Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Il virus del morbillo” di Mila Becarelli (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

La mamma si allungò sul letto vicino a Giulietta, poi disse:

– Ora, gattuccio mio, mettiti buona buona che ti racconto una storia. – e iniziò a raccontare mentre Giulietta, tranquilla, pendeva dalle sue labbra.

 

“C’era una volta, tanto tempo fa, nel regno dei Sassi a Punta un Re che abitava in un castello in cima all’Altopiano delle Aquile.

Il castello era imponente, aveva tante torri e un ponte levatoio; l’altopiano era il più alto di tutto il regno e offriva al castello la vista su tutte le contrade; il Re era benvoluto, amato da tutti, ma era anche un tantino suscettibile e permaloso.

Il Re aveva molti servitori, uno scrivano, due indovini, tre barbieri: uno per il lunedì, uno per il mercoledì e uno per il venerdì. La domenica, invece che da un barbiere, andava nel centro benessere nei sotterranei del castello.

Lì, infatti, non c’erano le segrete con le prigioni come in tutti i castelli, bensì tante stanze per i massaggi e i fanghi arredate alle pareti con arazzi.”

 

– Anch’io, mamma, quando sarò grande voglio avere un castello come quello!- esclamò Giulietta – Perché, sai, ho deciso che da grande farò la muratrice come il babbo che fa il muratore… – E subito dopo aggiunse – … solo che io sono una femmina e allora diventerò una muratrice e mi farò un castello proprio così! –

La mamma, paziente, la lasciò parlare e poi riprese il suo racconto.

 

“Proprio in una di queste domeniche il Re mandò a chiamare uno dei suoi consiglieri, il fedele Grancuore, perché facesse il bagno con lui nella piscina delle segrete.

L’uomo, che si presentò al Re che indossava già l’accappatoio, non era Grancuore ma un giovane, piccolo di statura, magro e allampanato, che proveniva dalla contrada Morbillo quella confinante con la contrada Varicella.

– Mi chiamo Virus e sono ai vostri ordini. Mio cugino, il fedele Grancuore, ha l’influenza ed io lo sostituisco. Farò tutto il possibile per essere all’altezza delle vostre richieste. –

Il Re era rimasto un po’ contrariato: lui voleva proprio quel consigliere, il Grancuore, non il sostituto, ma viste le circostanze si adattò alla situazione.

– Ho bisogno di un compagno per fare una gara di nuoto. Questa volta sceglierò io lo stile nel quale gareggeremo: la rana. Sì, faremo proprio una bella gara a rana! –

Virus però non sapeva, perché Grancuore si era dimenticato di spiegarglielo, che durante quelle gare il re doveva vincere sempre, anche se era meno veloce del consigliere.

Così, in quella malaugurata domenica, Virus vinse di ben quarantasette secondi.

Non appena il Re arrivò a toccare la sponda si rese conto che Virus era già lì che lo aspettava. Si tolse gli occhialini e diventò tutto rosso come un pomodoro e iniziò a sbraitare:

– Tu … tu come osi vincere il tuo Re! Grancuore sì, che era un fedele consigliere. Non si è mai permesso di superarmi. Il Re deve sempre essere il più forte di tutti, il Re sono io. Non tu! – “

 

– Certo che questo Re era un po’ prepotente! O forse non aveva imparato bene a nuotare. – Esclamò Giulietta.

– Sì, può essere così. Ma ora non mi interrompere più e senti un po’ cosa succede. – .

 

“ – Ma io, ma io… – cercava di giustificarsi Virus.


Ma tu, ma tu! – lo rimbeccò il Re. – Tu sei un viscido e subdolo attentatore alla mia maestà! Tu sei un cospiratore alla mia infallibile potenza! Tu sei un usurpatore al mio trono! Altro che un fedele servitore quale dici di essere. Tu sei… –

Il Re continuò per una altro quarto d’ora a lanciare accuse di ogni genere contro Virus che di fronte a queste si faceva sempre più piccolo guardandosi i piedi.

Finito il quarto d’ora, ed esaurite le accuse, il Re si fermò, fece un profondo respiro e sibilò a denti stretti, ormai sul punto di andarsene:

– La mia decisione è presa: sarai scortato fino alle porte del regno da dove sarai esiliato per sempre. –

E, uscendo dalla piscina, ordinò alle guardie di confinare il giovane Virus nel suo appartamento fino a quando non avesse subìto la sua punizione.

A nulla valsero le richieste di clemenza di suo fratello Gigi, detto il Gran Febbrone, e quelle di tutti i suoi amici che provenivano dalla contrada della Punta Rossa del Prurito.

Ogni richiesta, infatti, non fece altro che infuriare di più il Re che sembrava aver mangiato del peperoncino a colazione:

– Ah sì eh, è così, eh! E allora ordino che anche tutti voi siate espulsi insieme a Virus. Per sempre. – “

 

– Ma questo Re è proprio cattivo! Virus non aveva fatto niente. – Intervenne di nuovo Giulietta che non riusciva a stare zitta. – Perché Virus non era cattivo, vero? –

– No, Giulietta. Virus non era cattivo o almeno non ancora. – La rassicurò la mamma.

