Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Stella del Madagascar” di Antonella Genova

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

E l’accarezzò sul viso freddo.

Strinse  quel corpo che conosceva in ogni forma, posò la bocca a cercare il suo respiro, la baciò.

Immobile un’orchidea.

<<Il mare a sinistra>>, ripeteva Aria tra sé e sé, mentre percorreva smarrita quella strada, la Via dell’arte: La Cenerentola di Rossini,  il volo d’aquila di D’Arrigo, l’utopia di Marx e Kropoktin, i colori fiabeschi di Chagall, Cent’anni di solitudine. Pittoreschi e sperduti vicoli; come scatole cinesi. Il vibrato in re minore di un sax. Un giocoliere, nella cornice di un colonnato, ondeggiante  in una bolla di sapone. Un medioevale carillon delle Fiandre, giaceva come dimenticato tra le spoglie di un Sacro Impero. Un artista muoveva le mani scolpendo e trasformando un marmo nell’eterea Dafne. L’inchino di una maschera: <<Suvvia entrate!…E’ di scena la Bellezza e l’Amore! Si aprano le danze!>>.

Una rivoluzione bianca. La rivoluzione della bellezza.

La voce di Pier. Dal tono pastoso e sicuro. <<Mi hai toccato nella parte più intima del mio essere.. in punta di piedi…piedi scalzi. .leggeri.. con passo gentile sei entrata in quei vicoli dove nessuno ha mai guardato.. stai camminando dentro i miei sensi>>.

L’altra rivoluzione. Uno “Sturm und Drang”. Sì. Tempesta e impeto! L’amore che bussa al cuore.

Aria aspettava d’incontrarlo. Con una rosa rossa in mano. E nell’altra i sogni; mentre la notte vinceva le sue stelle.

Arrivò il tempo che si regalava all’incontro! Sotto un manto plissettato del blu di Dresda.

La sottoveste di chiffon scivolava sui fianchi ad ogni passo. Le mani di lui stringevano le forme dolci e abbandonate; sollevò di poco la seta per farla volare leggera fino al letto bianco, poi la svestì.  E d’amore la vestì. Danza gitana. Mentre la luna indossava un velo, per offrirsi all’alba.

Versi di Prévert s’udivano da una stanza accanto e musiche di Strauss lambivano le pareti dipinte; la prese in braccio tra gli affrescati oleandri. Nessuna poesia era mai stata in rima così baciata.

Ancora una volta lui andò via. Aria abbassò le tende, portò le mani al pianoforte della stanza rossa e sulla tastiera scrisse la sua musica. Belle le sue mani e chiare. Lui immaginandole,  nella terra di Cariddi, le ritraeva. All’angolo della tela, un fiore.

Il tempo scorreva nell’assenza. <<Il vento va e non pensa.. Mentre l’alba e il tramonto s’inseguono…m’inseguono… cerco di scappare…….Insopportabile mancanza>>..

Aria seduta in un bistrot  intravedeva il sorriso di Charlot celante la malinconia. Più in là , sulla riva, dei bimbi scalzi, per mano <<Giro giro tondo quanto è bello il mondo…>. Il quadro della tenerezza.

 

Indossò l’amore che sentiva e partì per raggiungerlo tra i profumi della Sicilia.

Tra lingue di terra, golfi e vulcani.

Sinuosi fianchi ed aspri si alzavano. Taormina si stendeva al sole; uno sparuto volo tra gli oleandri.

Sulla terra quasi arida , era poggiato un cavalletto, con un nastro rosso all’estremità ; Pier stringeva il pennello che intingeva in una boccetta madreperlata , lei stringeva il suo uomo. <Mi dipingi di sole anche se non c’è….mio dolce artista…mio…> gli sussurrava appena, a guisa di brezza.

Pier cominciò a dipingere la bellezza delle cose. Tracciava ad inchiostro l’arcipelago del vento e le scogliere sorvolate dai falchi della regina. E pennellate di giallo oro gocciolavano sulla  tela e divenivano ginestre pioniere sulle sabbie vulcaniche. E secolari castagni  e praterie che d’orchidee selvatiche si coloravano in primavera. Disvelava la bellezza oltre l’apparenza. Un tacito accordo tra le cose esistenti e la sua percezione rivelata. Aria era assorta, pensava alle lezioni di estetica alla Cambridge University: La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva. L’estetica come luogo filosofico dell’arte: la logica dei “sensi”; l’Artista armato”.

