Premio Racconti nella Rete 2013 “L’intervista” di Vanessa Piccoli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013La fila è lunga e fitta di persone vocianti. Greta la costeggia, gettando occhiate distratte ai suoi componenti: per lo più famiglie, ma anche molti suoi coetanei. Sembrano eccitati. La fermano all’ingresso, per il controllo del pass. Accanto a lei un giovane papà sta sussurrando alla figlia di due o tre anni: vedrai, sarà bellissimo.
Greta entra. È stata in fiera varie volte, con diversi ruoli. Ha fatto la hostess durante gli studi, è venuta a consegnare curricula finiti gli studi, ci è tornata come giornalista di quart’ordine quando ha definitivamente rinunciato a trovare un lavoro consono ai propri studi.
-Ciao!- dice una voce squillante alle sue spalle.
Greta si gira. Alessandro detto Alex detto Ignobile-Raccomandato-Nipote-del-Capo, se ne sta di fronte a lei, tutto sorridente, con la sua reflex da tremila euro attaccata al collo.
-Ciao Alex.- dice lei.
-Mentre ti aspettavo ho segnato sulla mappa gli stand più fighi.- le comunica orgoglioso -Tu quali vuoi vedere?-
-Nessuno,- dice lei- faccio l’intervista e me ne vado di corsa.-
-Ma dai! Non sei curiosa di vedere Kaori? O Mastro Lindo? Lo sai che il padiglione 14 è interamente ricostruito come il mondo di Ciribiribì?-
-Non so di cosa stai parlando.-
Alex la guarda incredulo. Greta sospira.
-I miei genitori erano fricchettoni radicali.- spiega -Non mi lasciavano vedere la tv.-
-Assurdo!- esclama Alex, affranto.
-Me ne sono fatta una ragione.- dice lei -Ora portami alla stand della Ferrero.-
I corridoi brulicano di gente che si ferma agli stand, fa foto, compra gadget e commenta a gran voce. C’è la famiglia Boccasana, grida estatica una donna di mezza età. Greta si dice che i suoi non avevano tutti i torti a cercare di trasformarla in una reietta sociale. Probabilmente l’unica trentenne italiana a non sapere chi siano Ambrogio e la signora in giallo.
Quando il capo le ha chiesto di intervistarli lei ha fatto sì con la testa, poi la sera li ha cercati su Youtube. E ha capito di aver raggiunto uno dei punti più bassi della sua vita, non solo come giornalista, ma come essere umano. Negli ultimi quattro anni ne ha fatti di servizi brutti ed inutilmente pruriginosi per Tv Stelle & Lustrini, ma andare a rimestare nel torbido del passato di due vecchi è veramente una cosa da pervertiti. Già tutto quel baraccone le sembra patetico. La gente dev’essere messa proprio male per esaltarsi per quattro attori rincitrulliti delle pubblicità. Delle pubblicità, Cristo santo, neanche della tv! È come guardare con nostalgia la cartella dello spam.
-Vuoi che scatti qualche foto in giro?- le chiede Alex.
Di fronte a loro spunta un branco di persone vestite da sottaceti.
-Fanne qualcuna. Basta che non fai scaricare la batteria come l’ultima volta.-
I sottaceti si fermano in mezzo al corridoio ed urlano in coro “Flora! Flora!”. Al che una vecchia con un chicco di riso in testa ed un completino chiaro che le comprime i rotoli di ciccia avanza ancheggiando. La folla applaude ed Alex le scatta una foto.
-Andiamo.- lo strattona Greta.
La Ferrero Rocher ha un enorme stand nel padiglione 22. Ci sono montagne di Ferrero Rocher da tutte le parti, che ragazze con tubini dorati offrono ai visitatori. Accanto, una Rolls Royce lucidissima e una fila di persone in attesa di salirci sopra.
Greta si presenta allo stand, parla con il responsabile, un cinquantenne rugoso e lampadato.
-Gli attori adesso sono nel teatro delle ricostruzioni.- la informa.
-Nel cosa?-
-Il teatro delle ricostruzioni. È dove rimettono in scena gli spot, nel padiglione 36. Torneranno fra circa un’ora. Non lo sapevate?-
Greta sospira.
-No, non lo so sapevamo.-
-Beh, potete approfittarne per fare un giro.- la conforta l’uomo rugoso. Poi, a voce più bassa, aggiunge: -Se volete salire sulla Rolls, posso farvi saltare la fila.-
-Davvero?- chiede Alex.
Poco dopo, Alex sta mostrando a Greta le foto sullo schermo della reflex.
-Vedi, questa è la visuale che aveva la signora, mentre questa è presa dalla prospettiva di Ambrogio…-
-Molto interessante, Alex.- commenta Greta sbadigliando.
-Guarda che neanche a me mi esalta questo lavoro.- risponde lui piccato -Gliel’ho anche detto allo zio che c’erano un sacco di interviste più fighe da fare. Tipo, lo sapevi che la bambina dei gatti della Barilla ora fa l’astronauta?-
-Ma va.-
-E l’uomo del pennello Cinghiale ha appena pubblicato un’autobiografia. Potevamo intervistare loro! Ma niente, lo zio dice che ci servono i soldi della Ferrero e quindi…-
-La Ferrero ci dà dei soldi?- lo interrompe lei.
-Chiaro. Le vendite dei Ferrero Rocher sono colate a picco e pensano che se mettiamo in giro la voce che fra Ambrogio e la signora è successo qualcosa… Beh, sai com’è la gente.-
Greta lo guarda a bocca aperta.
-Voglio dire,- aggiunge lui con aria complice -l’abbiamo pensato tutti che fra quei due c’era del tenero, no?-
-Senti, vado a fumarmi una sigaretta. Ci troviamo qui fra mezz’ora, ok?- dice Greta. E senza ascoltare la risposta, supera un gruppo di finti messicani che bevono Estathè ed esce.
