Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Il mio personale personalissimo Natale” di Adriana Pichini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

E’ la sera della vigilia di Natale ed io sono qui a casa mia,  con la mia bella famiglia, con mio marito, i miei due figli, i miei genitori, i miei amici più cari, ho organizzato una cena speciale, la tavola è imbandita sontuosamente, l’albero adornato riccamente con cura ed attenzione particolari, tante piccole luci colorate sono sparse ovunque e in tutta la casa regna un’atmosfera natalizia perfetta, quasi da pubblicità direi…ma a brillare di più sono io, si proprio io… con i miei sorrisi per tutti,  con la mia disponibilità, la mia serenità e la mia allegria che sembrano contagiare tutti, mio marito che mi guarda con aria adorante e con tutti mi sento in perfetta armonia.  Non sempre però le cose sono andate così per me… anzi a dire il vero, per l’esattezza proprio tre anni fa di questi tempi, di ciò che sono adesso non  ce n’era nemmeno l’ombra, ero infatti diventata una specie di relitto umano, una sorta di vuoto a perdere, una donna distrutta.

Lo sfacelo di me stessa e della mia stessa vita iniziò proprio in prossimità del  Natale di tre anni fa, quando dopo diversi anni  felici e sereni di matrimonio e con  due adorabili figli rispettivamente di otto e dieci anni, mio marito mi confessò dall’oggi al domani di essersi innamorato di un’altra donna, una donna più giovane di me di vent’anni, tanto bella quanto spietata, che senza alcuno scrupolo o rimorso alcuno aveva deciso di averlo tutto per sé a dispetto di una famiglia serena, la mia per l’appunto, accingendosi a distruggerla senza alcuna pietà.  Mio marito abbandonò il tetto coniugale subito dopo le feste di Natale, che inutile dirlo furono un incubo per tutti noi, per andare a vivere con la sua giovane amante, i nostri due figli iniziarono ad essere sballottati da una casa all’altra come pacchi postali ed io ammalatami poco dopo di  depressione iniziai un processo di autodistruzione che mi portò in pochi mesi a non essere più la stessa donna che ero sempre stata, da quella donna piena di vita, serena allegra e positiva che ero,  divenni una donna letteralmente insopportabile, piena di rancore, di rabbia, e di odio verso tutto e tutti, arrivando a rendermi odiosa ai miei stessi figli ai quali pur continuando ovviamente a volere una gran bene, non riuscivo più a dar nulla che non fosse ansia, tristezza ed inquietudine, tanto che alla fine persino loro non vollero più starmi accanto e manifestarono chiaramente la loro ferma volontà di stabilirsi a vivere con il padre e la sua giovane amante pur di non aver a che fare con  me.  I miei stessi familiari, i miei genitori ed i miei due fratelli dopo aver provato inutilmente a farmi in qualche modo ragionare, si rassegnarono alla fine  al mio nuovo ed odioso modo di essere e loro malgrado si ritrovarono anch’essi a prendere le distanze da me così come fecero pian piano ma  inevitabilmente anche amiche, amici e conoscenti occasionali.

Dopo poco più di un anno dall’inizio di questo inferno, accadde che mio marito capì di aver fatto uno sbaglio enorme, si era infatti presto stancato della sua bella e giovane compagna e si era accorto che l’unica donna importante della sua vita ero io, così lasciò l’amante  e fece di tutto per tornare con me. Certo egli poteva immaginare che non sarebbe stato troppo facile farsi perdonare e far tornare tutto come prima, ma la realtà dei fatti superò di gran lunga credo, ogni sua più pessimistica aspettativa. A nulla valse infatti ogni suo tentativo di riconquistarmi, io ero ormai di ghiaccio, completamente insensibile e con ogni fibra del mio essere intrisa solo di rabbia e rancore, assolutamente inavvicinabile.

Trascorsero così due anni, durante i quali io vissi da sola, senza figli, che erano stati affidati al padre a causa della depressione di cui ero vittima, senza parenti che riuscissero ormai a sopportarmi, senza amici, senza nient’altro che non fosse la mia autocommiserazione e la mia lenta ma inesorabile autodistruzione.

