Premio Racconti per Corti 2013 “Kaligola” di Gianluca Lattuada
Categoria: Premio Racconti per Corti 2013Un rubinetto perde acqua marrone. A terra vi è un materasso senza lenzuola in una stanza spoglia, sudicia. Gli occhi si aprono. Fanno fatica a mettere a fuoco. Il respiro è pesante, vuole buttare fuori qualcosa. Del vomito misto a sangue scorre nel lavandino. Nell’ambiente tutti lo chiamano Kaligola per via del suo sguardo folle, perso tra immaginazione e prepotenza. Bussano alla porta. E’ una ragazza magrissima con delle occhiaie. Lo guarda, ma non lo tocca.
“Ciao Kaligola”
“Chi sei? Come sai il mio nome?”
“Io so tutto di te. Tutti ti conoscono. Tu hai il potere e tutti ti rispettano.”
“Come ti chiami?”
“Il mio nome non è importante. La luna brilla sempre di luce altrui. Ora fammi entrare”
Si siedono. Kaligola fa un sorso di vodka e poi lo passa alla donna. Osserva il suo corpo bianco, la desidera. “So cosa stai pensando, ma ricorda: sono tua, fai di me ciò che vuoi, scopami, stuprami, ma non toccare mai le mie labbra”.
Kaligola prepara la roba. Si fanno. Accende una sigaretta. Beve ancora un sorso. Bussano nuovamente alla porta. Sono tre ragazzi.
“Dove sei stato? Avevamo bisogno di te”
“Voi tossici siete deboli. Avete sempre bisogno di un’amante. E dopo che vi siete fatti l’amante, vi scopate pure suo marito” Si fa un’altra striscia. “Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi. Raccontate al mondo la bontà di Kaligola”
Bussano. Va ad aprire. La scena si sposta in un capannone.
La musica techno penetra nelle orecchie. Tutto è confuso, i corpi ammassati non si distinguono nel buio. Voce fuori campo: “Questo è il mio regno. Il mio popolo mi è riconoscente. Io ho cancellato ogni nome. Ho oscurato il buio. Reso sordo il cielo. Qui ognuno è uguale all’altro. Qui ognuno è nessuno, e nessuno è tutto.”
Un ragazzo sbatte contro la spalla di Kaligola. Barcolla, ride di gusto. Il protagonista è completamente fatto, si appoggia contro un muro che si trasforma in pietra antica. È nel centro cittadino, sdraiato a terra. Delle persone vestite eleganti lo indicano e lo deridono. Il loro viso è sfocato. Si aggrappa al muro, vuole alzarsi, ma non ci riesce. E’ spaventato, ma anche arrabbiato.“Chi siete? Che cosa volete? Voi non sapete chi sono io. Se solo volessi potrei schiacciarvi tutti. State commettendo un errore. Come fate a non capire?” Fa una pausa, cambia completamente il suo umore. Ora è rassegnato. “Ma ora sono troppo stanco per spiegarvelo. Voi baciate la luna ogni notte credendo sia amore. Ma l’amore non è niente. L’amore è menzogna, come la vita.” Si avvicinano, quasi inghiottendolo.
Si ritrova nella camera da letto mentre del vomito scorre nel lavandino. Si ripete la scena iniziale. Suonano alla porta. Entrano la ragazza magrissima e i tre ragazzi. Lui va in bagno e nella stanza iniziano a complottare.
“Amici, è doloroso dirlo, ma Kaligola non è più la persona che avevamo conosciuto”
“Hai ragione, è allo sbando, è diventato imprevedibile”
“E’ un prodotto difettoso”
“Nessuno è al sicuro con Kaligola in giro”
“E’ lui la causa di tutto il nostro male di vivere”
“Allora è deciso, per il bene della nostra amata società, Kaligola deve morire”.
Intanto Kaligola, guardandosi allo specchio: “Pensano che non lo sappia. Complottano dall’alto della loro perfezione. Si sentono al sicuro annegati nelle loro convinzioni. Si credono forti, invincibili. Mi vogliono come loro, in pace con se stessi e con il mondo. Dimenticarsi dell’impossibile, non dormire per il mutuo, accarezzare il pelo bagnato di un cane, portare dei mocciosi allo stadio…questo forse mi salverebbe? Cenere che parla, nient’altro. Licenziarsi dalla vita, quello sì che è davvero difficile.”
Alle sue spalle arriva la ragazza.“Guarda come ti sei ridotto. Il tuo passo è incerto. La tua pupilla è spenta.”
Kaligola la osserva nel riflesso. “Ti ho cercato tanto sai? Ho cercato la luna nelle notti più oscure. E ora tu sei qui, nel giorno in cui ho deciso di essere coerente. Ah, la coerenza, che virtù subdola. Coerenti sono i cretini. I poveri di spirito. Gli impiegati delle poste. Tutti in fila ad aspettare il proprio numero. Ma io non sopporto l’attesa. Non riconosco l’autorità del tempo. Io posso fare ciò che voglio.”
Si volta di scatto verso la donna. “Io avrò le tue labbra!”
La cinge tra le braccia, ma nel mentre arrivano gli altri. Sono vestiti eleganti. Sono gli stessi che lo deridevano in città e che non era riuscito a riconoscere. La società uccide l’imperatore.
Kaligola è appoggiato ad un muro privo di sensi. Attorno non c’è nessuno. Le prime luci dell’alba illuminano la città, mentre il grido straziante di una sirena si avvicina.
Note:
Essendo una sinossi sono stati riportati solamente i dialoghi principali.
Genere drammatico.
Il montaggio deve essere trasmettere il carattere allucinato e onirico del corto. Musica classica e techno si alterneranno e sovrapporranno.
Obiettivi:
- sensibilizzare i giovani contro l’uso delle droghe da discoteca
- sensibilizzare la cittadinanza trasmettendo il messaggio che le persone con problemi di droga non devono essere discriminate, bensì aiutate.
Nei titoli di coda verrà inserito un messaggio sociale che spieghi in modo diretto gli obiettivi del corto.
Per la successiva promozione si cercheranno sponsor quali istituzioni locali o associazioni non-profit per proiettare il cortometraggio in scuole e università, ma anche in punti strategici vicino a locali notturni tramite l’installazione temporanea di totem di design, con la presenza di volontari “comunicatori peer-to-peer” pronti su argomenti quali l’alcol e le sostanze stupefacenti.
Creativo ed espressivo: sconvolgente. E’ un soggetto da film, in bianco e nero, degno dei registi del neorealismo Michelangelo Antonioni, Pietro Germi e Alberto Lattuada, con sceneggiatura di Cesare Zavattini o dei registi di ultima generazione; forse anche loro l’avrebbero raccontato o lo racconterebbero così. In un ‘Corto’, la brevità renderebbe il racconto allucinante.
Ciao, Emanuele.
Davvero molto bello, Gianluca.
Angosciante e visionario, onirico e coinvolgente.
Dialoghi serrati, immagini crude che rendono alla perfezione l’alienazione dell’individuo. Degno di filmografia d’autore.
Molto piaciuto.
Buona fortuna,
Nikki
Grazie Nikki e grazie Emanuele per il tempo che avete dedicato al mio scritto.
Non ho avuto modo di leggere tutti i soggetti presentati, ma quelli che ho letto erano davvero tutti molto validi e interessanti.
Colgo l’occasione per fare un grosso in bocca al lupo a tutti i partecipanti!
GL
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