Sì! Vedeva Pier  combattere per la bellezza.  Il rosso carminio graffiava ogni tela : l’esaltazione dei cinque sensi. <<L’amore crea.. sì.. forte ispirazione che stento a frenare….ma dentro per me è sofferenzaforte è ciò che sento…impossibile da addomesticare…un animale selvatico che graffia, morde e si dimena …l’ amore mi distrugge…>>

Nella penombra, Pier mescolava colori e luci come respiri nelle bocche, Aria sfiorava quei  momenti con lo sguardo, mentre con le mani seguiva le trame di colore sulla tela; poi la sua bocca si girava, lo baciava.

Oro sulle labbra.

Lei leggeva a voce alta “Palpitare di Nessi”, lui la leggeva nei pensieri. La quinta sinfonia di Bethoven si leggeva, senza spartito, nell’aria.

Era ormai quasi l’alba e Pier era ancora intento ad imprimere la sua immaginifica ispirazione su una tavola di legno.  Una tecnica manieristica per sperimentare l’impatto delle proprie emozioni.  Rose rosse si sollevavano su uno sfondo quasi trascendentale. Erano per Aria. Offriva a lei ogni turbamento dell’anima . Indugiava, con movimenti brevi che generavano pieghe ondulate e tocchi di luce creanti forme convesse , su un drappeggio che s’alzava a scoprire appena le nude gambe. <<La costruzione di un amore spezza le vene delle mani .- si sentiva in sottofondo-<<mescola il sangue col sudore se te ne rimane. La costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un altare di sabbia in riva al mare>>.

In riva al mare.

Aria indossava un kimono dalle sete floreali. Creatura di rara bellezza. Pier immerse una conchiglia nell’acqua celeste e portandola sul suo capo riverso le sussurrò: <<In nome dell’ amore, ti battezzo <<Stella del Madagascar!>> Poi consegnò il segreto al mare.

Venne ancora il tempo del distacco.

Tormento. Lacrime come cristalli.

<< E quando finalmente ti trovai il mio secolare desiderio trovò una pace

perfetta….Amore… Lacrime gentili…come il tuo parlare. .e dolci.. come le tue labbra.. che

ancora bacerò…

Vorrei tua >>.

Aria si mise in viaggio con la sua Torpedo bianca, tra le valli di Provenza inchinate dalla violetta lavanda e dalle gialle mimose; S’ intravedevano a destra, in ripida salita, cubi trasparenti e, man mano che diventavano meno distanti, si  avvicinava la possibilità della scoperta. La giovane biologa dedicava i suoi studi di botanica alla ricerca e s’apprestava a raggiungere il “Jardin des Plantes” di Aubervilliers, nella terra dell’ l’Île-de-France.

Era arrivata nei pressi del canale di St-Denis; si guardava intorno, ogni cubo rifletteva un colore diverso, l’intera struttura sembrava opera di uno scultore contemporaneo; freddi cubi assolati, iconografia della melanconia.  Aria avanzò verso l’entrata con passi svelti, come a voler scappare, per non farsi irretire, da un nostalgico sentimento, che la trascinava in modo inarrestabile verso lui.

All’Ingresso del Jardin,  i suoi studi di botanica si stagliavano fuori dai fogli di vecchi volumi, stendendosi negli spazi più ampi  di un cubo; voli novizi di steli fioriti si avvitavano in una danza naturale. Uno spettacolo prendeva forma davanti al suo sguardo appassionato.

Niente di tutto ciò a cui assisteva c’era scritto tra quelle pagine, sulle quali aveva trascorso faticose e appassionate  giornate.

<<Bon jour>> , sentì alle sue spalle. <<La signora Ruggero?>>  <Oui>>, sono io,<< enchanté>> .

