Premio Racconti nella Rete 2013 “L’uomo che non doveva morire” di Giovanni Lucev
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013L’uomo che non doveva morire sta guidando la macchina che non doveva esistere, lungo la strada che nessuno doveva conoscere.
E’ atterrato poco prima all’aeroporto, con il volo che doveva essere segreto.
La macchina che non doveva esistere lo deve portare dall’aeroporto, fino a casa.
A metà strada, sulla collina, l’uomo che non doveva sapere e invece sa lo osserva con il cannocchiale.
Fermo, sotto il sole, sta iniziando a sudare.
E’ fine maggio, ma sull’isola fa già molto caldo.
Lui è pronto, ma non è ancora il momento.
L’uomo che non doveva morire guida perché gli piace, ma ancora non sa quanto gli costerà.
Ogni tanto gira la testa e guarda lei, le sorride, poi i suoi occhi tornano sulla strada che nessuno doveva conoscere.
La ama moltissimo.
L’uomo che non doveva sapere e invece sa è nervoso.
Cammina avanti e indietro sulla collina e fuma una sigaretta dopo l’altra.
Vuole fare in fretta e andare a casa, ma sa che è un giorno importante, anzi storico, quindi resta lì e aspetta.
Non è ancora il momento.
L’uomo che non doveva morire guida e pensa all’amico.
Le notizie sono esaltanti e non vede l’ora di raccontargliele.
Lo vedrà quella sera stessa, lo abbraccerà forte e gli dirà tutto.
Poi, siederanno insieme, rideranno e brinderanno a quel futuro che solo loro avevano avuto il coraggio di immaginare.
L’uomo che non doveva sapere e invece sa è un po’ meno nervoso.
Nelle mani, adesso, stringe il telecomando, che lo rende più sereno.
Tanto potere tra le dita lo tranquillizza.
Ma non è ancora il momento.
L’uomo che non doveva morire è felice.
E’ felice perché ha capito tutto.
E’ felice perché ha convinto tutti.
Adesso si farà a modo suo.
Basta mani legate, basta far finta di niente, non ci saranno più scuse.
Si aprirà una nuova era e, soprattutto, se ne chiuderà una che è durata anche troppo.
Stavolta non vinceranno.
Stavolta le cose cambieranno davvero.
L’uomo che non doveva sapere e invece sa guarda ancora una volta nel cannocchiale e butta l’ennesima sigaretta.
L’uomo che non doveva morire è proprio sotto di lui.
Adesso è il momento.
Il rumore è spaventoso, l’onda calda anche peggio.
La strada che nessuno doveva conoscere è dilaniata, sventrata, sottosopra.
La macchina che non doveva esistere è sparpagliata qua e là, mescolata alle altre.
L’uomo che non doveva morire è morto, il suo sorriso spento, il futuro che aveva immaginato annientato.
La sua era è finita ancora prima di nascere.
Quell’altra, quella che era durata anche troppo, continuerà ad esistere.
E a prosperare.
Hanno vinto ancora loro.
Certe cose non si possono proprio cambiare.
Oppure, forse, basta il coraggio di immaginare.
E’ straordinario. Mi e’ piaciuto moltissimo. Davvero scritto bene.
Complimenti!
Molto bello e, ahimè, molto attuale.
Immagini descritte bene, ci potresti fare un corto.
Un approccio originale che sa di poesia per raccontare un fatto di cronaca che ha segnato in modo terribile il nostro paese. Bravo!
Grazie mille a tutte e tre! In effetti, il tentativo è di evocare immagini, quindi l’idea del corto potrebbe anche essere uno sviluppo futuro.