Fu così che lo scorso Natale mi apprestai a trascorrerlo ovviamente da sola, più triste e disperata che mai…ricordo che nel primo pomeriggio della vigilia ero lì stesa sul divano, disfatta nell’aspetto e nello spirito che ricordavo con straziante nostalgia mi miei Natali felici di quando ero niente meno che bambina, quando ancora innocente e piena di sogni e speranze aspettavo  con ansia l’arrivo della sera di Natale e non tanto per l’aria festosa in casa, o per i regali che sapevo avrei ricevuto, ma soprattutto per Lui, per Babbo Natale! Per quell’essere speciale che tanto amavo e su cui tanto fantasticavo… a cui scrivevo lettere bellissime piene di amore e di buoni propositi, dove la lista dei regali desiderati non veniva che per ultima… prima c’era tutto il mio appassionato raccontargli tante cose di me… l’aprirgli del mio piccolo cuore di bambina, e i miei esaltati sentimenti di amore e ammirazione per Lui che, ovviamente convinta che esistesse davvero, consideravo il mio eroe, il mio sogno, il mio mito.

Il ricordo di quell’antica mia felicità e fiducia nell’amore e nella vita non fece che intristirmi ancora di più, tanto da farmi piangere come una fontana, così tanto e così a lungo che alla fine esausta riuscii a pensare a due sole alternative per me, o farla finita una volta per tutte quella sera stessa con una bella dose di tranquillanti e… ciao a tutti… oppure andarmi subito a fare un bagno rilassante, una delle poche cose che ancora riusciva a farmi stare un po’ bene. Il caso, o qualcun altro, volle che, grazie al cielo, optai per la seconda ipotesi e salendo quasi a fatica le scale che portavano al piano superiore, mi abbandonai poco dopo ad un lungo bagno che avrei voluto non finisse mai… concedendomi di tutto… idromassaggio a volontà, sali profumati  per il corpo ed uno sciampo speciale per i capelli con tanto  balsamo profumato da renderli morbidi come seta….e poi creme… e poi ancora del profumo….

Mi coccolai insomma come mai  prima avevo fatto e quando uscita dalla vasca mi guardai allo specchio prima di avvolgermi in un caldo e morbido accappatoio mi accorsi con grande sorpresa di quanto in fondo fossi ancora bella e giovane… e forse persino ancora desiderabile …..ma ad interrompere il corso dei miei pensieri intervenne il suono improvviso ed inaspettato del campanello di ingresso… feci finta di nulla… rimasi ferma in silenzio…

“L’avrò immaginato” pensai..

Ma invece il campanello suonò ancora e sempre più insistentemente… tanto che alla fine mi decisi a scendere per vedere chi mai fosse a quell’ora e per di più proprio la sera della vigila di Natale….

Quando chiedendo chi fosse guardai dallo spioncino rimasi senza fiato e subito pensai di esser finita preda di qualcuno in vena di scherzi di pessimo gusto o addirittura di qualche pericoloso squilibrato…mentre una voce maschia e possente mi rispondeva da fuori l’uscio:

“Sono io! Babbo Natale!”

A far  salire il mio panico alle stelle non fu solo ciò che udivo ma anche e soprattutto  ciò che incredibilmente vedevo dallo spioncino… e cioè qualcuno vestito proprio da Babbo Natale!… Temendo il peggio mi feci allora coraggio e gridai da dietro la porta:

“Accidenti buffone! Vattene via! Non sono in vena di scherzi e se non sparisci all’istante chiamo subito mio marito!”

Lo vidi sorridere con sufficienza e scuotere la testa mentre diceva:

“Ma Silvia… cosa dici…so benissimo che sei sola in casa…, ed è per questo che sono qui… dai su coraggio… apri e fammi entrare”

Fu allora che il mio sguardo atterrito dallo spavento che stavo provando si spostò alla vetrata accanto alla porta di ingresso da dove non vista potevo invece veder tutto e cosa vidi?….Nel mio giardino una grande bellissima slitta…con alla guida straordinarie e regali renne  che sembravano sorridermi…. mentre tutto attorno una luce bianca e stellata…

“Sto impazzendo…” riuscii solo a pensare e tuttavia, non so come, né perché, ma semplicemente  inspiegabilmente mi ritrovai come in trance ad aprire la porta di ingresso al sedicente Babbo Natale che aspettava di entrare in casa mia…

“Oh!!! finalmente ti sei decisa!”

