Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Il cappotto blu” di Carla Abenante

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Ore 24.00, buio pesto, la città è illuminata dai pochi lampioni di luci led, da una finestra, di un grande palazzo storico, filtra una luce intensa e si vede un’ombra camminare nervosamente, è Ilaria. Ilaria è una trentasettenne, manager in carriera di una multinazionale americana, bruna, riccia con gli occhi verdi ed un corpo perfetto da misure mozzafiato, single per scelta, la sua precedenza l’ha data sempre alla carriera.
Ilaria rientrata da poco a casa da una cena di lavoro, cammina nervosamente per la stanza:
“ Sono una stupida, come ho fatto a scambiare il mio cappotto blu, questo che ho preso per sbaglio è per giunta maschile, ed ora come faccio a riavere il mio?”
Dopo un poco, stanca di andare avanti e indietro per la camera da letto, mordicchiandosi le unghie per il nervoso, si siede:
“ Devo riflettere, anzi ora guardo nelle tasche”
Così inizia la ricerca compulsiva di una traccia del proprietario del cappotto.
Rovista in una tasca….niente!, rovista nell’altra…..niente!,…..poi guarda all’interno del cappotto e scorge una tasca seminascosta, ci guarda dentro e trova un taccuino, lo prende e inizia a sfogliarlo….:
“Ma!…ma!…è pieno di numeri telefonici di donne…..sarà mica un maniaco? Oddio ad ogni nome c’e anche un numero di classificazione, uno, due, tre, ma che significheranno? A chi chiamo di questi numeri telefonici?”
Si siede sulla poltrona, riflette e pensa di chiamare il ristorante, pensando che forse l’uomo che ha il suo cappotto blu, l’abbia riportato indietro.
Prende l’elenco telefonico, cerca il numero ma il locale essendo un club privato non compare nell’elenco:
“ Doppiamente stupida non ho neanche un biglietto del locale, e ora ….posso mai chiamare questi numeri e chi sono poi?…..”
All’improvviso ricorda che nel suo cappotto ha dimenticato il suo cellulare e una luce si accende……:
“ Dai Ilaria chiama in fondo è il tuo cellulare”
Si avvicina al telefono, prende la cornetta e compone il numero……squilla!….
“Pronto!” risponde una voce calda maschile, Ilaria è impaurita non sa cosa fare poi…:
“ Pronto, io sono la proprietaria del cappotto e del cellulare, lei ha il mio cappotto e il mio cellulare?”
“ Finalmente…..sa io non sapevo come rintracciarla, e avevo bisogno del mio cappotto, veniamo subito al dunque come facciamo per restituirci i cappotti? Lei ha già un’idea?”
Ilaria rimane un poco strabiliata dal fare pragmatico e frettoloso del tipo e prontamente:
“ Senta possiamo incontrarci in Piazza Italia, sa dove c’è il pub “Friends” è vicino casa mia, così non rischio di buscarmi un raffreddore, sa sono molto impegnata con il mio lavoro e non posso permettermi di ammalarmi”.
“ Va benissimo anche io abito da quelle parti, allora che ne dice di domani alle 12.00 così pranziamo pure, io ho la pausa pranzo dal lavoro, a proposito mi presento mi chiamo Paolo”
“Ok si va bene,anch’io mi presento, mi chiamo Ilaria, ci vediamo domani, mi raccomando non dimentichi di rimettere il cellulare nella tasca del cappotto, sa il cellulare per me è vita….lavoro…è tutto, buonasera a domani”
“ Buonasera a domani” .taglia subito Paolo.
Ilaria sospira, finalmente domani avrebbe riavuto il cappotto blu e il cellulare, poi la sua mente inizia a fantasticare di come sia questo Paolo, bello, brutto, pelato, chissà, e poi onesto o delinquente visto il taccuino mah!dalla voce sembrerebbe un tipo interessante!
Si è fatto molto tardi, sono oramai le 2,00 e comincia a sentirsi molto stanca, si spoglia infila il suo bel pigiama rosa confetto e si mette sotto le coperte, si addormenta placidamente.
E’ mattina, sono le 5,00 quando suona la sveglia, Ilaria inizia a sbadigliare e a stiracchiarsi, spegne la sveglia si gira dall’altra parte e si riaddormenta, il primo appuntamento di lavoro è per le 10.00, può stare ancora a letto, si riaddormenta….verso le otto squilla il telefono di casa, Ilaria sobbalza,
guarda l’orologio, si alza in fretta dal letto:
“ Cavolo sono già le otto e chi è a quest’ora?”
Va a rispondere:
“ Pronto….Pronto chi è”
“ Pigrona sei ancora a letto ti sei dimenticata dell’appuntamento con i giapponesi alle 8.30”
