Premio Racconti nella Rete 2013 “La chiave del velo” di Paola Bianchi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013
Il tuo amore è prezioso
come acqua del pozzo di Djanet
fresca quale notte all’Assekrem
I tuoi occhi brillano
-come astri-
nella limpida notte del Sahara
Ridi ed io ascolto
il suono argentino
di cavigliere cabile
Il viso tuo
ha la bellezza
del deserto in fiore
Amami dunque
come la terra
ama il sole
e insieme al corpo tuo
donami la tua anima.
Così recitava Ahmid, mentre la ragazza con l’otre pieno di acqua poggiato sulla spalla, la mano destra a sostenerlo perfettamente verticale in modo da non far cadere neanche una preziosa goccia, si allontanava sfiorando appena la sabbia con i piedi nudi.
Ormai da diverse settimane, verso il tramonto, vicino al pozzo dell’acqua Noura trovava ad attenderla quel ragazzo che la fissava con quegli occhi neri come carboni. Aveva lunghe ciglia a coprire il luccichio che attraversava il suo sguardo quando di sottecchi la osservava. Era bello Amhid, così lo aveva sentito chiamare.
Noura non capiva perché quando lo vedeva sentiva il cuore martellare contro il petto, arrossiva e aveva voglia di cantare: temeva di essersi ammalata di una strana malattia… finchè una sera Amhid le prese delicatamente una mano e le sfiorò il viso con una lieve carezza.
Il cuore di Noura fece una capriola, ma, vergognosa, fuggì verso la sua tenda. Il padre, vedendola affannata le chiese il motivo di quella fuga, e alla confusa risposta della fanciulla le ordinò di andare a prepararsi per ricevere la prima visita del suo futuro sposo. A Noura si riempirono gli occhi di lacrime, ma sapeva che per nulla al mondo avrebbe disobbedito al padre, per il quale nutriva profondo rispetto.
Anche il padre amava quella sua figliola e cercava in tutti i modi di renderle la vita facile. Prometterla in sposa a quel negoziante di Ghardaia, parecchio più grande di Noura, ma molto benestante gli era sembrata la cosa giusta da fare.
E così Noura, vestita come si conveniva ad una giovane fanciulla che andava al compromesso di nozze, con il cuore dolente, conobbe il suo sposo. E non c’era nulla da fare, quello era il suo destino.
Non doveva trascorrere molto tempo da quel primo incontro al giorno delle nozze Ahmid viveva giorni di infelicità, consapevole che non avrebbe più rivisto Noura. Pensò allora di donarle la poesia che lui aveva composto e che ogni sera le aveva recitato. E così una delle ultime sere in cui Noura venne al pozzo lui le parlò d’amore, la strinse fra le braccia e le porse il suo dono.
Noura, il cuore spezzato, andò così in sposa al ricco negoziante e le nozze vennero festeggiate con musiche, danze e spari di fucile, necessari per cacciare spiriti maligni.
Venne organizzata una carovana per attraversare il deserto e raggiungere il paese dello sposo. Trenta dromedari portavano le casse che contenevano la dote della sposa.
La ragazza ebbe in dono, come voleva la tradizione, un piccolo baule di legno, nel quale custodire gelosamente tutte le cose più care, che si chiudeva con una chiave piuttosto pesante, di foggia particolare con tre denti che andavano ad incastrarsi in tre fenditure della toppa. Aveva riposto la poesia di Ahmid nel suo prezioso bauletto e ne custodiva gelosamente la chiave.
La carovana partì. Noura si coprì completamente la testa con il lungo velo per nascondere le lacrime che le rigavano il viso. Ma il vento sollevava con forza il velo, scoprendole il volto e insieme il suo pianto, mentre ripeteva come una preghiera le parole che Ahmid le aveva dedicato. Si avvide degli sguardi che le lanciava lo sposo e non potendo lottare contro il forte vento del Sahara, prese la chiave del bauletto e la legò in un angolo del velo cosi che il vento non riuscì più a sollevarlo e Noura pianse di nascosto il suo perduto amore.
Da allora le donne touareg conservano la chiave del bauletto appesa al velo, impedendogli così di sollevarsi e la chiave è detta ‘chiave del velo’.
Una storia raccontata con bellezza e rispetto e con la delicatezza del velo che sfiora i loro volti pur mettendo in segreto le loro anime , in attesa della loro chiave……
Molto intenso, molto brava.
Grazie
Emanuela
Grazie Emanuela per il tuo gentile commento, che ha colto lo spirito di questo mio racconto. Grazie per l’attenzione
Paola B.
Mi è piaciuto molto questo racconto per il tocco garbato con cui è narrato. Ho finito di leggerlo, ma ancora seguo con gli occhi della mente la lunga carovana nel deserto e le lacrime di Noura. Brava.
Grazie Giovanna del tuo commento. Io spero che un giorno Noura e Ahmid possano ritrovarsi e vivere così il loro amore……
Paola B.
un bellissimo racconto, delicato e originale. Sicuramente frutto di una penna abile che ha esperienza di vita e di lettere.
C’è tutto il fascino, il mistero e la malinconia del deserto. Un racconto “arancione”, bellissimo!