Mi disse allegramente accingendosi ad entrare mentre io muta ed immobile lo guardavo con gli occhi sbarrati…

“Dai Silvia… non aver paura! … sono io…  il tuo Babbo Natale di sempre! E sono venuto a trovarti! Sapevo che ti stavi apprestando  a trascorrere una serata, come dire… un po’ triste, ed eccomi qui, tutto per te e deciso a farti a trascorrere un Natale indimenticabile!”

Mi sorpresi a rispondergli:

“E… i regali a tutti bambini che stanno aspettando?”

“Già fatto! Tutto a posto… io e le mie devote renne abbiamo già fatto il giro di tutta la terra ed ogni bimbo è stato accontentato, persino quelli che non avevano chiesto nulla, sai come sono fatto… era ora ho solo voglia di  rilassarmi, di pensare un po’ a me e a te soprattutto, mia piccola cara Silvia… questa sera non permetterò che tu sia triste…ma… avrai freddo con indosso solo un accappatoio… vai… vai a metterti qualcos’altro,  anzi… ti dirò di più, prenditi pure un po’ di tempo e fatti bella! Si… vai a farti bella per me, io ne approfitterò per fare un pisolino, ne ho bisogno…”

Detto ciò sorrise amabilmente e si tolse il cappello scoprendo i suoi capelli bianchi  così folti e lunghi sino alle spalle che erano uno spettacolo a vedersi, li prese con entrambe le mani e se li tirò indietro in un modo così particolare che… beh… lasciamo stare…ma non è tutto…  dopo essersi infatti sistemato i capelli, come nulla fosse e con  fare decisamente liberatorio si tolse barba e baffi che al contrario dei lunghi capelli bianchi erano a quanto pareva posticci, scoprendo così  un volto incredibilmente bello, dai lineamenti perfetti e virili come in pochi altri uomini avevo avuto occasione di vedere…per non parlare poi degli occhi così belli, azzurri e profondi da non riuscire a guardarli senza sentirsi girare un po’ la testa…

Immagino di essere rimasta a guardarlo letteralmente a bocca aperta tanto che mi disse sorridendo:

“Un po’ sorpresa forse? Beh si… lo immagino… del resto è colpa mia, per dare un aspetto più che mai paterno e rassicurante ai bambini che mi amano ho sempre aggiunto barba e baffi che fanno tanto omone  buono e saggio ma che  in realtà io proprio non sopporto…. Del resto però è sulla mia immagine che ho costruito la mia missione su questa terra e quindi a quest’immagine devo restare fedele  nel tempo, costi quel che costi,  ma stasera, qui con te, voglio essere una volta tanto me stesso!”

Poi si lasciò cadere con liberazione sul divano con l’aria di qualcuno davvero molto stanco e con il capo reclinato all’indietro e gli occhi chiusi mi disse ancora:

“Vai, vai a farti bella Silvia, io nel frattempo mi riposo un po’, basteranno pochi minuti a rimettermi in sesto e poi vedrai che trascorreremo insieme una magnifica serata!”

Io senza dire nemmeno una parola restai ancora qualche attimo a guardarlo e poi  come una bambina obbediente feci esattamente quanto mi aveva detto di fare,  andai al piano di sopra salendo lentamente le scale sempre come in una sorta di trance e riuscendo solo a pensare:

“Babbo Natale… è lui!  Esiste davvero… ed è qui a casa mia, per me… soltanto per me… forse sto impazzendo… si certo sto impazzendo,  ma si che sto impazzendo!…”