“ Antonello, meno male che mi hai chiamata, mi era sfuggito ricordavo l’appuntamento delle dieci con gli austriaci, dammi il tempo di una doccia , di vestirmi e arrivo in azienda”.
Antonello, biondo con gli occhi neri, quarantenne, è il proprietario della multinazionale nonché presidente, ha un debole per Ilaria, più volte le ha proposto di essere più di una collega dipendente ma Ilaria per lui nutre solo un sentimento di amicizia profonda che non sfocia nell’amore, ma in bene fraterno.
Ilaria dopo mezz’ora è pronta e ricorda di non avere il cappotto blu e ora:
“Cosa indosso al posto del cappotto, saranno 2 gradi fuori” guarda nell’armadio, vede una grossa mantella con la pelliccia è un poco fuori luogo per l’incontro di lavoro, ma pensa che in fondo essendo in ufficio toglierà la mantella prima di incontrare i giapponesi.
Finalmente pronta va in ufficio, riceve i giapponesi, poi gli austriaci e alle 11.30 ha finito.
“Antonello, io esco per la pausa pranzo ho un appuntamento, ci rivediamo dopo ciao”
“ Va bene Ilaria, ricordati che stasera abbiamo la cena con gli inglesi al solito pub”
“ Si va bene ma io ritorno dopo pranzo”
Esce dall’azienda è in trepidazione, pensa all’incontro con il misterioso Paolo:
“Certo con questa mantella che mi fa sembrare un elefante non è il massimo per un primo incontro, però se è un tipo losco sicuramente scapperà subito”.
Va un attimo a casa per prendere il cappotto di Paolo dà una sistematina al trucco e scende.
Arriva davanti al pub, sono le 12.00 in punto e non sa se entrare o aspettare fuori:
“Beh fa freddo mi conviene entrare e magari inizio ad ordinare, se per caso non è ancora arrivato”
Entra si guarda intorno, non vede nessuno con il suo cappotto in mano, si siede al tavolo dove riesce a vedere l’ingresso, passano 5 minuti, 10 minuti ma di Paolo neanche l’ombra, Ilaria inizia ad innervosirsi, pensando ad una buca del tizio, quando finalmente dopo 20 minuti arriva Paolo….,quarantenne, bruno con gli occhi neri, un fisico palestrato, bellissimo.
Ilaria, folgorata da così tanta bellezza maschile, non sa cosa fare, le tremano le gambe , la sorpresa di trovarsi un uomo così bello l’ha letteralmente messa ko.
Paolo la vede e con un sorriso ammaliante le si avvicina:
“ Ciao tu devi essere Ilaria dato che vedo vicino a te il mio cappotto”
Ilaria è incantata…..rimane in silenzio
“ Scusa sei tu Ilaria” ribadisce Paolo
“ Si….Si.. sono io” riesce a balbettare Ilaria, non le era mai capitato di rimanere affascinata da un uomo, lei che calcola ogni piccolo sentimento, ogni piccola espressione, è ora come paralizzata.
“ Scusa, si sono io, sono in imbarazzo per l’accaduto, non so proprio come ho potuto scambiare i nostri cappotti” inizia a parlare velocemente Ilaria.
“Non c’è niente da scusarsi, può capitare, che ne dici di ordinare e chiacchierare un poco così ci conosciamo per bene”
“Si” riesce a dire Ilaria.
Paolo sempre con il suo sorriso ammaliante:
“Scusami tu del ritardo, io sono medico, ginecologo per meglio dire, e da poco ho finito con un parto, se il bambino non nasceva non potevo lasciare la mia paziente”
Ilaria inizia a ridere nervosamente…ecco spiegato il taccuino.
“ Sai io ho letto il tuo taccuino e ho visto tutti numeri di donne, mi aspettavo di vedere un poco di buono , forse ora capisco cosa possono essere! Scusa se ho guardato nelle tasche ma non sapevo come rintracciarti”
Paolo esplode in una risata fragorosa:
“Ah ah…ah sono i numeri telefonici delle mie pazienti e poi se hai notato affianco c’è il numero dei loro figli che ho fatto nascere.. ah ah! Certo avrai pensato che tipo strano è questo!”
“Si proprio si”
“Tu invece di cosa ti occupi”
“Io sono manager in una multinazionale americana, e molte volte devo andare in America per gli incontri di lavoro, anzi quasi metà settimana la vivo in America”.
“Sarò inopportuno, ma dato i tuoi impegni mi sto chiedendo come fai a gestire una famiglia, ma sei sposata? ”
“No, il lavoro occupa quasi tutto il mio tempo, e poi non ho incontrato una persona per cui valeva la pena di rinunciare alla carriera, e tu sei sposato?”
“No, sai io sono ginecologo, ma sono anche un medico di medici senza frontiere, e almeno due volte l’anno vado in Africa a lavorare, chi vuoi segua un marito in Africa”.
