Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Fioccata” di Enza Montingelli

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

La vita appartata di Loretta si svolge in un paesino della Toscana. Il cucciolo di beagle è stravolto per l’imprevista nevicata caduta nei giorni di aprile inoltrato; la giornata è magnifica e l’aria frizzante è carica di promesse. Quello che ci vuole è una lunga passeggiata lungo i prati, rimasti verdi e irrigati dalla neve che si scioglie al sole, seguendo la strada brecciata tra i filari di cipressi. Il gradevole profumo di terra e di foglie bagnate che si mescola agli effluvi provenienti dalle stalle vicine preannuncia il tono della camminata. Pallina saltella pimpante.

All’improvviso si odono strombazzate irrequiete che spezzano l’armonia, che dramma! Loretta ascolta un passante che grida a un signore: – ciao, mi hai portato l’originale della copia? – Ah ah! Geniale perversione di un’ingenuità maliziosa – considera. Più avanti, incrocia un uomo che svetta in sella ad un cavallo e ancora delle ragazze che sgranocchiano frutta secca e si chiedono cosa siano i pistacchi di Bronte. Una di loro risponde che probabilmente sulla fascetta in cui sono indicati gli ingredienti si fa riferimento ad un nuovo “modello” di pistacchi. – Passeggiata piena di sorprese! – dice Loretta a Pallina che le salta in braccio all’istante… All’atmosfera surreale sopraggiunge anche una ventata inattesa di paura. Loretta la sente addosso, contro, attraverso…  brividi. Un anziano che zappa vicino ad un casolare si gira verso di lei e senza motivi apparenti le dice: – Che sollievo liberarsi di un fardello, della infelicità della disillusione –  Loretta accelera il passo, si sente stordita. Le viene in mente che proprio la sera prima aveva conversato a lungo con un’amica sulla ricerca della verità, su quanti modi diversi ci siano per avvicinarsi ad essa o se non sia già scritta nella vita di ciascuno… Si odono delle grida, litigi. Come si fa a trattare male  un essere che ti vuole bene  – Loretta mormora sbuffando mentre accarezza Pallina –  è un comportamento che fa pensare ad una personalità squilibrata e inquieta. A volte ho l’impressione che per alcuni avere rispetto del sentimento altrui significhi limitare la propria libertà. Bah! – Immagini indefinite dai colori fluo si agitano davanti ai suoi occhi, lei cerca di glissare ma non riesce.

Loretta e Luigi si erano conosciuti ad una sagra. La serata era spensierata, tante risate tra amici con sottofondo di musica blues che non riusciva a coprire totalmente lo sciabordio del fiume… Si accese nei loro animi quella speranza che rende aperti agli incontri. Presentati da amici comuni, sentirono i reciproci sguardi poggiarsi come carezze e con sorpresa e spontaneità si spogliarono delle proprie barriere. Avevano le caratteristiche psicosomatiche che abitavano le rispettive immaginazioni: bruni, mediterranei, con lineamenti molto raffinati e occhi di velluto.

Cominciarono a conversare e Loretta balbettò per l’emozione, turbata da impulsi non messi in conto. Finché durante quell’estate stregata, in una notte magica di fine giugno che indossava un cielo limpido e stellato, lui le cinse la vita. Presero inevitabilmente a sfiorarsi le labbra sprofondando in un abbraccio lunghissimo, come se intorno non ci fosse stato più nessuno; come se inaspettatamente si rivelassero l’uno all’altro, passato e futuro… Non era mai stato così prima, così forte, così intimo… Arrivarono a toccare il centro, l’ombelico del mondo, la sensazione di essere dove avrebbero voluto sempre stare. Ogni loro incontro era caratterizzato da lunghi e forti abbracci balsamici e da silenziose contemplazioni che permettevano alle loro storie di scorrere nella mente, sbloccandole dal ristagno. In questa intima e ricambiata comprensione avvenne una salutare e profonda riconciliazione con se stessi. Un inconsapevole baratto di energia che regalò loro una sorta di guarigione interiore. Potenti sensazioni che non avevano abbandonato Loretta, le cui storie sentimentali, al contrario, non avevano lasciato strascichi.

Li aveva allontanati qualcosa che lui amava più di tutto, da sempre: il lavoro per il quale aveva investito l’intera vita.