L’arrivo del professore Douglas la riportò al senso di quel viaggio. Una borsa di studio le avrebbe dato la possibilità di seguire uno dei più famosi studiosi di floricoltura, scopritore di una specie rara di orchidee, dalle forme di stella, l’orchidea Angraecum. <<Una stella del Madagascar>>, la informò l’affascinante biologo. Aria sorrise; sussurrando qualcosa d’indistinto e segreto al professore;<<Lo stesso Charles Darwincontinuò un po’ turbato- ha contribuito alla notorietà di questa specie. Osservando i suoi fiori, arrivò alla conclusione che doveva esistere una qualche farfalla dotata di una proboscide di almeno trenta centimetri, capace di arrivare al poco nettare presente in fondo al lungo sperone, affinché il fiore potesse essere impollinato>>- le precisò– <<Questa farfalla è stata scoperta molti anni dopo ed è una falena notturna>>.<< Le falene!!Adorabili!>> -intervenne Aria  con sguardo sognante-<< Qualche anno fa, ho registrato il fenomeno “puddling>>non esitò a raccontare con concitazione la giovane ricercatrice <<Le farfalle si radunano in pozze d’acqua ricche di minerali e la bevono. Sono solo i maschi a partecipare a questi “party”, le femmine non ne hanno necessità, riceveranno i sali dai maschi durante l’accoppiamento. Un incanto!>>.

   <<Mi segua, dottoressa Blanc>> disse con un malcelato sorriso, che sembrava anticipare una possibile sorpresa per lei.

Con incedere elegante, il professore s’incamminò, seguito da lei, tra reperti naturalistici provenienti dal Sud America, mentre si lasciava andare in una lezione sulla teoria dell’evoluzione di Darwin, citando alcuni appunti contenuti nei Taccuini <Alcune Zizanie in 16 generazioni si acclimatarono, i lauri non hanno fatto altrettanto(…)>.

Aria notò che da alcune piante invasate in coppia si stendevano carnosi petali, abbondanti steli e corolle. Strutture alate. Simbiosi perfetta di colori e profumi. L’evoluzione dell’esistenza nella socialità sembrava contraddire i convincimenti di Darwin fondati sulla legge del più forte- lo struggle for life.

La teoria dell’evoluzione della specie di Darwin aveva accompagnato i suoi trepidi esperimenti nei templi della sapienza . D’improvviso l’amore in natura appariva lo sfondo dell’esistenza.

Le lunghe notti intessute di stelle filtravano tra i vetri umidi di brina un’argentea luce , invitante ogni fiore all’amore . Gli occhi di Aria, pieni di curiosa conoscenza, scrutavano i movimenti tremuli e i suoni delle sfreganti foglie di orchidee nascenti. Profumi coesi si dissolvevano prima dell’alba . La dottoressa fotografava ogni “particulare” che potesse confermare la sua tesi: L’altruismo in natura! Ecco, sì, questa era l’idea finalmente verificata. Ecco la sorpresa!.

Passò notti insonni cercando la sua rivincita; dimostrare la verità e la perfezione delle sue intuizioni , da consegnare sull’altare dei dotti . Per anni aveva tentato affannosamente di confutare la teoria darwiniana o almeno aggiungere ad essa una visione più ampia, con il risultato d’essere tacciata di visioni filosofiche.

La Perfezione!

<Vorrei la perfezione per te…non c’è in me…ma mi regalo completamente a te

in ogni forma….pur nell’imperfezione…

Perfetto mi appare l’amore che sento…>

In ogni luogo in ogni forma in ogni anfratto, Pier.

 

<<Sì dottoressa Aria>>– il prof.re Douglas interruppe i suoi pensieri -<<Credo anch’io che il mutuo soccorso costituisca il motore dell’esistenza e quindi….!>>; I suoi occhi stanchi lo convinsero  a concludere, almeno provvisoriamente, la lezione e a condurla nell’alcova per il dovuto riposo.

<<Madame, a domani alle otto>>, le disse con tono quasi perentorio. <<Certamente>>, rispose con un mezzo sorriso, che tradiva il suo bisogno di qualche ora in più di sonno. <<Va bien<>, aggiunse, <<facciamo alle nove>>.

<<Merci>>, disse Aria, e si accese di una lieve luce che dava grazia al suo ceruleo viso.

Il professore la condusse in un casale scavato nella roccia tinteggiato di bianco, un’iconografia greca coperta di rose.

Un verso solitario di rapaci notturni li accompagnava. Mentre Pier sorvolava in lei.

