Premio Racconti nella Rete 2013 “Anacleto e l’isola di Urokalo” di Andrea Fedele (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013C’era una volta, lo so tutte le fiabe iniziano così, ma questa volta c’era davvero un criceto di nome Anacleto, di professione…giramondo.
Anacleto, Cleto per gli amici, era un criceto molto simpatico ma anche molto distratto. Fin da piccolo aveva un progetto in mente, da grande voleva girare tutto il mondo per avere tantissimi amici e scoprire posti nuovi e sconosciuti. Ma siccome era molto distratto tutte le volte che doveva partire per un viaggio capitava un imprevisto…una volta Lallo il cavallo dovette inseguirlo fino all’aeroporto per portargli lo zaino che aveva dimenticato a casa. Per non parlare di quella volta che voleva andare alle Maldive e Arturo il canguro gli è corso dietro saltellando perché aveva lasciato la maschera e le pinne a casa di Mario il dromedario; ma la più belle di tutte è stato quando Ivana la rana è dovuta andare a cercalo a casa di Gina Anacleto, la mamma di Cleto, a portargli gli sci per andare sul Monte Bianco perché lui si era sbagliato e aveva preso le ciabatte: “che distrattone che sei Cleto” gli dicevano tutti gli amici, ma sicuramente era dotato di grande coraggio e spirito di avventura, e questo lo sapevano tutti!!!
Un bel giorno Cleto, che oramai aveva girato tutto il mondo, decise di trovare un’isola tutta per sé e per i suoi amici. Si chiuse in casa per mesi e mesi a studiare l’atlante geografico e si accorse che esisteva una piccola isola senza nome nel lontano Oceano Pacifico che non era ancora stata esplorata da nessuno. Tutto emozionato andò a chiamare i suoi amici: Lallo, Arturo, Mario ed Ivana che non sembravano molto convinti, ma spinti dall’entusiasmo di Cleto decisero di partire all’avventura.
Per affrontare il viaggio si fecero portare fino in India da Antonella la gazzella e lì chiesero un passaggio fino all’isola senza nome da Milena la balena. Ma come tutti ormai sappiamo Cleto era un grande distrattone e i calcoli che aveva fatto sull’atlante erano sbagliati. Invece di trovare l’isola sconosciuta i nostri amici, senza saperlo, erano arrivati sulla terribile isola di Urokalo.
Quest’isola godeva di una fama sinistra: infatti si diceva che era popolata da una tribù dominata dal cattivissimo re Urokalo, che era così cattivo, ma così cattivo, che era l’unico essere al mondo a non avere il nome di un animale.
Secondo la leggenda, raccontata da Damiano il gabbiano, l’unico modo di riportare la pace e la tranquillità sull’isola era di trovare qualcuno capace di sfidare il terribile re e di liberare così tutti gli abitanti.
A quel punto del racconto Lallo disse:”scappiamo via al galoppo”, Arturo saltellava su e giù dalla paura e Mario aggiunse: “mi cascasse la gobba se rimango un altro minuto qui”. L’unica a sembrare tranquilla era Ivana che disse:”io Cleto lo conosco bene e mi sembra mi che stia escogitando qualcosa”. Non appena ebbe finito di parlare Cleto fece un grande salto e disse:”io, sarò io, a sfidare Urokalo e a liberare l’isola”.
Il mattino seguente si alzò di buon ora e si diresse con passo deciso al palazzo reale, chiese udienza al re e una volta giunto davanti a lui disse:”ti sfido a duello UROKALO, chi vincerà di noi due sarà il re dell’isola”.
Urokalo, che era una specie di gorilla alto due metri con la testa da piranha e le gambe da bisonte, scoppiò in una fragorosa risata e rispose:”va bene piccoletto accetto la sfida e ti lascio la scelta dell’arma. Chi vincerà sarà il re dell’isola, ah ah ah”.
Cleto non si lasciò scappare l’occasione ed escalmò:” ti sfido a rima chi sbaglia per primo ha perso”.
Sentite queste parole Urokalo iniziò a preoccuparsi; infatti lui pensava ad una sfida con le armi, magari anche a mani nude, perché così avrebbe vinto facilmente, mentre a fare le rime non era molto bravo.
Leggendo la sua preoccupazione negli occhi, Cleto decise di iniziare a sorpresa:”
non pensi che comandare con il terrore
sia per tutti un grave errore”.
Urokalo rispose:
“…io faccio quello che voglio
e chi non è d’accordo…lo sbatto su uno scoglio”.
Cleto ribatte:
“ma se sei così sicuro di avere ragione
allora perché non mi sbatti in prigione”.
Urokalo sempre più a disagio:
“perchè faccio quello che mi pare e,
e, e…sono più grande e forte di te: OH NO!!!
Nello stesso istante tutti saltarono in aria ridendo e cantando:” il re è caduto, ha sbagliato, finalmente siamo liberi” e subito decisero che avrebbero proclamato Cleto nuovo re.
Il giorno dell’incoronazione Cleto riunì tutti gli abitanti dell’isola e disse:”
amici sono diventato re con la rima
ma non voglio che tutto torni come prima
non c’è regno senza terrore
non c’è re che debba dominare
non cadete ancora nell’errore
siete voi che dovete governare.
So che la mia non è una speranza vana
voi ora siete liberi…io me ne vado con Ivana!!!
…carina davvero questa novella in rima. Originale nella sua stranezza!! 🙂
Certo che questo Urokalo avrebbe fatto la felicità di Darwin!! Storia carinissima, vivace, allegra e spensierata. Come piace ai bimbi. Complimenti!