Tuttavia in quella mia sorta di pazzia ci stavo benissimo, ero eccitata, felice, esaltata,  l’idea che Babbo Natale in persona e per giunta un Babbo Natale così incredibilmente attraente come  mai avrei pensato potesse essere in realtà, mi rendeva incosciente ed euforica come mai prima in tutta la mia vita, ero una pazza… mentre nel prepararmi confesso che pensavo   davvero a farmi bella, si… a farmi bella per lui… per Babbo Natale in persona che al piano di sotto di casa mia mi stava aspettando…”

Mi feci così bella che quasi allo specchio non mi riconoscevo e alla fine di tutti i miei preparativi,  iniziando a scendere le scale per tornare al piano di sotto pensavo che era stata tutta una mia immaginazione, un risultato della mia ormai tangibile follia e che sotto non avrei trovato proprio nessuno… e  invece… eccolo lì… non più sul divano con gli occhi chiusi come l’avevo lasciato ma in piedi accanto al caminetto che mi stava aspettando con due bicchieri di champagne in mano… Si era tolto intanto  la sua  tipica giubba  rossa  restando con indosso solo un’ aderente maglia anch’essa rossa che sorprendentemente non ricopriva affatto una massa di ciccia informe come avevo sempre pensato, bensì una massa di muscoli decisamente fuori dal comune ricoperti da una delle pelli più toniche che io avessi mai visto prima in un uomo, che dire…ero letteralmente senza fiato! Il buon caro vecchio Babbo Natale era in realtà uno strafigo pazzesco…ma chi l’avrebbe detto….

Mi accolse sorridendomi amabilmente e porgendomi il bicchiere di champagne continuò a guardarmi con quei suoi occhi incredibilmente azzurri…

Poi, mentre chissà come si diffondevano nel salone le note di una melodia natalizia che tanto avevo sempre amato sin da bambina, facendomi sedere accanto a lui sul divano davanti al caminetto da lui stesso accesso, perché io non lo avevo certo fatto… iniziò a parlarmi di me… si proprio di me… di quand’ero bambina, delle cose che amavo fare, dei miei sogni, delle lettere appassionate che gli scrivevo… ne aveva persino una con sé… me la mostrò e la riconobbi… era una lettera scritta proprio da me tanti tanti anni prima!….avevo le lacrime agli occhi per la commozione…e il cuore che batteva forte…

Non avevo ormai più dubbio alcuno, quell’uomo meraviglioso seduto accanto a me sul divano era proprio Babbo Natale, ed io ero così felice! L’avrei voluto gridare a tutto il mondo…

“Come vuoi che ti chiami?…” gli chiesi timidamente… “Vuoi che ti chiami proprio Babbo?… Babbo Natale?…”

Ci pensò su un attimo e poi mi rispose sorridendo:

“Ma no dai…. Babbo Natale no… tu puoi chiamarmi… Nat!… si chiamami Nat…”

“Bene…” risposi sorridendogli a mia volta…”Nat….”

E poi fu tutto una meraviglia… da non saper  descrivere degnamente …. Fatto sta che mentre parlavamo seduti sul divano, si spense la luce ed iniziarono ad apparire e ad accendersi contemporaneamente decine e decine di candele sparse per tutta la stanza, sino a che cibi squisiti e raffinati apparvero per incanto sulla tavola imbandita lussuosamente chissà come e chissà da chi , e dove una volta seduti, tra lo champagne a fiumi io e Nat continuammo a  parlare fitto fitto come se ci fossimo conosciuti da sempre… tutto era perfetto…incredibilmente perfetto….era un sogno… una realtà… una magia….un incanto…non lo sapevo, mi importava più ormai, era soprattutto la cosa più bella che mi fosse mai capitato di vivere, e decisi di viverla con tutta me stessa, senza più chiedermi nulla, lasciandomi semplicemente andare a ciò che il mio cuore finalmente festoso mi suggeriva…

Quando mancò poco alla mezzanotte mi fece alzare e mi condusse fuori in giardino dove era “parcheggiata” la slitta con le renne… vi salimmo sopra e volammo via…. Si… volammo via!

