Racconti nella Rete 2009 “Il governo dei bambini” di Guglielmo Rispoli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009“Papà, papà………..”
Passi ritmati, un progressivo rumore delle scarpette sulla ghiaia……..
“Papà, papààààà !”
Roberto saltò tra le braccia del padre che lo accolse con la forza tranquilla di un lungo abbraccio rassicurante.
Claudio incrociò gli occhi del figlio e vide una lacrima, una sola, grossa e piena di richieste, gli strinse la testa con la sua e lo baciò sulla guancia, poi andò d’istinto verso la propria mano e vide che il ginocchio del figlio era sbucciato con alcune righe rosse che dimostravano la vitalità dello splendido bambino che lo aveva raggiunto poco più di sei anni prima a tenergli compagnia nel suo viaggio di vita.
Era il 18 aprile 2032 e Claudio, proprio quel giorno, compiva 32 anni, 26 in più del suo gioiello Roberto.
Abbracciando il figlio alzò gli occhi tra i rassicuranti copiosi rami che facevano da anello e ponte dell’ingresso di Villa Bruno dove il figlio lo aveva raggiunto.
Roberto giocava tutti i giorni nel parco di Villa Bruno.
Lo aveva deciso con una delibera il consiglio dei bambini nel 2012. C’era anche Claudio quella sera quando un centinaio di bambine e bambini furono portati dai nonni, dalle nonne e da qualche mamma ad una strana festa nei giorni di Natale.
In quel Natale una giovane donna dai capelli ricci e rossi aveva parlato ai bambini nella biblioteca di Villa Bruno, aveva raccontato quasi tra le lacrime di un passato bello della città di San Giorgio a Cremano dove i suoi nonni erano nati quando le strade del centro erano attorniate di prati, alberi, fiori e farfalle durante la primavera. Raccontò della costruzione di tante e tante case, palazzi anche di sei e più piani, del traffico e dei rumori delle auto, del disordine della città, di uomini e donne piene di rabbia che tutti i giorni litigavano tra loro fin quando la città era stata coperta da rifiuti di ogni genere. Per mesi ed anni il disordine fu riempito di brutti odori e di immagini desolanti.
Poi le cose cambiarono, tante cose cambiarono.
Successe tutto così
Una sera alcuni vecchi di San Giorgio, quei pochi che ancora sedevano al mattino sugli scalini della piazza Troisi, attaccarono sui muri della città un grande manifesto giallo con le scritte rosse. Caratteri di rabbia e di vergogna e una scritta finale in azzurro, il colore del cielo e del mare, che avvisava e invitava: “Venite a Villa Bruno !!!”. Il giorno dopo con un vecchio triciclo verde e giallo sbiadito la voce di una nonna chiamava ad una “riunione speciale” tutti quelli che avevano meno di 25 anni e più di 65 anni. Sembrava una pazzia.
C’era una luna bellissima nel cielo quella sera del 22 ottobre 2009. La sfera bianca sembrava dondolarsi tra nuvole esitanti che quasi abbracciavano l’orizzonte del grande giardino dove alcuni ragazzi correvano verso un pallone e un vigile col suo sobbalzante pancione gridava da lontano “iatevenne, iatevenne”.
Si alzò un venticello tiepido che divenne fresco e il cappello del solerte Angelo, vigile buono di San Giorgio, rotolò a destra tra l’erba del giardino e poi schizzò verso sinistra. Mentre i ragazzi ridevano il vento si fece freddo e anche loro, sfuggendo ad Angelo, finirono tra gli alberi del portico entrando tra vari spintoni nella Biblioteca.
“Quanta creatur !! ” esclamò Raffaele “e quanta viecchie” replicò Gennarino.
Le voci si sovrapponevano, le parole erano incomprensibili. Gennarino riuscì a spingersi tra le ante della biblioteca, sentì profumo di legno e vide libri di diversa grandezza. “Ma ce stanno pure libri e nu metro ca dinto”. Si divincolò dal braccio ferreo di un nonno esagitato e salì le scale per andare sul balconcino del primo piano della biblioteca……… le voci erano più quiete e meno confuse “Perché non se ne può più…….. dobbiamo fare qualcosa….. ” alcuni vecchi erano seduti al centro della sala.
“E’ la nostra città, qui siamo nati e qui vogliamo rimanere” Raffaele, che intanto aveva raggiunto Gennarino, intravide un bambino di quattro-cinque anni rannicchiato tra le sedie di alcuni nonni.
“Sono i giovani che devono prendere decisioni giuste per tutti ” il bambino cercò di spostare la sedia di una nonna di cento chili.
“chi io???” disse il bambino rimanendo carponi sotto una sedia.
“Ma non i giovani che non sono più giovani e che hanno combinato tutto questo, qui a San Giorgio e altrove….” affermò la nonna pesante.
