Premio Racconti nella Rete 2013 “Il sorriso di Raf” di Valeria Emmi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013Raf provava vergogna a rispondere alle domande di quello strano dottore dai lunghi capelli bianchi e non sopportava lo sguardo triste della ragazza bianca dai capelli castani. Perché mi guardi in questo modo? Perché questo sguardo così triste? Pensava Raf. Sei ben vestita, sei profumata, hai un raffinato viso mediterraneo, vivi sicuramente in una bella, calda casa e hai cibi nutrienti e gustosi nel tuo frigorifero.
Perché sei triste allora? Perché mi guardi in questo modo? Io non ho vestiti belli e puliti, io non ho una casa, Io sono fuggito come un appestato dalla mia terra, io ho viaggiato come una bestia su uno squallido barcone, io sono stato accolto e trattato da bestia quando la barca è arrivata in quell’isola sperduta in mezzo al mare. E ora dormo dove capita in mezzo alla strada…mamma mia comincia anche a fare freddo qua! Dove sarà ora la mia famiglia? Mamma, mamma, mamma, dove sono quelle tue mani che curavano la mia anima? Sognavo una bella vita, sognavo una bella vita per me e per la mia mamma e per il mio Amore. Sognavo…che bel sogno il mio. Ma ora dormo dove capita in mezzo alla strada, mangio se ho fortuna, mi lavo se ho molto fortuna. Però, però, si hai capito, però il mio sguardo non è triste. Si lo so, non è triste, sono sicuro, l’ho visto allo specchio un attimo fa. Il mio sguardo è pieno del sole della mia terra, il mio sguardo è pieno della mia famiglia, dei sorrisi accecanti di mia madre, dei voluttuosi, ammalianti canti delle mogli di mio padre, dei sogni, delle speranze non ancora sopite di una vita che sia vita.
E tu ragazza d’occidente ben vestita, fortunata per nascita, perché questo triste sguardo? Cosa manca alla tua vita? Mi spiace, non credo tu sia triste per me. Si è vero, dormo in giro, ho il timpano talmente malandato che non sento più niente e non so cosa mangerò oggi. Ma perdonami se non credo che sei triste per me. Si ok, ti faccio pietà, sicuramente ti faccio pietà, pietà, PIETA’…ma quando uscirò da questa stanza tu dimenticherai me e si, forse rivolgerai il tuo triste sguardo ad un altro come me. Sai siamo in tanti, tu probabilmente lo immagini che siamo tanti, ma non penso ti renda realmente conto di quanti siamo…di quanti siamo. E perdonami ancora, ma non penso tu conosca tutti i nostri sguardi…sguardi di speranza, sguardi di rassegnazione, sguardi di rabbia, di rancore, disperazione, sguardi pieni di vita…qualunque essa sia.
Ma tu ragazza fortunata d’occidente, non guardarmi triste. Donami il tuo sorriso. Si il tuo bel sorriso di ragazza cui la vita ha offerto l’opportunità di affermare se stessa. Il sorriso di una donna che può donare benessere al proprio Amore, il sorriso di una madre che può donare opportunità ai propri figli.
Sorridi, dolce ragazza nata fortunata. Sorridi a noi che abbiamo tanta vita nello sguardo. Troppa vita forse per te? Si forse è troppa la vita che vedi nei nostri sguardi. Perché questa sofferenza nel tuo sguardo? Soffri per la nostra troppa vita? Perdonami, non ci credo. Forse soffri perché non sai trovare TE nella tua vita? Sorridi, dolce ragazza nata fortunata, non guardarci mai con pietà. Donaci il sorriso della tua gente, della tua terra, delle tue opportunità. Sorridi e credi ad uno come me, credimi se dico che puoi rendere più semplice la tua vita, se la puoi rendere leggera, se la puoi rendere vera.
Libera il tuo sorriso, regala leggerezza ai tuoi occhi e luce al tuo sguardo e vedrai, si vedrai. Io non so se la mia vita potrà mai essere migliore, questo no, non lo so, ma la tua si, la tua potrà esserlo migliore.
Quindi sorridi, dolce ragazza nata fortunata, a te la vita ha dato sin dalla nascita l’opportunità di godere di piccole e grandi cose. A noi dona l’opportunità di godere del tuo sorriso di ragazza nata fortunata e lasciaci continuare a sorridere nonostante tutto. Si, perché nonostante tutto, noi continuiamo a sperare… a sperare di generare figli nati fortunati…fortunati come te.
[Non so se realmente esista un ragazzo di nome Raf o Said o Mussad che incontrando lo sguardo, spesso smarrito, di noi nati fortunati in questo mondo d’occidente abbia mai pensato qualcosa del genere. Mi piace pensare però che oltre al mio piccolo e forse anche un po’ patetico impegno pratico per loro, anche un mio sorriso possa farli sentire un po’ a casa].
“Sorridi a noi che abbiamo tanta vita nello sguardo. Troppa vita per te?” Molto bello e molto vero.