Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Apro gli occhi” di Alessandra Borghese (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Mi sveglio, come ogni mattina. E come ogni mattina apro gli occhi. È da questo momento che la mia vita prende una piega diversa rispetto a quella di tutte le persone che conosco: loro smettono di sognare, io continuo. Nonostante i miei occhi si siano aperti, quelli che la gente definisce colori, forme, per me non sono altro che idee di qualcosa, che per qualche ragione logica, deve differenziarsi da qualcos’altro.

Non capisco cosa si intenda per giallo o per rosso, non so bene cosa siano un quadrato o un rettangolo, anche se una certa idea me la sono fatta; ma soprattutto non posso sapere esattamente cosa si intenda quando si usano i termini “bello” o “brutto”. Quando penso a qualcosa che richiami la parola “bello” la mia mente è subito invasa dalla dolcezza della voce della mamma, dal delicato profumo di un fiore chiamato margherita, dal calore del caminetto mentre fuori fa freddo.

Alla sera, prima di addormentarmi, amo pensare a tutte queste cose e a molte altre; mi sento vivo e so che anche quando mi lascerò andare al sonno, i miei sogni potranno continuare da dove li avevo lasciati…

C’è una grande luna nel cielo, il signore col vestito e il cilindro blu mi sta aspettando, come accade quasi ogni notte.

“Ciao Thomas.”

“Salve, Signore della Luna. Dove mi porterà questa notte?”

“Questa notte non andremo da nessuna parte. Il tuo vero viaggio inizierà domattina. Ti piacerebbe visitare casa tua?”

“Non capisco, Signore della Luna…io visito casa mia ogni giorno”

“Credo sia giunto il momento che tu la visiti in una maniera un po’ diversa. Una maniera che per tutte le persone è normale, poiché non si rendono conto di quanto sia speciale la normalità.”

Detto questo, non ricordo più nulla del resto della nottata, se non l’ultima frase del Signore della Luna, che ha riecheggiato nella mia testa per tutta la notte.

Mi sveglio, apro gli occhi. Mi sento mancare. Un vortice di non so bene cosa mi travolge.

“Mamma!!!” riesco ad urlare prima di svenire.

Poco dopo, fra le sue braccia, i sensi tornano a me. Dapprima percepisco il suo profumo: è agrumato e rassicurante come sempre. Sento le sue braccia calde e morbide cingermi e le sue mani accarezzarmi il capo.

“Thomas…”

Apro gli occhi e accade qualcosa che non è mai accaduto prima: vedo gli occhi di mia madre. Sono la cosa più bella che io abbia mai potuto immaginare. Rimaniamo così, a fissarci. Lei non dice una parola e io, quando mi riprendo dallo shock, sussurro “Ci vedo mamma! Ci vedo!”.

Il suo viso è rigato da lacrime di quel che, scoprirò in seguito, viene convenzionalmente definito un colore trasparente. Io preferisco chiamarlo color-tutto; è un colore molto speciale, mi permette di vedere attraverso se stesso. Mi permette di poter continuare ad ammirare il viso della mia mamma senza nasconderlo. Vedo anche quelli che fino ad allora ho solo potuto sognare, dei bellissimi capelli di colore giallo, che le persone chiamano biondi. Capisco sin da subito che il giallo sarà il mio colore preferito, è il colore della luce, il colore che mi ha travolto quando sono rinato. Ho sempre pensato di essere fortunatissimo: ho dei genitori amorevoli, un fratellino che gioca con me; amo andare a scuola, le maestre ci hanno spiegato che esistono alcuni bambini ai quali è negato questo diritto. Ogni sera c’è un letto comodo ad aspettarmi, un libro da leggere grazie alle mie mani. E ora, ora tutto è diverso, è un sogno ad occhi aperti, nel vero senso della parola. Ora posso vedere quei profumi che tanto amavo, vedere com’è fatto qualcosa di ruvido o di liscio. Ho persino scoperto che, a volte, gli occhi scherzano: cose che sembrano lisce alla vista possono in realtà essere ruvide al tatto, e viceversa! Inoltre qualcosa che da lontano mi sembra piccolo, man mano che mi avvicino si rivela enorme!

Una cosa mi ha stupito più di tutte: l’armonia del corpo umano. Sapevo che tutti abbiamo due braccia, due gambe, due mani, due piedi, due occhi, due orecchie. Ma com’è possibile che tutti abbiamo un naso esattamente al centro del viso? Com’è possibile che al di sotto vi sia una bocca, perfettamente allineata ad esso? Come fanno gli occhi e le orecchie a essere così uguali? Nemmeno con tutta la fantasia del mondo avrei potuto immaginare una realtà tanto speciale.

Più i giorni passano, più ci sono cose da vedere e concetti da interiorizzare.

Anche se so che non mi basterà una vita intera per vedere tutto quello che esiste, mi impegnerò al massimo per saziare la mia mente, che sembra non stancarsi mai…

 

Sono trascorsi 20 anni, da quella notte che non dimenticherò per tutta la mia esistenza. Non ho più rivisto il Signore della Luna. Nessuno ha mai saputo spiegare cosa sia accaduto ai miei occhi. L’hanno definito un “miracolo”, e questo è buffo, per me che ho sempre considerato ogni giorno della mia vita, dal primo, il vero miracolo.

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3 commenti »

  1. Argomento “tosto”, sia quello della cecità che quello del miracolo, ma facendolo raccontare a un bambino, sei riuscita a donargli leggerezza e poesia.

  2. Grazie mille, era proprio il mio intento!

  3. Delicatisimo racconto che che mi ha ricordato sensazioni vissute, da altri, che raccontavano davvero il colore di capelli toccandoli e riconoscendoli. Mi sono venuti i brividi. Molto bello Alessandra…hai saputo raccontare magistralmente il “miracolo” della vista. Brava!!

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