<<Volare…volare…..come Jonathan Livingston…come il Barone rosso….come …come i miei pensieri che non riesco più a controllare…una mina vagante pronta a brillare…..ma non posso brillare…farei del male tutto intorno a me…..volare sì ..volando potrei esplodere in volo…lontano…in alto…si vedrebbe solo una luce…una luce lontana..>>.

Note lentamente emesse in volo, flautate e chiare, raspanti e stridenti<< Ascolta amore . L’allodola del Dupont>>.Pier, come puoi riconoscerle? <Ssss… Ascolta!>…tscrrit….<Uno stormo in lite!!>…<<Ehi.. una ballerina gialla….Senti come si diverte?>>. Un’aspra risata sferzava l’aria della notte . Improvviso il silenzio. Poi un ininterrotto canto.< Aria …Vieni, corri. Presto. Il volo nuziale>. Velocissimi voli ondulati con picchiate e risalite alternate a lunghi volteggi…voli “a festoni”…danze aeree…..il dono di una preda in segno di desiderio….poi l’amore…Che spettacolo!.<< A chi d’amor mi sa far volare…. C’ è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, e rimani senza fiato per quanta emozione provi>>…Sì, i poeti già lo sanno! Le tue braccia Pier!.. <<Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognar>>.

<Prego>, il professore la richiamò alla realtà,  invitandola ad entrare.< Mi faccia strada, monsieur Douglas>. <Oh my God!- Bellissimo questo affresco>, sospirò sorpresa Aria.

<<Venere consola Amore, un affresco del Settecento>>, la informò, con tono gentilmente saccente, monsieur Douglas; <<Vede quei fiori? Sono stati restaurati da un giovane artista parigino, monsieur Pier Dupon, in piena coerenza con lo stile rococò>>.

<Se potesse consolare anche me>…il respiro affannato della giovane ricercatrice soffocò la frase.

<<Cosa?>>, pronunciò il professore con occhi investiganti.

<<Pardon! >>, disse Aria fuggendo timidamente al suo sguardo, intenta a portarlo verso altro, <<Quello è Shagall!. La passeggiata. Lo riconosco!>>, quasi urlò, come ad una rara scoperta.

Una cornice veneziana inquadrava ancora l’amore. <<Meravigliosa è l’arte.. ma incompleta senza il nostro bacio…!>>.

Era entrata in una stanza dalle volte tinteggiate tra l’indaco e il blu oltremare. Al suo interno il tripudio di colori di Chagall.

Blu, rosa, rosso, viola. E poi il fucsia e ancora il rosso. Quadri brillanti, vivaci.

Le linee più suggestive raffiguravano la sua prima moglie, Bella. Il blu più intenso e brillante che abbia mai visto!.

Poi la morte di Bella :Il dolore, il nero, il grigio. Il matrimonio con Vavà, di lei  un solo ritratto.

Dai colori cupi, intensi. Rosso porpora, verde scuro.

Chagall non aveva mai amato Vavà come Bella.

Anche Aria non avrebbe mai amato nessun altro nel modo in cui aveva amato lui.

<<Come levar alle stelle via il bagliore?

Come impedir che corra il fiume al mare?

Come negar che soffre il petto mio?

Come levar dall’anima questa passion? >>

Aria avrebbe riconosciuto quelle linee sfumate fra infinite altre. Pier le aveva fatto conoscere Chagall <<Amo Chagall…il suo modo infantile di esprimere l’amore per tutto…cose impossibili che diventano vere nei suoi quadri…finestre su un mondo “diverso” dove tutto è semplicità>>….e Kandinsky  e l’Amore.

La bellezza dell’ amore.<< Sono nuda….a cuore nudo…..e mi offro a te>>.

Malinconia.

Il  suono del telefono la riportò alla realtà:

<<Si, sono arrivata, stai tranquillo>>;  <<La lascio>>, disse con discrezione il professore. << Riposi bene, aurevoir>>.

Il professore non sapeva che Aria aveva paura della notte, ogni volta tutte le volte che non si trovava tra le braccia di Pier.