“Eh nnno!” aggiunse un nonno “quelli se ne devono tornare a casa” il bambino passò quasi stando in apnea tra due sedie. Alcune bambine in prima fila si misero a ridere, c’era anche una bella ragazzina con i capelli rossi
“Ci vogliono i giovani veri, i giovani più giovani” disse alzandosi la nonna pesante.
Un bambino di sette-otto anni cercava di scrivere quello che stava succedendo quando si sentì un grido salire tra i libri, le vetrine e le luci della biblioteca “io sono giovane più giovane”.
Un silenzio generale. La grande mappa come sempre ferma in fondo alla sala sembrò illuminare i volti di tutti con la vita del passato che cercava di raccontare.
Nonno Stefano si grattò la testa, nonno Luigi si avvinghiò al cappello, nonna Maria si aggiustò gli occhiali, Nonna Carmela si abbracciò con le sue forti braccia conserte.
Claudio terminò di far oscillare le sue gambe, Sara si mise le mani sulla faccia.
Gennarino spinse leggermente il gomito nel braccio di Raffaele “E viste a chillo llà?”
Il naso del bambino uscì definitivamente da dietro le sedie e, subito dopo il naso, si videro due occhi grandi e neri “io sono più giovane dei giovani” gridò ancora.
Ci fu una grande risata e qualche applauso.
Il piccolo Andrea ascoltò le risate e le prese come mille carezze che lo aiutavano a guardare il suo volto riflesso tra le vetrine dopo le luci di qualche flash che lo aveva abbagliato.
Nonno Giulio lo prese in braccio e gli diede un bacio. Poi aggiunse….. “Allora è chiaro, noi vecchi aiuteremo i giovani più giovani ad imparare a governare questa città”.
I bambini si guardarono tutti tra loro. Le bambine in prima fila si risistemarono sulle sedie, Raffaele e Gennarino si diedero degli spintoni e qualche gomitata.
Una nonna sorrise girandosi a destra e a sinistra (era un po’ sorda e non aveva capito perché tutti ridevano). Si alzò anche lei in piedi e alzò un braccio anche se non aveva nessun bicchiere per brindare ed esclamò “Alleluia !!!”.
Ancora una grande risata.
Il piccolo Andrea guardò le mani dei piccoli che stringevano quelli di altri bambini e poi i nonni e altre mani. E poi ancora mani: le mani con le rughe e quelle con i ciondoli al polso, le mani rosa e bianche, le mani scure e rugose, le mani che coprivano altre mani, le mani che raccoglievano piccole mani.
Mani tra le mani
Mani con altre mani.
Ascoltò un grandioso applauso che sembrava non finire più…….. le mani continuavano ad incrociare altre mani.
Claudio ricominciò a scrivere……… e disegnò un grande sorriso.
Quel disegno divenne il simbolo di una lista di ragazzi e di nonni. Nel 2010 ci furono le elezioni e Marcella G. divenne il primo sindaco femmina di San Giorgio a Cremano con appena tre voti in più del 50%.
Molti dei vecchi non vecchi e dei giovani vecchi non giovani tornarono al lavoro, qualcuno cominciò a lavorare.
Marcella aveva 23 anni e mezzo; scelse 5 assessori: 2 ragazze e 3 ragazzi e gratis e senza stipendio un nonno coordinatore delle iniziative della città.
Nel 2015 Marcella sposò uno dei due assessori. Era stata una splendida storia d’amore nata in una sera di luna mentre la giunta, convocata nel giardino di Villa Bruno, deliberava in un’ora alcuni chilometri di pista ciclabile per bambini ragazzi e nonni. Il percorso iniziava da piazza Europa per passare a via Manzoni, Via Aldo Moro, deviava a via San Giorgio Vecchio e poi via don Morosini, girava a via Bachelet e via Cavalli di Bronzo; scendeva ancora per via Roma, girava a via De Gasperi e proseguiva in via San Martino per salire a via Pagliare e via Carducci e poi via Scarlatti concludendosi a piazza Pittore.
Nel 2016 nacque Alessandra figlia di Marcella e Gianpaolo.
Alla fine del 2015 il partito del sorriso raccolse l’88% dei voti.
Divenne Sindaco un’altra ragazza, Giulia, che aveva 24 anni. La cosa più importante che fece è riorganizzare la raccolta di tutte le acque della città acquistando una macchina inventata da alcuni ragazzi norvegesi.
L’acqua delle fontane di Villa Bruno, che intanto erano ben sei, girava per la città dove c’era un piccolo ruscello con anatre e papere vere che nessuno infastidiva. La macchina puliva e riciclava le acque già utilizzate dai cittadini che servivano di nuovo per pulire le strade, rigirare nelle case per le pulizie, dare la propulsione alle nuove piccole auto che insieme con l’elettricità cominciavano a girare per le strade senza l’uso di benzina ed altri carburanti inquinanti.
