegro fra i boschi vicino le case. È stato un brutto colpo per l’intera comunità, tanto che la vendita della polverina si è arrestata per un po’. L’omicidio, infatti, ha richiamato l’attenzione degli acerrimi avversari dei puffi che sono arrivati in massa nelle case e le hanno messe a soqquadro. Evidentemente anche loro, seppur nemici, si dispiacciono quando i puffi litigano. A peggiorare la situazione ci si è messa Puffetta, la quale, approfittando del grande amore provato per lei da Puffo Innamorato, è riuscita a estorcergli alcune informazioni importanti sul clan rivale. E così fra le case dei puffi ora regna il caos.
Da quel che ho capito, il problema è che i puffi sono come i bambini, hanno bisogno di una guida, un maestro da ascoltare e seguire. Quando questo manca, i nanerottoli si lasciano andare, proprio come fanno i bimbi in assenza dell’insegnante. Perciò una delegazione si è messa in viaggio nel bosco alla ricerca di Grande Puffo. Solo lui potrebbe risolvere la situazione, mettere la pace e far ritornare la serenità. Ma Grande Puffo, ahimè, non si trova. E la guerra prosegue. Ieri quattro di loro guidati da Puffo Segugio, uno che ha l’abilità di annusare le tracce, hanno stanato Puffo Curiosone e l’hanno fatto fuori in un attimo. Puffo Curiosone amava molto sbirciare e curiosare, appunto, fra le cose degli altri puffi. Molte volte si era già cacciato nei guai ed era stato proprio Grande Puffo a salvarlo. Purtroppo per lui, stavolta nessuno ha speso una parola in suo onore.
Il problema, però, è che fra gli attentatori di Puffo Curiosone c’era anche Puffo Tontolone, uno che combina sempre guai. E, infatti, di guaio ne ha fatto uno grosso. Ha ammazzato pure un puffo sbagliato: Puffo Panettiere, molto importante per la comunità, poiché forniva il pane fresco a tutte le case. Da qui la rabbia dell’intero villaggio che ha reagito all’ingiustizia con un’altra ingiustizia. Ha prelevato Puffo Tontolone e l’ha fatto sparire. Alcuni dicono che ormai faccia compagnia sottoterra a Puffo Quattrocchi, suo grande amico. Puffo Quattrocchi era uno che si credeva importante e prendeva tutto troppo sul serio. Un moralista noioso e puntiglioso che si comportava come fosse il vice del Grande Puffo. Da quanto so, fu assassinato una sera d’estate da Puffo Forzuto, e nemmeno il Grande Puffo quella volta poté niente. L’Assemblea al completo aveva deliberato per la sua scomparsa.
Come vedete, per i puffi è un periodo difficile, ciononostante continuano imperterriti i loro compiti. Ogni mattina sono dietro i buchi a dispensar pozioni per la gente, ognuno al suo posto, ognuno col proprio compito, come soldatini obbedienti e addestrati. Se anche una guerra fratricida li sta decimando e ruba loro il sorriso, continuano a lavorare per il bene del prossimo e della comunità. Come desiderava Grande Puffo. Come farebbe ogni famiglia che si rispetti.
Per quel che mi riguarda, questa storia mi ha insegnato due cose: la prima è che le favole, spesso, servono a nascondere scomode verità. E la verità è che questi puffi saranno pure alti una mela e poco più ma, cavolo, di casini ne combinano parecchi. La seconda è che conviene girare alla larga dalle loro case. Che è meglio!
* Così è chiamato un lotto di edilizia popolare che si trova all’interno di Scampia, quartiere a nord di Napoli. Si tratta di un vero e proprio fortino della droga per i clan camorristici. Qui, ogni giorno, decine e decine di tossicodipendenti si mettono in fila come al supermercato per acquistare le dosi. Un giro di affari di svariati milioni l’anno.