<Per lungo tempo ho avuto paura della notte…..mio amore.. mio…le ombre

scendevano su di me…m’inventavo forte condottiera. .eppur così fragile….ma

di necessità virtù, si narra…..e in un sofferto virtuosismo indossavo spoglie

altrui….e guidavo mio figlio…tra alterne vicende…tra vittorie e

sconfitte…sognando il mondo che avrei voluto….eppur così lontano…così

ogni parte di me finiva con l’implodere in me.. in un fragoroso dolore.. fino

all’ansia….al buio…ma la notte non è assenza di colori….le stelle

brillano allo sguardo di chi guarda….e poi la luna così pallida e pensosa…

così intima ..quasi impudica nell’offrirsi alla terra…..invita all’amore….

la notte è luce d’amore….”.tu sei un frammento di luce…..mi sorridi e non

ho più paura….ma tu non mi mancare mai>>.

Aria accese il video: un acrobata su “un filo teso nel vuoto”. <<L’equilibrista gioca con la gravità dei sogni che ha nell’anima>>, le parve di sentirle sussurrare. La notte le fece d’improvviso meno paura. S’accomodò nel suo letto bianco, tra le sete bianche del baldacchino e mentre  la sera riconsegnava i suoi raggi al sole, Aria si riprendeva i sogni.

Tra qualche ora ad est sarebbe sorto il sole. <Non torna indietro il sole…..ma “lentamente fino in fondo”…fa entrare i suoi raggi nel blu del mare….e mostra l’alba….Grida d’amore…..>

Alle nove, puntuale,  Aria raggiunse il Jardin, dove trovò il professore intento a catalogare  diverse specie di orchidee .Un palcoscenico di orchidee metteva in scena l’eleganza delle forme. Rapsodia di colori.

Un faro illuminava la terra, che germogliava nuovi steli e petali. La bellezza della natura.

Un suono blues. Aria guardava nascere un fiore. In libertà.

Il suo sguardo come il suo viso impallidivano sempre più, come la luna che saliva tra le aspre rocce per raccontarci il sopravvenire della notte. <<Ti maledico luna!…sento la mia pelle… tra le sue braccia ancora>>.

Pensò ancora a Pier.  <<Fredda la notte e le mie parole? Ti offro una rosa, sboccerà il giorno e la comprensione. E l’alba verrà…. le mie rose s’arrampicheranno fino al sole……e la più bella sarà per te>>.

Sopravvenne la notte.

<<Mi chiedo cosa ci faccio qui

Sprofondo dentro di te

Che ore sono e quale fuoco mi annega

Se sia giorno o notte, non lo so

La mia pelle si incolla al rosso del tuo sangue che si muove

E che scorre verso di me

Tango mi amor…Ballo e combatto>>

Notte insonne.

Lo sguardo di Aria si posò sui fitti libri antichi e contemporanei che abbellivano di senso una parete divisoria, alle spalle del baldacchino. Una copertina blu attirò l’attenzione di Aria. La democrazia di Kelsen., Pensò a Pier, le sere trascorse a discutere di politica ; destra e sinistra. Alternanza d’ ideologie tentando cambiare il mondo.

<<La terra amore…con le mani sporcarsi di terra, toccare la terra ..germogliare nuovi frutti e idee>>-.. Le parole di Pier risuonavano nella stanza vuota, mentre una clessidra dai piedi dorati, poggiata su un’ametista, faceva scivolare da un vetro soffiato all’altro il tempo dei ricordi. Così come soffiavano sogni ideologici nella mente di un intera generazione sessantottina.

Erano  gli anni della ribellione, anni  in cui Aria ambiva a diventare donna; Pier avrebbe voluto spargere le idee di Aria e coltivarle nella terra, unirle in un profondo amplesso tentando partorire un nuovo mondo.

Estenuante germoglio. Un valzer roteante concezioni avverse, pur tuttavia danzante la bellezza delle idee.

Aria era una tenera e fragile guerriera della libertà e dell’amore.

Pochi granelli ancora e  la guerriera consegnò le pagine del libro e i secreti pensieri a Morfeo;

In attesa del giorno.

<< Buongiorno “anima”…sono sveglio da un po’ …ho sorseggiato un caffè bollente guardando fuori dalla finestra.. c’è vento qui.. un vento freddo.. ho aperto un po’ ..

Mi piace di prima mattina sentire l’aria fredda sul viso, è come uno schiaffo di una donna…ti scuote …ma non fa male, .un pò ti piace-

Ho respirato il vento, fuori è buio, ma le luci che salgono dalle vie danno un’ immagine gradevole…in questo istante mi passa sopra il primo aereo della giornata…ci sono proprio sotto…per me è come una sveglia…ma sono sempre sveglio quando parte..