Nel 2020 la città scelse come sindaco un giovane con gli occhiali e il viso timido di appena vent’anni. Quel ragazzo era Roberto che scriveva e disegnava in quella famosa riunione del 22 ottobre 2009.
Roberto divenne famoso perché, insieme con la Paolazzurra, sindaca di Portici e Giuseppe il più giovane sindaco d’Italia eletto a poco più di 18 anni ad Ercolano ,organizzò il più lungo percorso archeologico della provincia di Napoli. Un piccolo treno elettrico somigliante a quelli con le locomotive ancora in Mostra a Pietrarsa che partiva da poche decine di metri da Villa Bruno e girava per San Giorgio, Portici ed Ercolano. Il progetto prevedeva l’arrivo fino a Pompei ma ci volevano altri due anni. Il treno portava solo 20 persone: era bello, semplice e soprattutto lento. Dopo un mese quel treno fu affiancato da un altro e nel giro di 5 anni il viaggio fu assegnato a 8 treni che giravano lentamente il percorso archeologico.
Ragazzi e nonni di mezza Italia si prenotavano mesi prima per fare quel percorso.
Nel 2025 Roberto lasciò la guida della città ad Andrea, il vivace bambino di 5 anni di quella strana sera del 2009. Andrea era un artista ribelle e fece dipingere le case e i palazzi di gran parte della città con infinite tinte di colori pastello. San Giorgio era diventata la città più percorsa a piedi e in bicicletta dai turisti che fotografavano i rosa, i giallo pallidi, i verdi smeraldo, gli azzurri sfumati delle mura delle case e dei palazzi.
Perfino alcune strade erano colorate. Che pazzo che è stato il Sindaco Andrea.
Nel 2030 una buffa ragazzina con le lentiggini ed i capelli rossi divenne la più anziana sindaca di quel periodo, aveva ben trent’anni quando fu eletta. Germana, grazie al lavoro di Andrea, aveva modificato il tempo scuola dei bambini che dovevano vivere almeno 88 giorni all’anno tra i giardini di Villa Bruno, il percorso archeologico, la biblioteca della città.
La biblioteca era gestita dai nonni e dai bambini e da alcuni insegnanti. La sindaca aveva assunto i maestri più bravi che avevano studiato per un otto mesi tra Barbiana e Borzolia prima di guidare la cultura nella città di San Giorgio a Cremano.
Anche la biblioteca era cambiata. C’erano tanti libri scritti dai bambini e dai nonni. C’erano libri che raccontavano e sorridevano, c’era il silenzio e la musica che arrivavano al cuore. C’era l’accoglienza di chi ascoltava davvero le voci giovani, anzi quelle dei giovani dei giovani più giovani che crescevano sotto lo sguardo un po’ severo ma sempre presente dei nonni.
Quella sera Claudio era andato a vedere Roberto giocare nel prato di Villa Bruno e lo aveva visto cadere, aveva sorriso tenendo per mano la sua giovane compagna, Francesca, che gestiva un colorato negozio di frutta, ortaggi e verdura biologica nella parte sud di San Giorgio a Cremano.
Claudio pensò ai tanti giorni di lavoro svolti nella calma e nel silenzio di Villa Bruno. Alle riunioni nel giardino e nella Biblioteca. Alle serate passate con i lumi caldi e la musica di sottofondo mentre con i suoi giovani colleghi assessori, quando era stato Sindaco, si avvaleva del silenzio rassicurante dei nonni che continuavano a seguire il lavoro dei piccoli governanti di San Giorgio a Cremano. Ricordò proprio il sorriso di Gennaro, nonno con la pipa spenta, che una sera, abbracciandogli le spalle mentre Claudio era seduto e pensieroso, gli sussurrò: “Non preoccuparti troppo, continua a governare come se tu fossi un bambino”.
Sì, perché sotto il simbolo del sorriso, quella famosa lista del 2010 aveva un solo slogan: “Il governo dei bambini”
Perciò Claudio, uscendo da Villa Bruno, strinse ancora una volta a sé il piccolo Roberto e, tenendolo tra le braccia, chiuse gli occhi ascoltando la melodia delle parole delle bambine e dei bambini di otto, nove e dieci anni che, al primo piano, parlavano della casa di Nonna Livia che andava ristrutturata perché era una casa piena di giochi, colori e profumi.
Era una casa straordinaria che Claudio aveva conosciuto, una casa in cui si saliva attraverso scale strette ed imbiancate di recente, una scala che sapeva di profumo di campo perché Nonna Livia ogni tanto tra una lettura ed un’altra…..
……..eh no……questa è un’altra storia