Tra le stelle….con la luna che sembrava  così vicina…. E noi due lì…. nella slitta… coperti da una soffice coperta bianca che sembrava una nuvola…. Ed io con la testa abbandonata sulla sua spalla possente che ero felice come mai avrei immaginato fosse possibile esserlo…

Poi dopo aver vagato in cielo per un tempo imprecisabile che poteva essere tanto di ore intere quanto di pochi minuti del nostro tempo ordinario, riatterrammo sul giardino di casa mia e rientrati in casa, chiusa la porta alle nostre spalle mi ritrovai improvvisamente stretta tra le sue braccia…e ci baciammo…. Si baciamo…. E ci baciammo ancora…. Sino a che sollevandomi tra le sue braccia forti egli mi portò su per le scale sino in camera da letto e lì, adagiatami con dolcezza sul letto  mi amò… si…. Nat mi amò… mi fece sua.. e fu la più bella notte d’amore della mia vita….

Ci amammo con passione per tutta la notte…e solo al sorgere del sole quando  i nostri corpi esausti si addormentarono abbracciati, io caddi in un sonno profondo…

Quando, dopo sempre un tempo imprecisato mi svegliai,  lui non era più lì accanto a me…. Mi guardai intorno per la stanza cercandolo con lo sguardo, non lo vidi e feci per alzarmi con l’intento di andarlo a cercare ma egli mi precedette, apparve sulla porta della stanza già in parte rivestito, mi sorrise e dolcemente sedette sul letto accanto a me ancora nuda e coperta appena dal lenzuolo…egli allora non badando alla mia nudità, mi ricoprì con delicatezza e mi disse accarezzandomi i capelli…

“Ti ho sempre voluto bene cara piccola Silvia… stanotte ti ho amata ed in futuro continuerò sempre a volerti bene… ma ora devo andare….”

Io lo guardavo e lo ascoltavo pendendo letteralmente dalle sue labbra, mi sarei allora forse dovuta disperare, dopo quello che c’era stato tra noi quella notte, al sentirlo dire quelle parole e invece… invece no… fui tranquilla, serena, una chiara e limpida consapevolezza illuminava in quel momento la mia mente facendomi comprendere perfettamente che tutto stava finendo tra noi e che era giusto così, che soltanto così poteva essere. Sentii che avrei potuto vivere anche solo del suo ricordo per sempre, tanto da continuare ad essere felice sino alla fine dei miei giorni, ma che lui doveva tornare alla sua realtà ed io alla mia. Solo improvvisa  una strana paura attraversò per un attimo la mia mente… e mi venne spontaneo sfiorarmi la  pancia guardandolo in silenzio…ma non ebbi bisogno di chiedergli nulla, egli aveva letto nel mio pensiero e mi rispose con dolcezza infinita:

“No Silvia… non accadrà nulla di ciò che temi  – mi disse – …il seme che ho lasciato in te stanotte non potrà mai  generare un figlio… ma altro…

“Cosa?” gli chiesi…

Lui  prese allora  le mie mani fredde tra le sue forti e calde e mi guardò a lungo ed intensamente con quei suoi occhi incredibilmente azzurri  prima di rispondermi e dirmi che le parole più belle che mai avrei potuto e voluto ascoltare in quel momento:

“Il mio seme farà rinascere in te l’amore che hai perduto Silvia, ritroverai la pace, concepirai il perdono, la saggezza, la tenerezza, potrai amare di nuovo con tutta te stessa e saprai farti amare…la tua vita tornerà ad essere bella perché tu tornerai ad essere bella qui…-mi sfiorò leggermente il petto con un dito- proprio qui… nel tuo cuore…”

E io sentii che era tutto vero, che era proprio così…ero tornata ad essere quella che ero una volta, non c’era più odio  in me ma solo amore, non c’era più rancore ma comprensione, perdono… non c’era più amarezza ma gioia, gioia di vivere, di tornare ad amare…

“Oh Nat! Nat!” mi strinsi a lui piangendo di gioia, con il cuore pieno d’amore e di  riconoscenza per lui, per quel regalo che mi aveva fatto,  per quel Natale che non avrei mai più dimenticato…

“Io non ti dimenticherò mai!  Vivrò del ricordo di questa notte con te!” gli dissi appassionatamente e piangendo