Apro ancora la finestra, ancora un schiaffo d’aria fresca…poi richiudo, adoro il momento in cui richiudo la finestra lasciando quel freddo fuori e lo osservo.. osservo gli alberi scossi dal vento gelido di questa mattina di metà gennaio.. mi piace sentire il tepore della casa guardando l’inverno che è fuori>>.

L’Inverno.

<<Pronto!. Il signor Pier Dupont? Sono il professore Douglas>>.

 <<Stella del Madagascar>>; il segreto sussurratogli da Aria divenne rumore tagliente.

Un silenzio assordante proveniva dalla sala del pensatoio.

Pier spostò il velo d’ambra, che pudico la copriva. Prese la sua mano stretta in un pugno; la distese; Da lì cadde un cuore.

Precipitò l’Amore.

E l’accarezzò sul viso freddo.

Strinse  quel corpo che conosceva in ogni forma,

posò la bocca a cercare il suo respiro, la baciò.

Immobile un’orchidea. E un’altra accanto. Come stretti in un abbraccio.

<<I tuoi pensieri sono musica orchestrata per me….Sei il più bel libro che

mi appresto a leggere…..e io vorrei declamarti tra le stelle…mentre la

pioggia cade e applaude….si …sei la terra che offre fiori … e frutti …e

vizia la mia anima…..E sei ti avessi (ri)conosciuto in maniera diversa…..

con la stessa rosa …sarei venuta a cercarti…….

..e almeno che non sia incestuoso….quando verrà il tempo….” nella tua

bocca.. in un angolo…è là che mi spoglierò”……….e faremo l’amore…ma

l’amore…così “disperatamente” tesi all’infinito….mentre la pioggia applaude…..>>

 

  

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7 commenti »

  1. perfetto uso del linguaggio con colti ed appropriati rifrimenti al mondo dell’Arte suprema ed eterna: Beethoven, Kandisky…stile poetico che trasporta il lettore in un mondo onirico dove tutto è un idillio e dove amore e morte sono una conferma alla eco classicheggiante che intride tutto il racconto. Alla fine della lettura si ha la sensazione di aver assistito alle leggiadre evoluzioni di un aquilone per il senso di leggerezza e distacco dalla opprimente, volgare quotidianità. Mi ha convinto mille per mille. Brava. i

  2. Grazie. Il tuo commento è preziosa cornice al mio racconto. Caro Sam ” quel mondo onirico” è la mia vita. Buio e luce. Alternanza dolorosa. Peccato mi sia
    s-fuggito l’aquilone!…Ma se tu l’hai visto danzare…c’era!….

  3. Ogni mattina, da piu di due anni ormai…mi sveglio con un solo pensiero, preparo il mio caffè e lo sorseggio guardando fuori dalla finestra.
    Le stagioni cambiano, il freddo inverno e buio lascia il posto alle giornate lunghe e calde, quasi noiose e insopportabili dell’estate…e poi l’autunno, solstizi e gli equinozi che scandiscono le stagioni, ma….ogni mattina il primo aereo mi passa sempre sopra e con lo stesso cuore lo vedo scomparire lontano. E’ come una sveglia per me, ma sono sempre sveglio quando passa.
    Lui raccolse quel cuore che cadde dalla mano, lostrinse nella sua, avvicino ancora la bocca alla sua per cercare il suo respiro….e il cuore nella mano tintinnò.
    Grazie

  4. Innamoratevi…………..

    http://www.youtube.com/watch?v=9cREwaNikvQ&feature=endscreen&NR=1…………….

  5. Nell’attesa…..

    .http://www.youtube.com/watch?v=QPOkRdl-vAA

  6. Ringrazio ognuno di voi…..la vostra gentilezza..

    Un omaggio….gentile…

    http://www.youtube.com/watch?v=YwuZcIFd_10

  7. questo poeticissimo racconto mi era sfuggito, ma il tuo simpaticissimo commento con la spettacolare citazione mi ha molto incuriosito perché per buona parte hai descritto le sensazioni mie e di chi si trova nella stessa situazione 🙂 e allora eccomi qui! C’è arte, c’è poesia, c’è musica, uno stile leggero e coinvolgente, bello, molto bello!

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