Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2013 “Il regalo” di Michael Gaddini (Da un’idea di Michael Gaddini e Michele Giorgi)

Categoria: Premio Racconti per Corti 2013

Davide Ceccarelli è un ragazzo appena maggiorenne, capriccioso, maleducato, inoltre, non si applica allo studio come dovrebbe. È al quinto anno di Liceo Artistico A. Passaglia di Lucca. Nonostante sia un fannullone si è sempre salvato per il rotto della cuffia ma quest’anno è arrivato il momento della resa dei conti. I professori non vogliono ammetterlo all’esame di stato, anche se, sarebbero ben lieti di liberarsi di un elemento simile. Davide vuole la promozione! Decide così di prendere in mano la situazione andando a parlare direttamente col nuovo preside che, per fortuna (o per sua sfortuna), non è al corrente di tutte le vecchie bravate scolastiche del giovane. I due si incontrano nel pomeriggio dopo la scuola. Il preside va di fretta comunque sia lo fa accomodare lo stesso nel suo ufficio.

Davide: Salve, io sono un alunno della 5° D e come lei sa tra poco ci saranno gli scrutini per decretare chi verrà ammesso all’esame.. però..
Preside: Però?!
Davide: Però ci sarebbe un problema!

Il preside guarda per un attimo l’orologio dopodiché si toglie gli occhiali riponendoli sulla scrivania.

Preside: E quale sarebbe il problema?

Il ragazzo si fruga in una tasca e fa cadere accidentalmente per terra una banconota da 50 euro. La raccoglie e con fare stupito la mette sulla scrivania di fronte al preside.

Davide: Ma guarda!

Il preside inforca gli occhiali. Fissa sia la banconota sia il giovane che si è appena stampato in faccia un sorrisetto insolente.

Preside: Che cos’è?
Davide: L’ho trovata per terra! Forse gli è caduta dalla tasca!

Attimo di silenzio.

Preside: Stai cercando di corrompermi?
Davide: Che brutta parola! È un “regalo”!

I due si fissano senza batter ciglio.

Davide: Ho capito!

Il ragazzo si alza e va verso la finestra intanto continua con la sua sceneggiata.

Davide: Io non so niente! Sono cieco, muto e sordo!

Il preside sbuffa togliendosi di nuovo gli occhiali. Si strofina gli occhi e si gira verso la finestra. Proprio in quel momento il giovane fa cadere per terra un’altra banconota da 50 euro.

Davide: Ops!
Preside: Senti ragazzo, stai esagerando! Riprenditi i tuoi soldi e..
Davide: Soldi? Quali soldi?

Davide raccoglie la banconota sistemandola sulla scrivania assieme all’altra.

Davide: Non li veda come dei soldi..è un “regalo”!

Il preside si alza in piedi. Questa volta con un tono più deciso suggerisce al ragazzo di smetterla.

Preside: Adesso basta! È meglio se diamo un taglio a questa pagliacciata altrimenti..

A quel punto Davide diventa molto più esplicito e provocatore. Tira fuori una banconota da 100 euro facendola sventolare come una bandiera. Pian piano la ripone sulla scrivania unendola altre due. Il preside rimane basito di fronte alla sfrontatezza del ragazzo.

Davide: Vede questi non sono dei soldi! Diciamo che potrebbe essere un occasione per fare un bel regalo per la sua signora.

Il ragazzo ammicca. A quel punto il preside si rimette gli occhiali e decide di stare al gioco del giovane.

Preside: Un regalo eh?!
Davide: Esatto! Un regalo!!!

Il ragazzo ammicca di nuovo.

Preside: Ma forse con qualcosina in più.. riesco a farle “davvero” un bel regalo!

Davide annuisce con la testa facendo cenni d’intesa. Dalla tasca prende un’altra banconota da 100 euro mettendola sulla scrivania.

Davide: Sono contento che alla fine ci siamo capiti! Adesso posso anche smettere di fare l’imbecille.

Il ragazzo si dirige verso la porta dell’ufficio poi si volta verso il preside.

Davide: Per quanto riguarda il mio “regalo”.. posso stare tranquillo, giusto?

Il preside si mette i soldi nella tasca della giacca.

Preside: Tranquillo! Ci penso io!

Davide esce dall’ufficio del preside fischiettando ma non sa di aver commesso un grosso imperdonabile errore. Infatti dopo circa trenta minuti dalla chiacchierata col preside, Davide, tutto ad un tratto, si ferma in mezzo a via Fillungo urlando; “Cazzo! Non gli ho detto come mi chiamo!!!”

Il ragazzo si dirige verso la scuola correndo come un pazzo urtando i passanti. Raggiunge il portone della scuola. Fuori riconosce il bidello che sta chiudendo il portone.

Davide: Aspetti Ruggero! Aspetti! Dov’è il preside?!
Bidello: Non lo so.. ma io adesso devo chiudere!
Davide: Dai fammi entrare!

Il ragazzo si volta e vede un uomo allontanarsi. Dal dietro sembra proprio il preside.

Davide: Vabbè, lascia stare ci vediamo eh!

Il bidello scuote la testa. Davide corre verso l’uomo.

Davide: Preside!!! Aspetti!!!

L’uomo gira l’angolo e Davide lo perde in mezzo alla folla. Deluso e amareggiato torna verso casa. Intanto ripensa al suo madornale errore  alla quale sembra non esserci rimedio. Cammina a testa bassa. Non volendo urta un tizio facendogli cadere a terra una busta. Il ragazzo si scusa. Raccoglie la busta e.. con stupore si trova di fronte il preside.