“Beh in questo ci accumuniamo, siamo due persone che la carriera preclude una vita familiare, almeno per scelta, sicuramente conduci una vita interessante, metti al mondo delle nuove vite, io invece ho molti rapporti sociali, tanti amici ma poco tempo da dedicare a me stessa”.
“ Certamente per me è sempre emozionante vedere nascere una nuova vita, e poi l’ Africa ti prende
l’anima, perché conosci le difficoltà che quelle nuove vite dovranno affrontare, la fame, la povertà, e quindi un evento lieto nello stesso tempo triste…e poi……!”Paolo continuava con passione a descrivere la sua vita in Africa, le stava descrivendo minuziosamente la situazione.
Ilaria era ormai persa in quegli occhi neri profondi e carichi di dolcezza, luminosi, e la voce calda che affascinava, i suoi racconti dell’Africa l’avevano letteralmente sconvolta, lei che era abituata alla vita frenetica delle metropoli, non si era mai soffermata a pensare che esistessero situazioni diverse di vita……!
Paolo la guardava intensamente nei suoi occhi verdi e anche per lui era la prima volta che si lasciava andare e raccontava della sua passione per il popolo africano, anche lui era affascinato dalla bellezza di Ilaria e poi nessuna donna era rimasta mai ad ascoltarlo parlare della sua vita più di cinque minuti e quindi lui ormai erano anni che non parlava della sua vita ad una donna.
Tutti e due pensavano dell’altro ed erano affascinati l’uno dell’altro i loro sguardi si erano illuminati di dolcezza e di passione che li stava sconvolgendo.
“Ilaria ci sei? Ti vedo sconvolta!”
“Si, si, sai sono colpita dalla tua storia mi piacerebbe aiutare i bisognosi, sono sempre stata presa dal mio lavoro per sfuggire alla solitudine ma ….ho capito che nella vita forse possono esserci altre priorità, come essere di aiuto agli altri”
“E’ vero ma non ti nascondo che la solitudine la senti ugualmente, quando vedo quelle famiglie felici nella loro povertà mi sento ancora più solo”
Ilaria distrattamente guarda l’orologio “Misericordia è tardissimo devo rientrare in ufficio, scusami ma devo andare via”
“Anch’io devo andare, è stato piacevole conoscerti, mi farebbe piacere rivederti, tra un impegno e l’altro, mi dai il tuo numero di telefono?”
“Certamente, anche a me fa piacere rivederti”
Ilaria prende il cappotto blu e va via di corsa era in ritardo doveva ancora scrivere il discorso per l’incontro con gli inglesi.
Arrivata trafelata in ufficio si mette la lavoro, oggi però non ne ha tanta voglia le ritornano in mente gli occhi neri di paolo, il suo sguardo e non riesce a concentrarsi: “Forza Ilaria altrimenti cosa dirai stasera!” distraendosi continuamente riesce a scrivere la relazione.
Alle otto corre a casa e nell’attimo in cui apre la porta sente squillare il telefono, corre a rispondere:
“ma chi sarà?….Pronto”
Dall’altro capo si sente una fragorosa risata e….poi…
“Pronto Ilaria sono Paolo, non ti sei accorta di niente?” continua a ridere Paolo.
“No cosa è successo?”
“Ah ah, ti sei riportata indietro il mio cappotto, sarà destino?”
“Cosaa? No, non ci posso credere, io non ho guardato convinta di essermi preso il mio! Si forse è proprio destino”
“Allora cosa facciamo ora?”
“Ascolta io alle 21,00 ho una cena di lavoro con degli inglesi….”mentre parla Ilaria ha davanti agli occhi lo sguardo di Paolo……che emozione al pensiero di rivederlo..
In quel momento pensa di fare una pazzia:
“Paolo al diavolo la cena di lavoro, io voglio rivederti subito, io …..non riusciva più a parlare dall’emozione”
“Ilaria anch’io, non so cosa mi sia successo……ti voglio rivedere subito….”con voce tremolante
“Ilaria ho avuto un colpo di fulmine”
“Anch’io, vieni qui a casa mia adesso ti aspetto”
“Si subito non vedo l’ora di rivederti, tutto il giorno non ho fatto che pensare a te e il destino ci ha aiutato altrimenti non avremo avuto il coraggio di dirci niente e poi il lavoro ci avrebbe asorbito il nostro tempo, arrivo in un attimo, sono sotto casa tua”
Paolo sale in fretta le scale ed Ilaria è lì ad aspettarlo trepidante, si abbracciano, si baciano ed insieme entrano in casa.
Paolo e Ilaria iniziano così una nuova vita, con all’orizzonte una fuga in Africa!

