Premio Racconti per Corti 2013 “Il coraggio uno non se lo può dare” di Delia Mazzocchi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2013E’ notte. In una strada secondaria di Lucca un edicolante chiude il negozio e si accorge che si è rotto un infisso. Abbassa la serranda, ma rientra dal retro per prendere la cassetta degli attrezzi.
All’improvviso sente due colpi di pistola e lo stridere di una moto sull’asfalto.
Si abbassa istintivamente e tra le stecche della saracinesca vede con chiarezza il volto di un uomo che si allontana lasciando un cadavere sull’asfalto.
Nel silenzio che segue l’edicolante trova la forza di andare a casa. Trema, è sconvolto. La moglie, preoccupata, lo interroga in modo incalzante, ma lui non dà spiegazioni.
Il giorno seguente i giornali raccontano di una rapina a Lucca, avvenuta per mano di un uomo molto violento e già noto per le sue braverie. Quando legge il nome della vittima, l’edicolante quasi perde i sensi. Passava spesso dalla sua edicola e aveva un figlio.
Nei giorni successivi l’uomo vive in uno stato angosciato di lotta continua tra la paura nei confronti dell’assassino e il senso di colpa per non avere testimoniato. Non riesce neppure a nascondersi dal rimorso visto che i titoli dei giornali che distribuisce lo richiamano alla realtà. La paura, però, prevale sempre. Non è più lo stesso, la sua vita è cambiata. La moglie, non comprendendo il suo drammatico mutamento, lo lascia.
Passano gli anni, tutti uguali e in solitudine. Di quando in quando il malvivente passa all’ edicola per comprare il quotidiano. L’edicolante gli da il giornale, ritira i soldi, li mette in un sacchetto separato dalla cassa, si lava le mani, sputa per terra e periodicamente porta il sacchettino in chiesa. Niente più di questo però. E ogni volta il senso di colpa gli prende le budella e lo fa stare male.
Una mattina un giovane si presenta all’edicola e compra il quotidiano. Dopo un attimo l’edicolante riconosce gli occhi e i capelli ricci di quello che era stato il bambino della vittima. Il giovanotto ritira il giornale, ringrazia e gli sorride. E’ ben vestito e porta con sé una ventiquattro ore. Per pagare appoggia sulle riviste in esposizione un fascicolo che tiene tra le mani. L’edicolante legge il nome di uno studio legale, ritira i soldi e rimane lì a fissarlo mentre si allontana.Non mette le monete in cassa, le guarda per un po’, se le infila in tasca e continua a fissare la strada per qualche minuto giocherellando distrattamente con le monete. Poi, quasi con rassegnazione, fa un profondo respiro, chiude il negozio e se ne va.
Nella grande sala di ricevimento clienti di uno studio legale un giovane avvocato guarda lo sconosciuto che ha davanti. E’ imbarazzato, suda e giocherella con alcune monete. – Voglio fare una deposizione ai carabinieri, – dice. – Ho bisogno di un avvocato.
bello, complimenti!
Grazie Nicola.
Complimenti seppure in ritardo Delia, il racconto e il cortometraggio sono davvero belli.