Davide: Scusi non volevo..
Preside: Ma figurati! Capita a tutti di camminare sovrappensiero.
Davide: Comunque è una fortuna averla urtata!

Il preside lo fissa stranito.

Davide: Questa volta è meglio.. se mi presento.. Mi chiamo “Davide Ceccarelli”! “5° D”!!!
Preside: E allora?
Davide: Come sarebbe allora! Sono io! Davide Ceccarelli!
Preside: Continuo a non capire.

Il sorriso di Davide sparisce e comincia a preoccuparsi.

Preside: Scusa ma adesso devo andare. Ho un appuntamento!

Il ragazzo gli si para davanti.

Davide: Ma come non capisce! Sono quello del “regalo”! Avanti non faccia scherzi! Sappiamo entrambi che io gli ho dato quei soldi! Adesso non faccia lo gnorri altrimenti..
Preside: Altrimenti cosa?! Lo andrai a dire ai tuoi genitori? Eh?! Già immagino la scena! Mamma! Papà! Oggi ho tentato di corrompere il preside della scuola con i vostri soldi e adesso lui fa lo gnorri! Mi dareste altri soldi per corrompere i professori? Oppure prova a dirlo direttamente ai tuoi insegnati! Vediamo un po’ che succede!

Davide è letteralmente pietrificato. La situazione gli è decisamente sfuggita di mano.

Preside: Adesso scusami ma devo andare! Ho appena fatto un bel regalo alla mia signora e non vedo l’ora
di darglielo.

Il preside si aggiusta la cravatta e va per la sua strada. Davide, sconcertato per come sono andate a finire le cose, si gira incamminandosi verso casa. Senza alcun “regalo”.

Fine.

Loading

10 commenti »

  1. Il racconto è divertente, paradossale, fila tutto bene fino al dialogo finale che dovrebbe colpire di più, con battute più secche e rapide, contano di più i fatti. Però la sceneggiatura può essere modificata, l’importante è il racconto. A mio parere tra i migliori.

  2. ho letto il Corto piena di aspettative per il commento entusiasta di Amaso, ma sinceramente, non me ne voglia il caro autore, sono rimasta un po’ delusa. Poco convincente lo studentello sfrontato, ancora meno convincente la figura del Preside, piatta la conclusione. Non so. Forse sullo schermo potrebbe acquistare la verve che manca alla carta. Attendo gli altri commenti.

  3. Racconto divertente e non così lontano dalla realtà visto gli ultimi sviluppi politici.Concordo con a maso sul finale, forse ci vorrebbe un dialogo più incisivo.A me è piaciuto!

  4. Racconto divertente e cinico quanto basta. Molto più vicino alla realtà di quanto non si creda…

  5. Mi ha fatto sorridere, anche se purtroppo ci sono molti Davide oggi che pensano di risolvere con “regali” …Il Preside figura alternativa…:)

  6. Sono d’accordo con Giovanna sulla poca credibilità delle figure proposte di studente sfrontato e di Preside corrotto. Il dialogo non è sempre efficace e sostenuto in modo adeguato. L’ambiente scolastico ha dato lo spunto a tanti film, per un ‘Corto’ forse occorre un dialogo a più voci, con equivoci tra studenti, professori, bidelli e dirigenti scolastici senza togliere dignità a nessuno. Va apprezzato l’impegno di proporre questo racconto.
    Ciao Michael.
    Emanuele.

  7. Ciao Emanuele! Non sono d’accordo col tuo punto di vista, tanto meno con quello della criticona Bertino Giovanna, comunque sia grazie lo stesso per aver letto il mio racconto, anche se, non sei riuscito ad apprezzare la sottile comicità che fortunatamente altri l’hanno colta!
    Buon proseguimento!

  8. Forse la comicità era talmente sottile che la “criticona”, che sarei io, non se n’è accorta! Come si dice: contento te, contenti tutti.

  9. Non mi sembra né che i personaggi non siano credibili, la società di oggi propone sempre più spesso ragazzi viziati ed amministratori pusillanimi che cercano la via più breve , né che il finale sia piatto.
    Il ragazzo è talmente concentrato sul reato da commettere che, come tutti i ragazzi, specialmente maschi – mi perdonino i signori, ma io ho 2 figlie femmine e 1 figlio maschio e ho una certa esperienza – si dimenticano sempre il nocciolo della questione e rimangono vittima della propria malefatta.
    Se mai l’anonimato mi ricorda quel tizio che consegna il compito fuori tempo e il professore lo minaccia di non correggerglielo. Lui, serafico, risponde “ma lei sa chi sono io?” e ciò lascia presagire una scena di sopraffazione da parte di un “figlio di”. Invece, appena il professore risponde “no”, il ragazzo, tranquillamente, infila il compito dentro il mucchio degli altri compiti rimanendo anonimo. Mi dispiace di non cogliere comicità, io ci vedo un’amara ironia della sorte. Non sono d’accordo che serva un dialogo a più voci, forse più adatto ad un lungometraggio. Non dimentichiamo che questa è una sceneggiatura, i dialoghi sono un valore da aggiungere in separata sede.
    Per me il difetto può essere la non eccessiva originalità, ma non è insensato.

  10. Almeno che gli serva da lezione all’ingenuo Davide, questo raggiro che si ritorce contro di lui. Forse d’ora in poi egli inizierà a ingegnarsi nello studio vero e proprio. Nei dialoghi ho la sensazione che spesso manca un po’ di incisività.

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.