Premio Racconti per Corti 2013 “Tradimento” di Paolo Ottomano
Categoria: Premio Racconti per Corti 2013Quella sera Andrea era solo in casa e telefonò a Giulia.
«Sono da solo. Vuoi venire da me?».
Un attimo di silenzio. Giulia si guardò intorno ostentando discrezione.
«Quante volte sarò di nuovo solo per un pomeriggio e una sera interi?».
«Lo so… ma che m’invento? E se Marta ti fa una sorpresa e viene da te?».
«Le ho detto che sarei andato con i miei genitori, altrimenti sarebbe venuta sicuramente. È li a casa, no?».
«Dammi mezz’ora!».
Giulia corse in camera a prepararsi e Andrea chiamò i suoi per sapere a che ora sarebbero rientrati. I ragazzi avevano tempo fino a mezzanotte, più o meno.
Marta si sdraiò sul divano a guardare la TV mentre si rigirava il cellulare tra le dita. Poi si alzò di scatto e corse in bagno, che era ancora libero. Un attimo dopo bussò Giulia lamentandosi di essere in ritardo.
«Devo uscire anch’io!» le disse Marta.
«Dove vai?» chiese Giulia, malcelando la sua apprensione.
«Al cinema. Lo spettacolo comincia tra mezz’ora. Mi lasci il motorino?».
Giulia non voleva accendere altri sospetti ma non ebbe la prontezza di rispondere subito.
«Magari posso darti un passaggio. Dove abita la tua amica?» le chiese Marta.
«Prendo i mezzi… poi abbiamo un solo casco».
Marta sorrise allo specchio mentre si copriva col fondotinta il neo sul mento, una delle pochissime cose che la distinguevano dalla gemella. Uscì dal bagno togliendosi la maglietta e nascondendo il viso, ma facendo attenzione a non trascinare via il trucco. Si vestì, frugò nel comodino di Giulia e prese il suo abbonamento ai mezzi, per guadagnare un altro po’ di vantaggio su di lei. Una volta uscita di casa, si pettinò alla maniera di Giulia, anche se i suoi capelli erano un po’ più lunghi. Dieci minuti dopo era sotto casa di Andrea, ancora indecisa se salire o aspettare che arrivasse la sorella.
Nel frattempo Giulia cercava il suo abbonamento ma non lo trovò, così cercò quello di Marta. Non trovò nemmeno quello ma non perse altro tempo.
Marta suonava invece il campanello. Andrea le aprì, sorridendole.
«Ciao, amore». Stava per baciarla ma lei lo fermò. «Non vuoi farmi nemmeno entrare?» gli disse.
«Allora sei più tranquilla».
«Si, non c’è motivo di aver paura. E visto che abbiamo tempo fino a mezzanotte…».
Marta entrò e posò il casco sul tavolo della cucina. «Per cominciare, c’è una cosa che tu non hai mai visto» disse, mentre si avvicinava lentamente ad Andrea e si scioglieva i capelli. Vedendola senza la sua solita coda, Andrea notò che assomigliava ancora di più alla sua ragazza, invece che a Giulia. Quando lo baciò percepì un sapore un po’ diverso, ma la conferma la ebbe quando Marta prese la sua mano e la strofinò sul fondotinta, scoprendo il neo.
Pochi istanti dopo suonò il citofono.
Il volto del ragazzo cambiò una serie infinita di espressioni in pochi secondi. Marta andò ad aprire la porta e sfoderò un sorriso spavaldo quando si trovò faccia a faccia con la sorella. Giulia restò sulla soglia, la borsa le cadde dalle mani mentre subito cercava di giustificarsi. Andrea continuava a ripetere i nomi di Marta e Giulia senza riuscire a spiccicare altre parole, e allora Marta lo zittì con un ceffone. Anche Giulia gli si avvicinò e lo colpì sull’altra guancia. Prese il casco e lo scagliò verso la sorella ma colpì la porta, rompendo la visiera del casco. Un’eco fragorosa rimbombò per le scale. Poi
corse via in silenzio, trattenendo le lacrime.
Giulia andò in camera di Andrea e si sedette sul letto, Andrea esitò ma poi la seguì. Si sedette accanto a lei e la prese per mano.
Chiuse poi la porta della stanza e cominciò a spogliarsi.
Che cosa dire?
Ambiguità ed indifferenza.
Sono le differenze che ci guidano a riconoscere ciò che ci piace o che può contare e che vogliamo, altrimenti si resta o si cade indifferentemente nell’ambiguità.
Le cose di valore sono indivisibili.
Non possono starsene a metà.
Pensiamo ad un gioiello prezioso, non solo per lega, ma per il legame che con lui si crea.
Sta sulla pelle di chi lo ama fino a che non giunge il momento per un passaggio ad altra persona, e solo così chi lo riceve può amarlo veramente e totalmente, diversamente ,si priverebbe di senso.
Solo così potrebbe sentirsi liberare sulla pelle tutto il calore che è in grado di trasmettere ……
Tradisce,immagino, e solo raramente con dolo, colui che prova, ingenuamente, talvolta anche teneramente, a dividersi, perdendosi in una ricerca di qualcosa che non sente , che non ha, ma per se stesso e per chiunque ne è coinvolto, il rischio è di ritrovarsi davvero troppo a pezzi……
Spogliati, alla fine, come il protagonista…..
Un corto dove probabilmente l’intreccio famigliare deve amplificare le evidenze.
Grazie, ma… non credo di aver colto il succo del tuo giudizio 😀
…..era una riflessione generale partendo dal concetto trattato in modo specifico nel tuo corto e in fondo dicevo che hai fatto una scelta precisa nel mettere i legami di parentela.
….ognuno da una sua interpretazione….magari il succo è anche questo Ottomano!
Grazie
Carino questo intrigo amoroso e furbo l’ Andrea che si barcamena tra le due gemelle. E ancora più carino è il finale che prende in contropiede. Sarebbe un Corto davvero divertente!
La storia dei gemelli è vecchia come la commedia degli equivoci, ma questo sarebbe un corto davvero piacevole.
Ciao Paolo. E’ il classico triangolo, direi, “isoscele” visto che due lati sono uguali. Le due gemelle sono desiderate da Andrea che alla fine raggiunge lo scopo di rimanere solo con Giulia per appagare il suo desiderio, mentre Marta, la fidanzata, esce di scena dopo la presenza sul campo con l’iniziale “sorriso spavaldo”. Si sente nelle azioni delle ragazze la tensione che metterà in difficoltà la sorella e nel ragazzo l’imbarazzo della colpa. Non mi sarei aspettato un finale a favore di Andrea, anche se i traditori non fanno comunque bella figura. Le scene e i dialoghi sono concitati.
Emanuele.