Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2013 “Un attimo di ” di Vincenzo Mormile

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

-Grazie! Grazie a tutti, stringo la mano a ciascuno di voi! Aspettate, cari amici, aspettate e vedrete se le mie parole sono vane. Ricordate quel che ho detto oggi, amici miei! E sarete ricompensati della vostra pazienza e fiducia… fiducia in un uomo che c’è l’ha fatta, un uomo che realizza il suo sogno solo in parte, perché nel mio sogno ci sono anche i vostri! Quando tutti realizzeremo le nostre speranze, i nostri progetti, allora, cari compagni, io avrò pienamente realizzato il mio sogno! – La folla esultò gioiosamente, l’oratore veniva acclamato e restava li, dall’ alto del suo palchetto, a saziarsi di applausi ed elogi a suo nome. L’uomo andò per scendere i gradini del palco sul quale aveva appena terminato il suo discorso, ma qualcosa andò storto. Rimase paralizzato, inchiodato al primo scalino con lo sguardo a fissare il nulla .Non era la prima volta che si trovava li, nel bagno di folla a ripetere per l’ennesima il suo bel copione. Eppure qualcosa andò storto. Nella sua testa. Un pensiero balenò all’ istante, caduto da chissà dove e cominciò a stordirlo. Quasi da perdere il contatto con la realtà. Anzi, mi spiego meglio, quel pensiero aveva portato ad una forte sensazione di nausea, disgusto di se stesso in quel momento e rispettivamente di chiunque gli stesse attorno. – Ma cosa stai facendo bello mio ?- gli sussurrava una vocina nella testa, come un ronzio – cosa stai facendo ??- . L’oratore che fino a due minuti prima stava parlando con gran sicurezza alla folla, mostrando un lucente sorriso ed un’espressione convincente, lui che era riuscito ad assicurarsi l’attenzione di ogni singolo spettatore grazie alla sicurezza e forza di espressione. Ora, invece, aveva subito una completa metamorfosi. Chiunque non avrebbe riconosciuto la stessa persona di qualche minuto prima guardandolo in quel momento. I tratti del viso erano completamente diversi, mostravano un evidente momento di difficoltà ed assenza, mentre la linea delle labbra ora creava una smorfia anziché il sorriso avvincente. Era palesemente preda di una crisi. Iniziarono a scorrergli davanti una miriade di immagini, immagini del passato, i suoi ricordi, le esperienze vissute fino ad allora, foto su foto su foto scorrevano. Riconobbe per ogni immagine un ricordo, per ogni ricordo un momento vissuto, per ogni momento vissuto i pensieri di quel tempo passato. Ricordò i sacrifici, gli studi, le idee e gli ideali! I sogni, la pazienza e il coraggio per raggiungerli…e ad un tratto riconobbe anche quella vocina, era la sua, che aveva col tempo dimenticato di ascoltare, per dar spazio alla nuova vita che aveva intrapreso. –  È vero, cosa sto facendo, ho perso di vista tutto, non mi riconosco, sono talmente cambiato. Ho lottato per arrivare fin qui, la mia ambizione mi ha portato per mano e ce l’ho fatta! Ma non in questo modo! Certo, ho una vita invidiabile, chi non desidererebbe stare al mio posto, moglie stupenda , figli altrettanto, casa da sogno, cerchia di amici illustri. Ma tutto è cosi irrimediabilmente vuoto. Le persone che mi sono a fianco le posso solo vedere, non le sento, non le tocco, non hanno un’anima. Ed io? Sono oramai sicuro di esser diventato uno di loro. Lo sono diventato, si, tutti diventano cosi frequentando questo ambiente. Vige l’immoralità, tutto è a scopo di lucro, e si vive cosi, con un volto che dobbiamo dipingere ogni mattina davanti allo specchio prima di uscire e tuffarci nel nostro  mondo. E poi io! Io! Ero totalmente diverso, un estraneo in confronto ad ora. Puntavo il dito contro quelli come me, li accusavo, giuravo che non sarei mai diventato uno di loro, che se sfossi arrivato fin qui avrei cambiato il mondo e bla bla bla…ricordo queste parole che sono rimaste tali. A confronto la vita che conducevo prima era…vita! La voglia di emergere, di farsi valere con le proprie idee da portare avanti, vivere nell’incertezza del domani e mettersi sempre in gioco per arrivare alla meta. Ora è tutto scontato, non mi aspetto niente dal domani e dalle persone. Ogni giorno sedersi al fianco di queste persone riprovevoli, come lo sono io, allungare la mano nelle loro tasche e la loro nelle mie, arraffare il più possibile, stare sempre all’erta anche dagli amici, esser pronto a chinare il capo e a baciar la mano, a dar carezze, pacche e pugnalate. La stessa vita matrimoniale è struggente, monotonia e finzione, ci inganniamo di amarci l’un l’altro o forse ci amiamo per davvero, non lo so, oramai sono, siamo, talmente abituati a recitare le nostri parti a memoria che neanche ci accorgiamo del ruolo che interpretiamo.- Una mano si schiantò contro la sua spalla e una voce disse- Allora ? Che facciamo, dormiamo? Sei fermo da due ore che ti prende? Pensi al tuo grande successo eh ? Si si stai andando bene amico mio! Ma non devi mai fermarti! Non rilassarti, è sbagliatissimo, devi sempre pensare al prossimo passo, prendi tutto quello che puoi e non lasciare niente a nessuno. C’è sempre qualcuno pronto alle tue spalle. Non crogiolarti dei loro elogi e non accontentarti. Ci sono ancora un sacco di idioti pronti ad ascoltarti e a gridare il tuo nome! Andiamo bello!- L’uomo non se lo fece ripetere due volte, riprese il suo bel sorriso che incollò ben bene sulle labbra, tornò ad indossare la sua classica giacca scura che spiccava sulla candida camicia bianca e via! Non era successo niente, tutto era come prima. Accade a volte di perdersi a pensare stupidaggini, cose che fan perdere del tempo, cose che non dovrebbero ricevere alcuna attenzione. Il tempo non va sprecato, si sa! Cosi l’uomo il cui nome ancora riecheggiava nell’ aria finì di scendere i gradini del palchetto. Poggiò i piedi sull’ erbetta fino a poco prima calpestata dalla folla, lanciò uno sguardo verso il prato che aveva riacquisito il suo colore e mostrò per un’ultima volta il suo sorriso, ora però non più convincente e sicuro.

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2 commenti »

  1. Dovremo davvero fermarci un po’ di più a pensare alle stupidaggini. Chi lo fa regolarmente però, chissà perchè, non sempre ispira fiducia…A volte comunque il problema è capire cosa sia una stupidaggine e cosa no, e ognuno dà purtroppo una risposta diversa.

  2. Forse l’obiettivo è quello di muovere una certa angoscia mentre l’uomo inchiodato resta fisso su di se.
    Vorremmo potergli parlare e ripetere insieme: – ma cosa vogliamo fare? –
    L’esitazione può occcuparci in uno spazio – tempo dove ci è dato quasi sempre spazio e tempo per decidere …….

    In bocca al lupo!
    Grazie

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