 

“Fu così che Virus fu scortato fino alla porta sud del Regno. Era mattino presto e la strada risuonava degli zoccoli dei ventitré cavalli montati dai soldati del Re armati di tutto punto. Al loro comando c’era il Re in persona, con il suo regale mantello rosso e la corona, impettito su Nerotuono.

– Addio, a mai più rivederci! – Esclamò il Re mentre le porte si stavano chiudendo dietro a Virus e ai suoi.

Virus che era stato silenzioso fino a quel momento, ebbe un moto di ribellione, si voltò di scatto verso il Re e gli urlò con tutto il fiato che aveva:

– Tu sei solo un re bizzoso e crudele e io mi vendicherò. Riuscirò a tornare ed allora sarò forte, così forte che tutti avranno paura di me, persino te, o Re!

Non temete mi rivedrete ancora. –

E le porte si chiusero fragorosamente alle sue spalle.

Negli anni successivi Virus e i suoi amici cercarono invano un altro Regno dove vivere in pace. Fino a quando non entrarono nel Regno del Corpo Umano dove furono accolti da tutti i sudditi.

– Bene! – Disse Virus a suo fratello – Sistemiamoci in questo Regno, facciamo i bravi senza dar noia a nessuno e diventiamo forti poi… vedremo il da farsi. –

– Non avrai dimenticato quello che hai detto al Re, vero? – Chiese Gigi allarmato.

– Io non mi scordo mai nulla! – Rispose Virus serio serio. – Quando saremo abbastanza forti torneremo nel Regno dei Sassi a Punta. –

Nel nuovo Regno il nostro Virus e i suoi amici si integrarono così bene che il tempo passò in un lampo. Ma poi un giorno successe una cosa. “

 

– Cosa? Cosa successe? – Chiese Giulietta facendo uno sbadiglio.

– Ora te lo dico. – Rispose la mamma.

 

“Successe che un giorno ci fu una grande festa: tutti mangiavano e bevevano, ridevano e bevevano, ballavano e bevevano ancora. Anche Virus bevve un po’ troppo e si dimenticò della grande magia in suo possesso.

Da sempre aveva questa magia così come ce l’avevano i suoi lontani parenti i Microbi e i Batteri, il suo fratellastro il Virus di Varicella, e i suoi cugini alla lontana, il Virus di Peste e quello di Vaiolo che erano due Virus potentissimi e molto cattivi. Grazie a questa magia Virus riusciva a dirigere tutta la sua energia contro una persona, una città o addirittura un intero Regno.

Più il tempo passava più Virus cresceva; più Virus cresceva più aumentava la sua energia, più aumentava la sua energia e più cresceva la potenza e la magia di Virus. Lui non se ne rendeva conto ma era diventato grande e potente abbastanza per usare questa sua magia e creare il più grande parapiglia della storia.

Non dobbiamo dimenticare che lui poteva unire alla sua energia anche quella dei Puntini Rossi, mentre Gran Febbrone avrebbe fatto il resto. Ma Virus era ancora molto inesperto e un po’ per colpa del vino e un po’ per le danze non si rese conto che stava per scatenare il più grosso pasticcio in cui il Regno del Corpo Umano si fosse mai trovato. La sua energia avrebbe scatenato fastidi e disagi a non finire, malattie e disturbi di ogni genere o addirittura pericoli mortali, ma solo se fosse diventato un virus molto forte e cattivo.”

 

– Ma Virus non era cattivo! – Protestò Giulietta – Vero, mamma? –

– No, Virus non era così cattivo – la rassicurò ancora una volta la mamma.

 

“La sua energia era uscita da lui senza che lui lo volesse e la magia l’aveva diretta sulla città di Polmone. Di lì erano state contagiate tutte le strade che portavano a Gola. Ben presto comparvero i Puntini Rossi del Prurito e infine anche Gran Febbrone.

Per rimettere in ordine le cose fu chiamata d’urgenza l’Armata degli Antibiotici e delle Medicine che da sempre era pronta a difendere il Regno in pericolo.

Virus e i suoi amici furono molto dispiaciuti per aver causato tanto disturbo anche se non l’avevano fatto apposta, e decisero di andare via dal Regno del Corpo Umano e tornare nel Regno dei Sassi a Punta per non creare altri scompigli.”

 

– Ed è allora che Virus diventa cattivo e gliela fa vedere al Re bizzoso, vero mamma? – sentenziò Giulietta tra uno sbadiglio e l’altro.

– Certo piccola – Le rispose la mamma con la voce che sembrava una carezza.-

– Ma ora si è fatto tardi e quell’altro pezzo della storia te lo racconterò domani. Ora dormi. –

– Sì mammina. Ora ho un pochino sonno – E con l’ultimo sbadiglio si strinse ancora di più alla mamma e si addormentò, lasciandosi avvolgere dal suo profumo.

Loading

1 commento »

  1. Carina questa fiaba allegorica, piena di malattie. Io intanto , tocco ferro, sperando che non sia contagiosa per chi legge. Ma la ragazzina non potrebbe ascoltare senza interrompere?

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.