Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Come in un racconto” di Edelweiss Ripoli

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Ti scrivo oggi che il sole filtra appena. Oggi, che stasera non dormirai a casa.
Lo faccio ora perché sei ancora piccolo, e se mi scende una lacrima posso stringerti.
Un figlio, con la coda, a volte alta, in segno di fierezza.
Hai le macchie, quelle bianche sono poche. La più bella ti scende sul naso, e ti rende il muso asimmetrico.

Eri piccolo quando sei arrivato, tanto che lo scalino ci sembrava invalicabile.
Quel collare lo conservo ancora, come fosse la prima tutina.

Poi, a volte, capita che io ci pensi a quando non ci sarai più. Il contatto con te mi mancherà. Fare i rumori strani per vedere la tua testa girare buffa.

Dicono che ci somigliamo.
Dicono che sei viziato.
Io dico che ci guardiamo innamorati.

Un giorno sei scappato. Seduta, sotto al sole, lo sapevo che eri andato in quei campi. Ti ho chiamato, aspettato.
Quando ti ho visto in lontananza mi sono chinata sulle ginocchia, ho aperto le braccia e ti ho osservato galoppare, verso di me, così intenso, che se avessi potuto, mi avresti raccontato la tua scoperta.
In quel periodo vivevamo ancora con lui. Io ti volevo, e in un pomeriggio al parco, seduti sulla panchina verde glielo dissi.
In una settimana sei arrivato.
Di me e lui restava una valigia che non sapevamo più aprire.
Io amavo te, e lui.
Lui solo farmi male.
Ti ho difeso, protetto, e nella notte in cui siamo andati via, in macchina ti ho dato il posto a fianco a me.
Stringendoti la zampa, facevo girare la ruota lenta.
Lungo la strada dei boschi la luce ha iniziato a stropicciarci gli occhi. Ti sei stirato, e mentre l’alba mi faceva la doccia, hai allungato la testa e quel paesaggio l’hai ammirato.
Siamo scesi e abbiamo iniziato a camminare, senza guinzaglio, senza vincoli tra me e te.
Passi e paesaggio in un’unica fotografia.

Io, che nelle pagine dei libri ero più attenta a quante parole conoscessi, perdendomi la loro armonia.
Un caffè, per me. Acqua fresca a te. Quei pensieri al plurale, spontanei.

Da quel giorno ci siamo conosciuti, scoperti.

Delicati in un letto nuovo, in uno spazio che hai annusato in ogni suo dettaglio.
Abitudini che hai fatto tue, prima di me.
Parole che ti piacciono più di altre.
I tuoi occhi quando guardi dal finestrino il mondo, e il tuo bisogno di rassicurazione se c’è qualcosa che ancora non conosci.

E mentre preparo la valigia, ti dico dove andrò. E dove andrai.
La chiudo, con te vicino.
Ti bacio lì, dove ti piace tanto, e mentre ti lascio, tu mi guardi sereno.

Vengo a prenderti domenica, e ce ne andremo al parco, come in un racconto.

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3 commenti »

  1. Meraviglioso, davvero! Mi piace il tuo esplorare le pieghe di questa relazione. Mi piace la scrittura che si svela a poco a poco. Grazie, Edelweiss!

  2. grazie.

  3. “Dicono che ci somigliamo.
    Dicono che sei viziato.
    Io dico che ci guardiamo innamorati.”

    E’ una cosa che mi ha commosso..va a capire perché…

    E’ un racconto bellissimo.
    Ma non avevo dubbi.

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