Premio Racconti nella Rete 2013 “La maestra “ladra” di Irene Mosino Carastro
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013Vittorina era bassa, piccola, magra, con gli occhi celesti senza espressione; sembrava sempre alla ricerca di qualcosa. Si alzava dal banco, passeggiava per l’aula, indifferente ai richiami agli urli , alle mansuete blandizie. Vittorina era un piccolo uccello perennemente fuori dal nido, era una piccola gazza ladra. Rubava tutto ciò che vedeva e che poteva, con una destrezza degna di nota. Brava nel non farsi scoprire, prendeva colori, quaderni, fazzoletti, colazioni oggetti appoggiati sul tavolo della maestra. Gli oggetti sparivano e lei ti guardava corrucciata, perché partecipava al tuo dolore per la perdita, si mostrava ,pure desiderosa di partecipare alla ricerca collettiva, era, insomma disponibile. Solo una accurata indagine nella sua cartella metteva in luce l’avvenuta predazione: era stata Vittorina a prendere e nascondere, sembrava, però, non rendersi conto di ciò che organizzava ai nostri danni…… era quasi un’altra lei che si impadroniva di tutto,, spinta da un irrefrenabile bisogno di prendersi le cose altrui. Sarebbe stato utile avere qualcuno in grado di capire la complessità del suo animo, ma là, nelle sperdute montagne d’Aspromonte, non c’era nessuno cui rivolgersi. Ed allora si provvide alla bisogna, con metodi approssimativi ed estemporanei…..
“ Vittorina, non devi prendere niente, le manine nelle tasche le devi tenere”.
“ Ca certu, io nenti fici….”.
“Vittorina, vedi, la penna di Nino è nella tua cartella. Come ci è arrivata”.
“Ca certo, io nenti fici……”.
Pensammo, allora, di scambiare i ruoli. La povera maestra si adoperò pe rdepredare Vittorina ,così per vedere che effetto facesse su di lei sentirsi privata di qualcosa. Con …..destrezza insospettabile a Vittorina furono così sottratti gli oggetti rubati e in più le pietruzze a cui lei teneva tanto e che conservava gelosamente in un sacchetto. Le prendeva al torrente, quando andava con la madre a lavare i panni e che le servivano per allontanare cani, serpi e persone nel tragitto casa-scuoa
Non aveva altro Vittorina come proprietà, si dovette ripiegare proprio sul sacchetto con le pietre per poterla …derubare…
Quando se ne accorse Vittorina si gettò lunga lunga a terra, e cominciò a gridare, chiamando in soccorso tutti i familiari vivi e defunti; si rivolgeva con insospettata veemenza al nonno morto, noto capomafia della zona che, in vita, aveva amministrato la giustizia ( si fa per dire) nella vallata montana….
Dimenandosi ne invocava lo spirito protettore, esortandolo a vendicarla..
“ Vittorina , non gridare, il sacchetto è qua, lo vedi ? hai capito quanto è brutto perder le propie cose, ognuno si dispiace quando non le trova più. Vittorina, alzati e non rubare più “
La massima evangelica non la turbò, non fu raccolta come ammonimento, anzi vieppiù l’esile alunna si irrobustì nel dolore e nella ricerca della …giusta vendetta.
Afferrò il sacchetto riconquistato.E fuggì via dall’aula tra lo spavento generale : dove sarà andata Vittorina?
Lo sapemmo dopo qualche ora: alla porta si presentò tutto il suo gruppo familiare, gridando tutti all’unisono ci coprirono di ingiurie e di proclami per il futuro. Come ci eravamo permessi di rubare qualcosa alla loro Vittorina? Non era la nostra una scuola seria, compatti e decisi non vollero ascoltare le nostre parole di ….difesa. E se ne andarono a reclamare a “chi di dovere”
Risultato : l’alunna non venne più a scuola, si mise a ricamare il suo corredo con la giusta pacatezza di chi aveva conquistato, sul campo, il titolo di “donna d’onore”.
La povera maestra, sconcertata, smise di ….rubare e smise di cercare soluzioni alternative al malessere scolastico dei vari “cotrari”( leggasi ragazzi).
Quando non trovo le cose perché la memoria mi fa brutti scherzi, penso a Vittorina, me la immagino dietro le spalle, pronta a prendere gli oggetti che mi mancano e le chiedo di farmeli trovare, perché ora lei non c’è più, è diventata un angelo e finalmente possiede tutto quello che non ha avuto sulla terra. Le hanno dato in dotazione una soffice , grande nuvola e là nasconde tutte le cose che si perdono.Ma,poi a me, le fa ritrovare, perché ricorda la poca professionalità della sua vecchia maestra, e lieve, l’aiuta, ora che finalmente ha imparato a sorridere.
oh finalmente so a chi rivolgermi, essendo io una che perde tutto! 🙂 racconto molto originale e simpatico
Mi è piaciuta tanto l’idea del racconto, mi ha fatto venire a mente che anche mio padre invocava qualcuno per cercare quello che aveva perso. Semmai ho trovato qualche ripetizione, nella parte iniziale. In ogni caso complimenti.