Premio Racconti nella Rete 2013 “Tre storie” di Alessandra Borghese
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013Francesca ha sempre adorato lo sport, gioca a pallavolo da quando ha sette anni. Ora ne ha 23, e oltre a questa passione ha sviluppato un profondo amore per i bambini. E’ per questa ragione che si è iscritta all’università, volendo perseguire il suo sogno: diventare educatrice di asilo nido.
Tony ha 25 anni, è figlio unico, appena uscito dalle scuole medie aveva deciso che sarebbe diventato un programmatore informatico. In corso d’opera, però, si è accorto che nella vita a volte si possono prendere decisioni sbagliate. Ha abbandonato la carriera scolastica in terza superiore per andare a lavorare come muratore, in nero. Pagato 6 euro all’ora, maltratto dal capo che poteva fare un po’ come voleva “sai quanti ragazzi cercano lavoro al giorno d’oggi? Se non sei tu, sarà qualcun’altro a lavorare al tuo posto!” ha rimesso in discussione le sue decisioni.
Miriam era sin da piccola una donnina di casa. Ha sempre aiutato sua mamma in tutti i lavoretti domestici: dal cucinare alle pulizie, dallo stirare al riordino delle stanze. E, negli anni, non ha mai cambiato idea: voleva mettere su famiglia ed essere un’ottima moglie e madre. Ha studiato alla scuola alberghiera per diventare cameriera, arrotondando con qualche servizio nei ristoranti il sabato e la domenica. Terminato il percorso scolastico, ha portato con entusiasmo il suo curriculum in ogni ristorante della zona. Dopo un anno di disponibilità a lavorare 7 giorni su 7, a pranzo e a cena, in nero, pagata una miseria, ha capito che così non poteva continuare.
Francesca ha finito l’università, il titolare del nido in cui ha lavorato negli ultimi 4 anni per pagarsi gli studi l’ha convocata nel suo ufficio. “Francesca, non posso ancora farti un contratto a ore, con questi tagli non so nemmeno io come muovermi. Posso rinnovarti quello a chiamata, questo sì, ma ti avviso già: ti conviene trovarti altro per l’estate perché come sai al nido si lavora sempre meno.” Terminato il colloquio, Francesca telefona al suo ragazzo: anche quest’anno niente vacanze, al massimo un week end in Liguria.
Tony decide di tornare sui banchi di scuola ma, questa volta, vuole inseguire il suo vero sogno: diplomarsi nel settore botanico. Frequenta la scuola di giorno e alla sera va a fare ore come custode di una vecchia fabbrica. Anche qui non ha un contratto: il lavoro gli è stato offerto a patto che accettasse di diventare socio della società per la quale presta servizio, in modo da garantire ai suoi ‘superiori’ l’assenza di spese. Poco importa se tutti questi lavori non gli consentono di accumulare contributi utili poi, in futuro, per la pensione.
Miriam ha capito in fretta che è bene avere sempre un sogno di scorta nel cassetto. “Bene, nessuno si decide ad assumermi come cameriera e io ricomincio da capo: studierò per diventare una geometra.” Si iscrive al serale e le vengono riconosciuti 2 anni accademici, può partire dalla terza. Di giorno, oltre a fare la zia, continua a lavorare per ristoranti.
Non può continuare a fingere, esternando una disperazione che teneva dentro da troppo tempo, Francesca corre dalla sua migliore amica. Oltre a raccontarle l’accaduto sul lavoro e la rinuncia alle tanto sospirate ferie, le confida qualcosa di ben più doloroso: suo padre chiuderà l’edicola. Attività storica per la sua famiglia che li ha mantenuti da sempre. La madre di Francesca aveva smesso di lavorare all’arrivo del terzo figlio, quando le cose andavano ancora bene, quando fuori dai negozi vedevi ancora le insegne “cercasi apprendista”.
Dopo aver finalmente terminato gli studi, con un dignitoso 80, Tony ha voglia di fare sul serio. Accetta qualsiasi tipo di lavoro nel mondo del giardinaggio, anche se ovviamente si tratta di piccole collaborazioni chieste per lo più da amici e conoscenti. Porta il curriculum in tutti i vivai della sua zona e oltre, li porta anche nei negozi specializzati nel settore botanico, infine li porta in qualunque tipo di negozio.
Anche Miriam termina il suo secondo corso di studi, l’andare all’università è un sogno fuori dalla sua portata, dovrebbe spostarsi di molto e a 26 anni non ha più voglia di dipendere da una madre casalinga e da un padre pensionato. Nonostante la carriera scolastica non stia producendo i suoi frutti, quella sentimentale procede nel migliore dei modi: il suo fidanzato storico le ha chiesto di sposarla.
Francesca non dorme più la notte, la valeriana non basta a distendere i nervi ormai troppo tesi. Lo sport è l’unico modo che ha per scaricare la rabbia che ha dentro. Per fortuna, oltre ad essere una pallavolista, è un’allenatrice. Anche se allenare 2 squadre le porta via praticamente ogni sera, ha bisogno di lavorare.
Tony ha incontrato una ragazza e prova per la prima volta quello che non aveva mai provato in 25 anni. L’unico problema è che questa ragazza, Sveva, abita a 150 km da lui. La storia tra loro prosegue a gonfie vele, ma questo non implica che sia una storia facile. Si possono vedere soltanto il sabato e la domenica, i continui spostamenti hanno un costo, ogni tanto lo stress della distanza prevale sul sentimento che li lega.
Dividendosi tra il lavoro nei ristoranti e qualche ora in giro per appartamenti come donna delle pulizie, Miriam continua a fantasticare sul suo matrimonio, senza avere il coraggio di pretendere troppo. Non importa se il viaggio in carrozza che sognava sin da piccola sarà sostituito da una normale entrata in macchina, e nemmeno che la luna di miele sia in Nuova Zelanda, qualunque posto andrà bene, purché insieme a suo marito.
Francesca non si è arresa, continua ad accettare chiamate dall’asilo nido di giorno in giorno, se le capita di essere chiamata proprio il giorno in cui doveva andare dal dentista o in qualunque altro posto rimanda. Stringe i denti, fiduciosa che arriveranno tempi migliori.
Ormai Tony sta con Sveva da un anno, ma finché non troverà lavoro accanto a lei dovranno continuare ad accontentarsi di vedersi una volta alla settimana. Ha già mandato il curriculum ovunque e si è iscritto a tutte le agenzie di lavoro sul territorio. Non resta che aspettare.
Sono 2 anni che Miriam posticipa la data del suo matrimonio, come può compiere un passo del genere senza avere la sicurezza di potersi garantire un futuro? Proprio non ha il coraggio di pensare a eventuali figli senza porre accanto a quest’immagine una sicurezza economica. Finché l’accostamento di queste due parole non suonerà armonioso come lo era un tempo, il futuro e i sogni che lo accompagnano rimarranno nella nebbia.
Sono tre storie attuali ..purtroppo. L’alternarsi delle tre situazioni all’inizio mi ha un po’ confusa, ma poi ho seguito le trame. Il messaggio è chiaro e la risposta deve ancora arrivare, spero presto, in tempi migliori, quando futuro e sogni usciranno dalla nebbia. Auguri per il concorso e per i personaggi.
Grazie di cuore.
Racconto originale, con questa alternanza di tre storie di giovani che, nonstante la crisi in cui tutti ( o quasi) siamo inviluppati, non mollano. Bravi , e brava l’autrice per l’idea.
Grazie! E’ proprio così… sono tre giovani che non hanno intenzione di mollare!