Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Rosso fermo, come il nonno” di Delia Mazzocchi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Alla fine di Agosto la mia pelle aveva l’odore zuccherino dell’uva quasi pronta per essere colta.

Il nonno si muoveva piano tra i filari, soppesava i grappoli e mi passava gli acini perché li assaggiassi. Io lo seguivo distratta, saltellando e canticchiando assieme alle cicale.

– Vedi – mi diceva con occhi severi che cercavano di trattenermi – non è ancora matura. Se la cogli adesso butti via tutto.

– Anche troppo tardi non va bene, nonno – ribattevo sfrontata – l’uva poi appassisce…

Lui rispondeva con un gesto spazientito della mano e io mi allontanavo correndo tra i filari della vigna lasciando che il sole mi bruciasse le gambe e il volto. Poi mi sdraiavo sul prato e seguivo le nuvole sognando di diventare grande.

 

Mi sedetti a tavola accanto a lui. Indossavo una gonna corta e bianca e profumavo di fresco. Mi diede un’occhiata senza alzare la testa e io mi misi a giocherellare con il braccialetto nuovo.

La nonna entrò con lo stufato di capriolo e la cucina si riempì del profumo degli aromi. Rosmarino, alloro e un ricordo di vino rosso nel quale aveva rosolato la pancetta. Appoggiò la pentola al centro della tavola, si pulì le mani nel grembiule e mi fece un gesto di incoraggiamento. Non ne avevo bisogno. La paura del nonno, quella sera, era niente confronto alla mia determinazione.

Mi alzai e lo servii. Il profumo del capriolo gli prese i sensi, chiuse gli occhi e abbozzò un sorriso. Poi si alzò di scatto e andò verso la cantinetta.

Attesi per un tempo interminabile.

Quando tornò a tavola appoggiò una bottiglia proprio al centro. Sulla pelle ruvida e abbronzata spiccava un sorriso storto, quasi vittorioso. Un Sangiovese vinificato in purezza: asciutto e intenso, duro al palato, con un forte sapore quasi austero. Aveva scelto quello di due annate precedenti, quando la nonna era venuta con noi a fare la vendemmia, aveva preparato le torte per i braccianti e io avevo cantato tutto il giorno avvolta in un vestitino a fiori che ora non mi stava più. Lo guardai mentre stappava la bottiglia e capii che non avrebbe ceduto facilmente. Ma quella sera di fine estate per me era piena di promesse ed ero disposta ad affrontare la sua ira.

Allo schiocco del tappo la nonna mi guardò interrogativa pronta a fare il primo passo. La fermai con un cenno. Avrei fatto da sola.

 

Lo presi a tradimento, nell’attimo in cui chiuse gli occhi per assaporare il frutto della terra e il lavoro della famiglia, nell’istante in cui il palato si arresta sull’interrogativo per sciogliersi in quella certezza che prende i sensi e inebria la mente.

– Stasera c’è la festa dell’uva – dissi, e per poco il vino non gli andò di traverso.

– Che festa? – ribatté il nonno posando il calice con rabbia.

– Dell’uva, nonno. Giù in paese.

– E allora? C’era anche l’anno scorso e ci sarà l’anno prossimo.

Si avventò nervoso sul capriolo e la nonna gli posò una mano sul braccio. – Mangia piano, caro.

Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, ma io avevo il volto bruciato dal sole, le gambe troppo lunghe e la luce dell’estate negli occhi per lasciar perdere.

Nell’aria il profumo forte del vino si confondeva con gli aromi della carne e per un attimo il nonno si lasciò trasportare dai sapori.

 

Fu la nonna a interrompere il silenzio. – Credo che ci siamo, vero? – chiese.

Il nonno alzò lo sguardo di scatto.

– L’uva – spiegò lei con un sorriso aperto e pieno del sole della vigna, – è matura per essere colta.

 

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3 commenti »

  1. Dolce, chiara, diretta e semplice, non banale, solo naturale, come l’uva che matura e la ragazza che ….! Bellissima metafora svelata alla fine. Brava Delia!

  2. …sa di fresco questo racconto mescolato al profumo degli acini dell’uva. Fantastica la nonna. Complimenti Delia! 🙂

  3. Grazie molte a entrambe per averlo letto e commentato!
    Grazie
    Delia

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