Luigi faceva l’attore e la chiamata per l’America, luogo delle grandi opportunità, era arrivata dopo un anno che si frequentavano. Fu uno di quei momenti in cui ci si trova di fronte a una scelta crudele tra ciò che si è da sempre atteso e quello che si scopre di desiderare nel cuore. Scegliere dolorosamente tra la carriera e l’amore. Non potevano essere compatibili? In quel tempo, no. Loretta era figlia unica e avrebbe dovuto rimanere vicino alla madre malata. Ma non fu l’unico evento a tenerli divisi.

Dopo qualche mese dalla morte della madre, quando Loretta avrebbe potuto raggiungerlo, arrivò la notizia dell’ incidente. Luigi si trovava nel South Dakota per un’escursione con un amico regista. Un cavallo scappato da un ranch galoppava contromano sulla strada che i due stavano percorrendo mentre la pioggia scendeva copiosa; s’imbizzarrì alla vista dell’auto e finì per schiantarsi irrimediabilmente. Nello scontro il cavallo rimase gravemente ferito e Luigi entrò in coma. Il regista che guidava si salvò, fu colpito infatti il lato passeggero.

Accorsero i genitori di Luigi a prendersene cura. Loretta rimase in disparte, così era nel suo stile e le suggeriva la sua sensibilità. Trascorsero molti mesi. John però riuscì a contattarla e le riferì di averla conosciuta attraverso i racconti dell’amico. Le rivelò che la nominava come se l’avesse avuta accanto tutti i giorni e che nessuna donna l’aveva sostituita. Le parlò anche di un anello che Luigi aveva acquistato per il giorno in cui l’avrebbe rincontrata, poiché era convinto che prima o poi si sarebbero ritrovati, certo che stavano vivendo solamente una sospensione forzata…

Durante quella passeggiata di fine aprile, il colore dei prati le infonde calma e benessere e i maestosi alberi le parlano di cose che sopravvivono nel tempo, che sfidano le intemperie innalzandosi fiere. Nessun marasma nessun tormento, solo che Loretta si sente in preda a un po’ di smarrimento nel quale si celava qualcosa di rassicurante. Immersa in un torpore particolare, si sente avvolta da una sensazione simile a quella che si prova nei pomeriggi primaverili quando ci si sdraia su un’amaca, in una dimensione onirica in cui l’ombra si alterna ai raggi del sole filtrati dai rami degli alberi, mossi da una brezza piacevole che accarezza.

Loretta avverte un forte richiamo e medita sulle espressioni umoristiche che aveva udito, sulla strana frase del vecchietto, sui bagliori, sulla percezione di una sconvolgente presenza incorporea che insieme al clima che la circonda le evocano le caratteristiche della personalità di Luigi: limpidezza e umorismo, fantasia e novità, bellezza e quiete. Profondamente scossa, interpreta questa situazione come un segnale preciso, giunto a svelarle che il loro amore non si era spezzato. Lui si manifesta per suggerirle di non avere paura.

Nei giorni seguenti quel bizzarro pomeriggio comincia di nuovo a fioccare. Loretta riceve la telefonata che le annuncia il risveglio dal coma di Luigi.

Il loro legame era rimasto esteriormente invisibile, ma evidentemente i familiari, John e i loro amici comuni ne avevano percepito la profondità e la consistenza, ritenendo di vitale importanza comunicarle la notizia.

Presentimenti ed emozioni le impongono di decidere, senza alcuna esitazione, di partire con Pallina…

 

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3 commenti »

  1. Mi sono accorta che c’è un che* di troppo nella frase seguente che invece andrebbe scritta così: “In questa intima e ricambiata comprensione avvene una salutare e profonda riconciliazione con se stessi”.
    Mi scuso per la svista, non so se si può modificare. Mi piacerebbe ricevere vostri commenti.
    In bocca al lupo a chi partecipa!

  2. Racconto particolare, narrato al presente, come a coinvolgere il lettore nei pensieri della protagonista. Però, che cavolo, io sarei volata anche senza aereo, al capezzale del povero Luigi, altro che storie. Costei non merita l’anello che lui le ha comprato.

  3. In effetti, ho lasciato volutamente sottintesa un’iniziale rassegnazione di fronte agli eventi da parte di entrambi che li ha fatti piombare nel silenzio. Un silenzio che sapeva d’attesa, come poi si scopre, ma che ha provocato una reazione di forte imbarazzo nel comportamento di Loretta che rimaneva distante solo fisicamente.
    Grazie giovanna per aver commentato.

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