Fuori è una giornata grigia e afosa. Greta si accende una sigaretta e si appoggia alla parete. Non riesce a crederci. Proprio quando uno crede di aver toccato il gradino più basso, scopre che c’è tutta un’altra rampa da cui precipitare. Non che sia la prima volta che il capo le fa fare una marchetta, ma almeno di solito ha la decenza di dirglielo.
-Mi scusi, signorina, mi potrebbe offrire una sigaretta?-
Greta si volta. Accanto a lei c’è un uomo anziano, grasso, con la barba bianca. Porta una divisa da marinaio che gli va stretta.
-Certo, tenga.- risponde lei, porgendogli il pacchetto.
-La ringrazio.-
Lui prende una sigaretta, l’accende. Aspira.
-Erano 20 anni che non fumavo.- le dice.
-Ma come? Ora mi fa sentire in colpa.-
-E perché mai? Ho 89 anni, ormai non fa molta differenza.-
Greta lo osserva. La sua faccia le sembra familiare.
-Lei è quello dei bastoncini, vero?-
-Capitan Findus.- risponde lui con orgoglio. Poi si rabbuia -Per un po’. Poi mi hanno sostituito. Hanno detto che c’era bisogno di un cambio di immagine, di un capitano più giovane… È stato un brutto colpo per me, sa.-
-Beh,- prova a consolarlo Greta -però oggi l’hanno chiamata qui.-
-Hanno dovuto. Ma i riflettori sono tutti su di lui, su quello giovane. Io sono stato messo in un angolo, davanti al fondale marino. Mi hanno detto di sorridere e non parlare.- sospira -Pensano che io sia un vecchio matto.-
Greta lo guarda e non sa che dire. Ha un’aria così triste che vorrebbe fargli una carezza.
-Secondo me hanno commesso un errore.- dice lei -I suoi spot erano più belli, a me e a mia sorella piacevano un sacco. Infatti chiedevamo sempre a nostra mamma di farci i bastoncini.- mente Greta, pensando all’orrore della sua salutista madre di fronte al pesce congelato.
-Davvero?- chiede lui speranzoso.
-Anzi, le dico di più,- continua lei -quando l’hanno sostituita eravamo così arrabbiate che per sciopero non abbiamo più voluto mangiare bastoncini. È durato mesi, sa? Mia madre era disperata, si è dovuta rassegnare a cucinarci del pesce fresco.-
Lui fa un grosso sorriso, gli si illumina il viso.
-I bambini avrebbero sicuramente votato tutti per lei, guardi, sono sicura.- conclude Greta.
-La ringrazio, signorina.- dice lui buttando la sigaretta -È stato un vero piacere parlare con lei. Ora però devo rientrare.-
Greta rimane ferma a guardare il vecchio attore camminare lentamente. Ha un’idea in testa, ma è folle, davvero folle, e però….
-Capitano, aspetti!- lo richiama e corre verso di lui.
Dieci minuti più tardi Greta si fa largo fra la folla, seguita da Alex, nel padiglione dei surgelati.
-Come mai lo zio ha cambiato idea?- chiede il ragazzo perplesso.
-Che vuoi, la Findus ha fatto un’offerta migliore. Sai come vanno queste cose.-
Alex annuisce.
-Ha detto che è urgente,- aggiunge Greta -che lo dobbiamo mandare subito in stampa. Pagine centrali, ha detto.-
-Wow,- commenta Alex ammirato -allora è proprio una marchetta coi fiocchi.-
-Ah,- aggiunge Greta -e si è raccomandato: vuole una foto in cui sorride.-
Una fiera del grottesco!! Le pubblicità entrano a casa nostra senza chiedere permesso e ci restano tutto il tempo necessario. Leggendo il racconto mi sono convinto una volta di più che il confine tra realtà e finzione non esiste quasi più. Il finale è perfettamente in linea con il carattere della protagonista, il gesto di ribellione di una giornalista disillusa nei confronti di un mondo finto falso e stupido. Lo stile è agile e ironico, mi piace!
Il racconto è geniale, allegro. Nel finale il desiderio appagato della protagonista di andare controcorrente. Bel racconto. Brava!
bello e originle. piaciuto. Veramente BRAVA
Trama indubbiamente originale. Non ho capito una cosa, però. La giornalista dice di non aver mai visto la tv da piccola e di aver guardato su internet gli spot pubblicitari per poter fare l’intervista. Ma allora con capitan Findus ha mentito al povero attore novantenne? E se ha mentito per carità cristiana, come ha fatto a riconoscerlo come quello dei bastoncini? Un po’ troppo musona questa giornalista. L’originalità comunque resta e la potenza della pubblicità, pure.
Grazie a tutti! 🙂
Giovanna, la giornalista conosce (e riconosce) Capitan Findus perché la sua faccia è molto nota, è stata per anni e anni sulle confezioni di tutti i prodotti Findus e anche se lei non guardava la tv avrà pur visto un cartellone pubblicitario ogni tanto. Mente solo quando dice che a lei e a sua sorella piacevano gli spot e questo sì, lo fa per confortarlo.
Bè, io che la tv la guardo, ed anche la di lei pubblicità, non saprei che faccia abbia questo capt Findus, né saprei riconoscerlo. La giornalista ha una memoria invidiabile!
Originale, divertente e geniale, personale commento da 17enne. Molto bello! Mi piacerebbe un tuo parere su i miei racconti:
http://www.raccontinellarete.it/?p=14533
http://www.raccontinellarete.it/?p=14530
Grazie, Domenico! Corro subito a leggere i tuoi racconti!