“Mi dimenticherai invece Silvia… ma non dimenticherai l’amore che c’è stato tra noi,  lo terrai sempre in te e lo saprai dare a chi a sua volta è già pronto a dartene… Io non ti dimenticherò mai, ti ho sempre avuta e ti avrò sempre nel cuore… ma tu dovrai fare la tua vita… dovrai amare di nuovo tuo marito, i tuoi figli, i tuoi cari, i tuoi amici… tutti quelli che  ti vogliono e ti vorranno bene…”

Si… si! Era così! Lo sentivo… era proprio così che sarebbe andata ed il cuore mi scoppiava di felicità… lui, Nat… mi aveva fatto il dono più bello… mi aveva ridato me stessa!…

Poi egli mi fece alzare dal letto comprendoni con lo stesso accappatoio con cui l’avevo ricevuto la sera precedente, mi asciugò le lacrime con le sue stesse mani, mi ravvivò i capelli spettinati, e poi  come fossi stata solo una bambina mi prese per mano e mi condusse al piano di sotto, senza dir nulla…

Lo guardai indossare la giubba rossa con i bordi di pelliccia bianca, rimettersi il cinturone nero e nuovamente la barba e baffi posticci sul suo bel volto.

Io restavo immobile… non riuscivo a dir nulla… poi lui mi si avvicinò nuovamente e guardandomi un’ultima volta con quel suo sguardo indimenticabile, mi prese dolcemente per le spalle e mi strinse delicatamente  a sé baciandomi con dolcezza infinita sulla fronte dicendomi:

“Addio Silvia…ricordati di me…ma solo per poco… poi dimenticami e torna a vivere, ama, ama la vita, ama te stessa, ama chi ti ama, oggi è il tuo Natale… il tuo vero Natale…stanotte sei nata di nuovo…

Poi le sue mani mi lasciarono ed io lo vidi uscire dalla mia casa e pochi istanti dopo salire  sulla grande slitta che lo aspettava in giardino per poi poco dopo alzarsi maestosamente in volo, su… su… sempre più su, seguito da una lunga scia bianca e scintillante, sino a che divenne solo un puntino lontano che poi infine scomparve dalla mia vista, per sempre…. Mentre quella luce bianca e stellata che dalla notte prima inondava  il mio giardino sparì e io potei di nuovo guardare oltre il giardino… e tutto ciò che riuscivo a vedere mi sembrò improvvisamente e dopo tanto tempo così bello!…

Rientrai in casa stringendomi nel mio accappatoio e non appena richiusa la porta alle mie spalle squillò il telefono, andai a rispondere ancora tutta stordita ma sentii la voce di mia figlia e mentre il  cuore  mi batteva forte nel petto tornai perfettamente presente a me stessa…

“Mamma… Buon Natale…”

“Amore mio! Buon Natale anche a te!”

Mi feci poi passare mio figlio e piangendo di gioia, senza però farmene accorgere, feci gli auguri anche a lui, poi chiesi loro del padre  ed egli mi rispose dopo un istante

“Silvia… Buon Natale…”

“Buon Natale a te – gli dissi aggiungendo subito dopo:

“C’è ancora un posto per me oggi tra voi…?”

Con la voce che mi accorsi tremava per l’emozione sentii mio marito rispondermi:

“Certo Silvia, il tuo posto è qui… ti aspettiamo!…”

Sorrisi felice  e  risposi semplicemente…

“Aspettatemi… sto arrivando!”

Dopo appena un’ora ero lì con loro, con i miei figli, con mio marito, con tutti i nostri cari, ed io ero di nuovo ancora felice, sapevo che tutto si sarebbe sistemato e che la mia sarebbe stata di nuovo una famiglia serena. Il ricordo prezioso di Nat lo tenevo ancora con me, sentivo che a breve l’avrei perso ma che non avrei mai più perso il seme che egli aveva lasciato in me… il seme dell’amore…

  

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1 commento »

  1. ….RILEGGENDOLO QUALCHE PICCOLO ERRORE DI BATTITURA… MA HO FATTO TUTTO COSI’ IN FRETTA….

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