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5 commenti »

  1. L’inizio mi ha dato l’impressione di un déjà vu, ma forse è solo una mia idea, perché subito dopo il racconto prende piede e procede fluido come un fiume. In breve ne rimango imbrigliata. Peccato quel finale un po’ troppo affrettato!

  2. Mi piacciono molto i dialoghi che spesso risolvono situazioni che altrimenti sarebbero noiose. Il racconto è scritto bene, forse un po’ troppo semplice.Comunque ” sei braca”!

  3. Lo scambio di cappotti appare un po’ forzato: lei, misure mozzafiato, se ne va in giro col cappotto di un uomo e se ne cruccia una volta arrivata a casa. Non lo sentiva un po’ largo, appena indossato? L’idea mi ha ricordato il corto che ha vinto il concorso l’anno scorso, anche se lì non si trattava di una storia a lieto fine. Qui, invece tutto è bene quel che finisce bene, troppo , per i miei gusti. Forse perché questo mondo crudele ci ha abituato a vedere il male ovunque.

  4. Ho trovato il racconto avvincente, anche il fatto che lei conosca il mondo attraverso le sue cene di lavoro (cinesi, inglesi, australiani…). In fondo ognuno conosce il mondo attraverso il limite della propria esperienza. Lui le apre un orizzonte diverso, attraverso l’innamoramento… Trovo però il finale un po’ frettoloso.

  5. rispondo a Bertino Giovanna, lei ha un fisico mozzafiato altrettanto lui se leggi bene ho scritto che lui ha un fisico palestrato nel senso di ben curato non robusto, quindi certamente il cappoto blu maschile è poco differente rispetto a quello della donna ok! e poi ormai atistono anche i cappotti unisex basta calarsi nei tempi moderni!

    Ringrazio tutti per i commenti e la critica perchè mi aiutano a crescere! Grazie

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